mercoledì 23 dicembre 2009

Nuovo Inizio

Dopo varie discussioni capiamo che il solo modo per salvare Arold è liberarlo da Ophmet. E il solo modo per farlo è uccidere il verme.
Quindi ci rechiamo dall'uomo con la bombetta, il nostro tuttologo di fiducia, e ci facciamo spiegare come fare il rito di convocazione.
Ci da le indicazioni sul cosa serve e come usarlo.

John cerca un luogo adatto e, dopo una mezz'ora indica una vecchia fattoria abbandonata.

Nel frattempo William e Antony vanno a recuoerare il materiale. 7 candele e della polvere di gesso. Poi vanno a cercare qualcuno ceh sappia la forlmula necessaria alla convocaziona.
In poco mano di 1 ora si ritrovano tutti nell'albergo.

Antony e William partono con un calesse su cui caricano lo spacchio in direzione del luogo prescelto.
Gli altri caricano Arold, parecchie armi e l'occorrente per far esplodere il vermone.

Dopo circa mezz'ora arrivano ma, invece di Arold, portano con loro una donna di facili costumi.
Ci spiegano che Arold è riuscito a scappare e, dato ceh servivano 7 persone per il rito, hanno pensato di caricare questa ignara ragazza.

Iniziamo il rito. Posizioniamo le candele, la polvere di gesso, mettiamo lo specchio dentro il cerchio e Paul comincia a recitare la litania.

Passano alcuni minuti e l'ambiente intorno a noi comincia a modificarsi. Le candele aumqntano di intensità, la polvere di gesso prende fuoco e il fumo che ne scaturisce si unisce nel cielo notturno.
Poi diventa tutto buio... ci mettiamo un pò per realizzare che il verme gigante è tutto intorno a noi. Sarà lungo 30 metri. E' enorme.

John spara alla prima carica esplosiva. Il verme lancia un urlo e brandelli di carne putrescente shizzano. La bestia comincia a girare vorticosamente su se stessa. In rapida successione ognuno di noi spara. Chi per far esplodere un'altra carica, chi direttamente al verme.
La creatura cerca di difendersi e dimena la grossacoda.
Veniamo tutti colpti.
Alcuni volano lontano e perdono i sensi.
Quelli ceh restano in piedi riescono a sparare altri colpi ed eliminano la cratura.

Tornaimo in albergo e, dopo acluni giori, ci siamo più o meno ripresi tutti.
Barcker è ancora in coma.

Ora sta a nopi decidere cosa fare.
Quaesto è un nuovo inizio e noi saremo gli artefici di quello che accadrà.

lunedì 14 dicembre 2009

La morte di Franklin

Emerick viene stabilizzato.
Il gruppo inizia ad investigare ma non scopre nulla di importante.
Nel frattempo nella loro mente si profila il dubbio che Emerick non agisca da solo.
Quando riescono ad interrogarlo scoprono che il vero mandante è Franklin!
Come ha fatto a giungere nel 1863 e perchè?
Si succedono una serie di ricerche e combattimenti con diversi sicari e alla fine grazie a Faust scoporono che un motivo per cui Franklin è li è parlare con Barker.
Barker allora è vivo?
Sempre grazie a Faust lo trovano, ma lo sforzo sostenuto per la ricerca onirica prosciuga Faust di tutte le sue energie.
Barker è quasi morto, ma Arold e Paul si prendono cura di lui e lo salvano.
John esce per cerare Franklin e dopo averlo trovato senza fare domande lo uccide.
Il gruppo cade nel panico.
Come faremo ora a sapere perchè voleva parlare con Barker?
Arold ha un malore, il suo occhio destro inizia a sanguinare e lui sviene.
L'uccisone di Franklin ha rimosso il legame che questi aveva con Opmet.
Ora Arold è il solo legame che il "dio" ha ed esso ha esteso la sua influenza su di lui!
Il suo occhio spento diventa il legame con il "dio" e lui iniza a sentire nella sua testa le voci che anche Franklin sentiva.
Quasto porta Arold sul baratro della follia...
Durante la notte esce e si ubriaca, cerca un modo per levarsi quelle voci dalla testa, voci che gli dicono di uccidere.
Nel frattempo William ha un idea:
"E se uccidessimo Opmet?"
William si ricorda che Antony aveva raccontato loro che esisteva un rituale per materializzare le creature che non si possono vedere con occhi mortali.
Se l'uomo con la bombetta li aiuterà, forse portanno salvare Arold dalla pazzia!

domenica 11 ottobre 2009

Un altro mistero

Il clangore metallico e il sibilo dei freni ci fa capire che siamo giunti in stazione.
Ci prepariamo a scendere dal treno continuando i nostri discorsi per concordare la versione ufficiale per il nostro rapporto.

Mentre discuto animatamente coi mie colleghi, la mia attenzione viene rapita da un uomo che sta lavorando presso una locomotiva. In quello che sta facendo c'è qualcosa che non va... ma cosa?

Non ho il tempo per capirlo e, proprio mentre decido di tornare sui mie passi e veder cosa stesse facendo a quel locomotore, la facciata dell'agenzia esplode davanti ai nostri occhi.
Veniamo scaraventati a terra e ricoperti di detriti e calcinacci.
Subito prestiamo i primi soccorsi e cerchiamo di capire se c'è qualche sopravvisuto.

Scopriamo che le esplosioni sono state tre. Una nell'ufficio di Barcker, una in un'altra stanza e la terza, la più potente, ha fatto saltare la facciata.
Continuiamo ad indagare e Faust ci dice che gli uomini morti nell'esplosione sono stati tutti giustiziati. Infatti presentano tutti un foro di poriettile alla base del cranio.
... Sembrerebbe opera dei militari. John ne conferma ne smentisce.

Ci appostiamo in un bordello per le ore seguenti e il succedersi degli eventi è un turbinare di scoperte e colpi di scena.

Primo atto: ci sono dei moviemtni sospetti intorno alle macerie dell'agenzia. John esce in perlustrazione e ritona con una carta dei tarocchi intrisa d isangue, un sangue vecchio, che non ha niente a che vedere con l'eplosione.

Secondo atto: Io e Antony ci rechiamo alle nostre stanze all'albergo e scopriamo che qualcuno è venuto a cercarci e ci ha lasciato un biglietto sotto la porta della stanza. Già un biglietto... in realtà avevano approntato una trappola esplosiva per Arold che, se fosse entrato, ci avrebbe rimesso la pelle. Io e Antony riusciamo ad entrare da una delle finestre e a disinnescarla.

Terzo atto: Mentre Faust tormenta i mie sogni e quelli di chissà chi altro per recuperare energie, Paul va in cerca di compagnia per la notte ma quello che trova è una scarica di piombo che lo riduce in fin di vita.
Faust tenta anche di entrare in contatto con Elisabeth ma inutilmente.

Quarto e ultimo atto: Con mio grande stupore smonto e rimonto la pistola di John come se non avessi fatto altro per tutta la vita. Sembra che io riesca a capire il funzionamento delle cose come se le avessi progettate io stesso. Così io, Arold e John ci rechiamo alla stazione intenzionati a scoprire cosa avesse di strano la locomotiva.
Mentre la stiamo smontando John scopre che qualcuno ci spia. E' Emerik. Il ragazzo del circolo di Avignone.
Lo catturiamo e iniziamo ad interrogarlo. Dice che ha agito da solo, che noi abbiamo sterminato la sua famiglia ma niente più.

Affidiamo Paul e Emerik alle cure di Faust.

Ma Barcker dov'è finito?

sabato 10 ottobre 2009

Giuramento di Ippocreate

"Regolerò il tenore di vita per il bene dei malati secondo le mie forze e il mio giudizio,
mi asterrò dal recar danno e offesa."

Lasciato il piccolo villaggio e tornati a Parigi il gruppo di William ha una sorpresa.
Mentre discutono su cosa raccontare a Barker e su cosa non dire il gruppo è fermo davanti alla sede dell'agenzia.
Un ruomore strano e un sibilo attira la loro attenzione.
Poi il mondo diventa una pioggi di scintille e fuoco.
L'agenzia esplode!
Riescono a evitare le troppe domande delle guardie e dei passanti defilandosi, ma la loro mente è colma di dubbi.
Chi è stato?
Perchè?
Che fine a fatto Barker?
L'unico modo per scoprirlo è usare il potere di Faust.
Per potere muoversi nei sogni però Faust ha bisogno di "cibarsi" dell'energia di qualche sognatore, decide allora di entrare nei sogni di un'altro medico particolarmente antipatico.
Costruisce un sogno terribile in cui il collega è disperso in un bosco oscuro e infinito e lui come un rapace predatore lo prende alle spalle cibandosi da lui come un vampiro onirico.
Ma qualcosa non va per il verso giusto, il suo potere come una spugna si cibe completamente dell'uomo e lo porta alla morte.
Nella mente di Faust qualcosa di rompe.
Aveva già ucciso, ma per difendere la sua vita.
Ora ho ucciso senza la reale necessità di farlo.
Ha vilato il suo giuramento.

"E a me, dunque, che adempio un tale giuramento e non lo calpesto, sia concesso di godere della vita e dell'arte, onorato degli uomini tutti per sempre; mi accada il contrario se lo violo e se spergiuro."

giovedì 1 ottobre 2009

L'uomo dei Sogni

Scritto da Manthys
L'uomo dei sogni in cima alla pira di cadaveri ci osserva. Ci aspettava.
Arriva da me parlando nella solita lingua, capisco che devo seguirlo, provo a toccare un mio compagno e mi sento strano, pieno di energie e vado.
Il messaggero mi fa attraversare un portale, un portale verso un altro mondo o verso boh..un deserto immenso si staglia di fronte a me in un posto lontano dallo spazio e dal tempo dove le persone di altri luoghi e altri tempi fluiscono come un fiume verso la montagna lontana al centro della mia visuale..
Parlo con una persona che intende la mia lingua. 'Tu sei in un sogno.E puoi desiderare quello che vuoi'
Rimango abbastanza sorpreso dai suoi racconti, dal fatto che io posso entrare nei sogni altrui e decidere cosa fare, soltanto alcune persone dotate di questo potere possono farlo, mi sento strano, un medico coi superepoteri? No quando esistono i pregi ci sono inevitabilmente i difetti..
Mi fa capire che nei sogni non puoi riposare. Devi succhiare una sorta di 'energia' da chi sta sognando, per poter usare i poteri.E' come una partita a scacchi, solo che se perdi puoi rimanere intrappolato per sempre nei sogni, o addirittura morire..
Il luogo in cui tutti convergono è un tempio sacro in cui risiede una sorta di divinità che concede poteri a chi raggiunge il luogo.. in effetti camminando, la fatica si fà sentire, è diverso dalla realtà..qua non riposi mai.
Arrivo stremato ad una barriera, in cui è necessario avere una grande energia per entrarvi..desidero di svegliarmi e con l'ultimo sforzo rimastomi mi sveglio.Salvo.
E cosi scopro di avere un potere particolare, un potere dalle mille opportunità che và sfruttato nel giusto modo..ma per ora pensiamo ad andarcene da questo paese, o meglio, da questo cimitero.

martedì 22 settembre 2009

Il Villaggio

Una nuova missione affidataci da Barker.
Consiste in una semplice investigazione riguardante alcune morti in un paesino sperduto nelle campagne francesi. Un compito abbastanza nella norma, e " l'abbastanza nella norma" di Barker mette in gioco Noi.
Il posto si presenta tutt'altro che accogliente con paesani ignoranti e malfiducenti, con un vecchio grugnoso che ci mostra il posto dove dormire e i cadaveri.
'Morti nel sonno e senza ombra di tumefazioni e tagli da aggressione' .. nessun indizio fino all'arrivo della notte.
Il sonno si fa troppo pesante per essere naturale, qualcosa nell'aria ci addormenta e ci ritroviamo tutti nello stesso sogno, non in un mondo onirico ma nello stesso villaggio con i paesani che girovagano senza meta, come anime intrappolate ogni notte nello stesso incubo. E una figura senza contorno, attira la nostra attenzione, non si riconoscono i lineamenti, ma a differena di tutte le persone, esso sapeva IL perche era li.. si avvicina a me, non con fare minaccioso, mi parla in una lingua strana, incomprensibile, gli altri compagni non li calcola, come se solo io potessi intereagire con lui..la mia insonnia è a livelli estremi.. poi si volta insegue un villano lo tocca al petto e lo porta fuori dal villaggio..
Il mattino seguente un'altra persona morta ed il vecchio che ci ospita ci fà presente che ogni notte succede questo (non ricordo da quando)
E come tutti i poveri ignoranti che devono dare spiegazioni a ciò che succede anche senza usare l'intelletto, o semplicemente dare l'appellativo di capo espiatorio agli ultimi arrivati, ecco che parte una rissa tra un membro del nostro sfortunato gruppo e un contadino, solo che da due persone coinvolte se ne aggiungono..due.. quattro..dieci ..ed infine tutto il villaggio, con forconi, sassi e pire pronti a farci espiare le nostre colpe..la colpa di cercare di aiutarli.
Fanculo. Mi stan sul cazzo quei pezzenti.
Sigaretta in bocca e e polpastrello del pollice che sfrigola sotto il fuoco incrociato delle nostre armi, rombi altisonanti all'interno della casa in cui siamo barricati, teste che esplodono e grida esclamanti ' fatti ricucire la testa all'inferno stronzo!! '
Penso di aver ucciso piu persone durante questa giornata che averne salvate altrettante nella mia vita..
Il fuoco appiccato da qualche folle prende il sopravvento dentro la casa ma fortunatamente anche i nostri investigatori sugli aggressori. Usciamo dalla casa in fiamme, fumo nero sale al cielo, un cielo prossimo alle tenebre e agli incubi.

giovedì 10 settembre 2009

L'epidemia

William, John, Faust e Arold sono riusciti a trovare un nuovo forte.
Questo forte è una struttura metallica a forma di torre e dentro ci sono decine di soldati.
Un gruppo di civili è tenuto sotto controllo per evitare che gli accada qualcosa di brutto.
I 4 si spacciano da civile e riescono a trovare un luogo dove nascondersi e riflettere.
Scoprono che il mondo da qualche anno è stato colpito da una strana malattia.
Una malattia che è l'effetto collaterale di una cura.

