mercoledì 29 dicembre 2010

Due anime

Sommità di un palazzo, Altrove

"Richard, a cosa pensi?"
"Penso a Antony"
Richard si volta verso l'uomo con gli occhi azzurri.
"Mi ha detto Arrivederci... come se avesse capito qualcosa."
L'uomo alto si avvicina a Richard e assieme guardano giù dal palazzo.
"Quando ti sei sparato, per andare oltre, io credevo che non saresti mai tornato indietro.
Invece ce l'hai fatta, anche se hai portato con te quella cosa.
Credo che tu abbia fatto tutto quello che era in tuo potere per salvarli, per indirizzarli...
Hai voluto loro bene, come fossero dei figli, e adesso sarai riconpensato da loro, anche se non lo sanno."
Richard, attraverso le nebbie di Altrove, guarda il gruppo che parla con l'altro se.
"Era un piano rischioso il tuo Richard, ma hai visto giusto."
Richard guarda l'uomo alto.
"Sai, appena sono tornato, ci sono stati molti momenti in cui il mostro ha combattuto per prendersi il mio corpo, a volte ho resistito, a volte no, ma alla fine ho fallito e lui si è liberato.
"Dovevi farlo, era l'unico modo per salvare il mondo da Arold."
"Lo so, lo specchio mi aveva mostrato il futuro.
Avevo visto la cura che distruggeva il mondo, ma che nello stesso modo lo salvava.
I figli della cura potevano resitere alla malattia che Arold avrebbe diffuso, come piano B."
"Ma tu non potevi sviluppare la cura, nessuno ne era in grado."
"Ma il mostro si - sorride Richard - lui aveva le conoscenze e la rabbia per debellare il mondo, e cercando di farlo, di salvarlo."
Richard si sporge dal parappetto e guarda giù.
"Non so cosa fare, se salto, quando il mostro sarà morto tornero nel mio corpo?"
"Lo farai."
"Ho paura, paura di non essere più all'altezza dell'agenzia."
L'uomo alto mette una mano sulla spalla di Barker.
"Perchè non lo hai detto loro?"
"Perchè se avessi detto che mi serviva il corpo, forse avrebbero fatto un piano per limitare i danni, e magari il mostro sarebbe fuggito."
"Ma così facendo rischi di non tornare."
"Non mi importa - Barker mette la sua mano su quella dell'uomo - il mondo è più importante di me, della mi vita."
"Richard, sei un uomo buono, forse 140 anni fa mi sono sbagliato su di te."
"Hai fatto quello che dovevi, io avevo fallito."
"Ma hai trovato un modo per salvare il mondo lo stesso."
"Grazie - Barker sorride - di avermi dato una seconda possibilità."

domenica 19 dicembre 2010

Il luogo

Di fronte a noi Barker, il solo, il vero, l'autentico Barker, l'altro? solo una copia, un costrutto, un corpo vuoto occupato da un essere che abitava la città grigia e che ora è libero nel nostro mondo; "nostro mondo" suona strana come espressione;
un essere il cui solo scopo è annientare tutto, e come se non bastasse ha le sembianze di uno degli industriali più potenti al mondo, ed a capo della più grande industria farmaceutica mondiale...

Barcker risponde alle nostre domande, alla capacità che l'orologio da al suo portatore di condividere con altri la trascendibilità del tempo senza esserne più influenzati, del fatto che l'orologio permetta al tempo stesso di esistere e di trascorrere; e non semplicemente di influenzarne lo scorrere. Dell'uomo con la bombetta, un dio forse, un'essere al di sopra di tutti che dispensa consigli a chi non conosce la risposta. Di Arcer che è uno uomo buono, un ex poliziotto, che fa quello che fa solo perché spinto con leva giusta. Di Barker, l'altro Barker; quello per 140 anni ha tentato in tutti i modi di farci sparire, mandandoci in luoghi in cui nessuno è mai tornato; tranne noi. Di Arold Jhons; l'altro Arold Jhons, quello vero, ma che questa volta se pur vero è quello "cattivo".

Poi solo una via ci è concessa per uscire da questo limbo che unisce l'inferno della dannazione dall'inferno quotidiano, solo un salo nel vuoto ci permette di tornare. Saltiamo (...).

E ritorniamo a NY, nella nostra casa; quella che Barker ci ha dato, quel luogo dove comunque può controllarci. Ora sta a noi decidere cosa fare e quello che facciamo e cercare la leva che permette a Barcker di muovere Arcer e, la troviamo; sua figlia, malata di un male incurabile, se non con un trapianto, alla spina dorsale. Forse ora un vantaggio su Barker lo abbiamo, se solo riuscissimo a impugnare noi la leva che muove Arcer.

Partiamo, per Parigi, per l'ultimo indirizzo conosciuto di Arcer, per salvare sua figlia, per guadagnare metri su Barker. Per scoprire poi, dall'uomo con la bombetta, che Barker sa già tutto, tutto quello che vogliamo fare Barker lo sa. Noi NO, ma lui sa già le nostre mosse; lui sa che siamo a Parigi, lui sa che l'uomo con la bombetta ci sta dicendo tutto, lui sa già cosa fare e infatti fuori dalla casa ci attende un macchina, un uomo che ci fa tornare da Barker a NY.

