mercoledì 30 giugno 2010

Giorni

I giorni di dicembre passano lenti e coperti da una coltre di neve.
Da quando hanno iniziato a capire che il mondo va oltre le loro semplici vite Parigi è diventata piccola.
Ogni giorno il gruppo trova una scusa per andare a fare ricerche su eventi che sembrano essere misteriosi ma che si rivelano il più delle volte un buco nell'acqua.
A volte quando tornano stanchi e abbattuti per il fallimento neppure si accorgono che l'associazione ha bisogno di loro.
Ha bisogno di dei capi che la guidino e non di persone che cercano di lavorare da sole per scoprire segreti.

Passano i giorni.
Le ferite si sanano e i lavori in sosopeso nel giardino finiscono.
La casa senza gli operai e i giradinieri di giorno diventa forse più vuota di quanto non lo sia di notte.
Di notte restano soli ad ascoltare i misteriosi scricchiolii delle assi, a scrutare lo ombre deglio oggetti, a riflettere sul loro ruolo.

Finisce dicembre e la coltre di neve si fa sempre più fitta.
Le notti sono sempre più lunghe, i giorni più vuoti.
Ogni ricerca è infruttuosa, ogni nuova mossa un fallimento.

Il tempo in cui restano nella villa è assorbito da lavori routinari.
Lavori che loro non hanno voglia di fare.
Lavori che si accumulano o che vengono distribuiti tra i sottoposti.
Ogni sera si trovano davanti ai piatti di Blaise e ogni sera guardandosi negli occhi non hanno il coraggio di chiedersi "ma è davvero finita?"
Potrebbero fare mosse stupide come suonare il carillon o cercare di attivare gli oggetti che stanno sotto la villa, ma una sorta di torpore li spinge a passare i giorni senza farlo.

Finisce gennaio.
Ormai la neve ha smesso di cadere.
Ogni tanto Antony cerca Elisabeth, ma invano.
Ogni tanto Faust cerca qualcuno, nei sogni, ma fa solo dei grandi errori.
Ogni tanto il gruppo fa ricerche sotto Patigi, ma niente di nuovo accade.

Joseph sembra quasi spaventato dal decidere di partire per l'India.
Forse è la loro ultima possibilità, ma un timore di ciò che possono trovare lo spinge, ogni giorno, a ritardare la partenza al giorno dopo.
Sempre al giorno dopo.

mercoledì 23 giugno 2010

La stele

Scritto da pippolomazzo

Siamo a Parigi, abbiamo appena contrattato con la famiglia De l'eau di non indagare più su di loro e sulle loro strane capacità ed inclinazioni vampiriche.

Cerchiamo Joseph, che è ormai da un po' di tempo ch non vediamo più.
Le nostre ricerche sembrano essere infruttuose, in quanto di Joseph nessuna traccia.

Una strana malattia sembra essere esplosa a Parigi. Probabilmente portata dai topi o da altri strani animali, sembra che giri un virus che, per essere debellato, necessiti di una vaccinazione. Il nostro medico Faust si offre di visitarci e vaccinarci tutti.
Tutti veniamo vaccinati ....
Lo stupore di Faust nel vedere la schiena di Blaise è massima..... simboli come quelli visti su Gea sono tatuati sulla sua schiena.... i simboli, però, sono incmpleti... non sono stati scritti tutti ...
Chissà cosa vorrà dire questa cosa... chissà quale strano potere si celerà dietro questi simboli..... chissà chi relamente è Blaise ...
Joseph ritorna.Riappare in casa la sera stessa della scoperta degli strani simboli tatuentarati su Blaise.
Anche lui viene visitato e vaccinato.
Visitandolo, Faust ha modo di valutare lo stato di avanzamento della malattia .... della mutazione a cui Joseph è ormai soggetto da tempo.

Decidiamo di concentrare i nostri tentativi di salvare Joseph cercando una stele, riportante i simboli di Gea, in Russia.
Il viaggio è stremante ed il freddo che ci accoglie è tremendo.L'unica cosa che sappiamo è che il lago, ormai coperto da un'abbondante coltre di ghiaccio, è lontano un paio di ore di cammino e che, vicino al lago, dovrebbe esserci un capanno dove riposarci.
Troviamo il capanno ...
In relatà, al posto di un capanno sembra essere una piccola postazione militare, provvista di cibo per una lunga permanenza.Nella cantina troviamo delle botole metalliche che portano, probabilmente, sotto il lago ghiacciato.
Sul soffitto di una stanza troviamo una mappa della zona e scopriamo che di questi capanni ce ne sono tanti, tutti distribuiti attorno al lago.
Oltre la botola c'è un enorme buco... oltre il buco un'altra botola .... oltre la botola, forse, il lago.
Apriamo la seconda botola .... il livello del lago si abbassa, riempiendo l'enorme cratere sotto il capanno ....
Ora possiamo muoverci sul lago, sfruttando un sistema di navigazione fatto da una chiatta mossa da un piccolo argano.

