martedì 28 luglio 2009

Il forte

La notte è scura e la sentinella osserva in lontananza i fuochi delle automobili in fiamme che lentamente si spengono.
Lei odia fare il turno di notte, ma come ogni buon soldato svolge i suoi compiti.
Di notte è più frquente che vengano attaccati, e di solito loro mirano alle sentinelle per prima.
Si accende una sigaretta e si stiracchia un pò.
Dopo due ore di veglia il cumulo di sigarette si è fatto consistente.
L'orologio da polso fa un bip indicando che è la una di notte.
Ancora cinque ore cazzo.
Uno scricchiolio delle scale fa alzare di colpo la sentinella e la sigaretta cade a fare compagnia alle altre.
Il tlack metallico del colpo che si carica è seguito da una voce di donna che proviene delle scale.
"Calma - dice la voce - sono io, Elen."
"Cazzo Elen! - la sentinella si siede - sai che il turno di notte mi mette tensione! Non vorrei farti per sbaglio un buco in testa!"
"Lo so Steve - la botola si apre lasciando uscire una donna con i capelli neri - lo so, e per questo sono venuta a farti una visita."
Il viso di Steve si illumina vedendo il riflesso dei fuochi sul vetro verde della bottiglia di Scotch.
"In questo caso." Steve allunga la tazza di metallo e lei gli versa da bere.
"Tutto calmo?" chiede
"Mmm - scuote la testa per assorbire il colpo dell'alcool - si, tutto ok."
I due osservano i fuochi.
Bella idea quella dei fuochi aiuta non poco a vedere i movimenti nelle vicinanze del forte.
Passano alcuno minuti e alcuni bicchieri di Scotch.
"Hai visto?" dice lei e indica un punto in lontanaza.
"Dove?" Steve aguzza lo sguardo.
"Li tra il fuoco e la cabina del telefono."
Steve alza il fucile e indirizza il mirino nella direzione indicata.
Il verde del visore notturno coglie un movimento furtivo.
"E' uno di loro?" chiede Elen.
"No, non credo si muove con troppa circospezione - si alza - coprimi le spalle, scendo a controllare."
"No cazzo Steve..." ma la frase le si spegne in gola qundo la botola si chiude dietro alla sentinella.

Steve si muove veloce tra le auto in fiamme.
Aggira la figura e le si porta alle spalle.
Carica il fucile e lo porta sulla spalla.
"A terra!" grida
L'altro fa per voltarsi ma Steve gli è a un passo.
"A terra cazzo o ti faccio fuori!"
Quello si butta a terra.
"Faccia in su."
Quello si gira.
Steve gli si avvicina.
Accende la torcia che tiene sotto la canna del fucile.
L'uomo con i capelli rossi fa per parlare.
"Chi sei? - chiede Steve - da dove vieni?"
"Non come ho fatto ad arrivare qui... mi chiamo Paul, Paul Oldman!"