Seduti al tavolo, scherziamo; e Arcer spara.
A caso, senza guardare, ma ci spara. L'atmosfera è tesa, Barker non è più un benevolo magnate che ci esorta a trovare la cura, c'è l'ha già, non gli serve, non gli serve che noi la troviamo, gli serviamo noi, per altri scopi.
Arcer è teso e non ha più voglia nemmeno lui di scherzare, beve.
Barker ci chiede solo una cosa, creare un luogo dove i poteri funzionino, ma il tempo non influisca. Un luogo in questo mondo, nel "nostro mondo" dove il tempo non fluisca e non interferisca con i suoi piani; un luogo dove possa usare i suoi poteri per i suoi scopi. Un luogo che deve essere pronto entro due giorni, quando alla fine Theodor verrà al mondo.


venerdì 10 dicembre 2010

L'ascesa

Dopo esserci riposati per recuperare le forze dopo gli ultimi scontri, decidiamo di farci accompagnare da Boris e gli altri al palazzo dove, secondo quanto ci hanno detto, i nostri poteri funzionano.

Arriviamo di fronte a quella che è una struttura imponente e, dopo alcuni istanti, lo riconosciamo: è l' Emipre State Building.
I soldati ci hanno dellto che fino al 68° piano ci sono strane creature, ostili e immuni alle armi da fuoco e che la zona dove i potrei funzionano è in cima all'edificio: piano 98 è lì la nostra meta.

Appena davanti all'ingresso le porte a vetro si aprono ed entriamo. Una rapida occhiata e notiamo che Boris e gli altri sono spariti, o meglio non sono nemmeno entrati. Poco importa.

Andiamo verso l'ascensore ma scopriamo che non funziona sembra proprio che manchi corrente all'ascensore. Olte a questo manca completamente l'illuminazione. Però nel palazzo c'è la corrente... le porte funzionano.
Così decidiamo di recarci negli scantinati dove dovrebbero esserci i quadri elettrici.
Effettivamente è così.
Alcuni sono integri ma quello di luci e ascensori sono mezze distrutti ed è rimasto solo un groviglio di cavi.

William con abilità e pazienza ripreistina quasi tutti i collegamenti. Da tensione al quadro genreale e, oltre a qualche piccolo scoppio da cortocircuito, si riaccendono le luci e gli ascensori riprendono a funzionare.

Pigiamo la chiamata dell'ascensore con la soddisfazione di chi ha compiuto l'impresa. Le porte si aprono e, all'interno dell'ascensore c'è una strana figura. Alcuni di noi sono presi dal panico e fuggono o si raggolmitolano piangendo, gli altri capiscono che è un manichino e lo distruggono.
Calmimamo gli altri e saliamo diretti al 68° paino. Al 5° l'ascensore si ferma... appena il tempo di scendere e questo precipita coi cavi troncati.
Iniziamo la salita a piedi. Ad ogni piano troviamo dei fantocci e, ogni volta, alcuni di noi vengono presi da attacchi di panico alla loro vista.

Jimbo ha un'illuminazuine, Si ricorda di aver visto un interruttore con scritto "allarmi". Scende e lo disattiva e i fantocci diventano innoqui. Nel frattempo gli altri si misurano con un ragno gigante e hanno la meglio.

Non c'è un attimo di sosta. Il gruppo riprende spedito la salita verso la cima del palazzo. Attraversano tutti i piani. A un certo punto si alternano in rapida successione piani con un clima tropicale o desertico che fiacca ulteriormente il gruppo.

Però, finalemnte, arrivano al 68° piano. Qui si trovano di fronte ad una porta col metal detector e, per passare, devono lasciare tutti gli oggetti di metallo orologio compreso.
Come se non bastasse alla loro spalle appare uno strano mostro con testa da ragno e corpo da 1000 piedi. Comincia una lotta anche se le armni da fuoco hanno il solo risultato di tenere il mostro a distanza. Con molta fatica e con parecchi lividi riusciamo a passare sfondando la porta a vetri e ci precipitiamo dentro l'ascensore che ci dovrebbe portare all'utimo piano. L'ultimo rumore prima di iniziare la salita è quello del mostro che cozza sulle porte metalliche dell'ascensore.

I piani passano in rapida successione. Jimbo decide di scendere al 95° ma nè lui nè noi abbiamo intoppi.
Ci troviamo all'ultimo piano ansiosi di riassaporare il gusto dei nostri poteri ma non succede nulla.
Ci guardiamo attorno e c'è una porta la apriamo e troviamo una vecchia conoscenza seduta, gambe a penzoloni, sul cornicione del palazzo.

giovedì 9 dicembre 2010

Il palazzo


Boris osserva il gruppo entrare nel palazzo e tira un sospiro di sollievo.
E' finita.
Si volta e con gli altri si allontana.
Mentre cammina nella città Boris si mette a parlare con il suo secondo:
"Pensavo sarebbe finita male, avevo sentore che avessero fiutato qualcosa."
"Meglio, alla fine non abbiamo fatto loro del male."
"Si lo so, ma lui ci aveva detto di non avvisarli che sopra il palazzo li stava aspettando e temevo capissero che c'era qualcosa che non andava."
Camminano per alcuni minuti poi un movimento attira lo loro attenzione.
Si voltano verso l'immagine fugace.
Un istante.
Lui è davanti a loro.
Avete selto con chi stare vedo...
"Chi sei, come puoi parlare nello nostre menti?"
Mi dispiace per voi.
Provano a sparare, le pallottole non servono a nulla.
Un attimo e sono tutti a terra, in un bagno di sangue.
Nell'istante prima di morire il secondo pensa alla donna che non rivedrà mai più.

