domenica 30 novembre 2008

L'India e lo specchio: c'è qualcosa di strano

Paul Oldman
Usciti dal pub Red Raven ci separiamo, ognuno per la sua missione, chi da solo chi invece in piccoli gruppi.John verso la sede dei militari, mentre Paul, William, Arold ed Anthony verso la sede dell'agenzia.Dopo aver recuperato dei travestimenti, Anthony abbandona il gruppetto e si dirige al porto.Nelle nostre teste aleggia un ricordo:Ma il nostro capo non ci aveva chiesto di compilare un rapporto sul nostro viaggio in India?Forse è ora di mettere mano a quel lavoro.Recuperiamo dagli archivi il nostro vecchio rapporto e, leggendolo, con nostra enorme sorpresa scopriamo delle informazioni a noi assolutamente ignote."Ma allora siamo andati in India volontariamente" esclama William "qui ci sono le nostre firme sul foglio di partenza per l'India. A meno che qualcuno non le abbia falsificate... ma sembrano così perfette""E poi che cavolo è questo specchio che dovevamo recuperare?"Ma lo avremo recuperato davvero questo specchio? E se sì, dove cavolo starà adesso? E chi l'ha rubato l'abbiamo preso? Ma, soprattutto, perchè non ricordiamo nulla di tutto ciò?Recuperiamo qualche informazione sullo specchio dal magazzinierie e veniamo a conoscenza che lo specchio è stato recuperato."Andiamo nel magazzino a vederlo" esclamiamo, e ci dirigiamo verso la nostra meta.La cassa dello specchio è enorme. La apriamo e scopriamo un bellissimo specchio, grande, luminoso, da cui veniamo come rapiti.Le nostre immagini riflesse hanno un nonsochè di magico..."Ancora quei simboli" esclamiamo guardando la cornice "guardate la cornice, ci sono ancora quei simboli che ci stanno seguendo da quando siamo andati in quel villaggio di matti".Apriamo lo specchio, staccando la cornice dalla parte riflettente. Nella parte posteriore dello schermo, dove di solito c'è la firma dell'artigiano costruttore, qui non c'è nulla.Perchè???"Lo specchio è stato recuperato, il ladro, invece, noChissà chi è stato a rubarlo e per quale motivo...Sempre quegli strani simboli comunque...".Le nostre menti sono confuse: ogni cosa che scopriamo sembra, in qualche modo, avere a che fare con degli strani simboli."Arold, è bene che tu metta a frutto le tue conoscenze e scopra il significato dei simboli. Noi provvederemo alla stesura del rapporto conclusivo sul viaggio in India e sullo specchio, ovviamente inventando tutto di sana pianta, visto che nessuno di noi si ricorda di averlo recuperato".

mercoledì 26 novembre 2008

Le tessere di un puzzle

Passa il tempo, gli eventi si susseguono e l'mmagine che mi salta in mente è quella di un puzzle.
Già tante tessere diverse e, apparentemente, impossibili da legare l'una all'altra.

...Apprentemente...

Le ultime scoperte (dai "nostri" rapporti sulla missione in India allo specchio con gli "strani" simboli) ci stanno convincendo che tutto sia legato. Che tutto faccia parte di un complicatissimo disegno del quale, al momento, non sappiamo nulla.

Così, per aggiungere altri pezzi al nostro puzzle, decidiamo di tornare al villaggio del manicomio. Magari abbiamo tralasciato qualcosa che prima ci sembrava irrisorio, ma che ora potrebbe avere una grande importanza.

Così partiamo e, dopo alcune ore, raggiungiamo il villaggio.
Come ci aveva detto Jon, il villaggio è stato completamente distrutto... dai militari.
Perché i milatari l'hanno distrutto? Che senso ha? Dovevano nascondere qualcosa?
... ma siamo qui per cercare risposte, non per farci altre domande.

Iniziamo a perlustrare quello che resta della piccola cittadina.
Torniamo nei luoghi più significativi ma... niente di niente.
Questo viaggio è solo una perdita di tempo.

Ci rimane un unltimo posto da controllare... il capanno del custode.
Così ci inoltriamo nel bosco e ragginugiamo il capanno senza trovare nulla.
Data la tarda ora, decidiamo di passare qui la notte.

Al mattino ci svegliamo pronti a ripartire ma, per terra, troviamo una serie di buchi come quelli visti nella giungla. Così decidiamo di perlustrare ulteriormente la zona e di trascorrere lì un'altra notte.

