venerdì 29 gennaio 2010

Il Guardiano


La mente dell'essere non è costruita per pensare in maniera filosofica o morale.
La mente dell'essere è fatta per pensare a difendere.

Quando l'uomo tocca la stele la mente del guardiano si attiva e lui, dopo anni torna ad aprire gli occhi.
Il richiamo della pietra è un grido che gli spezza la mente.
Sente la pietra che vuole essere usata e lo urla senza ritegno.
Lo urala a orecchie umane che non possono sentire il suo grido.
Non è così per le orecchie dell'essere.
Un rapido movimento e il muschio che copriva il suo corpo si sbriciola.
Erano anni che era immobile, in attesa che servisse di nuovo.
Pochi balzi ed è nei pressi della roccia.
Ci sono due uomini che parlano.
Uno dei due tocca di nuovo la roccia e questa urla di nuovo.
Il grido ferisce l'essere per metà uomo e per metà gatto.
Nei suoi occhi le figure dei due sono avvolte da un alone rosso.
Rosso è male, rosso è non la puoi toccare.
L'essere si muove senza alcun rumore e arriva a pochi passi dai due.
La foresta difende la sua figura e le ombre della sera lo celano agli sguardi distratti dei due.
Un nuovo urlo.
Un balzo ed è tra i due.
Rimane immobile.
I due uralano e scappano.
L'essere prova un fendente ma va a vuoto.
Uno dei due spara.

Deve aver pensato:
Ce la posso fare, sono quasi al villaggio.
Già deve avere pensato così.
Adesso che è riverso nel canalone, sventrato da due colpi di artiglia sa che quello che ha pensato era sbagliato.
L'essere lo annusa e lo osserva.
Nessun alone.
Nessun alone è minaccia cessata.

L'altro uomo arriva a casa, chiude la porta di colpo e la spranga.
Non dovevamo andare li!
Le ossa, eccoco cosa erano, un avviso.
Mio dio che mi succederà adesso.
Dio mio, fa che non mi torvi!

mercoledì 27 gennaio 2010

Prede o cacciatori?


Si va a Caccia

La creatura che ci siamo messi a cercare è qualcosa di strano.
Fino a qui non c'erano dubbi, ma di cosa si tratti realmente non lo sappiamo ancora.
Ci sembra strano che si tratti di un lupo, le artigliate ci indicano un'altra fiera.
Magari un orso, o una qualche strana bestia uscita da qualche parco zoologico.
L'unica cosa che sappiamo che è molto grande.
Decidiamo di tornare al villaggio per passare la notte.
Ci barrichiamo nella locanda insieme a tutta la poca popolazione del villaggio. E mentre cerchiamo di riposarci il più possibile in questo nostro fortino improvvisato riceviamo una sorprendete visita.
John dice che c'è qualcosa vicino al villaggio.
Guardando bene vediamo una figura umanoide sul limitare del bosco.
Il militare, più svelto di tutti noi a prendere decisioni, con un pezzo di carne si arrampica sul tetto.
Dopo aver gettato la bistecca nei pressi dell'essere e dopo che questo non si interessa a essa fa esplodere un colpo dal suo fucile.
Colpito in pieno l'animale due di noi, Jimbo e Antony, scendono e cercano di avvicinarsi all'essere. Sembra un incrocio tra un animale e un uomo.
L'essere proferisce parola in una lingua a noi incomprensibile e poi sparisce nella foresta.
Alla mattina parte la battuta di caccia.
Con i cani e alcuni del villaggio ci inoltriamo nel bosco.
Dirigendoci verso le montagne troviamo un a sorta di recinto composto da corde a cui sono appese ossa umane.
I villani e i cani non vogliono proseguire oltre, dunque decidiamo di proseguire da soli.
Camminando avanti a noi troviamo dei menhir. Su uno di essi riusciamo a riconoscere i simboli e il disegno di una porta come quella da noi trovata nel deserto dai due soli.
Mentre Arold e il nostro fido archivista analizzano questa pietra io, Jimbo e William torniamo al villaggio a fare provviste per la notte, ma durante la nostra assenza succede il finimondo.
Dai racconti di Faust riusciamo a ricostruire i seguenti avvenimenti.
È cosparsa la creatura. Un incrocio tra un gatto e un uomo. Un essere veramente strano.
Questo si avvicina all'archivista, senza calcolare minimamente gli altri nostri compagni.
Tutti stanno fermi. Vogliono cercare un rapporto pacifico con la creatura.
Tutti tranne l'essere che colpisce con una zampata il nostro compagno. E qui John più veloce che mai risponde al colpo con la sua pistola.
Inizia il combattimento in cui John con l'aiuto della corda di Antony riescono ad avere la meglio. Ma la creatura sembra non subire troppo i colpi.
Sembra rigenerare le sue ferite. Così Arold, Faust e l'archivista fuggono verso il villaggio.
Stanotte credo che ci sarà lo scontro.
Le uniche notizie che riusciamo ad avere sono le seguenti.
La creatura parla in una lingua che sembra essere molto antica.
Sembra che protegga la porta.
Attacca solamente l'archivista.
I dubbi si aprono strada nella nostra mente, ma, mentre ognuno di noi fa le proprie congetture, carichiamo i fucili in attesa di una notte di fuoco.