giovedì 2 dicembre 2010

Notte

Il gruppo dorme.
Boris si avvicina al suo secondo.
"Sono loro vero?"
"Si."
"Li ho riconosciuti appena li ho visti apparire, non sembrano cambiati vero?"
"Per niente, nonostante i cento e più anni che sono passati dall'altra parte."
"E gli altri che girano con loro?"
"Non lo so, saranno nuovi amici."
I due si accendono una sigaretta.
"Alla fine sono arrivati."
"Meno male - dice il secondo - mi stavo stancando di stare qui."
"L'altra volta hanno aiutato il nostro capo. Ma le cose sono cambiate adesso."
Due tiri nella notte.
"Pensi di portarli domani?"
Boris ride.
"Si, bhe, quello che dovrebbe essere domani."
"Bhe, fai in fretta, me ne voglio tornare a casa."
"Ti ha detto che ti riporterà da lei?"
"Me lo ha promesso. Altrimenti non l'avrei mai fatto 'sto lavoro."
Silenzio e fumo
"A te, Boris, cosa ha promesso?"
"Come mai questa domanda dopo così tanto tempo insieme?"
"Curiosità, visto che la cosa sta per finire."
"Mi ha promesso che sarei rimasto giovane."
Il secondo spegne la sigaretta sotto lo stivale.
"Bhe, vieni a trovarmi ogni tanto anche se io sarò vecchio."
"Contaci, sempre che si torni nello stesso tempo."
Boris butta la sigaretta e si siede con il fucile in grembo.

Un'altra città

Barker contatta il gruppo: Aiko è scomparsa.
Iniza l'investigazione ma i metodi classici non portano a niente.
Uno di loro ha un idea.
Perchè non cercare quelle notizie a cui nessuno crede, come sparizioni misteriose, e vedere se c'è qualche collegamento con la vicenda di Aiko?
Dopo alcune ricerche su veri mezzi di comunicazione scoprono che una casa è teatro di strane sparizioni.
Prima sono scomparsi i gatti, poi un gruppo di ragazzi.
Tutti i testimoni dicono che al crepuscolo li sentivano ancora parlare come se fossero "vicini" ma non potevano vederli.
La donna che curava i gatti racconta che "li sento miagolare a volte alla sera, ma non riesco a vederli."
Si recano alla casa.
Mentre sono li John si accorge che qualcuno li sta tenendo d'occhio.
Su una macchina tre uomini con abiti anonimi li stanno fotografando.
Fanno per parlare con loro ma i tre scappano.
Cala la sera e di colpo la città diventa silenziosa.
Dove siamo finiti? si domandano.
Fanno per entare nella casa ma qualcosa li attacca.
Un mostro che sembra composto da pezzi di diversi gatti di dimensioni enormi.
Proprio mentre sembra che il mostro stia per uccidere uno di loro una raffica di colpi lo fredda.
Un gruppo di uomini li ha aiutati...
"Come fate anche voi a..."
Il capo del commando li zittisce e chiede di essere seguito.
Si mettono al riparo e l'uomo dice loro di chiamarsi Boris.
Dice di venire dalla Russia e che è qui da molto tempo.
Sembra che dove sono il tempo scorra con un ritmo diverso, a volte veloce a volte lento.
Sembra un riflesso della città che c'è da un altra parta.
Cambia col tempo ma è sempre vuota.
A volte appaiono delle creature ma fanno tutti una brutta fine.
Il gruppo è il primo a sopravvivere.
"Non siete normali vero?" chiede Boris.
Risposte evasive.
Boris dice che lui non è normale.
Ma dove sono le capacità non funzionano.
Mentre parlano Jimbo nota un gruppo di mostri a forma di lumaca che si avvicina.
Lui sa che quei mostri sono attirati dal suo orologio e si allontana per salvare la pelle agli altri.
Scontro a fuoco per permettere a Jimbo di scappare.
Jimbo semina le lumache sopravvissute e torna dagli altri.
Boris dice che non c'è modo per andarsene...
... però c'è una zona della città in cui i poteri funzionano.
Il gruppo decide di recarsi la.

martedì 30 novembre 2010

Flussi di parole (frammenti di PbF)

La sala riunioni è silenziosa.
Gli uffuci attorno a voi sono vuoti e le piccole luci al neon di sucurezza vi attirano con i loro aloni blu.
Il ronzare dei gruppi di continuità disturba i vostri ragionamenti.
Qualcuno o qualcosa che stava nella tomba ha preso la cura...
...o forse ne è la fonte?

"E se l'Arold della tomba fosse l'origiale e non il cotrutto e se lui avesse assunto la cura per primo? 70 anni fa?"