Una società, la "Spiral S.P.A.", ha sviluppato per i miliatari un siero che era in grado di conferire al sangue la capacità di rigenereare in tempi molto brevi i tessuti danneggiati.
A grande richiesta nel giro di alcuni anni il siero è finito sul mercato mondiale e quasdi tutti se ne sono serviti.
Il problema si è scatenato quando alcuni casi di follia hanno colpito alcune città del mondo.
COn uno studio si è scoperto che questi pazzi, regrediti ad uno stato animale, avevano preso il siero ed avevano subito trumi alla testa.
Il siero aveva rigenerato i loro tessuti cerebrali, ma non era stato in grado di ridare loro ricordi e conoscenze che probabilemente erano contenute nella parte danneggiata.
sempre di più i casi si sono epansi ed in alcuni casi interi paesi sono caduti in mano a questi folli.
Il problema è che all'inizio nessuno sapeva del nesso tra le ferite alla testa e la follia.
Così molto spesso incidenti stradali, cadute o traumi domestici facevano infoltire le fila dei nuovi folli.

I 4 scoperte le informazioni si defilano del forte per cercare Antony e Paul ancora dispersi.
Girovagando per la Parigi del futuro hanno l'idea di tornare alla casa dell'uomo con la bombetta.
Aspettano la notte e entrano nella casa.
E' vuota, come se lui non vivesse più li.
Sconfortati per la loro insicurezza sulla prossima mossa decidono di usare di nuovo la porta della casa numero 55.
Arold la apre i 4 si ritrovano nel 1863.

Tornano all'agenzia.
Barker gli dice che non è passata neppure un ora da quando se ne sono andati.
Antony e Paul non si sono visti.

giovedì 27 agosto 2009

Parigi, il futuro

"Credi che siano dei loro?"
I due in tuta mimetica osservano i movimenti dei 4 uomini che avanzano tra le macerie.
"Non sarebbero così stupidi, camminare così in pieno giorno in campo semi-aperto sotto il possibile tiro dei cecchini... No, non credo."
"E chi credi che siano?"
"Non lo so, osserviamoli per un pò, poi vediamo che fare."
I due si soldati si muovono agili e silenziosi tra le macerie delle vecchie case.
Il profilo metallico della torre li aspetta alle loro spalle, quella torre una volta monumento nazionale e adesso rifugio contro l'epidemia.
I quattro, vestiti con tute grigie avanzano verso nord.
I soldati li seguono.
Poi accade qualcosa di imprevisto.
Davanti ai due, dalle macerie, emerge una figura magra e claudicante.
I soldati si fermano giusto in tempo per evitare di cozzargli contro nella corsa.
La figura magra fa due passi a terra e stramazza al suolo.
Uno dei due la tocca con la canna del fucile.
Niente.
L'altro la gira.
Riconosce il volto di un suo compagno di ronda.
"Che cazzo... rientriamo!"
"E quei quattro?"
"Si fottano, Lui è qui attorno, rientriamo!"
Uno dei due chiude gli occhi del compagno, gli spezza la piastrina fra i denti e porta l'altra metà con se per la moglie.
Mentre torna verso il forte i due sperano di non incontrarlo.
Il loro amico è stato sfortunato.
Loro vogliono vivere.

martedì 25 agosto 2009

Quando e dove

Vivere il viaggio attraverso la porta è come un sogno.
Il gruppo cammina come perduto in un mondo di palazzi di vetro e metallo che cambiano forma a seconda di come li si guarda.
Sono persi in cose che non possono somprendere e incontrano esseri che non posso esistere.
I loro ricordi si perdono in un crepitare di corrente elettrica.

Il luogo in cui sono adesso sembra il modo normale, solo che assomiglia più al mondo che avevano visto nella visione del 1980.
Ci sono cose che non comprendono.
Le persone si rifugiano in luoghi fortificati per sfuggire a dei fantomatici nemici che "arrivano di notte".
Esistono strumeti medici impensabili per loro e le armi sono accrocchi di metallo incomprensibili che si rivelano devastanti.
John e gli atri salvano un soldato da uno dei "nemici".
Questo soldato li porta in uno dei forti, ma appena accennano al nome di Barker vengono cacciati.

Quando e dove sono?
Che cosa è successo al mondo?
Chi sono i nemici?
E cosa centra Barker in tutto questo?

martedì 28 luglio 2009

Il forte

La notte è scura e la sentinella osserva in lontananza i fuochi delle automobili in fiamme che lentamente si spengono.
Lei odia fare il turno di notte, ma come ogni buon soldato svolge i suoi compiti.
Di notte è più frquente che vengano attaccati, e di solito loro mirano alle sentinelle per prima.
Si accende una sigaretta e si stiracchia un pò.
Dopo due ore di veglia il cumulo di sigarette si è fatto consistente.
L'orologio da polso fa un bip indicando che è la una di notte.
Ancora cinque ore cazzo.
Uno scricchiolio delle scale fa alzare di colpo la sentinella e la sigaretta cade a fare compagnia alle altre.
Il tlack metallico del colpo che si carica è seguito da una voce di donna che proviene delle scale.
"Calma - dice la voce - sono io, Elen."
"Cazzo Elen! - la sentinella si siede - sai che il turno di notte mi mette tensione! Non vorrei farti per sbaglio un buco in testa!"
"Lo so Steve - la botola si apre lasciando uscire una donna con i capelli neri - lo so, e per questo sono venuta a farti una visita."
Il viso di Steve si illumina vedendo il riflesso dei fuochi sul vetro verde della bottiglia di Scotch.
"In questo caso." Steve allunga la tazza di metallo e lei gli versa da bere.
"Tutto calmo?" chiede
"Mmm - scuote la testa per assorbire il colpo dell'alcool - si, tutto ok."
I due osservano i fuochi.
Bella idea quella dei fuochi aiuta non poco a vedere i movimenti nelle vicinanze del forte.
Passano alcuno minuti e alcuni bicchieri di Scotch.
"Hai visto?" dice lei e indica un punto in lontanaza.
"Dove?" Steve aguzza lo sguardo.
"Li tra il fuoco e la cabina del telefono."
Steve alza il fucile e indirizza il mirino nella direzione indicata.
Il verde del visore notturno coglie un movimento furtivo.
"E' uno di loro?" chiede Elen.
"No, non credo si muove con troppa circospezione - si alza - coprimi le spalle, scendo a controllare."
"No cazzo Steve..." ma la frase le si spegne in gola qundo la botola si chiude dietro alla sentinella.

Steve si muove veloce tra le auto in fiamme.
Aggira la figura e le si porta alle spalle.
Carica il fucile e lo porta sulla spalla.
"A terra!" grida
L'altro fa per voltarsi ma Steve gli è a un passo.
"A terra cazzo o ti faccio fuori!"
Quello si butta a terra.
"Faccia in su."
Quello si gira.
Steve gli si avvicina.
Accende la torcia che tiene sotto la canna del fucile.
L'uomo con i capelli rossi fa per parlare.
"Chi sei? - chiede Steve - da dove vieni?"
"Non come ho fatto ad arrivare qui... mi chiamo Paul, Paul Oldman!"

lunedì 27 luglio 2009

Oltrepassata la porta

Scritto da pippolomazzo
L'interrogatorio di Mr. Barker finisce.
Più o meno ha voluto sapere tutto ciò che ci è successo in questo periodo di assenza.
Dietro suo suggerimento, evitoiamo di concentrarci su Robert e di analizzare maggiormente la storia di Elizabeth ....
Come potrà nascere quel bambino che sta portando in grembo?
Riusciranno a sopravvivere entrambi (madre e figlio) al parto?
Nessuno di noi, anche l'esperto medico Faust e lo studioso Arold, riesce a trovare una risposta alle domande.
Ci sovviene in mente una frase di uno degli uomini appartenenti alla setta di Avignone: parlava di ITALIA.....
la cosa strana è che, se lui è davvero un cavaliere dell'anno 1000, non può sapere nulla di ITALIA, che nascerà ben dopo ....
forse il termine che ha usato è un indizio che ha voluto darci ...
oppure si è tradito rivelandoci qualcosa che non dovevamo sapere.
Dobbiamo andarte in Italia ...
questo è il pensiero di tutti...
L'unica cosa che ci sovviene in mente è di chiedere aiuto all'uomo con la bombetta ....
magari lui ha la possibilità di farci arrivare in Italia rapidamente ...
magari attraverso una porta ...
La nostra intuizione si rivela corretta: l'uomo con la bombetta è un custode di una porta.
Riusciamo a convincerlo a farci entrare nella porta...
Dall'altra parte il mondo, inizialmente, sembra simile al nostro ... a parte che ci sono 3 soli e palazzi in lontananza alti più di 200 piani.
Inizialmente sembra simile al nostro mondo: infatti, dopo poco tempo, riusciamo ad evitare un lupo di dimensioni colossali ...
sarà stato lungo almeno 4 metri ....
Questo mondo ha qualcosa di strano e particolare ...
dobbiamo stare molto attenti pensiamoWilliam si allontana dal sentiero battuto.
Un'ombra di un oggetto gigantesco, probabilmente un animale ma alto 100 metri, cerca di schiacciarlo ...
Ma in che cavolo di mondo siamo finiti?
Ci nascondiamo in una casa ma, anche lì, veniamo assaliti da 3 animali ..
3 lupi, grossi ma non enormi come il precedente.
La lotta è furibonda e, alla fine, riusciamo ad avere la meglio .....
Questi lupi, però, sono strani: hanno placche di metallo in varie parti del corpo ...
Le nostre menti vagano in questo strano mondo, interrogandosi su cosa potremmo trovare in giro e, forse, su cosa ci ha spinti ad entrare.

PbF - sequenze

L'uomo con la moneta
"L'odio non porta mai a nulla di buono.Non mi piace sapere che state per ficcarvi in un brutto guaio... molto brutto.
Non ho intenzione di raccontarvi quello che noi abbiamo vissuto oltrepassando al porta, ne come detto vi lascerò la strada libera per potervi andare ad uccidere.
Ho promesso a me stesso che nessuno sarebbe entrato nella porta per colpa mia e cercherò di mantenere questa promessa pere quanto mi è possibile."
Si alza dalla sedia e glia altri due fanno lo stesso.
"E' stato un piacere parlare con voi e capisco che quello che avete fatto a me e i miei amici è stato un errore manovrato da Frankilin.
Ma nonostante questo le mie idee restano tali.
Spero che la prossima volta che ci incontreremo non sarà per farci del male.
Au revoir."

William
"Rimane sempre la questione Elisabet.
Di certo non possiamo portarla con noi.
Potremmo fare ritorno a Parigi e affidarla alle cure di qualcuno di nostra fiducia.
Poi non so per farla partorire cosa si potrebbe fare.
Inoltre dai nostri capi potremmo magari avere qualche informazione su questo Robert, sempre che Franklin non se lo sia inventato per distogliere la nostra attenzione dal suo vero obiettivo."

John
John si stiracchia un pò, come se la discussione l'avesse parecchio annoiato:
"Bene, se il nostro amico qui vuole continuare a fare il muto - indica Antony - e la sua bella è trasportabile direi di mettere l'allegra famigliola su un carro e andarcene un pò... bhe non vi dico dove.
Secondo me sta storia della porta è un'emerita stronzata, nel senso che io ci entrerei e basta, senza patemi o altro... ma se siamo decisi ad andare a Parigi allora mi rimetto alle decisioni del gruppo.
Per Robert, sempre che esista, ci sarà sempre tempo più avanti."
Detto questo si avvicina alla porta e dice:"Quindi?"