martedì 19 gennaio 2010

Cadere in una nuova vita

È strano come la vita ti giochi dei brutti scherzi. Un giorno stai gestendo la locanda dei tuoi sogni e quello dopo sei a prendere fucilate degli zombie.
Ieri servivo birra e abbacchio, ora cammino in un deserto.
Ma non è un deserto normale.

Già, perchè quando il mio nuovo amico Antony ha preso in mano la maschera del faraone ed essa si è sbriciolata tutto è cambiato.

Tutti i tesori spariti, gli zombie con loro e il mio orologio ha smesso di funzionare correttamente. Decidiamo di uscire attraversio il passaggio del muro e ci troviamo in un deserto.
Nulla di strano fino a qui, finchè qualcuno di noi alza gli occhi al cielo e vede due soli.

Ebbene sì, due soli.

Non so dove sia comparso l'altro, non so che cosa sta succendendo.
L'unica cosa che so è che fa stramaledettamente caldo e avere due soli non aiuta affatto.

Camminiamo nel deserto per circa due ore in direzione delle montagne quando avvistiamo un oasi. Per fortuna non è un miraggio, è tutto vero. Corriamo verso l'acqua e le palme.
Ci riposiamo un po', beviamo, recuperiamo le scorte d'acqua e mangiamo delle noci di cocco. Finalmente un po' di pace o almeno così sembrava.
Mentre William si stava bagnado i piedi ecco che alcuni tentacoli tutti neri escono dall'acqua e cercano di afferrarlo senza riuscirci.
Ci allontaniamo subito da questa pozza che sembrava il paradiso, ma poteva trasformarsi nell'inferno.

Riprendiamo il nostro viaggio verso le montagne. Sulla nostra strada sembra che le dune siano in realtà piramidi ricoperte, ma non riusciamo ad approfondire il discorso.

Finalmente riusciamo a raggiungere le montagne, che per nostra sfortuna si dimostrano essere un costone verticale lunghissimo che non lascia speranze di scalate.
Mentre discutiamo sul cosa fare alcuni di noi esplorando il dintorni trovano due statue di Anubi, il dio dei morti egizio. Abbiamo trovato qualcosa che ricorda il nostro mondo.
Ci fermiamo a riposare ai piedi di una di queste statue quando si mostrano davanti a noi dieci figure uomanoidi tutte bardate di vesti per non fare passare la sabbia, del tutto simili ai nostri beduini, ma alte quatro metri.
Questi estraggono un diapason gicante e lo perquotono. Cinque di noi cadono storditi mentre io e altri due miei compagni riusciamo a resistere a quel suono. Queste creature non capiscono la nostra lingua noi non capiamo la loro, ma ci fanno intendere che dobbiamo seguirli.