E se davvero chi stava nella tomba fosse la fonte della cura? alla fine se nella bara ci fosse stato
Arold Jhons, il nostro Arold Jhons? lui non invecchi; non ha un decadimento strutturale e da notare che nelle sue vene scorre il mio sangue, intento in tutte le sue vene; non poche gocce come ho dato a voi, tutto il suo sangue è il mio, e lui non deperisce, se fosse successo qualcosa combinando le due potenzialità?

Sarebbe da controllare chi c'era nella tomba nel 1863... come tornare?

non possiamo tornare... almeno non nel 1863.. non possiamo essere 2 volte nello stesso tempo... dovremmo andarci prima che il corpo fosse preso.. e non sappiamo quando e chi lo ha preso..

..."Non venire a fare la morale; so benissimo che non possiamo star nello stesso tempo due volte ma quello che non capisco è che ad un certo punto dal 1863 siamo stati portati nel 1995, e poi da li vi ricordate di essere tutti morti tranne io e Arold... a me sembra una cosa strana...
e dopo aver lasciato il 1863 da quel giorno non siamo mai tornati; e da li in avanti non commetteremmo nessun paradosso tornando da dopo quella data". ...

Poi il fatto che io e Arold non ci ricordiamo di essere morti vorrà pur dire qualcosa.....

"Ma il 'nostro' Arold non è emofiliaco cioà l'opposto di quello che dovrebbe essere la cura???

Ci sono delle cose su Arold, e non solo, che non mi tornano:

1- quando l'abbiamo seppellito il tempo si è sminchiato
2- dopo che è stato 'riempito' dal sangue di Antonhy ha continuato ad essere emofiliaco
3- se il 'nostro' Arold è il costrutto come fa ad avere il suo potere?

4- quello che supponiamo essere il costrutto di Barker nel 1863 non aveva nessun potere, anzi...
5- dato che anche Elisabeth è stata 'riempita' dal sangue di Antonhy mel 1863 perchè hanno bisogno dela cura oogi e perché Teodor non è nato? Che fine ha fatto il sangue usato nel 1863?"
6- perchè distruggere le nanomacchine
7- e se analizzassimo il sangue di Arold?

E se tornassimo prima del 1863, prima che nascessimo e cercassimo di trovare l'Arold jones che ha costruio la casa e fondato l'agenzia?
Teoricamente non dovremmo creare nessun paradosso e, magari potremmo scoprire qualcosa.

Comunque io sarei per far entrare Faust nei sogni di Aiko.

William mette sul tavolo tutte le sue domande.
Dubbi, supposizioni e verità si intrecciano perse nelle vostre memorie e in ricordi che non possono convivere.
Essere nati, poi rinati e poi adesso.
Qualcuno direbbe che il tempo è ciclico.
Tutto torna al punto di partenza.
Di nuovo un punto morto.

"Cof-cof" un colpo di tosse come a dire posso
Vi voltate e sulla porta socciusa nel buio c'è Arcer.
"E si - sorride - l'avete fatta ben incazzare!"
Butta sul tavolo un sacchetto di carta unto.
"Hamburgher. Ne volete?"
Ne prende uno e lo morde.
"Mi ha appena chiamato e mi ha detto della vostra scenetta delle braccia che guariscono.
Non che io abbia qualcosa contro il fatto che giriate col pisello fuori, ma sapete la gente poi iniza a chiedesi se altri girino nudi.
Se mi capite...
Lei è una donna normale, non ha poteri ne credo sappia che tempo fa c'è stata una svendita di tutine da supereroe.
Quindi per favore tenete un profilo più basso."
Si avvicina a parla sottovoce guardandosi in giro con faccia sospetta.
"Se qualcuno sapesse che lui - indica Antony - è un porcellino pieno di monete d'oro, bhe, forse non sarebbe così al sicuro."
Poi si riappoggia allo schienale della sedia e ride.

non è questione di morale, ma noi nel 95 siamo morti e voi no.. e visto che l'orologio ha avuto ordine di portarci a casa, non è che tu e arold site finiti lá.. non possiamo muoverci a caso nel tempo..

per rispondere alle domande di william non credo che arold sia la cura, ma le analisi si possono fare..

io continuo a non credere che dentro alla tomba ci fosse proprio arold.. credo che ci fosse la vera fonte.. arold il costrutto non invecchia perchè è un costrutto..

caro arcer non posso che darti ragione.. i miei compagni si sono ritrovati con le spalle al muro.. e la saccenza di quella donna li ha costretti a fare quella cosa..

Puuff... sbuffo con fare infastidito da questa presenza scomoda....

"nel 1863 Elisabeth non ha ricevuto il sangue di nessuno; nessuna trasfusione; nessuna guarigione; uno sconosciuto a cavallo si è allontanato dalla casa dove era custodita Elisabeth, portando con se tutti il sangue delle 5 fiale che era stato dato a Barcker".

Detto questo tolgo dalla tasca un mazzo di carte, mi siedo vicino ad Arcer, inizio a mescolarle...

"pescane tre".