Arriviamo su un'isola, un isola in mezzo al lago ghiacciato, un'isola che, secondo noi, dovfrebbe ospitare la stele ...

Sembra un campo di battaglia ... corpi crivellati, scheletri e migliaia di bossoli di proiettile.... qualcuno ha tentato di fare una strage....AL centro dell'isola c'è un'ombra, un'ombra di 4 metri di altezza.... la stele forse
..... forse
.... forse
Non è la stele ....è un gatto, un gatto alto 4 metri.
Un gatto incatenato a terra....
Un gatto ghiacciato .....
Un gatto coperto di ghiaccio vicino ad una serie di scheletri di altri gatti grossi come lui
...un gatto che respira ...
Paul parla con il gatto...
Pare che il gatto non posso tornare su Gea in quanto la stele è stata distrutta...
Pare che i fratelli del gatto siano "andati" ... morti
Pare che lui sia l'unico rimasto qui, a guardia del posto...
pare che sia qui in attesa di qualcuno ...

Arrivano dei militari.
Sono russi.
Ci portano con loro presso la loro base.
Ci fanno domande.... volgiono sapere chi siamo, se siamo dei miilitari.
Cercano di metterci alla prova, per verificare se siamo attendibili ed affidabili.
Ci guadagniamo la loro fiducia e ci fanno parlare col loro capo.
Confidiamo a lui di essere in grado di parlare con il gatto.
Lui è molto sorpreso di tutto ciò ed invita Paul ad andare con lui a parlare col gatto.
Si scopre che il capo dei militari russi è, in realtà, uno dei fratelli del gatto... uno di quei fratelli che ha abbandonato la vita precedente ed è andato avanti.
Lui vorrebbe che anche l'ultimo fratello si rassegnasse e che abbandonasse questa realtà.
Paul, facendo da traduttore, convince anche l'ultimo gatto ad abbandonare questa realtà e, lentamente, il corpo del gatto si dissolve e rimane solo lo scheletro.

Il capo dei militari russi ci confessa che,a compiere lo scempio sull'isola e sulla stele, è stato un militare inglese di nome Bourden circa 50 anni fa e che ora partirà per l'Inghilterra alla caccia di costui.

Noi partiamo per l'Austria, nella speranza di trovare la stele che avevamo incontrato tempo addietro ma, purtroppo, anche qui i militari hanno fatto piazza pulita.... non esiste più nulla: villaggio, case, abitanti, stele e gatto sono completamente spariti.

domenica 20 giugno 2010

Il lago

L'aria fredda dell'inverno russo taglia il volto dell'uomo che con il cannochiale spia la fila di persone avvolte in pesanti pelliccie.
La fila di persone si muove in maniera disordinata, forse anche a causa del forte vento e del riflesso del sole sulla neve.
L'uomo col cannocchiale si gira verso il suo secondo e in russo dice:
"Sono nove, arrivati col treno questa mattina. Che facciamo?"
L'uomo che parla è poco più di un ragazzo un ciuffo sparuto di peli gli sporca il volto, non ha ancora l'età per avere quella che si può definire barba.
"Lascia che sia l'inverno a ucciderli Boris. Se poi dovesse accadere qualcosa accendi il fuoco."
Si gira verso il bordo del crinale.
"Mi raccomando - dice a Boris - è la tua prima guardia, non fare cazzate."
Il secondo si lascia scivolare giù dal pendio e sparisce nella bufera.

Boris segue con il cannocchiale il gruppo fino al bordo del lago e li vede armeggiare con la porta di uno dei fortini.
La porta cede il gruppo entra.

La notte è calate da un pezzo, Boris è immobile, solo la pelliccia a tenergli caldo.
Non può accendere il fuoco, lo scoprirebbero.
Fa un sorso di vodka, tanto per tenersi su.
Tre degli uomini del gruppo sono usciti durante il giorno e sono tornati la sera, forse per esplorare i dintorni.
Boris conta i proiettili, poi li ripone nella sacca.


