mercoledì 29 ottobre 2008

Un mostro immortale?

Per la terza notte consecutiva il villaggio si trasforma in un luogo lugubre e sinistro.

Poi, ancora una volta, le grida strazianti dal mulino.

Ci rechiamo tutti e quattro là, decisi a mettere la parola fine su questa vicenda. Paul, con un colpo di pistola, fa saltare il lucchetto, spalanchiamo la porta e la scena che ci si prospetta difronte è orripilante.
Un uomo è incatenato alla macina del mulino e il mostro lo sta tagliuzzando, facendolo soffrire in maniera disumana.
I polsi e le mani dell'uomo sono ormai spappolati dalle catene, il torace è apertto come se lo stesse vivsezionando... il gelo che esce dal mulino ci investe e con esso l'odore nauseabondo del sangue.
Il senso di schifo e paura che ci assale mette a dura prova il nostro autocontrollo e il nostro sangue freddo... forse la prova è troppo dura. Non faccio in tempo a dire una sola parola che i miei compagni svengono e si accasciano a terra.

Mi trovo faccia a faccia col mostro.
Io col mio fedele coltello da caccia, lui col suo bisturi. Sento l'adrenalina e la tensione che salgono, il mio corpo diventa un fascio di nervi. Mi guardo attorno per valutare meglio la situazione ma il bastardo non me ne dà il tempo e mi lancia il suo coltello che si conficca nella mia spalla.
Il dolore è atroce ma, facendo finta di nulla, lo erstraggo dalla mia carne e lo rispedisco al mittente.
Colpito!
Dalla ferita fuoriesce uno strano liquido... come se fosse sangue marcio.
Ormai sono troppo agitato per provare dolore, schifo o altro... lui è disarmato: è il momento di attaccare.
Mi lancio su di lui brandedno la mia lama e la sento affondare nella carne putrida. Altro liquame fuoriesce dallo squarcio.
Lui afferra una catena e vibra un colpo verso di me. Mi colpisce ma ormai l'adrenalina che scorre a fiumi mi impedisce di ragionare. Ho solo un pensiero: devo ucciderlo, non posso fallire. Le nostre vite dipendono da me.
Con un balzo sono ancora addosso al mostro e con un colpo perfetto lo attacco alla gola.
Lui cade a terra, esanime.
In un eccesso d'ira gli stacco completamten la testa e comincio ad accanirmi su di essa finchè non è spappolata.

Poi, facendo appello alle mie forze residue, trascino i corpi dei mie compagni verso la locanda, fiero di averli salvati.Passano alcuni minuti e Paul si riprende e, come lui, anche gli altri.
Sono esausto e ferito, quindi mi abbandono al sonno ristoratore.

domenica 26 ottobre 2008

Il mostro nella notte

Francia 1862
Un villaggio immerso nella neve e tutto quello che i nostri occhi possono vedere.
Ma se quello stesso villaggio dovessimo visitarlo di notte il tutto sarebbe molto diverso.
Le case sarebbero più fatiscenti e le vie più vuote.
Le case più fredde e la notte molto più oscura.
Gli uomini di Londra hanno scoperto questo segreto e l'hanno scoperto a loro spese.
Nella notte la città cambia e la gente sparisce, tutto quello che rimane è un mulino misterioso in cui è impossibile entrare e un mostro dal viso cadaverico.
I nostri adesso sanno che c'è qualcosa che non va e hanno deciso di mettere le carte in tavola.

lunedì 13 ottobre 2008

2 - La grotta e le grida

Arold
Siamo appena riusciti a fatica a schiodare le grosse assi che ostruivano l’ingresso di questo tunnel che, perlomeno dall’esterno, sembra essere simile agli altri già trovati nella zona delle trincee.
Una volta tolte le assi la grotta che vediamo del tutto simile alle altre, un pavimento, reso scivoloso dalle infiltrazioni, che scende verso il basso con rozzi gradini intagliati nella roccia, anche se a dire il vero la volta che regge il soffitto sembra un po’ più solida di quelle già viste…dopotutto nei miei viaggi ho provato a vedere di peggio e non sembra troppo rischioso, comunque per sicurezza decido di scendere solo io.
Mi metto in sicura con una corda abbastanza lunga, accendo una torcia e mi preparo per la discesa.
Cammino sempre più in basso per una decina di metri in questa oscura galleria senza troppe difficoltà, e senza notare niente di particolare finchè termina la discesa in una piccola stanza sotterranea con un pozzo al centro.
Però adesso si che cè qualcosa di strano. Sembra quasi che questa stanza e il pozzo siano”fuori dal nostro tempo”, ovvero molto più antichi delle altre caverne nella zona circostante.
Con occhio esperto comincio a esaminare le pareti della grotta trovando alcuni simboli identificabili come degli ideogrammi già osservati in altre occasioni, che segno prontamente sul mio quaderno per poterli studiare con la dovuta calma.
A parte questo e il pozzo di cui non riesco a definirne la profondità, non cè nient’altro degno di nota, e facendo attenzione risalgo in superficie.
Una volta arrivato all’ingresso noto una cosa che prima non ero riuscito a vedere, ovvero che dentro l’ingresso sono presenti macerie come di un muro crollato, e dei resti di granate probabilmente appartenenti alla guerra, confermando i dubbi sull’ età di questa grotta.
Prima di uscire spengo la torcia e poi nella notte ci incamminiamo verso il paese.