Arcer sceglie le carte.
le mette in fila.
Antony le gira.
"L'Eremita! Nel tuo passato hai cercato qualcosa di importante per te, qualcosa che vale come la verità
Il Bagatto! Da solo ha il siginificato di un uomo che con le sue capacità è in grado di raggiungere quello che vuole e in questo caso, Arcer, nel tuo presente è possibile, ma in abbinato con l'eremita può significare che la tua ricerca non è ancora conclusa.
Il Diavolo.... da solo è colui che fa quello che vuole, per cui il bene e il male non hanno senso... in abbinato con gli altri potrebbe significare che la tua ricerca finirà quando prenderai seriamente in consideraizione, nel bene o nel male, che la tua cerca finirà con un uomo che è in bilico tra il bene e il male."
Nella stanza cala il silenzio.
I tre espongono la loro idea poi Arcer ti guarda.
I suoi occhi sono lucidi, ma lo nasconde bene.
Poi si riprende un attimo e si volta verso William.
"William, william.
Barker ha 140 anni, credi che per quanti sforzi voi facciate non abbia già pianificato qualcosa di più complesso?
Comuque fate come preferite, mostrate pure le zanne, ma sappiate che poi ne dovrete reggere le conseguenze."
Poi sorride
"O vuoi solo parlare gentilmente?"

"Quando dico che dobbiamo fare chiarezza con Barker non intendo in modo 'violento' o prepotente e spero che le mie parole non siano sembrate una minaccia perché, ti assicuro, che non lo era.
E questo non per paura della morte, che è la fine naturale delle cose, ma perché se abbiamo scelto di collaborare e aiutare Barker lo dobbiam ofare in modo pacifico anche se, a volte, ci nasconde la vertità e mantiene segreti i suoi veri scopi.

Diciamo che mi piacerebbe arrivare a saperne di più sui progetti di Barker anche perché sarebbe forse più facile fidarmi di lui e lavorerei meglio."

"Progetti, fiducia...
Bah, come preferite."
Si alza.
"Io ho da fare, vi consiglio di andare a riposare."
Apre la porta a vetri poi si ferma un attimo e si gira verso Faust.
Mette l'indice e il medio uno su ogni occhio e poi li punta vero si lui.
"All'occhio amico, non vorrei dovere fare cose di cui, poi, non mi pentirei."
Poi se ne va.

Dopo che Arcer esce:

"Io sarei dell'idea di parlare con Barcker e, magari con l'aiuto di Joseph, fargli qualche domanda per vedere quanto ci dice, cosa lo mette a disagio, in imbarazzo, se riusciamo a sorprenderlo o a farlo incazzare... insomma potremmo non ricavarne nulla e buttar via qualche ora, oppure potremmo avere qualche indizio sulle sue intenzioni anche se non le palesa.

Poi, se Faust vuole, potrebbe entrare nei sogni di Aiko. Non so se quello che ha detto Arcer uscendo l'ha detto perchè pensa che cercheremo di entrare nei suoi sogni o per altri motivi."

Se l'ora è molto tarda, non possiamo conttare barcker e siamo stanchi direi di andare a dormire, altrimenti agiamo.

Immagino che un buon sonno ristoratore ci faccia bene...

far passare 8 ore non credo comporti grossi rischi...

almeno penso.

sabato 27 novembre 2010

Speranze e fumo

Una grande casa piena di gente è quello che le manca.
Adesso che sta seduta sul suo divano e osserva la città se ne rende conto.
Ha dedicato i suoi anni migliori a cercare una cura che forse non esisterà mai.
L'uomo nell'auto le ha svelato un segreto e Aiko non sa se accettarlo o no.
Adesso che può fare?
Fingere di non sapere?
Sorridere ogni volta che vede Richarda sapendo però già che nulla di ciò che le ha promesso sarà mai vero?
Cerca di trattenre le lacrime.
Harry, questo il nome dell'uomo nell'auto, le ha detto una cosa che lei non voleva sentire.
Mentre Harry parlava le speranze di Aiko andavano in pezzi.
I suoi sogni, i suoi studi, al sua vita...
... spazzatura.
Come il fumo delle sigarette di Harry la sua speranza volava fuori dal finestrino dell'auto.
Adesso Aiko sieda da sola indecisa sul da fare.
Domani arriverà troppo presto per lei.
Lei che col sole non avrà una risposta alle sue domande.
Sentire che la tua vita l'hai buttata nel cesso non è proprio la cosa che ti faccia più bene al mondo.
Vorrebbe dirsi che Harry le ha mentito, ma sa che non è così.
Aiko guarda la città e le lacrime le rigano il viso.

lunedì 22 novembre 2010

L'uomo nell'auto

Aiko esce dall'ospedale.
Dentro di lei la rabbia le brucia.
Ha seguito questi tizi che Barker le ha descritto come gente in gamba ed è finita in una sala da analisi a farse prendere in giro.
La cosa non le piace per niente.
Ma con chi credono di avere a che fare...
Apre il cellulare.
Compone un numero.
"Aiko Tanaka matricola 345 567"
Il telefono ronza e poi una voce le risponde.
"Vi mando un campione di sangue voglio le analisi dettagliate entro domani mattina."
Chiude il telefono con rabbia senza attendere la risposta.
Sale in macchina.
L'autista le chiede:
"Dove la porto dottoressa."
"Portami a casa."
La macchina scorre lenta nel traffico di New York.
I semafori si spengono e accendono con intermittenza ipnotica.
Aiko guarda fuori dal finestrino.
Le persone hanno sguardi lontani e persi.
Ognuno pensa a se in questo mondo.
Nessuno che lo voglia curare.
Il proprio piccolo orticello...
Che cavolo è questo odore.
Aiko si gira e sul sedile di fronte a lei c'è seduto un uomo che fuma.
"Buongiono dottoressa Tanaka."
Aiko cerca di urlare ma la voce le si strozza in gola.
Tutto scorre con un ritmo ovattato come il se tempo avesse rallentato.
"Io e lei dobbiamo parlarlare"