Quando ci sembra di aver sprecato un altro giorno, all'albeggiare, un alito di vento squote le finestre. Ci affacciamo e vediamo una sagoma enorme stagliarsi all'orrizzonte. La mente subito corre all'India: è la stessa figura vista là.

Ci precipiatamo verso questa "cosa" ma, in men che non si dica, una sferzata di vento ci taglia la faccia e ci fa chiudere gli occhi... e poi più nulla. La figura è scomparsa e a noi non restano altro che dei fori sul terreno.

Decidiamo di fare ritorno a Londra e, durante il viaggio, cerchiamo di mettere in evidenza i fattori che accomunano le varie vicende.

Oltre a quelli già presi in considerazione, ne emerge uno nuovo: i militari.
Già... Qualcuno di loro sapeva sempre dove ci trovavamo e ci ha sempre raggiunti.
Hanno fatto sparire il villaggio... ci hanno riportati a casa dall'India... ci hanno raggiunto in Francia...
Sapevano sempre dove ci trovavamo ma non ci anno mai detto nè come nè perché.
Hanno sempre fatto domande ma non hanno mai dato risposte.

Sembra quasi che ci vogliano controllare o che abbinao qualcosa da nascondere.

Come se avessro la scatola col risultato del puzzle ma non volessero farcela vedere.
Chissà se possiamo fidarci di loro. Forse sono solo elugubrzione menteali ma, come diceva mi nonno, a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca!!!

martedì 18 novembre 2008

Informazioni

Non ci sono segreti per le persone del molo, la cosa è risaputa.
Ci sono uomini senza un briciolo di moralità, uomini che hanno scavato sulla pelle degli altri le loro conoscenze e il loro potere.
Jacob è uno si loro.
Antony vi ha guidato da lui, dicendo che vi avrebbe aiutato a capire di più sul mistero.
Mentre parlate con Jacob gli altri tre stanno cercano informazioni nel magazzino.
Jacob è un tizio ripugnate.
Grasso e sudato, se ne sta rintanato in una bettola che da sul fiume e si mantiene sfruttando il commercio illegale di schiavi e droga.
Qualcuno lo deve per forza coprire, pensate, è troppa la sua arroganza nei vostri confronti.
Lui sa di essere al sicuro qui, e forse anche fuori da qui.
La sua stanza è adibita a dormitorio, sala da pranzo e latrina.
La cosa vi disgusta.
Riuscite a scucirgli alcune informazioni sulla sua posizione, sui suoi rapporti con l'agenzia e sulla sua presunta importanza nel quartiere.
Al suo fianco i sei sgherri lo spalleggiano con baldanza.
Non osate neppure pensare a quale orrori quest'uomo sia abituato.
La vista della sua cena, che sapete essere composta in parte da resti umani vi da il voltastomaco.
Se solo poteste lo uccidereste qui, su du piedi, ma lui vi serve, le sue informazioni vi servono.
Metre parlate la porta si apre e vengono portati dentro tre corpi.
Uno è gravemente ferito ed è Faust!
Gli altri due riescono ancora a reggersi in piedi.
Hanno fatto un errore cercando di entrare qui non invitati, è l'hanno pagato.
Riuscite a fermare il sangue di Faust e finalmente trovate la forza di rigurgitare su quell'uomo tutto il vostro odio.
Mente uscite giurate dentro di voi che non finirà qui.

venerdì 14 novembre 2008

Anthony Stradivary, che strano individuo!

Paul Oldman
E' una giornata tranquilla all'hotel Queen.
Siamo tornati da poco dal nostro "involontario" giro per mezzo mondo e ci stiamo riprendendo dallo shock di ciò che abbiamo visto e vissuto.

Avremmo passato una giornata tranquilla e rilassante se, ad un certo punto, nella Hall dell'hotel non fosse apparso uno strano individuo.
E' sporco, coi vestiti lisi e lerci, e si muove lentamente nella hall in direzione della Reception.

"Buongiorno, stavo cercando il Sig. Paul Oldman. Mi hanno detto che lo avrei trovato qui" dice.
"Buongiorno" rispondo "Sono la persona che stava cercando. In cosa posso esserle utile?"
Il nuovo arrivato si presenta come Anthony Stradivary, un ex collega dell'agenzia. Dice che solo noi possiamo aiutarlo con il suo problema.