Faust
In una notte lunga e sperduta nel tempo, dove il freddo delle antiche montagne francesi penetra nelle ossa come fantasmi dal passato, in un piccolo paese dove la mancanza di calore è data non solo dal clima, ma anche dalle persone.
Siamo mal accetti.
Vagare di notte senza dare nell'occhio non è un problema, non c'è anima viva, e in fatto di problemi..quelli siamo noi.
Dopo un'interessante scoperta in una cava poco distante dalla piazza il silenzio si rompe con un grido straziante forte come il vento di bufera e orribile.
Sì, orribile perchè era la voce di un uomo.
L'urlo arrivava da una zona indefinita come se il vento giocasse a trasportare suoni di qua e di là senza una meta e senza una sorgente.
Poi come era iniziato cessa di colpo.
Silenzio.
Corriamo verso la piazza, cerchiamo e cerchiamo ma il risultato è sempre uno.
Niente.
Meglio rimanere in locanda a vegliare.
Dopo mezz'ora un altro urlo, più prolungato e agonizzante..sembra provenire dal mulino, ma non ne siamo certi. Non ci sono mai certezze.
E di nuovo fuori al buio bianco della neve e di nuovo le grida ora udibili da vicino di fronte al vecchio mulino..non siamo soli.

1 - Il villaggio

William
Entrando nel villaggio mi balza subito all'occhio il contraso tra le poche case abitate e ristruturate, con quelle lasciate con addosso i segni della battaglia.
Sarebbe come vedere un re in mezzo a una folla di mendicanti. Strano!
Mi sembra molto strano che nessuno si sia preso la briga di ripulire un pò il tutto.
Alla fine sono passati parecchi anni dalla battaglia e un minimo potevano sistemarlo.
Sembra proprio che in questo posto non ci sia una vita sociale e che gli abitanti del villaggio stiano qui perché uniti da un qualcosa di "particolare".
Sembra che ci sia un tacito accordo per cui ognuno sta per conto suo ma tutti sono coalizzati contro gli altri a protezione e tutela non si sa bene di che cosa.
E' imbarazzante vedere un villaggio senza bambini nè giovani.
In questi paesi rurali la prole costituisce uno dei patrimoni.
Delle pesone che abbiamo incontrato, fatta eccezione per il sindaco, nessuno mi sembra in età per avere una famigli.
Già le persone.
Va bene essere chiusi e inospitali ma qui addirittura sono infastiditi dalla nostra presenza.
Io che ho vissuto per molti anni dividendomi tra studio e allevamento, so bene quanta fatica e quanto lavoro richiede portare avant una fattoria.
Qui, in un giorno, non ho ancora visto nessuno dar da mangiare, pulire o prendersi cura degli animali... a dire il vero non ho ancora visto nemmeno un animale!
Più ci penso più questo villaggio sembra poter essere tutto tranne che un villaggio di allevatori!
Più mi guardo attorno e più mi sembra che questo luogo nasconda un segreto oscuro!

Paul
La gente del villaggio ci evita.
Nessuno risponde alle nostre domande, sputano persino per terra non appena ci vedono, in segno di disprezzo.
L'unica persona che sembra ascoltarci e rispondere ai nostri quesiti è il borgomastro.
Costui si presenta da noi in locanda, si palesa come borgomastro del paese e si offre di farci da guida per il paese. Dopotutto, noi ci siamo presentati come turisti accompagnati da un interprete.
Durante la visita al villaggio poniamo qualche domanda al borgomastro.
Domande tipo "avete rapporti con altri villaggi", "ci racconti la storia di questo mulino", "cosa è rimasto delle trincee di guerra" ...
Le risposte date dal borgomastro, in alcuni casi, sono evasive e discordanti da quanto raccontatoci al precedente villaggio.
Sembra che voglia nascondere qualcosa.... sembra che voglia far passare questo villaggio come un villaggio qualunque, ma ciò non combacia con le nostre informazioni.
Il paese è semi-diroccato; le poche case che restano in piedi non sembrano molto agiate.
Eppure, in occasione di una visita alla casa del borgomastro, notiamo come questa casa sia ben arredata, accogliente, quasi sfarzosa se confrontata alle catapecchie dei suoi compaesani.
Forse il borgomastro è più di un semplice sindaco.
Come può permettersi tutto ciò?
Lo sfarzo della sua casa e le risposte evasive e palesemente false che ci ha dato, ci fanno pensare che costui stia nascondendo qualcosa...
Forse è bene indagare di più su di lui.

lunedì 6 ottobre 2008

Caso 134/12-62 "John Doe resurrection"

Data: 29/11/1862 registrato 30/11/1862
Luogo: Londra
Compilatore: John Baker

28/11/1862
Si registra che Mr. Aaron Flannagan, in stanza nella zona Est Europea, dedicato alla ricerca del fuggitivo Jhonatan Billigan II contatta l'agenzia tramite missiva telegrafica dalla stazione telegrafi di Valmy (Francia).
Nella missiva Flannagan registra lo strano caso di un contadino che, dopo essere stato ritrovato morto e registrato come defunto in data 21/11/1862, viene avvistato vivo da più testimoni in data 25 e 27/11/1862.
Mr Flannagan consiglia la vistita al paese per verificare la diceria, dato che il caso suscita diverso scalpore nel villaggio e mina i fondamenti della religione.