Scienziati, parole e un occhio di vetro



Alla fine si è deciso di parlare con uno dei ricercatori che lavorano sulla cura.
Così per conoscerlo e per capire dove si fanno gli esami.
Di fatto arriva il capo del progetto la dottoressa Aiko Tanaka.
All'incontro vanno William, Antony e Joseph.
Lei sa il fatto suo e noi di chimica ne sappiamo meno di zero. Ma non sappiamo quanto possiamo esporci e parlare di cose soprannaturali. Sa di noi? Sa delle nostre capacità? Ha coscienza che esiste qualcosa di più nel mondo?
Alla fine siamo costretti a darle una prova pratica.
E si decide dopo tanti politicismi di andare a fare le analisi al sangue di Antony.
Gli scienziati trovano il sangue del tutto normale. Nulla di particola che lo possa rendere speciale.
Alla fine lei crede che la prendiamo in giro e noi otteniamo quello che cercavamo. Ma io non so quanto possa essere utile per ora.
Ma alcune cose le apprendiamo. Qualche discrepanza. Mentre il nostro vecchio e nuovo capo ci ha detto che lui lavora sulla cura da trentanni, la dottoressa ci ha riferito che la Spiral s.p.a ci sta lavorando da settant'anni. Qualcosa non va poiché l'unico a conoscenza della cura era proprio Barker. Ma che lui non ci dicesse nulla non è una novità.
E scopriamo un'altra cosa: il sangue da cui sono partiti non sembra avere le stesse caratteristiche di quello di Antony. Non perde le sue capacità dopo meno di cinque minuti e agli esami risulta diverso.
Sta di fatto che noi usciamo dal centro ricerche con il fascicolo delle ricerche e con un campione della cura.
Non che possiamo farci qualcosa.
Intanto nel mondo accadono cose strane. Al notiziario sentiamo che ci sono state tre enormi esplosioni misteriose. Una nella steppa siberiana, una in Africa e l'ultima in Nevada. Proprio dove c'era il bunker con la marea nera. E proprio oggi Arcer era in "missione".
La scienza non è la strada per noi. Non siamo scienziati.
Le parole non portano alla soluzione. Siamo uomini pratici.
La strada, come ci ha detto Barker, è una via "non convenzionale".
Sappiamo cose che altri uomini non riuscirebbero nemmeno a immaginare e a comprendere.
Gli esseri umani normali, e qualche volta anche noi, non pensano quadrimensionalmente.
Mentre rifletto nella sala riunioni con gli altri prendo in mano l'occhio di vetro che abbiamo trovato nella tomba di Arold.
E penso come possa essere caduto dal suo possessore.
Ad un tratto un lampo. E se fosse caduto come ci sono cadute a noi le otturazioni nei nostri ricordi del futuro. Quando da militari ci avevano somministrato la cura?
E se chi avesse preso quello che c'era dentro la tomba di Arold avesse preso la cura da poco? E se dentro la tomba di Arold ci fosse stata la cura?
In un telefilm di ieri sera c'era uno che diceva che ogni giorno loro trovano cento risposte, ma avranno sempre centouno domande.
Beh, anche noi di domande ne abbiamo centouno, ma di risposte non ne abbiamo neanche una.

sabato 20 novembre 2010

Il progetto

Il telefono suona per tre volte poi rimane in silenzio.
Aiko lo sente e lascia il laptop aperto e va verso la sala da pranzo.
Il cellulare la aspetta sul tavolino di vetro.
Il rumore dello scorrimento dello slide e il click successivo contrastano con il silenzio dell'enorme attico.
"Numero privato" la scritta che campeggia sul display la lascia interdetta.
Compone un numero.
Una voce metallica risponde dall'altra parte.
Aiko dice il suo nome e il suo numero di matricola all'apparecchio elettrico e una risposta la avvisa di attendere in linea.
"Dott. Tanaka cosa possiamo fare per lei?"
"Passatemi Richard."
"Inoltro subito la chiamata."
Mentre il cellulare rimane silenzioso Aiko scruta l'attico.
Enorme e vuoto.
Uno spazio così grande potrebbe ospitare una famiglia felice e rumorosa.
Uno stuolo di marmocchi che saltano sui divani da 30000 dollari o che giocano con le maniglie degli antichi armadi giapponesi.
Una famiglia...
Quella che non ha mai potuto avere per colpa del suo lavoro.
Il lavoro che le ha rubato tutto il suo tempo, ma che forse le potrà ridare quello che la natura le ha tolto...
"Aiko?" la voce di Barker
"Richard. E' successo quello che aspettavamo."
"Quando?"
"Adesso. Mi hanno chiamato per la terza volta."
"Fai quello che devi."
"Ok, puoi chiamare tu Philippe?"
"Ci penso io."
Un attimo di silenzio
"Aiko - sempre la voce di Barker - dovresti passare dagli uomini di cui ti ho parlato la settimana scorsa."
"Per cosa?"
"Vogliono sapere sel progetto."
"E tu hai acconsentito?"
"E' gente che può darci una mano, la base della cura viene da uno di loro!"
"Ah - Aiko è stupita - deve essere davvero uno in gamba..."
"E' un discorso diverso, parla con loro."
"Ok, a presto."
Aiko chiude il telefono e torna al laptop.
Strano non mi ricordavo di averlo chiuso.
Nella casa torna il silenzio.