lunedì 27 luglio 2009

Oltrepassata la porta

Scritto da pippolomazzo
L'interrogatorio di Mr. Barker finisce.
Più o meno ha voluto sapere tutto ciò che ci è successo in questo periodo di assenza.
Dietro suo suggerimento, evitoiamo di concentrarci su Robert e di analizzare maggiormente la storia di Elizabeth ....
Come potrà nascere quel bambino che sta portando in grembo?
Riusciranno a sopravvivere entrambi (madre e figlio) al parto?
Nessuno di noi, anche l'esperto medico Faust e lo studioso Arold, riesce a trovare una risposta alle domande.
Ci sovviene in mente una frase di uno degli uomini appartenenti alla setta di Avignone: parlava di ITALIA.....
la cosa strana è che, se lui è davvero un cavaliere dell'anno 1000, non può sapere nulla di ITALIA, che nascerà ben dopo ....
forse il termine che ha usato è un indizio che ha voluto darci ...
oppure si è tradito rivelandoci qualcosa che non dovevamo sapere.
Dobbiamo andarte in Italia ...
questo è il pensiero di tutti...
L'unica cosa che ci sovviene in mente è di chiedere aiuto all'uomo con la bombetta ....
magari lui ha la possibilità di farci arrivare in Italia rapidamente ...
magari attraverso una porta ...
La nostra intuizione si rivela corretta: l'uomo con la bombetta è un custode di una porta.
Riusciamo a convincerlo a farci entrare nella porta...
Dall'altra parte il mondo, inizialmente, sembra simile al nostro ... a parte che ci sono 3 soli e palazzi in lontananza alti più di 200 piani.
Inizialmente sembra simile al nostro mondo: infatti, dopo poco tempo, riusciamo ad evitare un lupo di dimensioni colossali ...
sarà stato lungo almeno 4 metri ....
Questo mondo ha qualcosa di strano e particolare ...
dobbiamo stare molto attenti pensiamoWilliam si allontana dal sentiero battuto.
Un'ombra di un oggetto gigantesco, probabilmente un animale ma alto 100 metri, cerca di schiacciarlo ...
Ma in che cavolo di mondo siamo finiti?
Ci nascondiamo in una casa ma, anche lì, veniamo assaliti da 3 animali ..
3 lupi, grossi ma non enormi come il precedente.
La lotta è furibonda e, alla fine, riusciamo ad avere la meglio .....
Questi lupi, però, sono strani: hanno placche di metallo in varie parti del corpo ...
Le nostre menti vagano in questo strano mondo, interrogandosi su cosa potremmo trovare in giro e, forse, su cosa ci ha spinti ad entrare.

PbF - sequenze

L'uomo con la moneta
"L'odio non porta mai a nulla di buono.Non mi piace sapere che state per ficcarvi in un brutto guaio... molto brutto.
Non ho intenzione di raccontarvi quello che noi abbiamo vissuto oltrepassando al porta, ne come detto vi lascerò la strada libera per potervi andare ad uccidere.
Ho promesso a me stesso che nessuno sarebbe entrato nella porta per colpa mia e cercherò di mantenere questa promessa pere quanto mi è possibile."
Si alza dalla sedia e glia altri due fanno lo stesso.
"E' stato un piacere parlare con voi e capisco che quello che avete fatto a me e i miei amici è stato un errore manovrato da Frankilin.
Ma nonostante questo le mie idee restano tali.
Spero che la prossima volta che ci incontreremo non sarà per farci del male.
Au revoir."

William
"Rimane sempre la questione Elisabet.
Di certo non possiamo portarla con noi.
Potremmo fare ritorno a Parigi e affidarla alle cure di qualcuno di nostra fiducia.
Poi non so per farla partorire cosa si potrebbe fare.
Inoltre dai nostri capi potremmo magari avere qualche informazione su questo Robert, sempre che Franklin non se lo sia inventato per distogliere la nostra attenzione dal suo vero obiettivo."

John
John si stiracchia un pò, come se la discussione l'avesse parecchio annoiato:
"Bene, se il nostro amico qui vuole continuare a fare il muto - indica Antony - e la sua bella è trasportabile direi di mettere l'allegra famigliola su un carro e andarcene un pò... bhe non vi dico dove.
Secondo me sta storia della porta è un'emerita stronzata, nel senso che io ci entrerei e basta, senza patemi o altro... ma se siamo decisi ad andare a Parigi allora mi rimetto alle decisioni del gruppo.
Per Robert, sempre che esista, ci sarà sempre tempo più avanti."
Detto questo si avvicina alla porta e dice:"Quindi?"