Sembra molto scosso, è trasandato, sporco e deperito.
Il suo look non si adatta al genhere di clientela dell'hotel Queen, per cui lo porto in un'ala laterale dell'hotel e gli chiedo qualche informazione in più.
Dal suo racconto, sembra che sia stato cacciato dall'agnzia per un qualche grave crimine che, però, non ha commesso.... o almeno non lo ha fatto volontariamente.

Devo scappare all'aganzia con William; nel frattempo chiedo ad alcuni colleghi di dare supporto al nuovo arrivando facendolo lavare, riposare e dandogli del cibo.
"Parleremo meglio al nostro ritorno SIg. Stradivary".

Nella nostra mente affiorano alcuni vecchi ricordi.
E' vero, un tempo c'era un collega, di nome Stradivary.
Mi sembra di ricordare che costui fu cacciato dall'agenzia per un crimine....
ah sì, per l'omicidio di un collega....
Però lui si professo sempre innocente.....
Forse è meglio riaprire qualche vecchio fascicolo di indagine su di lui.


Al nostro ritorno Anthony ci racconta con qualche dettaglio in più la sua vicenda: pare che fu davvero lui a sparare, ma lui è convinto di aver sparato a qualcun'altro... o, per meglio dire, a qualcos'altro.

E' una presona molto schiva e silenziosa. Vuole il nostro aiuto ma non fa nolto per venirci incontro, per far sì che nopi gli si possa credere.
L'unica cosa che ci accomuna è che, così a noi come a lui, è capitato di trovarsi in situazioni molto strane, assurde, quasi irreali.

Anche noi abbiamo incontrato uno strano figuro in Francia.
Vuoi vedere che le nostre vicende sono in qualche modo legate?

mercoledì 12 novembre 2008

Finalmente a casa

Dopo un tempo sembrato interminabile, dopo essere entrati in misteri che hanno sconvolto le nostre esistenze, finalmente torniamo a Londra.

Qui, nonostante tutto, mi sento a casa.
Anche se il mio cuore resta scozzese è qui che c'è la mia vita. Gli amici, i miei interessi... il mio lavoro.
Non c'è niente di più bello del tornare in un luogo caro e conosciuto dopo una lunga assenza.
Per di più qui potremmo dedicarci alle nostre ricerche e, soprattutto, potremmo chiarirci le idee su quanto accaduto.

Durante il viaggio di ritorno dalla Francia abbiamo avuto modo di concordare una versione comune dei fatti accaduti.
Diremo che la persona vista era il gemello del defunto.
Quindi niente resurrezione ma semplice scambio di persona.
Mi colpisce molto vedere come le strane esperienze che abbiamo condiviso ci abbiano reso un gruppo unito e affiatato.
Anche nel scegliere la versione dei fatti da riportare non c'è voluto molto tempo, ci siamo trovati tutti d'accordo.
...

Come prima cosa passiamo al quartier generale e facciamo rapporto su quanto scoperto in Francia.
E qui iniziano le sorprese... Non dovevamo essere noi ad indagare. L'agenzia aveva incaricato un altro gruppo per investigare sul caso della presunta risurrezione...
Non solo... tutti sapevano che eravamo in India... tutti tranne noi!!!
E perché eravamo in India??? Chi ci ha mandato o portato???
Facendo finta di nulla, terminiano il nostro rapporto e ci trasferiamo al Queen per rilassarci un pò e scambiare 4 chiacchere.

Così ci ritroviamo a porci le stesse, annose domande.
Tutte possono essere riassunte in due: Che senso hanno le cose successe e perché sembrano tutte collegate tra loro.
Il senso non è facile trovarlo e, soprattutto, non è facile dare una spiegazione razionale a quanto accaduto.
Dai fantasmi ai viaggi temporali, dalle incisioni identiche trovate a migliaia di miglia di distanza alle strane coincidenze... troppi misteri ci circondano.
E più ci penso più trovo fatti che sono qualcosa di più di quello che sembrano... anche il fatto che non dovevamo essere noi ad indagare sul villaggio francese ma lla fine siamo stati noi a farlo... non può essere una semplice coincidenza...

Anche le cose più "normali" sembrano nascondere un non so che di innaturale, di losco.
Più analizzo i fatti e più mi sembra di essere entrato in una spirale occulta ed esoterica che, attraverso fatti ed eventi del tutto incopmrensibili e al di fuori del nostro controllo, ci sta portando verso un luogo sconosciuto.