Lasciate la casa in cui avete parlato con i 3 uomini e ritorante alla vostra base fuori le mura di Avignone.
Portare una ragazza in quelle condizioni fino a Parigi non sarà semplice, ma Faust dice che a parte l'assenza mentale le sue condizioni sono stabili.
Così la sera preparate le vostre cose e lasciate che Antony prepari anche quelle per il viaggio della ragazza.
John è visibilmente deluso della conclusione della storia e non nasconde che lui avrebbe preferito lasciare andare via Antony e seguire Franklin nella porta, ma come ha già detto se il gruppo ha deciso per Parigi, allora sia.
Al mattino del giorno dopo con un carro fate un pò di strada fino alla prima stazione in cui prendete un treno in direzione di Parigi.
Il viaggio è monotono e silenzioso, rotto solo dalle lamentele di John per l'incapacità di Antony di prendere una decisione.
Faust monitora sia le feirte di Arold, che comunque lentamente si stanno chiudendo che la situazione della donna.
Durante la notte più di una volta venite svegliati da dei mugugnii provenienti da Arold, come se fosse in preda a incubi, ma la cosa sembra essere più di carattere mentale che fisico.
Arrivate a Parigi in un giorno di pioggia e la carrozza che Barker manda da voi vi porta fino alla sede dell'organizzazione.
La sede è stata molto risistemata e notate più di una faccia nuova.
Barker in questo momente non c'è e vi dicono che nel pomeriggio lo troverete.
Vi dicono che la vostra squadra ha un ufficio al primo piano, l'ufficio 21.
Entrando notate 6 scrivanie e un appendiabiti, un armadio piccolo con delle bottiglie di liquori e un grosso tavolo di legno.
La finestra da su una piccola piazzatta alberata appena fuori dalla sede.
Antony se ne va con la ragazza dicendo che tornerà nel pomeriggio.
Vi sedete sulle vostre poltrone indecisi sul da farsi.

Paul
"Attendiamo che il capo ritorni e poi raccontiamogli tutto quello che è successo.
Poi, se lui sarà daccordo con noi, andremo in Austria a cercare Robert".
detto questo mi faccio giù un bel bicchiere di whisky e mi siedo sulla sedia di una scrivania.
"Io fossi in voi non sarei così desideroso di entrare in quelle porte... hanno un non so che di malvagio e tenebro ... forse i tizi di Avignone non hanno tutti i torti a non volerci far entrare..."
bevo un bel sorso di whisky
"Stasera, dopo l'incontro col capo, io andrei dal tizio con la bombetta.
Chi viene con me?"

William
" io verrò con te... sperando che ciò che abbiamo visto desti la sua curiosità.
Io spero di incontrare Franlin nel nostro mondo e di eliminarlo qui.
Poi se ci troveremo nuovamente di fronte a una di quelle porte vedremo il da farsi."

Nelle ore che vi rimangono fino all'arrivo di Barker riordinate le vostre scrivanie e sistemate la stanza in un modo che vi aggrada.
Faust insistentemente chiede ad uno degli inservienti notizie su un fantomatico ufficio 27, ma non ne cava un ragno da buco.
Nel primo pomeriggio Barker arriva.
Vi fa accomodare nel suo ufficio.
"So che avete trovato la ragazza, almeno mi hanno detto di avervi visti entrare con Antony e una donna.
Bene, mi congratulo.
Mi pare però di capire dalle vostre facce che qualcosa non è andato bene..."

mercoledì 22 luglio 2009

Paul - La cattura dell'uomo con la moneta

Scritto da pippolomazzo
Abbiamo appena catturato l'uomo con la moneta e lo sfregiato.
Entrambi giacciono legati e svenuti per terra... il buon John ha proprio fatto un ottimo lavoro... sa il fatto suo quel ragazzo.

"Quell'uomo, quello con la moneta, ha qualcosa di strano - dice Paul - Prima, quando mi sono avvicinato a lui fingendo di essere ubriaco, si è allontanato di botto, spostando le mani indietro, come se non volesse toccarmi..."

L'uomo con la moneta si risveglia ma Paul, in preda ad una sua personale convinzione che quest'uomo abbia strani poteri malvagi, lo rimanda nel mondo dei sogni con un sonoro cazzotto in testa.

Quando l'uomo con la moneta si risveglia Paul viene tenuto in disparte così questi ha modo di proferire parola:

"Pazzi, non avrete fatto entrare qualcuno in quella porta, vero?" dice lui...

Inizialmente neghiamo il fatto che qualcuno - Franklin - sia entrato nella porta ma, col passare del tempo, confermiamo che una persona è entrata nella porta e che, per evitare che essa venga riaperta, ha tentato di uccidere un nostro compagno, l'unico in grado di aprire la porta.

"Voi non sapete cosa c'è là dentro - dice lui - io ci sono entrato una volta, insieme ai miei 2 compagni, e guardate come sono ridotto.... qualunque cosa io tocchi mi fa percepire la sua storia, la storia dell'oggetto e di chi ne è venuto in contatto... solo questa moneta, che ho fatto io, mi rende immune da questa malattia".
"I miei soci, lo avrete capito, hanno anche loro delle strane malattie: una ferita sempre sanguinante e l'età che non cambia mai ..."

Facciamo pressioni affinchè ci aiuti a riaprire la porta ma lui si oppone fermamente:
"Sono qui per evitare che altre persone entrino in quella porta. Voglio che nessun altro debba provare qul senso di morte e terrore che ho vissuto, insieme ai miei colleghi, quando siamo passati attraverso una di queste porte..."

Nella nostra mente si affollano un po' di idee:
E se avessimo sbagliato ad aprire la porta a Franklin?
E se lui fosse un cattivo, mentre i buoni sono quelli che abbiamo ammazzato e legato?
Cosa diamine mai ci sarà dietro quella porta?

martedì 21 luglio 2009

Franklin - oltre la porta

Sono distratti è il momento
Franklin estrae una pistola e fa fuoco su Arold.
Il colpo trapassa l'uomo e questi cade a terra con una enorma chiazza di sangue che gli macchia la camicia.
Franklin si infila nella porta e la chiude alle sue spalle.

Franklin cammina in un luogo che gli è alieno.
La porta di metallo sembra un ricordo lontano, come se la avesse varcata secoli fa.
Non ricorda bene da quanto è qui e il suo orologio l'ha buttato appena varcata la soglia, troppo pericoloso tenerlo con se.
Lo spazio che ha davanti è strano, le leggi della fiscia non servono.
Il paesaggio si contorce e si dilata, cose lontane sono raggiunte in un battere di ciglia, cose vicine non si raggiungono mai.
Ci sono cose che lo spiano tra le curve e i recessi del paesaggio.
Zone oscure che ospitano mostri.
Adesso Franklin ha paura.
Cosa è stato, un rumore?
Estrae un coltello a lama dritta e lo punta nella direzione del rumore.
Un'ombra?
Un movimento.
Franklin inizia a correre.
Devo fuggire, nascondermi, ma dove?
Franklin si blocca di colpo.
Davanti a lui qualcosa lo attende.
Un ombra, una sagoma.
Si avvicina
Mio dio, cose è quella cosa?
Il terrore lo paralizza la cosa si avvicina.
Mio dio che cosa faccio adesso?

venerdì 17 luglio 2009

Arold - Ophmet

Scritto da Eol88
Dove diavolo sono?
Un parco...ma dove?
Attorno ci sono dei palazzi che sembrano immensi, sono veramente alti e ci sono luci dappertutto...
Non sarò mica ancora nel futuro!!
Ma no...ora ricordo...mi guardo la giacca lorda di sangue e sento una fitta lancinante.
Già è vero, mi hanno sparato...quel gran bastardo ci ha fregati tutti...allora questo è un sogno
...spero...
Oppure sono già morto.
Cammino lungo il vialetto, è strano.
Mi sento ansioso, insicuro...raggiungo una casa vicino a uno stagno, è tutta buia e mi attrae...Mi avvicino e apro la porta, la apro,l'oscurità sembra uscire da dalla stanza stessa.
Dall'esterno filtra pochissima luce, faccio scorrere una mano lungo la parete e cerco qualcosa per illuminare...
Poi mi prende costantemente un senso di paura, di oppressione, quasi mi manca il respiro, sento molto caldo e il sudore si mischia col sangue che vedo sgorgare dalla ferita.
I miei muscoli si irrigidiscono, perchè non cè luce??
E' solo una sensazione, ma ho paura.
Ho paura di guardare negli angoli della stanza...ho la costante sensazione che qualcosa mi tenga d'occhio.
La mia mano trova qualcosa di diverso, qualcosa di freddo e sporco.
Ne seguo le linee e intuisco il contorno di una porta...speriamo mi porti fuori di qui.
La apro.
Il senso di inquietudine si fa sentire più forte che mai.
Mi incammino all'interno di questa porta.
Sono solo.
E' buio.
Sono sicuro che qualcosa cammina con me, alle mie spalle...lo percepisco.
Mi volto di colpo, a parte il silenzio sono solo.
Non cè nessuno.
Aumento il passo, comincio a correre....lo sento è sempre dietro di me.
Corro più forte che posso, la ferita mi fa molto male e perdo molto sangue.
Sento che mi è quasi addosso...
E' Lui.
E' Ophmet ne sono certo.
Chi altri potrebbe essere?
Lui mi ha scelto, e anche se io non lo voglio ormai è troppo tardi.
Mentre corro guardo dietro, non resisto ancora per molto.
Vedo ombre che danzano alle mie spalle, mi scherniscono.
Poi svaniscono.
Ho la costante paura che ci sia qualcosa...e continuo a correre.
Poi le sento tornare.

La cattura

Un mese prima
L'uomo con la moneta si ferma davante alla porta di legno dentro cui Elisabeth è tenuta prigioniera.
Mette la moneta in tasca ed entra.
Le lacrime rigano il viso della ragazza.
"Stai bene" le chiede
Lei non risponde si limita a singhiozzare.
"Ti hanno fatto del male?"
"N.. no." balbetta
"Senti, so che adesso hai paura, che temi che ti faremo del male, ma non siamo qui per questo.
Ti abbiamo portato qui per proteggerti."
Lei continua a piangere
"Io... io voglio solo... tornare a casa."
"Non puoi, mi dispiace, per il tuo bene è bene che tu rimanga qui."
L'uomo con la moneta si gira verso un ragazzotto che sta sulla porta.
"Tienila d'occhio."
Poi se ne va.

"Le hai fatto del male?"
Parla con un'angolo buio della stanza.
No
"Bene, lui è già arrivato?"
No
"Senti, io non posso stare qui, quando arriverà chiedigli di controllare se la stanno ancora cercando."
Si
L'uomo con la moneta si avvicina all'angolo buio
"Grazie - fa un passo più vicino - senti, so che te lo dico sempre, ma... mi dipiace."
Lo so, lo sento
Ogni volta che vede l'amico costretto a fugggire la luce del sole sente il peso di avere fatto quella scelta che li ha portati a diventare così.
Sente il peso di essere stato il loro capo e di averli costretti a questo.
"Arrivederci amico."

mercoledì 15 luglio 2009

Lo scopo di Franklin

Frammenti di gioco
Dopo una discussione con il prigioniero il gruppo viene a scoprire che Franklin non è interessato alla donna, ma bensì ad una misteriosa porta di metallo che pare che l'associazione tenga nascosta.
Franklin afferma che varcando la soglia potrà viaggiare nel tempo.
Franklin parla con il gruppo e con le sue abili capacità oratorie convince Arold a collaborare con lui.
Il suo piano è semplice, il gruppo cercherà di liberare Elisabeth e lui sfrutterà la situazione come diversivo per arrivare alla porta.
Paul non sembra convinto della possibilità di riuscita della cosa e decide di girare il piano di Franklin: loro cercheranno con lui la porta creando il diversivo a Antony per liberare la ragazza.
Franklin accetta e il gruppo mette in atto il piano.
Con la collaborazine di John, l'unico davvero abile in questo genere di cose, il gruppo arriva alla porta e Arold inizia a studiare il codice segreto per l'apertura.
Il codice è inciso sulla porta sotto forma di ideogrammi.
Mentre il gruppo è davanti alla porta due dei 3 capi dell'associazione si fanno vedere, un uomo con una cicatrice sulla faccia e un'uomo che fa girare sempre una moneta tra le dita.
John e Paul riescono a catturarli con l'intento di farli parlare una volta che Franklin se ne sarà andato.
Arold riesca ad aprire la porta.
Prima che Franklin entri però riesca a convincere John a uccidere i due uomini dell'associazione e John con un coltello infligge ai due un colpo.
Al gruppo però non sfugge che il colpo di John non è mortale, evidentemente ha in mente qualcosa.
Distratti dall'azione del compagno il gruppo non vede Franklin che estrae una pistola.
Il colpo rimbomba nella stanza e il tonfo della porta di metallo che si chiude è accompagnato dal rumore di Arold che cade a terra con la camicia intrisa di sangue.
Ecco lo scopo di Franklin, uccidere tutti quelli che avrebbero potuto riaprire la porta e inseguirlo.
Nel fratteno Antony e Faus liberano la ragazza e tornano dai compagni giusto in tempo per scoprire che la ferita di Arold è grave.
Faust fa del suo meglio per fermare il sange ed tamponare la ferita, ma la situazione del compagno resta a rischio.

martedì 14 luglio 2009

Sospesa nel tempo

Mentre il sonno ristoratore culla le nostre menti sentiamo dei rumori sospetti alla nostra porta.
Ci svegliamo di soprassalto e cerchiamo di capire cosa siano questi rumori.