Attraversiamo insieme a loro il deserto a bordo di lucertole giganti e ci portano in una piramide nascosta dalla sabbia dove ci fanno accomodare in una stanza.
Siamo finiti in una sorta di carcere.
Ad un tratto uno di loro ci "chiama" per "parlare" con noi.
Il nostro archeologo cerca di comunicare attraverso ideogrammi da lui conosciuti.
Questi sembrano capire, o meglio sembrano averli già visti, e ci conducono dove ci sono questi segni.
Prima in una sorta di anfiteatro dove, nel centro, è riprodotta una serie di simboli che ai miei amici dicono qualcosa mentre a me non dicono assolutamente nulla.
Poi a una colonna su cui è raffigurata una porta con delle scritte.
I miei nuovi compagni discutono mentre passa l'intera giornata;alla fine tramontano entrambi i soli e Arold dice delle parole.
La porta diventa traslucida, come di lego.
Lui la tocca e sparisce.
Gli altri fanno lo stesso.
E io non posso fare altro che imitarli.

Apro gli occhi ed è notte, siamo in una foresta e non troppo lontano c'è un villaggio.
Il sole quando sorge è uno, siamo in Germania e siamo nel 1863.
Finalmente a casa.

La Locanda

Robert pensa:
Chissà cosa farebbero se li portassi davvero alla piramide...
E la locanda svanisce.
Nessuno nota l'assenza di quello che fino a prima c'era sempre stato, nessuno ne serba il ricordo.
Per tutti li, la locanda non c'è mai stata.

Il vento spazza la sabbia sulle pareti della locanda che oramai è abbandonata e vuota.
Dentro le sale che fino a poche ore prima erano gremite di gente adesso c'è solo il silenzio.
Il silezio e la sabbia.
Lentamente e inesorabilemte la sabbia inizia a consumare le parti.
I cardini di metallo della porta sono i primi a cedere, consumati delle stagioni.
La travi che reggono i piani superiori lentamente si seccano e le tempeste di sabbia le spazzano, fino a farle cedere.
Le tegole del tetto vengono strappate via e disperse lontano, sulle dune.
In pochi anni della locando non rimane che un guscio di vecchie assi spezzate e sparse.

L'uomo avvolto negli abiti neri ferma il cammello e guarda il GPS.
Dovrebbe essere qui.
Procede per qualche passo, fino a che il suo stivale non colpisce le assi coperte di sabbia.
Bingo!
Toglie lo zaino e ne estrae un vecchio PC portatile, un paio di candele bitorzolute e nere e una manciata di monetine di rame.
Accende il PC.
Accende le candele e dispone le monetine di rame a cerchio attorno al computer.
Le dita fanno suonare i tasti del computer con un ritmo quasi ipnotico.
Poi le luci delle candele iniziano ad aumentare di intensità.
L'uomo vestito di nero si ferma e si toglie la stoffa che protegge il suo viso.
La sabbia del deserto si alza per una folata di vento.
I suoi occhi osservano il vento aumentare di intensità fino a formare un vortice e dal vortice iniziare ad emergere una forma di legno.
La locanda inizia a riprendere forma.
Che bastardo funziona davvero!
Chiude il PC e rimette tutto nella sacca.
Risale sul cammello e prende un cellulare dalla sella.
"Signore, ho fatto. Non credevo che..."
Pausa di silenzio
"Certo, come vuole."
Mette via il cellulare ed inizia ad allontanarsi.

giovedì 14 gennaio 2010

La tranquilla vita di un oste di città

Oramai ci sono dentro fino al collo.
Sono caduto in questo mondo strano insieme a questi stranieri e devo trovare per forza un modo per uscire da questo mare di merda.
Ma un detto diceva che non sempre chi ti mette nella merda lo fa per farti del male, mentre non sempre chi ti toglie dalla merda lo fa per farti del bene.
Non lo so, ma l'unica cosa che ho in mente ora è quella di tornare a Vienna per essere risarcito della mia locanda.
Ma prima devo trovare un modo per uscire da questa tomba e tornare a casa dall'Egitto. Sì, sono in Egitto.
Fino a qualche ora fa stavo chiudendo la mia taverna a Vienna, che mi è costata tanta fatica, e ora mi ritrovo a uccidere dei mostri in un'antica tomba egizia, mentre la mia taverna è finita in mezzo a un deserto.