Lasciate la casa in cui avete parlato con i 3 uomini e ritorante alla vostra base fuori le mura di Avignone.
Portare una ragazza in quelle condizioni fino a Parigi non sarà semplice, ma Faust dice che a parte l'assenza mentale le sue condizioni sono stabili.
Così la sera preparate le vostre cose e lasciate che Antony prepari anche quelle per il viaggio della ragazza.
John è visibilmente deluso della conclusione della storia e non nasconde che lui avrebbe preferito lasciare andare via Antony e seguire Franklin nella porta, ma come ha già detto se il gruppo ha deciso per Parigi, allora sia.
Al mattino del giorno dopo con un carro fate un pò di strada fino alla prima stazione in cui prendete un treno in direzione di Parigi.
Il viaggio è monotono e silenzioso, rotto solo dalle lamentele di John per l'incapacità di Antony di prendere una decisione.
Faust monitora sia le feirte di Arold, che comunque lentamente si stanno chiudendo che la situazione della donna.
Durante la notte più di una volta venite svegliati da dei mugugnii provenienti da Arold, come se fosse in preda a incubi, ma la cosa sembra essere più di carattere mentale che fisico.
Arrivate a Parigi in un giorno di pioggia e la carrozza che Barker manda da voi vi porta fino alla sede dell'organizzazione.
La sede è stata molto risistemata e notate più di una faccia nuova.
Barker in questo momente non c'è e vi dicono che nel pomeriggio lo troverete.
Vi dicono che la vostra squadra ha un ufficio al primo piano, l'ufficio 21.
Entrando notate 6 scrivanie e un appendiabiti, un armadio piccolo con delle bottiglie di liquori e un grosso tavolo di legno.
La finestra da su una piccola piazzatta alberata appena fuori dalla sede.
Antony se ne va con la ragazza dicendo che tornerà nel pomeriggio.
Vi sedete sulle vostre poltrone indecisi sul da farsi.

Paul
"Attendiamo che il capo ritorni e poi raccontiamogli tutto quello che è successo.
Poi, se lui sarà daccordo con noi, andremo in Austria a cercare Robert".
detto questo mi faccio giù un bel bicchiere di whisky e mi siedo sulla sedia di una scrivania.
"Io fossi in voi non sarei così desideroso di entrare in quelle porte... hanno un non so che di malvagio e tenebro ... forse i tizi di Avignone non hanno tutti i torti a non volerci far entrare..."
bevo un bel sorso di whisky
"Stasera, dopo l'incontro col capo, io andrei dal tizio con la bombetta.
Chi viene con me?"

William
" io verrò con te... sperando che ciò che abbiamo visto desti la sua curiosità.
Io spero di incontrare Franlin nel nostro mondo e di eliminarlo qui.
Poi se ci troveremo nuovamente di fronte a una di quelle porte vedremo il da farsi."

Nelle ore che vi rimangono fino all'arrivo di Barker riordinate le vostre scrivanie e sistemate la stanza in un modo che vi aggrada.
Faust insistentemente chiede ad uno degli inservienti notizie su un fantomatico ufficio 27, ma non ne cava un ragno da buco.
Nel primo pomeriggio Barker arriva.
Vi fa accomodare nel suo ufficio.
"So che avete trovato la ragazza, almeno mi hanno detto di avervi visti entrare con Antony e una donna.
Bene, mi congratulo.
Mi pare però di capire dalle vostre facce che qualcosa non è andato bene..."

mercoledì 22 luglio 2009

Paul - La cattura dell'uomo con la moneta

Scritto da pippolomazzo
Abbiamo appena catturato l'uomo con la moneta e lo sfregiato.
Entrambi giacciono legati e svenuti per terra... il buon John ha proprio fatto un ottimo lavoro... sa il fatto suo quel ragazzo.

"Quell'uomo, quello con la moneta, ha qualcosa di strano - dice Paul - Prima, quando mi sono avvicinato a lui fingendo di essere ubriaco, si è allontanato di botto, spostando le mani indietro, come se non volesse toccarmi..."