Faust, che ha il sonno leggreo, dice di averli sentiti bene che era qualcuno che lavorava intorno alla porta.

Mentre sta ancora parlando William decide di dare un' occhiata fuori.
Apre e, con sua grande sorpresa, si trova di fronte un ragazzo sui 20 anni, un certo Emerik, che gli da il benvenuto ad Avignone da parte della sua "associazione".

Tra i due comincia un fitto dialogo ricco di frecciatine e allusioni su chi debba guadagnarsi la fiducia di chi.

Alla fine, dopo aver risposto ad alcune domande di Emerik, i 5 ottengono un incontro coi capi di Emerick. Il giovane gli lascia una carta dei tarocchi, con una culla con dentro una clessidra, col nome di una locanda.

Appena chiusa la porta William, che tiene la carta tra le mani, ha un' illuminazione... i tarocchi... Antony. Forse lui sa cosa vuol dire.

Così, la mattina segeuente, John e William sono in viaggio per Parigi.

Nel frattempo Paul, Faust e Arold si recano alla locanda, Le Renarde, e si mettono a parlare con Emerik, spiegandogli che stiamo cercadno Elisabeth che potrebbe essre il solo rimedio alla follia che sta prendendo il sopravvento sulla mente di Antony.

Poi Emerik si assentea.
Finita la cena gli altri escono dalla locanda e ricevono un messaggio dal ragazzo: hanno accettato di incontrarli.
Quindi li conducono in una costruzione non molto lontana dalla Le Renard. Entrano in una stanza e, assieme a Emerik, c'è un ragazzino di 15 anni.
Emerik comincia con una fitta serie di domande, il ragazzino si limata ad ascoltare.
Alla fine della nottata (ormai sta albeggiando) il ragazzo rivela che lui sa dove si trova la ragazza. Dice che è in un luogo sicuro e che ci sono altre tre persone sulle sue tracce.

Quasi lapidario aggiunge :
"Se volete incontrarla dovete prima eliminare queste tre persone".

Raggiunti da Willima, John e Arold gli altri raccontano l'accaduto.
Di comune accordo decidono di rapire i tre tizi per toglierli di mezzo.

I tre alloggiano nella locanda. Sono molto magri, si limitano solo a bere... ricordano qualcuno... ma certo i seguaci di Ophmet!

Antony crea una specie di sonnifero che mettiamo nella loro acqua. Quindi li preleviamo delle loro stanze e li portiamo nella nostra abitazione fuori dalla città.
Qui scopriamo che uno dei tre è Franklin... che noi incontreremo nel 1980!!!

Quindi torniamo da Emerik che ci porta da Elisabeth.
E' in una stanza, ancora incinta (dopo 2 anni!). Non può vederci ne sentirci. Sembra sia sospesa nel tempo, in un luogo lontano. Ci dicono ancora che dove si trova adesso è al sicuro e che tornare nel nostro tempo nuocerebbe sia a lei che al nascituro.

Antony le si avvicina e le da un bacio. La scena è pietosa ma lo si può capire.
Torniamo alla nostra base e cominciamo a decidere il da farsi.

Salvarla o lasciarla sospesa nel tempo?

giovedì 2 luglio 2009

La Culla

Anni fa
L'uomo con la cicatrice sulla faccia da un calcio al tipo a terra.
"Quante volte ancora ti dovrò dire che che qui tu non puoi entrare?"
La sua voce rimbomba come un colpo di cannone nell'enorme stanza.
Le due porte, che si aprono sui due lati opposti dell'enorme salone, osservano silenziose la scena.
"Ti prego... io voglio solo aprirla..."
L'altro a terra è una maschera di sangue.
Lo sfregiato si accuccia a fianco del ferito e gli prende i capelli.
"Te lo dico per l'ultima volta. Qui siamo in 3 a potere entrare e tu non sei nessuno dei 3!"
Lo guarda, l'altro abbassa gli occhi.
"Vedi - indica la porta - quella non si apre. Punto. E anche se per caso dovessi riuscire ad arrivarle davanti e cercare di aprirla bhe... lo sai."
Lo sfregiato lascia i capelli.
Si rialza.
L'altro si alza.
"Sparisci" non lo guarda neppure.
Il ferito sparisce da una delle due porte, non quella che prima gli era stata indicata.
Lo sfregiato cammina lungo il salone e si ferma davanti alla porta.
Questo posto loro lo chiamano "La culla" lui non sa il perchè ma è un nome che gli piace.
Aspetta qualche minuto, poi torna sui suoi passi.
Esce anche lui dall'altra porta ed è in strada.
L'altro uomo che lo aspetta fuori fa girare ancora una volta la moneta facendola danzare sulle dita.
"Che dici - chiede - ci riproverà?"
"Credo di si. Dovremmo mettere qualcuno di guardia, e magari costruire una controparete con una porta sbarrata in qualche modo che non si possa forzare facilmente."
"Potremmo trovare gente che faccia dei turni, per la porta non credo sia un problema."
Lo sfregiato si tocca il viso e vede che la ferita si è riaperta.
"Di nuovo?" gli chiede l'altro.
"Lo fa sempre, a te è andata meglio, tu fai girare una moneta."
"Bhe vedi il lato positivo a lui è andata peggio di te."
"Già."
Tutti e due guardano in un punto buio della strada.
"Adesso me ne vado" dice lo sfregiato.
"Ci penso io a sistemare le cose qui?"
"No, lascia che lo faccia lui."
La moneta fa un ultimo giro sulle abili dita, poi finisce in una tasca.
"Ci si vede amico."
"Ci si vede."
I due si dividono, ma prima fanno un cenno verso il punto buio della strada.
Un ombra risponde al loro saluto.
Ci penso io.

mercoledì 24 giugno 2009

Avignone

Frammenti di PbF

2
William
In attesa che Antony decidano il da farsi propongo algi altri di dividerci e reperire tutto l'occorente per il viaggio.
Con l'itensa che il mattino seguente, di buon'ora, partiamo per Avignone.

Al mattino vi trovate nella sala d'ingresso pronti per la partenza.
William e Paul sono i primi ad arrivare, dopo pochi minuti arriva anche Faust visibilmente stanco, come se avesse passato la notte in bianco.
Aspettate alcuni minuti poi nessuno si fa vedere.
Vi preoccupate un pò per John e Arold, ma dati i tempi dei treni per Avignon uscite.Alla stazione il treno è pronto al binario, salite.
Appena prima che il treno parta John e Arold arrivano correndo, saltano sul treno al volo e vi raggiungono.
"Scusate - dicono - abbiamo rischiato di rimanere fuori da questa storia"
Mentre il treno sferraglia, con un paio d'ore davanti decidete di pianificare come muovervi.Sapete che non ci sono agenti ad Avignon e sapete che probabilmente qualcuno la tiene prigioniera.
Siete soli e non sapete contro chi o cosa...

Faust
Ad avignone.....bisognerebbe informarsi su castelli o zone del genere, in montagna...
se la tengono prigioniera dobbiamo armarci, però a me non piace tanto l'idea di combattere..
Direi di arrivare a destinazione e raccogllere informazioni

Arold
"Sono d'accordo con Faust, quando arriveremo dobbiamo informarci...e anche essre pronti a tutto" e accarezzo la frusta..."
Una volta giunti io mi preoccuperò di cercare nelle biblioteche informazioni sui castelli o monasteri o grossi edifici particolari presenti in città o nelle zone limitrofe, magari potrei riuscire anche a recuperare le piantine di di questi edifici se sono fortunato..."

Lasciato il treno in una non precisata stazione una carrozza trainata da due cavalli neri vi porta fino ad piccolo villaggio nei pressi di Avignon.
Decidete di farvi lasciare li, e non direttamente in città per definire meglio la strategia d'azione.
Le vostre idee su come muoversi sono parecchio confuse e in effetti non avete la minima idea di come sia fatta la città.
Le uniche due cose che sapete di Avignon è che ci sono due cose importanti:
La prima è il famoso ponte (Il ponte di Saint-Bénezet), la seconda è il Palazzo dei papi (Link).
Il ponte non vi ispira molte idee, ma il palazzo dei papi che in questo momento è usato come caserma militare e prigione qualcosa di più vi suggerisce...
Sapete che entrare in città senza idee precise è come dichiarare che "siete li per qualcosa" dato che essendo tutti inglesi riuscireste a non farvi notare solo tenendo un profilo molto basso e azzeccando tutte le mosse giuste.

William
"Credo sarebbe meglio se entrassimo scaglionati e non tutti in gruppo.
Potremmo anche trovare scuse individuali sul perchè ci troviamo lì, nel cao in cui qualcuno ci facesse delle domande.
Io potrei giustificarmi con uno studio o una visita per vedere il ponte (se è molto particolare e stimoante per la fisica)."
Direi di fare di questo villaggio il nostro punto di appoggio.
Io sarei dell'idea di girare la città soli o in 2 e raccogliere informazioni su Avignon e sulla caserma.

Il villaggio si trova a poco più di un paio di Km da Avignone, così suddivisi in guppi di due (Jhon+Paul, William+Arold e Faust) ve ne andata a fare un giro in città.
L'ingresso pass da diverse porte che un tempo facevano parte della mura di fortificazione ma che adesso sono aperte.
Le vie sono tortuose e tutte puntano verso l'enorme palazzo grigio che è la ex residenza dei papi.
Diversi soldati napoleonici vi incrociano lungo la strada ma nessuno si cura di voi.
I mesi passati a sentire e imparare il francese vi servono per capire i discorsi della gente e per capire "come gira il fumo".
La città e oscura, saranno le nuvole basse che promettono pioggia o forse il clima che inizia a tendere all'autunno ma la città vi sembra fredda e ostile.
L'enorme palazzo svetta grigio di foronte a voi e voi lo osservate seduti nella piazza.
Capite subito che i soldati sono temuti dalla gente e che possono fare un pò quello che vogliono (nel limite) e che le persono se fidano poco degli stranieri, qualsiasi siano le loro intenzioni.
Capite che dovete tenere nascosto il più possibile la vostra provenienza per evitare di passare qualche guaio.
Dopo un paio d'ore a girare state per perdere la speranza fino a che il vostro sguardo (di uno gruppo a caso) non viene attirato da qualcosa che vi suona insolito.
Sopra la porta di una casa in prossimità della mura c'è una pietra su cui con un pittura, che il tempo ha iniziato a cancellare, è segnato un simbolo che avete già visto.Il simbolo è una clessidra messa in orizzontale con in ciasuna metà una spirale.
La vostra mente fruga per capire dove lo abbiate già visto, poi la spirale vi torna in mente: lo specchio.
Aspettate nascosti per una decina di minuti, poi da una via appare un tizio con degli abiti comuni, bussa alla porta da dentre qualcuno gli dice qualcosa, lui risponde 23 e la porta gli viene aperta.
All'interno un tizio con una cappello da bravaccio gli da una pacca sulla spalla e lo fa entrare.La porta si chiude.
Aspettate una mezzora, poi decidete di andarvene e di discutere della cosa appena riincontrati gli altri.
La sera vi ritrovate nel piccolo villaggio.
Raccontate l'accaduto e venite a scoprire che un altro gruppo ha scopeto che nella città c'è un'associazione "culturale" che ha la spirale come simbolo.
La notizia è stata colta sottobanco, dato che fare domande sulla cosa e come chiedere di essere sgozzati.
Le cose non vi tornano:la spirale, i bravacci, gente che usa codici segreti e una ragazza tenuta prigioniera...

William
"Potremmo alternarci davanti alla porta per cercare di capire il codice segreto.E potremmo cercare di scoprirequalcosa sull'associazione culturale, idee sul come?"

Gli altri hanno poco da dire o forse non lo fanno per timore di sembrare imprudenti o arditi.
L'idea di William sembra buona e nel silenzio viene accettata.
Dividete le ore di veglia in gruppi di 3 ore fatte a rotazione, ogni volta decidete di cambiare punto di osservazione per evitare di dare nell'occhio.
Seguite i movimenti per un paio di giorni e scoprite che:
- Il numero è sempre diverso, ma sempre di 2 cifre
- Girano sempre quei 3 uomini sia in ingresso che i bravacci dentro
- Tutti quelli che entrano hanno un cappello a tesa larga con un ricamo a forma di spirale- "L'associazione" (notare le virgolette) ha come sede quella casa
- I tre tizi arrivano sempre la sera, escono sempre il mattino.
Altro non scoprite.