mercoledì 17 novembre 2010

Barcker.... ancora lui

Dopo tutto il casino che è successo, la perdita dei poteri e il loro recupero, la sepoltura di Arold e il suo ritorno tra noi, la scoperta di avere ricordi del 1863 e di tutte le epoche in cui abbiamo vissuto ci ritroviamo acnora alle dipendenza di Barcker.

Già lui, sempre lui una delle costanti della nostra vita, una di quelle che dovremmo e vorremmo eliminare.

Diciamo che non avevamo scelta. O lavoravamo per noi o Antony finiva in carcere.

Quello che ci chiede è di aiutarlo a trovaere la cura. Per fare questo ci da 10 piani di un palazzo in centro a NY, carta di credito praticamente illimitata e tutto quello che ci serva.

Il giorno dopo aver accettato, ci invita ad una cena di gala. Ci fa conoscere un pò di pezzi grossi e gnocclone al seguito e, proprio quando la serata stava finendo, irrompono 14 tizi armati che rapinano i presenti e se ne vanno con 2 ostaggi: una donna e, naturalmente, Barcker.

Tentiamo di fermarli bloccando l'ascensore e chiamiamo le forze dell'ordine. Rimane il cadavere della donna e una strana fuga.

La cosa ci puzza subito di messa in scena. Cerchiamo di fare domande ma, non avedno nessuna autorità, non troviamo collaborazione. Torniamo al palazzo e, con grande sorpresa, veniamo chiamati da Barcker. Ci conferma che è stata un messa in scena (potevano evitare di uccidere la donna) e che non abbiamo fatto niente per salvarlo e vuole sapere se può contqare su di noi solo per la cura o anche per altro (ma non dice per cosa). Ognuno di noi dice la sua chi gli giura fedeltà fino alla morte e chi si dimostra scettico.

Non succede un gran che così William decide di andarea a parlare con Bercker.
Solite domande e soliti silenzi.

Come al solito una miriade di domande attanaglie le nostre menti dai motivi che spingono una multinazionale farmaceutica a creare una cura che renderebbe inutili tutte le sue medicine, a dove siano Teodor e gli altri....

Faust vaga un pò nel regno onirico ma nemmeno qui ci sono grandi risposte.

Domani arriverà un uomo di Barcker che ci porterà la formula della cura e cercheremo di capire qualcosa di più. Speriamo che non sia un altro buco nell'acqua.

martedì 2 novembre 2010

Solo tre giorni


Mi risveglio, ma non sono a Parigi e non sono più io.
La mia memoria sembra essere cancellata, da che mi ricordi ho semre avuto le mie capacità,
ma tutto quello che riguarda il passato, da quando sono nato nel 1856 a oggi è tutto rimosso.
Ho una nuova vita, un corpo diverso, un lavoro diverso. Ora sono un killer.

L'unica cosa che mi collega al quel passato da me dimenticato sono le mie capacità.
Una mattina mi sveglio e i miei poteri sono spariti.
E propriostasera ho un lavoro da fare.
"Sono morto" penso
Prendo la macchina e scappo con il mio compagno d'armi Faust.

Mentre mi sto allontanando da Londra, mi trovo una chiamata di un certo Arold Jones che dice di sapere perchè ho perso i poteri.
Devo recarmi a parigi.
Una volta là incontro altri uomini con il mio stesso problema. Un pugile, un ingengnere, uno sbandato, un fotoreporter e anche faust il mio amico cecchino è tra loro.

Incontriamo quasto Arold, un tipo che sembra Indiana Jones con un signore anziano che dice di essere un bibliotecario.
Tutti con lo stesso problema, con poteri diversi, ma ora solo degli uomini nosrmali.
Troviamo degli affreschi nella casa di questo Jones che ci ritraggono, che parlano di noi.
Sentiamo di un certo Barker e di un certo uomo con la bombetta.
Nomi che al momento non mi dicevano niente, ma che poi mi faranno capire molte cose.

Torniamo a liverpool per cercare di recuperare l'orologio che dava i poteri a Jimbo lo sbandato.
Forse è quello il collegamento che da a tutti noi le nostre capacità
E arrivati là troviamo il ladro. Un tipo che sembra normale, ma che di notte diventa Franklin.
Franklin? non lo avevo mai sentito, ma una volta che accettiamo il suo incarico per farlo tornare a casa lui ci ridà tutto.

Poteri, ricordi e responsabilità.