Ma andiamo con ordine.

Ieri sono arrivati degli inglesi nella mia locanda a Vienna.
Hanno chiesto di Robert, un fabbricante di orologi della zona, e si sono dati appuntamento alla mia taverna.
Questi non la finivano di parlare con Robert.
Parlavano di tizi a me sconosciuti: Barker, Bourden, Elisabeth, Franklin, uomini pelati, santoni indiani.
Parlavano di città grige e di porte.
Mostri, vermoni e dei.
Non ci capivo niente, non che abbia ascoltato molto, ma non erano cose a me molto comuni. Sta di fatto che questi tizi decidono di andare in Egitto.
Bene, buon per loro.
E invece dopo pochi istanti mi ritrovo in Egitto con questi straniere e con tutta la mia locanda, letteralmente sradicata dal suolo viennese e finita nel deserto.
Che razza di magia o stregoneria abbia potuto fare questa cosa rimane a me oscura.
Ma ora sono qui.
Non mi resta che seguire questi stranieri.
Imbraccio il mio fucile e li seguo.
E subito finiamo in una tomba dimenticata da Dio e dagli uomini.
Superiamo trappole e arriviamo al sarcofago.
E lì ci accolgono calorosamente dei mostri.
Scheletri, zombie o non so diavoleria siano.
Sta di fatto che o li facevo fuori io o loro facevano fuori me.
Allora grazie al mio fucile ne ho stesi tre.

Ora non mi resta che tornare a casa.

Ma da quello che ho capito non è per nulla facile.
Adesso devono spiegarmi che cosa è successo.
Non ci sto capendo niente in questo immenso mare di merda.

giovedì 7 gennaio 2010

Bene o Male?

Sogno 1
Come primo passo la squadra cerca di ritrovare Barker.
Faust entra di nuovo nei suoi sogni e scopre che è ancora nella città.
Qualcuno lo insegue ma Faust non riesce a capire chi.
Barker si nasconde in un enorme palazzo di vetro.
Nella sommità del palazzo una stanza piena di specchi, ne manca solo uno!

Sogno 2
Faus cerca Elisabeth ma non la trova.
Al suo posto trova un uomo, alto e calvo.
La sua statura supera i due metri, e anche lui è un viaggiatore onirico.
Dice che è lui a tenere Elisabeth nascosta, e che non la lascerà andare dalla città perchè c'è gente che la cerca, gente che cerca il figlio che li porta.
Parlare con lui è una fatica immensa per Faust e le sue enrgei finiscono in breve e si risveglia.

Decidono di andare a parlare con Arold nel futuro.
Lui non invecchia, quindi nel 2012 sarà ancora vivo.
Decidono che lui nel 2012 sarà a Notre Dame e così convincono l'uomo con la bombetta a farli attraversare la porta.
William resta con Barker cheè ancora incosciente.

Trovano Arold, è come aveva detto a Notre Dame.
Nella chiesa ci sono diverse opere d'arte, libri e altre diavolerie che un equipe di persone sta conservano e restaurando, forse per sottrarle alla follia che c'è fuori.
Arold si trova in penombra e non si fa vedere volentieri, mostra solo per un atimo il suo volto invecchiato per fare capire che è davvero lui.
Dice che Barker ha fatto bene a fare quello che ha fatto.
Dice che il mondo aveva bisogno di questo perchè la gente messa davanti all'orrore da il meglio di se e alcuni riescono addirittura a scoprire che sanno fare cose che pensavano incredibili.
Lo scopo dell'organizzazione era portata a galla i poteri dei singoli, per formare un gruppo che potesse mostrare la via ad altri...
John sembra dare ragione all'Arold del 2012: il mondo è pieno di periodi neri che sono il modo che ha l'umanità per rialzarsi gli altri però non sembrano convinti.
Che sia un bene o un male la mossa di Barker?