Sorge il sole, la bufera si è pò calmata.
Boris non dorme da due giorni, la fatica lo inizia a tenere meno vigile.
Il secondo non si è visto.
Di certo, pensa Boris, sarà con gli altri, al caldo, a riempirsi di vodka.
Il sonno è un nemico terribile, Boris ci lotta ancora un pò, poi si lascia andare.

Un fremito.
Boris si sveglia.
Solo un sogno?
Impreca e si gira col cannocchiale verso il fortino occupato dagli stranieri.
Sospira.
Per un attimo aveva pensato che avessero...
Un altro fremito, questa volta più forte.
Merd...
La crosta del lago ha un sussulto, poi si incrina.
Cazzo, cazzo, cazzo...
Boris armeggia con il legno del fuoco di segnalazione.
Un altro fremito
Hanno aperto le chiuse!
L'acciarino gli scivola dalla mano e rotola giù dal crinale.
Boris si lascia scivolare.
Lo recupera.
Ruzzolando risale fino alla postazione di vedetta.
La crosta di ghiaccio che copriva il lago ha ceduto.
L'isola...
Lo sguardo di Boris si posa sull'isola di roccia che sta emergendo dalle acque.
Cazzo! Il fuoco!
Boris accende il fuoco di segnalazione.
L'isola è oramai emersa dalle acque del lago che si stanno abbassando.
"Presto, non lo vedete il fuoco!" grida Boris
I minuti passano interminabili.
Poi lontano un fuoco si accende in risposta
Boris si lascia cadere a terra e inizia ad ansimare.
"Presto ragazzi, è successo un casino..."

domenica 13 giugno 2010

Gli osservatori

La polvere del corpo di Antoine viene spazzata dal freddo vento della notte invernale.

La casa ormai è piena solo del silenzio della morte.

I tre uomini che hanno distrutto il male se ne sono andati da poco e solo ora la luna bacia con i suoi raggi il giardino della vecchia, decadente, villa.

Dall'oscurità emergono tre figure.

Una alta e possente, le altre due più magre e con dei lunghi capelli raccolti in una coda.

"Maestro, è... morto?" la voce di un ragazzino.

Quello alto gli mette una mano sulla testa.

"Si, adesso, forse, è in pace." la voe di un uomo.

"Perchè lo hanno ucciso?" chiede il terzo, la voce di una ragazzina.

"Perchè non lo hanno capito, o forse perchè era stupido e pazzo."

I due ragazzini vanno verso la casa.

"No - dice il maestro - non entrate li dento, li non c'è nulla per voi."

"Ma..."

"Non mi contraddire. Adesso abbiamo altro da fare, dobbiamo parlare con gli uomini che lo hanno ucciso."

"Per chiedergli cosa?" la ragazzina

"Per chiedergli di non parlare di noi."

I tre vengono avolti dalla notte.


Poche ore dopo sono su una strada e osservano una grossa villa.

La sede dell'agenzia.

"Ora io andrò a parlare con quegli uomini, voi starete qui, ad osservarci. Cercate di coglire quello che succede e di capire cosa muove le loro azioni e quali sono i loro pensieri.

Non sarà facile per voi, ma capire gli uomini ci aiuterà a capire qullo che siamo noi."

Fa per andare, il ragazzino lo ferma.

"Ma, e se... uccidessero anche te?"

"Io non gli ho fatto nulla."

"Ma loro non lo sanno!" la ragazzina

"Lo so, forse cercheranno di farmi del male, e se dovesse succedermi qualcosa..."

Si gira verso la casa.

"Se dovesse succedermi qualcosa voi sarete liberi di vivere le vostre notti."

L'uomo alto se ne va, i due ragazzini lo guardano allontanarsi.

La luna illumina i loro volti chiari e giovani e si riflette sui ciondoli che portano al collo.

Due ciondoli incisi.

mercoledì 9 giugno 2010

Il Vampiro parte seconda

Ci precipitiamo alla villa e ci barrichiamo al suo interno. Arold mette regole che possano tenere fuori il vampiro. La cosa sembra funzionare e Antoine si presenta al cancello coi suoi scagnozzi ma ci dice di non poter entrare.