L'uomo con la moneta si risveglia ma Paul, in preda ad una sua personale convinzione che quest'uomo abbia strani poteri malvagi, lo rimanda nel mondo dei sogni con un sonoro cazzotto in testa.

Quando l'uomo con la moneta si risveglia Paul viene tenuto in disparte così questi ha modo di proferire parola:

"Pazzi, non avrete fatto entrare qualcuno in quella porta, vero?" dice lui...

Inizialmente neghiamo il fatto che qualcuno - Franklin - sia entrato nella porta ma, col passare del tempo, confermiamo che una persona è entrata nella porta e che, per evitare che essa venga riaperta, ha tentato di uccidere un nostro compagno, l'unico in grado di aprire la porta.

"Voi non sapete cosa c'è là dentro - dice lui - io ci sono entrato una volta, insieme ai miei 2 compagni, e guardate come sono ridotto.... qualunque cosa io tocchi mi fa percepire la sua storia, la storia dell'oggetto e di chi ne è venuto in contatto... solo questa moneta, che ho fatto io, mi rende immune da questa malattia".
"I miei soci, lo avrete capito, hanno anche loro delle strane malattie: una ferita sempre sanguinante e l'età che non cambia mai ..."

Facciamo pressioni affinchè ci aiuti a riaprire la porta ma lui si oppone fermamente:
"Sono qui per evitare che altre persone entrino in quella porta. Voglio che nessun altro debba provare qul senso di morte e terrore che ho vissuto, insieme ai miei colleghi, quando siamo passati attraverso una di queste porte..."

Nella nostra mente si affollano un po' di idee:
E se avessimo sbagliato ad aprire la porta a Franklin?
E se lui fosse un cattivo, mentre i buoni sono quelli che abbiamo ammazzato e legato?
Cosa diamine mai ci sarà dietro quella porta?

martedì 21 luglio 2009

Franklin - oltre la porta

Sono distratti è il momento
Franklin estrae una pistola e fa fuoco su Arold.
Il colpo trapassa l'uomo e questi cade a terra con una enorma chiazza di sangue che gli macchia la camicia.
Franklin si infila nella porta e la chiude alle sue spalle.

Franklin cammina in un luogo che gli è alieno.
La porta di metallo sembra un ricordo lontano, come se la avesse varcata secoli fa.
Non ricorda bene da quanto è qui e il suo orologio l'ha buttato appena varcata la soglia, troppo pericoloso tenerlo con se.
Lo spazio che ha davanti è strano, le leggi della fiscia non servono.
Il paesaggio si contorce e si dilata, cose lontane sono raggiunte in un battere di ciglia, cose vicine non si raggiungono mai.
Ci sono cose che lo spiano tra le curve e i recessi del paesaggio.
Zone oscure che ospitano mostri.
Adesso Franklin ha paura.
Cosa è stato, un rumore?
Estrae un coltello a lama dritta e lo punta nella direzione del rumore.
Un'ombra?
Un movimento.
Franklin inizia a correre.
Devo fuggire, nascondermi, ma dove?
Franklin si blocca di colpo.
Davanti a lui qualcosa lo attende.
Un ombra, una sagoma.
Si avvicina
Mio dio, cose è quella cosa?
Il terrore lo paralizza la cosa si avvicina.
Mio dio che cosa faccio adesso?