William
Con la mia mente matematica cerco di capire se c'è una sequenza logica nella serie numerica.
Tipo se la soma dei 2 numeri è sempre la stessa, se sono legati all'orario o alla cronologia, se sono numeri primi... (11, 13, 17, 19, 23, 29, 31, 37, 41, 43,...)
Poi dico:"So che è azzardato e rischioso e so che a noi interessa recuperare Elisabeth più che questa 'associazione' però potremmo farci vedere.
Per fare questo potremmo comprare dei cappelli a tesa larga e farli ricamare oppure potremmo lasciare un biglietto con una spirale o una clessidra e un luogo con un orario per un incontro."

Arold
"Secondo il mio parere nella serie numerica è difficile che cè una logica, può essere benissimo che mi sbaglio, ma se io inventassi un codice segreto per accedere a qualcosa, io nn seguirei la logica perchè chiunque una volta scoperto il meccanismo, ouò tradurre tutto il codice.
Comunque ripeto, posso anche sbagliare..."
"Invece l'idea di lasciare un biglietto "anonimo" per un incontro mi sembra la più plausibile, però prima dobbiamo pensare bene sia il luogo adatto, e sia cosa dire di preciso".

Discutete sul da farsi per un pò, poi cala la notte e inesorabilmente venite colti dal sonno.Durante il riposo però un rumore vi sveglia.
E' come se qualcosa o qualcuno si stesse muovendo vicino alla vostra porta.In silenzio vi avvicinate all'uscio.
Neppure il tempo di muovere la mano sulla maniglia e i rumori cessano.Aprite la porta e fuori non c'è nessuno.
Forse era solo un sogno? forse un rumore casuale acuito dalla tensione?
Faust vi dice:
"Io l'ho sentito bene, ero sveglio, come mi capita spesso per il mio disturbo".
Che fare? Cosa poteva essere?Si sono accorti di voi e vi hanno seguiti o è solo una casualità?

L'Ancora

Frammenti di PbF

1
Bussate alla porta della casa che c'è solo di notte e da dentro una rumore di passi vi avvisa che l'uomo con la bombetta vi ha sentito.
La porta si apre."Entrate, vedo che vi è impossibili lasciarmi in pace."Vi fa accomodare al solito tavolo.
"Problemi?"
Gli raccontate la storia di Antony.
L'uomo con la bombetta vi ascolta, poi dopo pochi istanti di silenzio parla.
"La colpa è sua, si è riflesso nello specchio.
Lo specchio permette di riflettere sulle cose che sono avvenute, che avvengono e che avverranno.
Per riflettere sulle cose lo specchio porta il nostro spirito li dove le cose avvengono in modo che non le si possa vedere, capire...
Il mettere uno specchio davanti allo Specchio permette al nostro spirito di vedere più cose assieme, ed esso perde la bussola per così dire.
utti le cose che Antony ha visto insieme si sono condensate nella sua mente, le cose passate, le future e le presenti, e lui ne confonde il ricordo e si perde nella possibilità di essere nel futuro, nel presente o nel passato.
Non è che viaggi vermanete, sono solo i suoi ricordi che smettono si agire in modo lineare."
Fa una pausa.
"C'è una soluzione ha tutto questo e la soluzione è il male che ha generato il problema.
Mentre Antony guardava ha cercato qualcosa o qualcuno e ha visto questa persona in tutti i tempi in cui essa vive o l'oggetto in tutti i tempi in cui esso è.
Adesso lui non sa cosa fare, vaga per il mondo incapace di capire dove il suo deisderio, oggetto o persona che sia, è.
Chiamiamo questa cosa "Ancora", l'unico modo che avete per salvarlo è fare in modo che lui trovi questa ancora e ritorni a capire dove "temporalmente" si trova."

Paul
Rivolto all'uomo con la bombetta
"Grazie del suggerimento ... "
Rivolto ai miei compagni
"credo che la cosa migliore sia parlare con Antony, fargli raccontare tutto ciò che sa, tutto ciò che ha visto e cercare questa fantomatica ancora."
"direi che dobbiamo prendere Antony e farci dire tutto quello che sa, oppure spiarlo di nascosto e vedere se nel suo vaneggiare c'è qualcosa di ricorrente"

William
"Da quando lo conosciamo ha due obiettivi: ritrovare Elisabeth e dimostrare la sua innocenza per riscattare la sua immagine.
In realtà creco che le due cose siano collegate perché, se ricordate, la prima volta che ci ha parlato della ragazza è stato come 'testimone' a suo favore per provare la sua innocenza."...
"Comunque, concordo con Paul, dobbiamo cercare di farci dire qual'è la sua ancora da lui. Anche se non sarà facile convincerlo a collaborare."

I vostri compagni ascoltano quello che dite poi Faust con una naturalezza che di solito non lo contraddistingue dice:
"Se io fossi disperso in un mondo che non mi appartiene, sballottato tra posti in cui non mi ricordo di essere andato e nella possibilità di morire ogni giorno la persona a cui penserei più spesso è mia moglie."
"Già - aggiunge John - secondo me sta cercando Elisabeth."

Faust
Ma come facciamo a spiegare a tutte le personalità future, presenti e passate che noi siamo qui per aiutarlo ?
Abbiamo già visto che puo cambiare radicalmente personalità iin poco tempo..secondo me dobbiamo trovare sua moglie e portarla da lui il piu presto possibile prima che abbia qualche sclero e fugga o boh..le possibilità sono tante, potrebbe diventare anche ostile se messo alle strette...
Sennò distruggere lo specchio cosa comporterebbe??

"Non credo che riuscireste comunque a romperlo. Certi oggetti, come lo specchio, non sono fatti in modo che possano essere rotti, sono fatti in modo che il tempo e le cose non li possano intaccare... sono più che altro "manifestazioni" che oggetti fisici, se volgiamo metterla in termini filosofici!"
Guarda verso John
"Se fosse tua moglie, o la tua - rivolto a Faust - cosa daresti per trovarla? Rischieresti la vita? Credo di si. Io credo che lo farebbe anche lui... e quello che sa di ciò che è accaduto a... Elisabeth?... bhe credo che lui sia la persona che più di tutti può trovarla... Lui o Barker."
Aspetta un attimo, perchè il silenzio sottolinei ciò che dirà dopo.
"Credo comunque che Antony rischi davvero molto anche se la vostra missione andrà a buon fine... come vi ho detto ora lui è perso tra ricordi e visioni del futuro.
Quando troverete la sua ancora e lui "guarirà", per così dire, ci sarà il grosso problema che lui saprà molte cose che devono ancora avvenire a Elisabeth e involontatiamete cerchi di modificarle per, diciamo, toglierle le esperienze negative... e questo è male.
Barker vi ha parlato del tempo?Si, certo lo ha fatto.
Il tempo è un grosso mare in cui ci sono infinite correnti che sono le nostre singole percezioni del tempo.
I piccoli pesci pensano di potere nuotare contro la corrente, di cambiarla ma in realtà il mare non è influenzabile dalla singola e minima modifica ad una piccola corrente... ci sono perà alcune correnti che sono fondamentali per la vita del mare, e quindi alcune vite che sono fondamentali per la vita del tempo.
Mi seguite?Se per caso Antony modificando i futuri eventi che accadranno ad Elisabeth dovesse accidentalemente toccare una di queste vite, bhe sarebbe un grosso problema.
Diciamo che comunque non si rischiano cose assurde come "la fine del mondo" ma ci potrebbero essere possibilità di creare dei paradossi e questo comporterebbe molti problemi a molte persone..."

William
Credo che la cosa migliore da fare sia trovare Antony e aiutarlo a cercare Elisabeth.Prima, forse, è il caso di passare da Mr. Barker e avvisarlo delle nostra intenzioni.
Per di più se la ricerca di Elisabeth dovesse portarci a Londra potremmo aver bisogno di qualche aiuto esterno.
Se non c'è altro (e guardo l'uomo con la bombetta e poi i miei compagni) direi di andare."
Attemdo qualche istante poi, se non ci sono interruzioni, saluto e rimgrazio l'uomo cona la bombetta e mi avvio verso l'usicta.

"Ciò che dici è giusto ma Antony purtroppo non vi potrà aiutare.In questo momento non sa neppure lui dov'è, come può indicare a voi dove andare?
Il massimo che può fare è indicarvi la sua ancora.
Se cercate una mano Barker può farlo, sempre che ne abbia voglia.
Purtroppo credo però che in questo momento sia preso da altri pensieri...
Non prendete troppo alla leggera questa cosa, potrebbe sembrare una cosa "semplice" ma non lo è.
Soprattutto non saranno semplici le decisioni che dovrete prendere quando tutto sarà finito."
Detto questo smette di parlare e sebbene senta le vostre domande si limita a rispondere con una scrollatina si spalle.
Uscite dalla casa e vi recate nella sede dell'organizzazione.
L'uomo alla porta, un tizio che conoscete da Londra, vi saluta con un sorriso e torna a fumare la sua sigaretta appoggiato ai gradini dell'ingresso.
Dentro vedete che ci sono alcune persone sedute davanti all'ufficio di Barker.
Questi uomini hanno tutti la faccia stanca e annoiata come se l'attesa li stesso parecchio distrubando.
Uno dell'agenzia vede che li osservate, vi si affianca e vi bisbiglia.
"Vengono da Londra, Barker gli sta facendo delle domande sulla città e sui militari."
Poi vi fa cenno di seguirlo.
Lo seguite e vi porta in una stanza piena di scartoffie inpilate su diversi tavoli.
Ad un tavolo c'è Antony che scarabocchia su un foglio una serie di nomi di Città, alcuni noti, altri sconoscitui.
Mentre scrive bisbiglia tra se e se
"Eh si, prima qui... no, forse prima... no no."
L'uomo con voi vi dice:
"A volte fa così, per alcuni minuti si perde, come se non sapesse più dov'è, come, che ne so, se cercasse qualcosa."

William
Rivolto agli altri:
"Se siete d'accordo andrei a fare 4 chiacchere con quelli venuti da Londra per capire com'è la situazione e per sapere se abbiamo qualche zona franca.
Se qualcuno vuole unirsi a me ben venga.Penso sia meglio che qualcuno resti qui e, quando Antony si riprende, potrebbe chiedergli qualche inof in più su Elisabet.
Amicizie fuori Londra, eventuali seconde abitazioni, lingue conosciute... e qualunque altra cosa che potrebbe facilitare la sua ricerca."

Andate fino alla porta e proprio in quel momento questa si apre.Da dentro Barker vi vede, fa un cenno agli attendenti di aspettare e vi fa entrare.
"Novità?" vi chiede.
Barker ascolta quello che avete da dire, poi si alza e guarda fuori dalla finestra.
Voi sapete che quando lo fa è perchè a qualcosa da dire ma non ha il coraggio di farlo.
"Capisco - dice dopo qualche momento di silenzio - sapevo come era andata, e come speravo avete intenzione di aiutarlo.
Da parte mia posso dirvi solo che la possibilità di portarlo con voi non è da scartare ma questo dipende da come si metterà al sua testa in questo periodo...
Anche io, come dicono John e Faust, credo che la sua ancora sia la ragazza.
Non so dove sia adesso, ma posso informarvi. Datemi qualche minuto."
Non aspetta nemmeno le vostre repliche, infila la porta e sparisce.
Lo fa con fretta, come se non volesse pensare troppo a ciò che sta per fare.
Dopo poco più di cinque minuti riappare.
Il suo viso è tirato e stanco, le mani gli tremano leggermente mentre chiude la porta.
"Ho avuto notizie. La ragazza si trova, per qualche strano motivo che solo il cielo sa, qui in Francia, ad Avignone per la precisione.
Non so dirvi con precisione dove, so solo che si trova in un posto in cui ci sono molti angoli bui e molto freddo. Forse potrebbe essere un castello o un monastero.
Un posto enorme, pieno di stanze.
Credo che sia prigioniera."
Parla con una lentezza che di solito non gli appartiene.
State per parlare ma lui alza una mano.
"Per favore, lasciatemi solo. Sono molto stanco..."
Uscite dalla stanza e mentre chiudete la porta vi fermate per un attimo a pensare al quel filo di barba che prima di lasciare la stanza non aveva.