29/11/1862
Si registrano i nomi dei seguenti testimoni:
- Arnaud Leroy
- Annette Lambert
- Egide Bonnet
- Jean-Luis Leroy
- Mylene Bonnet
tutti testimoniano di avere visto l'uomo, di cui non conoscono il nome camminare per i campi in più di una circostanza.
Viene deciso di affidare la ricerca alla squadra 21.

Mr John Baker

Parigi

Il treno sferraglia ancora per una settimana, tra boschi, lunghe pianure incolte e piccoli villaggi di taglialegna.
Ogni fermata i nostri si sento più vicini alla vecchia Europa e a casa.
La quiete del viaggio è rotta solo da un biglietto da Londra "Siete attesia a Parigi, un uomo vi contatterà" il biglietto porta la firma di Mr. John Baker, un uomo che William conosce molto bene.
Il viaggio è un buon tempo per parlare dell'impossibilità di ciò che è accaduto in India.
Il treno si ferma per un paio di volte in zone militari che fanno da punto franco per gli scambi tra i vari treni che girano per l'Europa e l'Asia.
In dieci giorni i nostri scendono nella Gare de l'Est di Parigi.
Tempo di scendere e prendere le valigie e un uomo in bombetta li contatta.
"Salve, sono il vostro contatto da Londra, Mr. Baker mi ha detto che vi avrei trovato qui."
L'uomo in bombetta spiega loro la situazione e consegna loro un pacco di documenti che Londra a mandato.
La storia è strana, molto strana, si tratta di un caso di risurrezione.

sabato 4 ottobre 2008

Alberi

Glia alberi sfilano veloci al mio fianco, è ormai quasi un giorno che viaggiamo senza sosta. Solo alberi.
Nella ossa e nella mente l'assordante sferragliare del treno. Un ottimo ambiente per isolarsi. Non riesco a togliermi dalla mente ciò che ho vissuto in questi giorni, misteri dietro ai quali se ne celano altri e per di più dovrò stare bene attento a ciò che scriverò nel mio rapporto e a quello che racconterò ai miei superiori...e a mia moglie: nn voglio finire in una clinica psichiatrica, non dopo averne visto una da vicino.
Viaggi nel tempo, macchine volanti, creature mostruose che si annidano nelle ombre: roba da romanzo.
Eppure quello che ho vissuto in quella foresta non ha niente a che fare con la realtà che sono abituato a conoscere e con l'India che ho vissuto nei miei anni di servizio: scommetto che qualcuno dietro a una scrivania al Ministero della Difesa a Londra non sarà affatto sorpreso del mio racconto.

giovedì 2 ottobre 2008

Ritorno a Londra

"Il tuo racconto è strano, se non fossi con John ti prenderei per un pazzo."
Allen torna verso la tenda.
"Comunque sia adesso si torna a casa."
Urla ai soldati una serie di ordini e quelli iniziano a smontare il campo.
"Signore - interviene John - non siamo solo in due."
"Che storia è questa? dove sono gli altri?"
Dalla boscaglia escono altri tre uomini, uno è portato a braccia dagli altri due.
"E voi chi dovreste essere?"
"Sono miei compagni." risponde John, rubando la parola ai nuovi arrivati.
"Questa storia mi convince sempre meno. Ne parleremo con calma più tardi."
Il campo viene smontato in pochi minuti e i soldati si mettono subito in marcia.
Dopo poco più di un ora di cammino il gruppo arriva ad una vicina cittadina.
La piazza della città accoglie una caserma il gruppo entra in silenzio.
La sera e la notte sono portatrici di parole e discorsi sempre più strani sulle teorie di William.
I viaggi nel tempo sono un'assurdo, e tutti lo sanno bene, ma c'è qualcosa in questa storia che non va.
Erano in Inghilterra poco meno di una settimana fa e adesso sono in India, per giunta in militari dicono sia passato un mese dalla loro scomparsa.
Decisamente qualcosa non va.
La mattina seguente il gruppo di militari con i loro nuovi compagni sono su un treno, diretto verso l'Europa.
A dire di Allen il viaggio dovrebbe durare poco più di due settimane, poi giunti nella vecchia Europa in capo ad un altro paio di settimane saranno a Londra.
Effettivamente il tempo di viaggio sembra corrispondere alla loro sparizione.
Ma che fine hanno fatto per loro quelle settimane che non ricordano?
Le hanno vissute oppure no?
Gli uomini che li hanno prelevati in Inghilterra sicuramente potrebbero illuminarli, ma come ritrovarli?
Troppe domande, ma un mese è un buon tempo per rispondere.