venerdì 17 luglio 2009

Arold - Ophmet

Scritto da Eol88
Dove diavolo sono?
Un parco...ma dove?
Attorno ci sono dei palazzi che sembrano immensi, sono veramente alti e ci sono luci dappertutto...
Non sarò mica ancora nel futuro!!
Ma no...ora ricordo...mi guardo la giacca lorda di sangue e sento una fitta lancinante.
Già è vero, mi hanno sparato...quel gran bastardo ci ha fregati tutti...allora questo è un sogno
...spero...
Oppure sono già morto.
Cammino lungo il vialetto, è strano.
Mi sento ansioso, insicuro...raggiungo una casa vicino a uno stagno, è tutta buia e mi attrae...Mi avvicino e apro la porta, la apro,l'oscurità sembra uscire da dalla stanza stessa.
Dall'esterno filtra pochissima luce, faccio scorrere una mano lungo la parete e cerco qualcosa per illuminare...
Poi mi prende costantemente un senso di paura, di oppressione, quasi mi manca il respiro, sento molto caldo e il sudore si mischia col sangue che vedo sgorgare dalla ferita.
I miei muscoli si irrigidiscono, perchè non cè luce??
E' solo una sensazione, ma ho paura.
Ho paura di guardare negli angoli della stanza...ho la costante sensazione che qualcosa mi tenga d'occhio.
La mia mano trova qualcosa di diverso, qualcosa di freddo e sporco.
Ne seguo le linee e intuisco il contorno di una porta...speriamo mi porti fuori di qui.
La apro.
Il senso di inquietudine si fa sentire più forte che mai.
Mi incammino all'interno di questa porta.
Sono solo.
E' buio.
Sono sicuro che qualcosa cammina con me, alle mie spalle...lo percepisco.
Mi volto di colpo, a parte il silenzio sono solo.
Non cè nessuno.
Aumento il passo, comincio a correre....lo sento è sempre dietro di me.
Corro più forte che posso, la ferita mi fa molto male e perdo molto sangue.
Sento che mi è quasi addosso...
E' Lui.
E' Ophmet ne sono certo.
Chi altri potrebbe essere?
Lui mi ha scelto, e anche se io non lo voglio ormai è troppo tardi.
Mentre corro guardo dietro, non resisto ancora per molto.
Vedo ombre che danzano alle mie spalle, mi scherniscono.
Poi svaniscono.
Ho la costante paura che ci sia qualcosa...e continuo a correre.
Poi le sento tornare.

La cattura

Un mese prima
L'uomo con la moneta si ferma davante alla porta di legno dentro cui Elisabeth è tenuta prigioniera.
Mette la moneta in tasca ed entra.
Le lacrime rigano il viso della ragazza.
"Stai bene" le chiede
Lei non risponde si limita a singhiozzare.
"Ti hanno fatto del male?"
"N.. no." balbetta
"Senti, so che adesso hai paura, che temi che ti faremo del male, ma non siamo qui per questo.
Ti abbiamo portato qui per proteggerti."
Lei continua a piangere
"Io... io voglio solo... tornare a casa."
"Non puoi, mi dispiace, per il tuo bene è bene che tu rimanga qui."
L'uomo con la moneta si gira verso un ragazzotto che sta sulla porta.
"Tienila d'occhio."
Poi se ne va.

"Le hai fatto del male?"
Parla con un'angolo buio della stanza.
No
"Bene, lui è già arrivato?"
No
"Senti, io non posso stare qui, quando arriverà chiedigli di controllare se la stanno ancora cercando."
Si
L'uomo con la moneta si avvicina all'angolo buio
"Grazie - fa un passo più vicino - senti, so che te lo dico sempre, ma... mi dipiace."
Lo so, lo sento
Ogni volta che vede l'amico costretto a fugggire la luce del sole sente il peso di avere fatto quella scelta che li ha portati a diventare così.
Sente il peso di essere stato il loro capo e di averli costretti a questo.
"Arrivederci amico."