mercoledì 13 maggio 2009

La pazzia di Antony

John
Finalmente ci siamo, abbiamo trovato Anthony e lo abbiamo convinto a tornare.
Ma questa è la cosa meno sorprendente, la cosa incredibile è ciò che sta accadendo a quel poveretto, sembra che abbia perso il senno, qualcosa che non avevo mai visto prima, un pazzo che sa quello che dice.
Giungemmo in prossimità delle Alpi, qualcuno alla stazione notò Anthony, ci indicarono un sentiero, non era passato da molto.
Lasciammo i cavalli per proseguire a piedi, iniziammo a inerpicarci per i sentieri in prossimità del confine tra Italia e Francia.
L'aria era fresca e il paesaggio era stupendo, da tempo non mi sentivo così in pace in mezzo alla natura selvaggia.
A mattina inoltrata sul nostro cammino apparve un rifugio, sembrava disabitato, ma avvicinandoci con cautela notammo dei movimenti.
All'interno trovammo il nostro "ricercato", parlava da solo ad alta voce, intento a convincersi delle proprie scelte.
Pensammo fosse impazzito, che come l'Orlando furioso per amore verso quella donna fosse uscito di senno.
Aspettamo qualche istante, poi William entrò nella stanza ma il nostro Anthony non lo riconobbe, poi l'inconfondibile rumore di un cane che si arma.
William con le mani bene in vistà rivoltò le tasche poi grazie all'orologio da taschino che tutti i membri dell'agenzia portano il nostro folle amico lo riconobbe come un alleato, ma continuò a dire di non conoscere nessuno di noi, poi iniziò a sostenere di essere nel 1861 e li capimmo che il tempo aveva qualcosa a che fare con tutto ciò.
Inine entrammo anche noi e per tutto il resto del giorno rimanemmo assieme, più volte Anthony nel corso della giornata si convinse di essere in tempi diversi, disse che aveva delle voci nella testa già da prima che si rifletesse quella notte nello specchio.
La situazione apparve sempre più grave col passare delle ore, quando giunse poi la notte le cose precipitarono, ombre iniziarono a muoversi tutt'intorno alla casa: "i vermi del tempo" erano infine arrivati, attirati dagli scompensi generati dal nostro amico nei suoi continui spostamenti temporali.Li combattemmo e grazie alle ampliate conoscenze del nostro "pazzo" li sconfiggemmo, superammo la notte e il mattino dopo Anthony ci segui verso Parigi.
Ora siamo da poco usciti dall'ufficio di Mr. Barker, pare che la "malattia" di Anthony non sia semplice da trattare e dovrà essere in qualche modo tenuto sotto controllo, ma quanto meno anche lui è dei nostri e forse l'Agenzia potra realmente fare qualcosa per trovare la donna che ama e suo figlio (sempre che sia suo).

mercoledì 29 aprile 2009

Il potere dello specchio

Barker guarda fuori dalla finestra della sua nuova casa di Parigi.
Ripensa a Londra e al momento in cui l'uomo con gli occhi azzurri gli ha aperto la porta per la città grigia.
Se sopravvivi tornerai, trova la tua strada
Barker è tornato, ora sa molte cose che prima ignorava.
E ora ha visto la stanza sulla cima dalle città, forse il luogo da cui l'oggetto viene...
Sa che specchiarsi nello specchio è un rischio, sa che potrebbe perdere la sua coscienza chissà dove, o richiamarne altre, di chissà chi.
Adesso però ci deve provare.
Deve violare la regola che lui ha imposto e viaggiare.

Si riprende, viaggiare con lo specchio lo stordisce sempre.
La barba gli è cresciuta e vede il riflesso di un nuovo capello bianco.
Tocca lo specchio col palmo della mano, poi si volta.
Ecco comè è andata, che idiota.
Spero che lo possano aiutare a ritrovare se stesso.
Barker spera che Antony possa essere salvato, lo spera, ma ci crede poco.

lunedì 27 aprile 2009

Lo specchio

"Sai che porta sfortuna rompere uno specchio vero?"
L'uomo parla al ragazzino che lo osserva con le lacrime che gli scendono sulle guance paffute.
"Io non volevo..." singhiozza.
"Non importa piccolo. Vieni dammi una mano a raccogliere tutto."
I due raccolgono i frammenti, in ognuno dei frammenti si riflette una parte della stanza, ogni framemento è una storia, una descrizione di qualcosa che succede altrove.
"Vedi quello specchio la in fondo piccolo?"
Il bambino annuisce.
"Quello specchio è molto antico, non si sa da dove venga, ne chi lo ha costruito, è il mio pezzo più pregiato...E' uno specchio magico."
"Magico?" farfuglia il bambino.
"Si."
"E cosa fa?"
Il vecchio sorride e scompiglia i capelli sulla testa riccioluta del bambino.
"Vieni ti mostro una cosa."
Il vecchio porta il ragazzino di fronte allo specchio.
E' uno specchio alto due metri e largo più di uno.
Lo specchio è tutto d'argento lucidato.
"Ma non ci si riflette bene qui."
"Lo so - dice il vecchio - ma questo specchio non è fatto per riflettersi, ma per riflettere."
Il bambino la guarda confuso.
"Chiunque ti più dire come è ciò che già vede, ma solo un mago può mostrarti quello che tu non vedi. Così è per gli specchi. Tutti possono mostrarti la vita che hai davanti, ma solo uno specchio magico ti può mostrare la vita come tu non la hai mai guardata."
Il vecchio guarda il bambino, sa che lui non può capire.
Accarezza lo specchio, pensa alle vie di Londra, pensa all'India e pensa alla Città Grigia.
"Vieni piccolo, andiamo a prendere un gelato."
Il piccolo guarda nello specchio e ci vede solo il suo viso confuso dal riflesso dell'argento.
"Nonno..."
"Si?"
"Poi passiamo dallo zio John?"
"Si, ok. Adesso andiamo Theodore"
I due escono e lasciano solo lo specchio.

sabato 18 aprile 2009

Frammenti - 5 - il treno

Il treno che porta il gruppo a Londra viene attaccato.
E' un attimo.
Spari e sangue, qualcuno viene ferito, l'agenzia si muove per liberare i suoi uomini.
Qui non siamo in Inghilterra, i miliari non hanno molta libertà, non possono fare troppi danni.
Lo scontro pende dalla parte dell'agenzia.

Con un grande sorpresa tra le fila degli agenti c'è anche Mr. barker.
Ma non era morto?
William e gli altri sono liberi.

Barker convince John a cambiare bandiera, da adesso in avanti lavorerà per l'agenzai, in cambio Barker porterà a Parigi la sua famiglia..

Barker
"Lavorare per noi significa trovarsi spesso tra la vita e la morte, vedere cose che le persono comuni non vedono, affrontare misteri che sembrano impossibili."
"Le cose che avete visto succedere accadono vermente e sono molto più comuni di quanto pensiate, solo che le persono cercano di rimuoverle dalla loro mente, o forse non le vedono proprio, talemente sono ciechi..."
"Noi invece ci sbattiamo la testa contro, cerchiamo di risolverle e proteggiao le persone che le hanno affrontate!"
"Lavorare per noi significa cercare la verità..."

Frammenti - 4 - ognuno per se

L'uomo con la bombetta vi osserva, soppesa le vostre parole, le vostre richieste velate.
"Ci sono due possibilità secondo il mio parere.La prima: uscite di qui e fuggite, vi nascondete in attesa che vi trovino ancora poi reiterate l'azione seguente.
Questo vi porta a dovere fuggire per sempre.
La seconda: uscite di qui e li uccidete tutti, poi tornate a Londra e li uccidete tutti anche li, il che vi porta ad essere liberi.
Vi vedo turbati...
Bhe in effetti ce n'è una terza: uscite di qui vi consegnate a loro e aspettate di sentire che cosa vogliono, poi li uccidete tutti.
Non cambia molto alla fine tra le ultime due."
Poi vi osserva, ha parlato senza cambiare espressione come se in realtà non gliene fregasse nulla.

William
Credo che da lui non avremo aiuti.
L'ieda di finire in mano ai militari continua a non piacermi.
Vero è che non so per quanto potremo fuggire... però preferisco una fuga possibile ad una prigionia certa.
Io direi di andarcene immediatamente.
Eviterei i posti in cui siamo già stati e sceglierei una meta che non c'entra nulla con noi.
Che ne dici? Hai qualche idea?"

Paul
"Io vado a Londra.
Credo che non saremo trattati male, e poi hanno detto che vogliono solo fare delle domande, nulla di più."
"Al più li ammazzeremo tutti, come suggerito dall'uomo con la bombetta... bisogna solo capire come...."
"E se mi dovessero ammazzare, beh, pazienza ... meglio morto che in questa cazzo di vita dove oggi sei a Londra, domani ti svegli tra 100 anni, poi ti riaddormenti a ti trovi in mezzo all'India .... BASTAAAAA!!!"
Detto questo prendo a calci le prime cose che ho vicino e, bestemmiando Thor, Ophmet e qualunque Dio conosciuto, me ne esco da casa e torno in albergo.

L'uomo con la bombetta sorride osservando il siparietto di Paul.
"Il tuo amico ha fatto una buona analisi, se fuggite la cosa che possono fare per fermarvi e uccidervi, dunque perchè non fingere di assecondarli tornando a Londra e poi, una volta capito come gira il fumo, contrattaccare?"
Si sistema il cravattino.
"E poi, se non vi avessi voluto aiutare non vi avrei messo in guardai dai due con cui girate no? Non vi avrei accettato in casa mia e non vi avrei dato un buon consiglio adesso. O mi sbaglio?"

William
Forse Paul ha ragione... non abbiamo poi molto da perdere e, forse, potremmo avere qualche risposta dai militari.
"Forse è meglio restare uniti e poi, sec'è qualcuno da far fuori, preferisco esserci."
Un pò poco convinto me ne vado poi, dando sempre le spalle al tizio, gli dico
"Se dovessi tornare a Parigi vi troverò sempre al 55?"

"Se un giorno mi cercherete non avrete più bisogno di tornare a Parigi... Adesso fa ciò che devi fare."
Poi mentre esci chiude la porta alle tue spalle.

Frammenti - 3 - la casa numero 55

John ha portato un messaggio.
Un codice che l'uomo che gli ha sparato aveva addosso...
Il messaggio dice "Aderite al Tempo"
Che vorrà dire?
Nel messagio che anche idicata una via di Parigi e un numero il 55.
C'è un problema in quella via il numero 55 non esiste...

John manda un messaggio a Londra: "Siamo a Parigi."
Da Londra i militari chiedono che lui resti li e che eviti che gli altri dell'agenzai se ne vadano.
In poco tempo i militari sono a Parigi.

Poco prima che arrivino però scoprite una cosa che vi sembra impossibile...
La casa numero 55 esiste solo la notte, appena sorge il sole è come se sparisse...
Dentro la casa vive un uomo che avete già visto, l'uomo con la bombetta che vi aveva inviato al villaggio maledetto in cui avete rischiato di rimanere per sempre imprigionati.
L'uomo con la bombetta non vi da risposte, si limita ad ascoltarvi e a dare pareri sibillini.
In breve tempo vi fa saltare i nervi, sembra che lavori anche lui per l'agenzia, ma sembra poco interessato ad aiutarvi.

I militari vi trovano e vi chiedono di tornare a Londra con le buone, dicono che vi vogliona fare solo delle domande.
A voi sembra poco plausibile...

Nella notte prima di tornare a Londra vi giocate le vostre carte con l'uomo con la bombetta.

William
Ti muovi per le strade di Parigi, facendo attenzione arrivi alla casa dell'uomo in bombetta.
Quella casa a volte c'è e a volte no.
La gente del quartiere forse non se ne accorge, forse non si fa domande, forse ha paura.
L'uomo con la bombetta ti apre.
"Ancora tu?"
Ti volta le spalle.
"Entra."
"Come vedi questa volta sono venuto solo.
So che gli ordini sono quelli di non fare domande e di defliarsi, almeno per un pò.
Adesso però, i militari, forse con l'aiuto di John, ci hanno trovato e intendono riportarci a Londra penso per interrogarci e farci sparire.
Se tu vorrai rispondere alle mie domande ne sarei lieto.
Stavola, però, il motivo per cui sono da te è quello che non ho la benchè minima intenzione di tornare a Londra per finire in mano ai militari che vorranno da me risposte che non ho e che faranno di tutto pur di ottenre il loro scopo.
Inoltre non mi piace l'idea di tradire l'agenzia.
Vorrei sapere se hai la possibilità di aiutarmi a sparire per un pò.
Giusto il tempo di lasciar calmare le acque per poi poter tornare a Londra a cercare i miei amici."

Mentre parli con l'uomo con la bombetta sentite bussare alla porta.
L'uomo apre ed entra Paul.

"Ciao William, buongiorno sig. con la bombetta.
Vi informo che sono arrivati i militari e che vogliono portarci a Londra per farci delle domande. Immagino vogliano sapere cosa noi sappiamo del tempo, chi sono i nostri capi, cosa sta succedendo...."
"Avete qualche suggerimento da darci?
Io tornerò a Londra con loro, a meno che voi non abbiate una soluzione migliore.... "
"L'alternativa che ci hanno proposto i militari è la morte, che non è molto allettante...."
"Tu William cosa farai?"

"Non ho la benchè minima intenzione di tornare a Londra per finire in mano ai militari che vorranno da me risposte che non ho e che faranno di tutto pur di ottenre il loro scopo.
Da come vedo la cosa, ad andar bene ci sbatteranno in qualche cella da qui all' eternità.
Se è vero che i militari vogliono tenere tutta la faccenda dei 'viaggi nel tempo' nascosta, con quello che sappiamo penso vorranno farci sparire."