Comincia a minacciarci dicendo che ammazzerà una persona ogni 10 minuti se non gli diamo ciò ceh vuole.
Così Faust, preso dalla disperazione, esce con un fucile e spara a lui e a uno dei suoi sgherri. I due fattoni fuggono mentre Antoine, colpito in pieno volto, cade a terra ma, dopo pochi minuti, si rimette in piedi come se nulla fosse.

Arriva finalmente l'alba e il vampiro scompare.

Facciamo ricerche sui vampiri ma non troviamo null'altro che leggende infondate.

Arriva nuovamente la notta e, con essa, un'orda di topi che invade la casa e cominciano a rosicchiare di tutto. All'esterno cominciano a raggrupparsi cani randagi che ululano e ringhiano disturbando la nostra notte.

Usciamo e chiamiano il vampiro. Compare e, naturalmente, nega qualunque implicazione con gli animali. Diciamo che abbiamo deciso di dargli una pietra però deve svelarci come funzionano. La prende, la controlla e dice che, per farle fuzionare, ci vuole anche la terza. Capiamo tutti che si tratta di un vile trucco e decidiamo di non cedre. Però Arold, preso forse dalla stanchezza, gli consegna la pietra. Lui sparisce senza mostrarci il funzionamento delle pietre e gli animali restano, anzi adesso ci invadono anche dei pipistrelli.

Antony esce dalla casa e fa per andarsene. Fa un paio di passi e dal nulla appare il vampiro che lo schianta a terra e comincia a schiacciarlo. Qualcuno gli spara e scompare nel nulla. William si precipita fuori per aiutare Antony ma anche lui è colto di sorpresa e viene sbattuto contro il cancello da un trmendo colpo sferrato alla bocca dello stomaco.

Gli altri, armi in pugno, mettono in fuga il vampiro e, finalmetne, il sole nuovo sorge.

Nelle concitate fasi della trattativa e del combattimento Jimbo nota un simbolo su Antoine. Un drago che forma una specie di scudo.
Scopriamo che appartiene a un casato nobile che ha una cappella nel cimitero di mon matre.
Ci rechiamo lì e troviamo la tomba di Antoine... VUOTA!!!

Ulteriori ricerche ci portano alla sua residenza di un tempo.

Senza tergiversare ci rechiamo lì. All'interno delle sue stanze scopriamo cose orripilanti. Cadaveri appesi con addosso segni di torture e dissanguamenti.

Perlustrando la casa troviamo delle scale che scendono. Conducono ad una stnza dove, al suo interno, ci sono appostati gli sgherri di Antoine. Con grande abilità Jimbo e John li mettono fuori gioco. Così abbiamo libero accesso alla bara del nobile. La trasciniamo all'aperto e la scoperchiamo.
Appena il sole colpisce il corpo rinsecchito questo si trasforma in polvere e, nella bara, restano soltanto il mantello e il cilindro.

Delle pietre non c'è traccia.

Dato che il sole sta per calare decidiamo di tornare alla villa.
Quando arriviamo scopriamo che gli animali sono spariti.

La soddisfazione per la vendetta consumata viene lentament sostituita dal dubbio e dal timore della possibile comparsa di un nuovo nemico. Nella stanza dover era custodito il feretro di Antoine c'era infatti questa frase : "L'Ordo difende questo luogo".

martedì 8 giugno 2010

Il Vampiro parte prima

Mentre continuiamo a prendere confidenza con la casa, uno dei nostri uomini, ci chiama dicendo che all'ingresso c'è qualcuno che chiede di Arold.

E' un tizio, un fattone ceh dice che il suo capo vuole incontrare Arold per parlare di affari. Così gli diamo appuntamento per la sera stessa al Louvre.

Dato le mancate risposte da parte del fattone a riguardo del suo capo, decidiamo di seguirlo ma il tizio riesce a far perdere le sue tracce.

Così, alla sera, ci presentiamo all'appuntamento. Assieme al fattone c'è un altro tizio e il loro capo. Un uomo distinto con tanto di mantello e cilindro. Dice di chiamarsi Antoine e che vuole comprare le nostre pietre. Quelle coi simboli.

Dice che il prezzo non è un problema nè se si tratta di soldi nè se si tratta di cose immorali o di eliminare qualcuno.

Noi rifiutiamo qualsiasi offerta e così se ne va. Nel momento stesso in cui si allontno i nostri corpi si paralizzano e i suoi due scgnozzi entrano con un coltello e ci fanno chiaramente capire che, se volessero, potrebbero farci fuori senza problemi.