mercoledì 15 luglio 2009

Lo scopo di Franklin

Frammenti di gioco
Dopo una discussione con il prigioniero il gruppo viene a scoprire che Franklin non è interessato alla donna, ma bensì ad una misteriosa porta di metallo che pare che l'associazione tenga nascosta.
Franklin afferma che varcando la soglia potrà viaggiare nel tempo.
Franklin parla con il gruppo e con le sue abili capacità oratorie convince Arold a collaborare con lui.
Il suo piano è semplice, il gruppo cercherà di liberare Elisabeth e lui sfrutterà la situazione come diversivo per arrivare alla porta.
Paul non sembra convinto della possibilità di riuscita della cosa e decide di girare il piano di Franklin: loro cercheranno con lui la porta creando il diversivo a Antony per liberare la ragazza.
Franklin accetta e il gruppo mette in atto il piano.
Con la collaborazine di John, l'unico davvero abile in questo genere di cose, il gruppo arriva alla porta e Arold inizia a studiare il codice segreto per l'apertura.
Il codice è inciso sulla porta sotto forma di ideogrammi.
Mentre il gruppo è davanti alla porta due dei 3 capi dell'associazione si fanno vedere, un uomo con una cicatrice sulla faccia e un'uomo che fa girare sempre una moneta tra le dita.
John e Paul riescono a catturarli con l'intento di farli parlare una volta che Franklin se ne sarà andato.
Arold riesca ad aprire la porta.
Prima che Franklin entri però riesca a convincere John a uccidere i due uomini dell'associazione e John con un coltello infligge ai due un colpo.
Al gruppo però non sfugge che il colpo di John non è mortale, evidentemente ha in mente qualcosa.
Distratti dall'azione del compagno il gruppo non vede Franklin che estrae una pistola.
Il colpo rimbomba nella stanza e il tonfo della porta di metallo che si chiude è accompagnato dal rumore di Arold che cade a terra con la camicia intrisa di sangue.
Ecco lo scopo di Franklin, uccidere tutti quelli che avrebbero potuto riaprire la porta e inseguirlo.
Nel fratteno Antony e Faus liberano la ragazza e tornano dai compagni giusto in tempo per scoprire che la ferita di Arold è grave.
Faust fa del suo meglio per fermare il sange ed tamponare la ferita, ma la situazione del compagno resta a rischio.

martedì 14 luglio 2009

Sospesa nel tempo

Mentre il sonno ristoratore culla le nostre menti sentiamo dei rumori sospetti alla nostra porta.
Ci svegliamo di soprassalto e cerchiamo di capire cosa siano questi rumori.

Faust, che ha il sonno leggreo, dice di averli sentiti bene che era qualcuno che lavorava intorno alla porta.

Mentre sta ancora parlando William decide di dare un' occhiata fuori.
Apre e, con sua grande sorpresa, si trova di fronte un ragazzo sui 20 anni, un certo Emerik, che gli da il benvenuto ad Avignone da parte della sua "associazione".

Tra i due comincia un fitto dialogo ricco di frecciatine e allusioni su chi debba guadagnarsi la fiducia di chi.

Alla fine, dopo aver risposto ad alcune domande di Emerik, i 5 ottengono un incontro coi capi di Emerick. Il giovane gli lascia una carta dei tarocchi, con una culla con dentro una clessidra, col nome di una locanda.

Appena chiusa la porta William, che tiene la carta tra le mani, ha un' illuminazione... i tarocchi... Antony. Forse lui sa cosa vuol dire.

Così, la mattina segeuente, John e William sono in viaggio per Parigi.

Nel frattempo Paul, Faust e Arold si recano alla locanda, Le Renarde, e si mettono a parlare con Emerik, spiegandogli che stiamo cercadno Elisabeth che potrebbe essre il solo rimedio alla follia che sta prendendo il sopravvento sulla mente di Antony.

Poi Emerik si assentea.
Finita la cena gli altri escono dalla locanda e ricevono un messaggio dal ragazzo: hanno accettato di incontrarli.
Quindi li conducono in una costruzione non molto lontana dalla Le Renard. Entrano in una stanza e, assieme a Emerik, c'è un ragazzino di 15 anni.
Emerik comincia con una fitta serie di domande, il ragazzino si limata ad ascoltare.
Alla fine della nottata (ormai sta albeggiando) il ragazzo rivela che lui sa dove si trova la ragazza. Dice che è in un luogo sicuro e che ci sono altre tre persone sulle sue tracce.