Frammenti - 2 - la guerra

"Stavamo andando in treno verso la costa a nord."
Faust che prende la parola
"Avevamo deciso di prendere un battello per scendere fuori Londra e poi farcela a cavallo, entrando in città con il favore del buio."
"Siamo partiti con leggerezza, con la speranza di chi sta tornando a casa."
Pausa di silenzio.
Beve un sorso.
"La sera del primo giorno di viaggio il treno ha fatto sosta in un piccolo paese, di cui non ricordo neppure il nome. Il mattino successivo siamo partiti e nell'aria c'era qualcosa che non andava, qualcosa di sinistro."
"Del treno ricordo poco - aggiunge John - un misto di odore di sudore e tabacco, un'aria pesante. Fuori le nuvole sembravano pesare sul nostro viaggio, ma non si degnavano di darci neppure un goccio di pioggia, per lavare via quel denso alone."
"Poi quell'uomo è entrato nella carrozza - riprende Faust - era alto, con gli occhi chiari.Aveva l'aria di chi ha qualcosa da nascondere.Ci dice salve, ci dice che lui ci conosce, che viene da Londra, che ci ha visto all'agenzia, che l'agenzia non c'è più..."
Beve un sorso troppo lungo perchè sia per bagnarsi la gola.
"Dice che i nonstri sono tutti morti o imprigionati, dice che i militari hanno fatto irruzione, dice che..."
"Poi si gira verso di me - John - dice I militari come te. Poi è un istante...
Estrae una pistola, me la punta, il mio istinto mi muove verso di lui, mi abbasso, faccio per deviare il tiro, lui spara, mi manca.
Lo colpisco al petto, il colpo lo lascia senza fiato spara di nuovo, a caso e si colpisce ad una gamba. Gli afferro il polso.
Lui scarica due colpi che bucano il finestrino del treno.
Mi ha rotto... un colpo al naso, glielo frantuno, un'altro e lui smette di sparare."
"Il treno si è fermato nel frattempo, la gente è allarmata." Faust
"Scendiamo di corsa e ci nascondiamo, poritiamo con noi la sua giacca e la valigia." John
"La gente ci cerca, noi ci defiliamo, non possiamo rispondere alle loro domande." Faust
"Il tizio ha con lui uno scritto dei vostri amici - John - che dice che in città l'agenzia è bandita, che c'è una guerra nascosta, che ci si deve nascondere, sparire. Bruciamo tutto e ci sputo sulla loro guerra."
Una pausa, fate per parlare, John vi ferma.
"Non so che cazzo sia successo a Londra, so che io ci devo tornare, non mi frega un'accidenti di questa guerra che sembra esserci, so che io ho una moglie la e che ci torno.
Ho riaccompagnato qui Faust, punto.Voi fate ciò che dovete.
Io torno a casa."

William
"Calmati un attimo Jon.
Capisco perfettamente il tuo stato d'animo.
Potremmo avere un' altra possibilità.
Potremmo tornare in India.
Oppure torniamo tutti aLondra.
Anche se rischioso non possiamo stare divisi e, soprattutto, se qualcune venisse preso dai militari è bene che gli altri lo sappiano.
Pensiamo a un piano."

Frammenti - 1 - il punto della situazione

Il torpore vi abbandona e vi destate in un tiepido mattino di primavera.
Vi guardate attorno le travi e l'intonaco scrostato della vostra casa parigina vi sembrano famigliari.
Uscite ciascuno dalla sua stanza e vi trovate nel corridoio, simultaneamente.Non vi siete posti il problma di vestirvi, di fronte ai vostri dubbi è una cosa banale.
"E' successo davvero?"
Siete sicuri di avere visto il futuro, ma vi appare fumoso, come un sogno.Siete sicuri di avere fatto cose reali, ma in un tempo che non era quello giusto.
E' come si il tempo scorresse, ma in una maniera che non è quella lineare alla quale eravate abituati.
L'uomo ha detto che ci sono volte in cui il tempo prende pieghe bizzarre.Che esistono entità che sfuggono alla comprensione.
Tornate nelle vostre stanze.
Fate un punto della situazione.
Uno: eravate a Londra
Due: avete ucciso Jacob
Tre: siete scappati in Francia
Quattro: John e Faust sono tornati a Londra
Poi Bam!
Vi siete trovati quasi un secolo avanti, in un assurdo mondo con macchine meccaniche e oggetti che non comprendete più.
E sembrava un sogno, poco logico, incomprensibile...
Poi Bam!
In India, dove dovevate essere stati più di tre mesi prima.
E qui era reale, lo sapete, è accaduto, non c'è possibiltà di errere...
Poi Bam!
Ancora qui, ancora nel tempo presente, nel confortante 1863.
Ma che senso ha?
Droga?
Allucinazioni?
Vi trovate in un bistot a discutere.
Ordiante da bere, discutete dell'accaduto.
Che fare?
Aspettare il ritorno dei due?
Cercare informazioni sugli oggetti?
Lasciare perdere tutto?

Mentre discutete sul da farsi, su ciò che è accaduto un tintinnare di bicchieri richiama la vostra attenzione.Vi voltate John e Faust stanno venendo verso di voi.Le loro facce sono scure.Fate un rapido calcolo: sono via da 4 giorni, non possono essere arrivati e tornati da Londra, qualcosa non va.Faust è visibilmente alticcio."Abbiamo avuto un incontro, con uno che dice di essere dell'agenzia - esordisce John - ed è finito male."

giovedì 2 aprile 2009

La notte in cui tutto iniziò

Antony - Settembre 1861 -
Percorriamo gli ultimi 100 metri che ci dividono dal magazzino, guardo basso mentre cammino, anche lui fa lo stesso, se pur colleghi non andiamo molto d'accordo.
" Allo scoccare della mezza notte"..."nel magazzino del deposito dell'agenzia, cercano una cassa", il mio informatore così aveva detto; l'aveva sentito da un tizio coinvolto nel furto, un tizio altro, grosso, nerboruto, uno di quelli che fanno i combattimenti nelle bische del porto aveva detto, uno poco raccomandabile tipo tutto muscoli e basta".
Quindi eccoci qui 11:50, il portone è chiuso, il magazzino dell'agenzia ha ancora le porte sprangate, l'acqua schiuma sotto la palafitta che sorregge l'edificio, il porto è deserto.
Il mio collega con il solito tono impertinente, non dando molto peso alla situazione, ..."Che si fa? Le porta è chiusa, Sei sicuro che non ti abbia detto una cazzata?"Io... "Certo che ne sono sicuro, non ha mai detto cazzate, Jacob non ha mai sbaglio una soffiata; facciamo un giro non è ancora la mezzanotte..."
Ora dopo 20 minuti mi trovo a penzoloni a un piano d'altezza, sul cornicione del magazzino, che ha la porta sfondata e con all'interno almeno 4 persone.
Sempre così finisce io che faccio la strada più complicata e lui che entra tranquillo dall'ingresso. Una sagoma nera esca dall'ingresso, altra grossa nerboruta, trasporta qualcosa, qualcosa di ingombrante ma si direbbe, l'oscurita non mi permette di vedere.
Poi lo sento, chiaro come un tuono a ciel sereno, era un colpo di pistola, un dannato colpo di pistola. Facci forza sulle braccia passando dalla finestra.
Entro.
Il mio compagno è steso a terra in una pozza di sangue, un buco di rivoltella gli ha aperto la pancia.
Un tizio a una decina di metri, che tiene tra le mani alcuni stracci li lascia cadere.
Altri due sono vicini a (nome del mio compagno, non lo ricordo) uno basso e magro sembra sembra interedetto da quanto è successo, poi con fredda noncuranza inizia a disegnare strani sergni per terra con un gesso, il tizio che ha sparato, a bruciapelo, tiene ancora tra le mani la sei colpi fumante...E' il signor Barcker, il nostro capo in agenzia.
Il tempo rallenta, il mio sguardo si sposta velocemente sulle 4 figure, tutto tace, tutto inizia ad ovattarsi, sento i batti del cure del mio collega rimbombargli nel petto mentre la vita gli sfugge dalle mani e fuoriesci dalla sua pancia insieme allo stomaco.

"Fermi tutti", scontato, banale, l'unica cosa che mi viene in mente, estraggo la pistola e la punto in direzione dei tre tizi in piedi, mr Barcker resta di stucco, non pensava fossi li, il tizio con gli stracci fa per muoversi, un colpo di rivoltella vicino al suo piede lo fa desistere, il tipo magro invece, sembra non badare a me, sembra completamente perso, lo sguardo vacuo, i movimenti innaturali.
La tensione è palpabile, poi d'un tratto un altro tizio sbuca dall'ombra, un tizio strano, ricoperto d tatuaggi e catene, non bada a nessuno come se nessuno esistesse, tranne lo smilzo, si avvicina lo afferra e inizia a trascinarlo via, gli intimo di fermarsi, non mi ascolta, il tipo degli stracci a un gesto di Barcker estrae una pistola e glie la punta.
Ripeto quanto detto poco fa, ma l'uomo tatuato sembra non ascoltare e procede nella sua marcia... grido... nulla, carico il cane e grido più forte, nulla... sparo.
Il suo ginocchio sembra andare in frantumi attraversato dal mio proiettile, lui invece non fa una piega, si volta vero di me è con l'ingenuità di un bambino mi chiede
"Che vuoi?...perche?"
gli intimo ancora un volta di fermarsi, lui per tutta risposta mi lancia una delle catene che lo avvolgono munita di uncino.
Quasi come se fosse un gesto guidato da una forza superiore, l'uncino mi lacera la spalla fino all'osso, sento le forze che mi abbandonano, la vista si annebbi, cado su un ginocchio e svengo, non prima di aver scaricato i 5 colpi rimasti addosso a quell'individuo che con un pesante tonfo si accascia al suolo. tutto diventa buoi.
Svengo.

lunedì 30 marzo 2009

Le due parti

John Faversham
L'agenzia e i militari.
Una parte sembra che voglia mostrare le cose che il mondo tiene nascoste.
Lo fa in un modo sottile, opera sullle singole persone e le usa come tasselli di un mosaico, in modo che chi è più abile possa cogliere il disegno.
L'altra cerca di spazzare via questo disegno.
E io da che parte sto?
Opero per i militari, ma aiuto l'agenzia...
una contraddizione!

Queste persone con cui sto sono brava gente, io non vorrei che gli facessero del male.
Li ho aiutati a fuggire da Londra, li ho avvisati.
Cosa devo pensare di me?
Ho voltato le spalle ai miei superiori e ai miei uomini?
L'immagine del futuro mi mostrava come un ex-militare, un uomo che aveva perso le speranze, chi si crogliolava nelle sue glorie perdute.
Sono così anche ora?
C'è un modo per sapere da che parte devo stare per non perdere tutto...
Forse no.

L'uomo dello specchio sembra sapere molte cose.
Forse lui mi può aiutare...
abbiamo parlato per molto tempo questa notte.
Ho imparato molte cose.
Forse lui mi può aiutare...

domenica 29 marzo 2009

Una serie di oggetti che ci accompagna nel tempo

Paul Oldman
Strano ...
molto strano ....
Ci sono alcuni oggetti che sembrano ricorrere e ripetersi nel nostro peregrinare nel tempo e nello spazio.
Questo pensiero si annida nella nostra mente.
Una strana serie di oggetti, una cassa, uno specchio, un cubo sembrano ripetersi in tutti i tempi e luoghi che abbiamo vissuto.
Chissà cosa sono...
e a cosa servono...

In India un pazzo , o forse i pazzi siamo noi che non gli crediamo, ci ha detto che lo specchio è uno strumento che lui usa per farci vedere un'altra realtà.
Ma la realtà che vediamo sarà vera o fittizia?
Quando eravamo, o siamo, nel 1800 a Londra, lo specchio era considerato un oggetto di altissimo pregio, nulla però immaginavamo di suoi possibili risvolti magici.
Adesso, o nell'era moderna, nel futuro, abbiamo trovato di nuovo lo specchio, che ci ha permesso di vedere il fantomatico Dio Ophmet.
A cosa servirà lo specchio?
Sarà un tramite tra vari mondi e vari tempi?
E se così fosse, come può funzionare?
Chi lo governa?
Come?
Anche il cubo, che abbiamo visto più volte nel "futuro", sarà vero che serve solo per drogare chi lo tiene in mano per permettergli di incontrare il Dio Ophmet?
Anche la cassa, che abbiamo visto nel futuro, sembra che, come il cubo, sia solo un oggetto che porta le persone alla morte.
Li fa impazzire, nel tentativo di risolvere un verto rompicapo, e così facendo ne provoca la morte.
Sembrano quasi degli strumenti creati apposta per sacrificare persone a questo fantomatico Dio Ophmet.
Anche lo specchio ha causato la morte di un nostro amico, il buon Arold ...
forse anche lo specchio è uno strumento di morte....
o forse Arold non è morto ma è solo intrappolato da un'altra parte, in un altro tempo ed in un altro spazio ...