Ed è in mezzo a tutti questi dubbi e pensieri che appare Antony Stradivary!

Ritorno alla luce

Un tintinnio metallico... "sveglia"... lo sono già...
Ormai da più di un anno dormo solo poche ora a notte, da quando è successo non ho chiuso occhio per giorni e ancora adesso fatico a trovare conforto nell'abbraccio della notte...
la serratura scatta...
sono venuti a prendermi...
un pallida luce filtra dalla porta, e una figura si staglia all'ingresso... "andiamo è ora"
Mi alzo infilo la camicia e le scarpe e mi dirigo verso i miei aguzzini...
ai polsi un paio di ferri arrugginiti che hanno segnato decine di polsi prima dei miei.
Vengo portato via come un criminale della peggior specie;
mi ridanno i mie abiti, li indosso
mi ridanno la cipolla, la prendo
mi ridanno le mie lettere...
"E' ora dobbiamo andare"
... li seguo attraverso tutto il lungo corridoi a fianco dei miei ospiti, verso un luce esterna,percorro il miglio, l'ultimo miglio, il miglio percorso da tanti di noi... l'ultimo miglio... poi mi fermo, mi chiamano"ragazzo, si proprio tu..." lo guardo.... è lui, mi aveva detto che non sarebbe venuto, non gli piacciono gli addii aveva detto, ma poi è venuto, non dice nulla... non dico nulla.
Mi sorride, ricambio...
allunga una mano e mi passa un pacchetto, lo prendo.
Lo guardo, osservo quell'uomo, "è quello che pensi... sembra dirmi!"
Mi allontano con i miei ospiti continuando ad osservarlo, mi allontano verso la luce, quella dannata luce, quella che non ho potuto vedere per lungo tempo...
sono quasi sulla soglia, mi fermo ma non mi volto più.
Inutile, so che non c'è più.
"Andiamo" mi liberano i polsi, mi fanno uscire e la porta si chiude alle mie spalle...
Un tiepido sole del mattino mi abbaglia, l'aria è fresca, sfilo dalla tasca il pacchetto, lo apro, si era proprio quello che pensavo.
Un mazzo di carte.
Troppo bello per non essere di qualità, troppo logoro per non essere mai stato usato...
carte che ho imparato ad usare li dentro, carte che a detta di quell'uomo mi saranno utili...
Per questo me le avrà date?
Le mie dita riconoscono le sottili forme amiche e prendono a mescolarle...
Sono tornato.

lunedì 3 novembre 2008

Riflessioni a posteriori

Paul Oldman
I pensieri si affollano nella mente...
Le troppe cose viste in pochi giorni, le troppe cose strane che ci sono successe, le strane analogie tra 2 vicende e due mondi totalmente distinti tra loro ci fanno riflettere.

Che strano villaggio che abbiamo visitato...
C'è qualcosa di macabro, di strano, di soprannaturale, di analogo a quanto visto in Inghilterra in questo villaggio.

Sono ancora scioccato da quello che ho visto in queste settimane: prima un villaggio inglese con gente che appare e scompare di notte, poi delle strane iscirzioni,il viaggio in India - chissà come ci siamo arrivati - e poi questo villaggio francese.

Le iscrizioni trovate sia in Inghilterra che il Francia sono troppo simili.... uguali direi... chi può averle fatte ... o cosa può averle fatte.

Forse c'è una qualche forza soprannaturale, un fluido incorporeo ed impalpabile che lega tutte queste vicende ....
Non posso, non voglio credere che la scienza non sia in grado di spiegare tutto questo ... la magia e la stragoneria sono cose d'altri tempi... da medioevo.


Tutti questi pensieri si affollano nella mia mente.
L'idea che i due eventi siano collegati tra loro da qualche forza soprannaturale mi assilla i pensieri.

Cosa erano quei rumori metallici sentiti in India? Chi li emetteva? Come cavolo ci siamo arrivati in India..... e come cavolo facevano i militari a sapere che eravamo la?

A troppe domande le nostre menti stanno cercando di dare risposta.
Forse un periodo di riposo, di riflessione e di studio a Londra ci permetterà di dipanare le varie matasse di pensieri, di sgrovigliare i fili delle nostre menti, di far luce su un mondo reale che sembra avere qualcosa che non va!