Quasi lapidario aggiunge :
"Se volete incontrarla dovete prima eliminare queste tre persone".

Raggiunti da Willima, John e Arold gli altri raccontano l'accaduto.
Di comune accordo decidono di rapire i tre tizi per toglierli di mezzo.

I tre alloggiano nella locanda. Sono molto magri, si limitano solo a bere... ricordano qualcuno... ma certo i seguaci di Ophmet!

Antony crea una specie di sonnifero che mettiamo nella loro acqua. Quindi li preleviamo delle loro stanze e li portiamo nella nostra abitazione fuori dalla città.
Qui scopriamo che uno dei tre è Franklin... che noi incontreremo nel 1980!!!

Quindi torniamo da Emerik che ci porta da Elisabeth.
E' in una stanza, ancora incinta (dopo 2 anni!). Non può vederci ne sentirci. Sembra sia sospesa nel tempo, in un luogo lontano. Ci dicono ancora che dove si trova adesso è al sicuro e che tornare nel nostro tempo nuocerebbe sia a lei che al nascituro.

Antony le si avvicina e le da un bacio. La scena è pietosa ma lo si può capire.
Torniamo alla nostra base e cominciamo a decidere il da farsi.

Salvarla o lasciarla sospesa nel tempo?

giovedì 2 luglio 2009

La Culla

Anni fa
L'uomo con la cicatrice sulla faccia da un calcio al tipo a terra.
"Quante volte ancora ti dovrò dire che che qui tu non puoi entrare?"
La sua voce rimbomba come un colpo di cannone nell'enorme stanza.
Le due porte, che si aprono sui due lati opposti dell'enorme salone, osservano silenziose la scena.
"Ti prego... io voglio solo aprirla..."
L'altro a terra è una maschera di sangue.
Lo sfregiato si accuccia a fianco del ferito e gli prende i capelli.
"Te lo dico per l'ultima volta. Qui siamo in 3 a potere entrare e tu non sei nessuno dei 3!"
Lo guarda, l'altro abbassa gli occhi.
"Vedi - indica la porta - quella non si apre. Punto. E anche se per caso dovessi riuscire ad arrivarle davanti e cercare di aprirla bhe... lo sai."
Lo sfregiato lascia i capelli.
Si rialza.
L'altro si alza.
"Sparisci" non lo guarda neppure.
Il ferito sparisce da una delle due porte, non quella che prima gli era stata indicata.
Lo sfregiato cammina lungo il salone e si ferma davanti alla porta.
Questo posto loro lo chiamano "La culla" lui non sa il perchè ma è un nome che gli piace.
Aspetta qualche minuto, poi torna sui suoi passi.
Esce anche lui dall'altra porta ed è in strada.
L'altro uomo che lo aspetta fuori fa girare ancora una volta la moneta facendola danzare sulle dita.
"Che dici - chiede - ci riproverà?"
"Credo di si. Dovremmo mettere qualcuno di guardia, e magari costruire una controparete con una porta sbarrata in qualche modo che non si possa forzare facilmente."
"Potremmo trovare gente che faccia dei turni, per la porta non credo sia un problema."
Lo sfregiato si tocca il viso e vede che la ferita si è riaperta.
"Di nuovo?" gli chiede l'altro.
"Lo fa sempre, a te è andata meglio, tu fai girare una moneta."
"Bhe vedi il lato positivo a lui è andata peggio di te."
"Già."
Tutti e due guardano in un punto buio della strada.
"Adesso me ne vado" dice lo sfregiato.
"Ci penso io a sistemare le cose qui?"
"No, lascia che lo faccia lui."
La moneta fa un ultimo giro sulle abili dita, poi finisce in una tasca.
"Ci si vede amico."
"Ci si vede."
I due si dividono, ma prima fanno un cenno verso il punto buio della strada.
Un ombra risponde al loro saluto.
Ci penso io.