Le nostre menti sono sempre più annebbiate.
Il potere del soprannaturale sta prendendo il sopravvento sulla nostra razionalità.
La nostra capacità di distinguere ciò che è vero e reale da ciò che è finzione è ridotta all'osso.

giovedì 26 marzo 2009

Riflettersi nello specchio

Per quanto assurde e irrazioneli le cose she ci ha raccontato questo strano individuo hanno un senso e, per quanto visto, sono veritiere.

Inoltre trovano conferma anche le parole che abbiamo già sentito (o sentiremo) dal mastro vetraio.

Mentre facciamo domande a raffica nel tentativo di comprendere concetti che, fino a qualche ora fa, nemmeno lambivano le nostre menti, ho un flash.
Il tizio sta dicendo che se ci si specchia di notte, si resta imprigionati e si viene "divisi" e sparsi in diversi momenti.

Il solo modo per liberare unapersona da questa prigionia è eliminare tutti i suoi doppi fino ad arrivare all'ultimo... l'originale.

Subito mi torna alla mente la sera in cui Antony, dal mastro vetraio, si è messo davanti allo specchio vedendo la sua immagine riflessa.
Da ciò che abbiamo appena scoperto, questo dovrebbe avere imprigionato Antony mandandolo in diversi momenti della sua vita.

Chiediamo se siano momenti particolari o casuali. Il tizio ci risponde che molto probabilmente si viene imprigionati in un momento particolarmente significativo e subito pensiamo alla notte in cui Antony ha, o avrebbe, ucciso il suo compagno.

A quanto pare ha davvero bisogno del nostro aiuto, più di quanto pensassimo.
Riflettersi nello specchio, effettvamente, non è stata una buona idea.

lunedì 23 marzo 2009

Il tempo che mancava

La cassa vi guarda da un angolo dell'ufficio.
Il telefono squilla, vi avvisano che siete nei guai.
Gli stessi magri figuri hanno manipolato una serie di eventi che ha portato la polizia sulle vostre tracce, forse per levarvi di torno, e ora vi deridono avvisandovi del pericolo.
Nascondete la cassa, fuggite.
Nascosti su un tetto osservate il teatrino della polizia che si svolge nel vostro ufficio.
Poi arrivano i tizi magri, rovistano, se ne vanno.
Poi l'ufficio espolde!
L'hanno fatta saltare...
E' solo per un istante il mondo vi gira attorno, come una trottola, poi vi sentite strani.
I vostri sensi sono avattati, i colori sbiadiscono...
Siete altrove.
In una stanza di una casa di legno, vestiti con abiti di foggia antica.
Siete nell'800.

Adesso ricordate.
Il futuro era solo una visone, un sogno, un incubo.
Vi siete ritrovati in India, poco prima eravate in Inghilterra, alla ricerca di un bambino scomparso.
Tra poco i militari vi troveranno e tornerete in Inghilterra, incontrere Jacob, fuggirete in Francia.
Siete finiti nei giorni che tra l'Inghilterra e L'India vi eravate scordati.

L'uomo vi racconta che siete stati voi a cercarlo, incapaci di capire come eravate finiti li.
Lui vi ha raccontato del suo viaggio tra i misteri che popolano il vostro mondo, i segreti del tempo e gli oggetti che gli uomini ritengono "magici".
E forse un fondo di verità c'è.
Gli avete chiesto di scoprite che fine aveva fatto l'uomo che sembrava essere l'artefice della scomparsa del bambino, lo sceriffo del villaggio e lui vi ha aiutato con un sogno.
Solo che non è ciò che vi aspettavate.
Avete visto il futuro.
"Lo specchio - dice - non mostra per forza qualcosa che deve accadere, o che è accaduto, lui riflette solo la relatà in un modo che voi la possiate capire, in modo forse da guidare le vostre azioni o da impedirvi qualcosa..."
Che centra però tutto quasto con lo scriffo?
Il sogno vi ah dato delle conoscenze che voi non potete avere, cose che la gente non capirebbe, cose che adesso anche a voi sembrano strane...
"Chi è Ophmet?" chiedete.
"Non è uno, sono tanti, sono esseri che vivono oltre il tempo e che sono fondamentalmente ciechi al mondo, fino a che qualcuno non viola le leggi del tempo, loro lo percepiscono e se ne nutrono!"
Poi scende la notte, e lui copre lo specchio.
"Non ci si deve specchiare in uno specchio antico di notte, questi specchi hanno il potere di intrappolare una parte di noi di tenerla legata a qualcosa, impeendoci di essere davvero liberi."
Riflettete.
"Nel futuro una persona che conosciamo si specchierà di notte in quasto specchio, è pericoloso?"
"Se tenete a lui dovete aiutarlo"
Pensate che adesso che lo sapete potete liberarlo, impedire che lo faccia.
"Non è proprio così, il fatto che voi sappiate cosa accadrà non è detto che vi permetta di modificarlo, voi qui giorni li avete già vissuti, ne avete il ricordo è probabile che non li viviate più, o almeno non nello stesso modo."

venerdì 6 marzo 2009

La cassa è nostra

Le nostre ricerche, tra rabbia e dolore per gli ultimi eventi, si intensificano.

Ci rechiamo a casa di Beatriz in cerca della verità. Mentre William e John la metteno sotto torchio, Paul fruga nello studio del Dr. Fog.

Quando usciamo dall' abitazione, portiamo con noi gli appunti del dottore. Una parte è in inglese, un'altra è scritta in arabo.

Decidiamo così di recarci all'università per farci tradurre la parte scritta in arabo.
Ci addentriamo nei dormitori e, rimpiangendo la nostra gioventù, andiamo da uno studente di matematica di origine araba. Dà una veloce occhiata alle parti in arabo e ci dice che sembrano delle annotazione prese in uno stato di semidelirio. Parlano del tempo e della chiave, del codice pe rfare dei viaggi in tempi diversi... ci dice anche che le parole usate possono avere diverse interpretazioni. Questa è la sua.

Decidiamo allora di frugare nell'ufficio del dr. Fog in università.

Mentre stiamo per entrare sentiamo il rumore di un'auto all'esterno. Ci affacciamo e vediamo due tizi molto magri scendere dall'auto.
Deicidiamo di seguirli.

In un magazzino si incontrano con una persona... la voce ci suona famigliare... le due figure magre stanno chiedeno come procedono gli studi e se ha scoperto il codice per aprire la cassa.
Il tizio risponde che ci sta ancora lavorando e che ha bisogno di tempo.

I tre si salutano dandosi appuntamento nei prossimi giorni.
Ci nascondiamo e li lasciamo uscire.
Adesso che lo vediamo in faccia riconosciamo Tony, l'assistente del dr. Fog.

Andiamo a rovistare nell'ufficio ma non troviamo nula di interessante. Allora andiamo da Tony e lo strapazziamo un pò. La sola cosa che ci dice è che, servendogli dei soldi, si è messo al servizio dei tipi magri e sta proseguendo le ricerche per loro.

Il giorno sucessivo ci dividiamo.

John va a far identificare le targhe dell'auto dei tizi magri, Faust va alla polizia per cercare di farsi dare l'agenda del dottor Fog e William e Paul tornano da mr. Franklin.

La casa è aperta e vuota. I due vanno alla cassa e, al suo inteno, trovano il cadavere di mr. Franklin.

Decidono di ripulirla e di gettare della calce sul suo corpo e sui resti di Arold.
Poi portano la cassa in ufficio.

domenica 1 marzo 2009

Domande

Paul e gli altri lasciano la casa e l'uomo perso nei suoi deliri.
La macchina corre veloce verso la casa di Beatriz.
Una rapida discussione mette il gruppo nella possibilità di frugare tra le carte di Mr.Fog.
Nell'ufficio che a casa ci sono innumerevoli scritti e dispense sul tempo e le dimensioni.
Sul tavolo un moderno computer fa bella figura.
Paul lo analizza per un pò, poi con la password riesce ad entrare.
La password è Ophmet!
Tra le cartelle trova degli scritti in arabo, indecifrabili.
La lingua che parlava il capo della setta in effetti sembrava arabo...
Le domande si affollano nella mente di Paul.
Beatriz centra qualcosa?
Fino dove è arrivato Fog con le sue scoperte?
In questi file ci sarà il codice per aprire davvero al cassa?
Mentre Paul pensa la pendola dell'ufficio suona le nove di sera.
Paul si volta per uscire e tornare dagli altri che stanno ancora parlando con Beatriz.
Mentre esce una fitta lo coglie alla gamba, un male che non comprende.
E' solo un attimo, poi passa.
Si tocca la gamba, tutto ok.
Che sarà stato?
Paul
La curiosità di scoprire se Ophmet esiste davvero è tanta.
Il capo di questa strana setta ci conduce nella cantina della villa e lì ci guida attraverso stanze e luoghi pieni di arazzi e tappeti.
Giungiamo in una piccola saletta dove il capo ci informa che, affinchè il rito abbia un effetto maggiore dovremo essere completamente nudi.
Ci rifiutiamo di restare nudi e affrontiamo l'inizio del rito indossando solo le mutande.
Il capo della setta mette delle foglie - droga probabilmente - in un braciere e le accende.
L'aria si fa densa, spessa.. un profumo acre riempie le nostre narici.
Il rito ha avuto inizio e la droga sta facendo effetto.
Le nostre menti sono annebbiate, intorpidite, finchè la nostra attenzione viene richiamata da uno strano ticchettio.
Sembra provenire da uno strano buco nel pavimento.
"Ophmet, se sei tu lì sotto fatti vedere - mostrati a noi" gridiamo.
Dopo un po', dal buco appare un eneorme verme, per metà di carne e per l'altra di metallo.
Il concetto di tempo e spazio sembra essere mutato: vediamo il verme fare mosse strane, contorcersi nello spazio, assumere forme e dimensioni irrazionali.
Le nostre stesse mutande ci sembrano come dei filamenti di che si allungano nello spazio.
Il verme - Ophmet probabilmente - si dirige verso di noi, ci gira attorno, ci chiede di offrirgli qualcosa ma noi non facciamo nulla.
Alla fine si dirige verso il provero Arold e lo ingoia.
Sarà sicuramente un effetto della droga - pensiamo.
Il verme si ritira nel suo buco; cerchiamo invano di trattenerlo.
L'effeto della droga svanisce, il fumo e l'odore acre scompaiono.
Siamo solo io e Faust.
Al posto di Arold c'è un cumulo di carne maciullata e sanguinante.
"Brutto vecchio bastardo, dovìè il nostro amico Arold.
Se l'è mangiato quel cazzo di verme e ora c'è solo questo cumulo di carne! Riportalo qui!" gridiamo al capo della setta.
"Che onore, che fortuna essere stato scelto da Ophmet" esclama lui.
Siamo turbati, incazzati.
Arold non c'è più ed al suo posto c'è solo carne marcia e sangue.
Ci raggiunge John il quale, con abile mossa, sferra qualche cazzotto al capo della setta per farlo tacere dai suoi splroloqui.

Siamo ancora sconvolti per la mancanza di Arold.
John sta fracassando le ossa di quello stronzo del capo della setta quando la nostra attenzione viene colta da una strana cassa posta in fondo alla stanza in cui siamo.
E' una grossa cassa di legno, senza aperture, senza cerniere, senza una chiave.
Cerchiamo di aprirla e, forse per bravura o forse per fortuna, scopriamo che, premendo in un punto, si aziona un congegno che porta in vista uno strano tappo cilindrico con una maniglia sopra.
Tirando la maniglia il tappo si solleva leggermente, senza sganciarsi dalla cassa, e sotto di esso troviamo 3 ruote di legno riportanti dei numeri da 0 fino a 9.
Cerchiamo di capire come risolvere questa strana combinazione finchè non ci sovviene che il dottor Fog aveva una combinazione numerica.
Ragionandoci sopra ed andando a tentativi cerchioamo di aprire la cassa usando quella strana sequenza.
Il capo della setta si riprende dalla saccagnata di botte di John e si dimostra impaziente.Sembra aver notato che usiamo sempre gli stessi numeri..
"Sapete qualche cosa che non mi avete detto? Voi avete una seuqnza in mano... ditemela e vi aiuterò ad aprire la cassa."
Noi, stressati dalla sua insistenza e dai nostri insuccessi, gli diamo una sequanza numerica leggermente sbagliata, in modo tale da capire la logica utilizzata per decifrare la strana sequenza.
Una volta decifrata la logica di lettura del codice, utilizzando la giusta sequenza numerica, sblocchiamo il tappo della cassa.
Il tappo è grande circa 30 cm di diametro.
Il capo della setta, che peserà si e no 30 kg, ci confessa che tutti loro sono magri perchè il loro scopo è quello di entrare all'interno di quella cassa.
Guardiamo dentro la cassa e lì troviamo altri numeri.
Ci saranno circa 50 cerchi pieni di numeri... ci dovrà essere un'altra sequenza numerica da qualche parte!
Il capo9 della setta, intanto, viene fatto entrare nella cassa:
"Ma non è possibile" esclama "altri numeri... datemi la giusta sequenza ... non può essere così!!!"