Ora un po' di cose sono più chiare. Ma dobbiamo portare questo Franklin a casa e non sappiamo come fare per tornare nel passato.
Decidiamo di andare a Hollywood per parlare con una marea nera che sembra governare il tempo.
Andiamo e incontriamo nella casa del pugile Antonhy un tipo che si fa chiamare Harry

Lui ci dice che forse sbagliamo strada. Forse dobbiamo smettere di fare quello che ci dicono.

Forse ha ragione, ma noi abbiamo una spada di Damocle che ci pende sulla testa e questa potrebbe colpirci tra tre giorni.

Andiamo nel Nevada nell'angar dove abbiamo trovata la marea nera. Ne prendiamo un po' con noi e poi troviamo il corpo abbandonato nella casetta. Antonhy gli dà il suo sangue e questo si alza.
L'unica cosa che ci dice che deve andare a girare un carillon.
Cerchiamo di fermalo, anche con il piombo, ma nulla riesce a fermarlo.

Decidiamo di cercare Barker.

Quel Barker che ci ha sempre manipolati,
quello che dà la colpa a un fantomatico Arold Jones,
quello che ora è a capo di una multinazione farmaceutica.
Quel Barker che ha creato questa cosa.

Andiamo a New York e riusciamo ad avere un colloquio con lui.
Ma come al solito non otteniamo niente, e alla sua richiesta di aiuto per cercare la cura, noi ci alziamo e prendiamo l'uscio.

Nell'uscire Antonhy perde il controllo e colpisce uno dei gorilla di Barker mandandolo al tappeto con un solo pugno.
Arriva la polizia e lo porta via.

E lì ad aspettarci c'è ancora quell'Harry.
Identico in tutto e per tutto, ma allo stesso modo sembra essere un'altra persona.

Ci insinua un idea, un dubbio.

L'Arold che ci portiamo in giro non è il vero Arold ma un costrutto, come quello nel Nevada.

Il puzzle sembra prendere forma.

Da quando il vero Arold è morto ucciso dal vermone ed comparso questo Arold.
Da allora lui ha sempre avuto capacità soprannaturali e noi, piano piano, ne abbiamo sviluppato di nostre.
Lui non è in vita, ma non è morto, come ci hanno detto in Russia.
Lui non può morire.
Lui può stare due volte nello stesso tempo.
E' l'unico che ha incontrato se stesso.

Insomma potrebbe essere lui che ci lega a questo vero Arold Jones che ci utilizza come burattini.
Perchè succedono tutte a noi? La sorte non esiste.

Qualcuno ce l'ha con noi.

Manca poco all'alba e William propone di seppellire Arold ed abbandonarlo.

Noi invece pensiamo che il vero Arold o quanto meno la sua anima sia ancora viva, imprigionata da qualche parte.

Io e Jimbo partiamo per Parigi.

Cerchiamo il vero Arold nei luoghi dove potrebbe essere.

Andiamo alla tomba della villa e la apriamo.

Dentro è vuota.

Sì vuota, solo una cosa ci attira.
Uno sbarluccichio al suo interno.
Un occhio di vetro.
Lasciato lì o perso in quella tomba dove qualcosa c'era stato ma poi spostato.

Guardiamo nel pozzo della villa, ma niente.

Torniamo a Liverpool e vediamo che William con Faust hanno compiuto quello che dicevano.

Un mucchio di terra sotto cui giace Arold Jones, quello che è sempre stato sempre con noi, quello che non è umano.

E in lontananza il sole iniza a sorgere e indica lo scadere dei tre gioni a noi concessi.

Un lampo mi assale.
Ma se l'anima di Arold fosse imprigionata in qualcosa.
Qualcosa come la casa?

venerdì 6 agosto 2010

Il nuovo mostro

Recuperato Antony e le energie torniamo nel sottosuolo.

Grazie ai tatuaggi riusciamo a non perderci e, in breve tempo, arriviamo in una nuova zona.

Entriamo in una grande stanza dove ci sono delle persone chiuse in alcune gabbie e degli esseri infidi e perfidi che si dilettano nel torturarli.

Alcune delle vittime vengono curato col solo scopo di tenerle in vita più a lungo per poterle tortura più a lungo e farle soffrire maggiormente.

Cerchiamo di passare senza farci vedere ma una delle vittime ci nota. Purtroppo non possiamo fare nulla. John gli lascia un coltello con l'intento di dargli una possibilità di difesa ma, invece, il tizio lo usa per togliersi la vita.

Procediamo e arriviamo in una ltra sala più grande.

Al centro c'è il relitto di un aereo e, in questo aereo, un grassone sadico e puzzolente. Abbiamo trovato Maximilian!

Ci palesiamo e gli raccontiamo di Bourden, Barker e il resto.

Non è facile mantenere la calma in quanto tutto quello che ci circonda è qualcosa di inumano e atroce.

Persone a cui vengono inflitte torture solo per il gusto personale, una fossa con uomini e donne affamati al punto da mangiare i cadaveri dei loro stessi compagni e amici.

Questo essere senza dignità che stacca a morsi la testa di un bimbo inoocente.

Lui continua a far finta di niente. Dice che non sa nulla di quello che chieiamo e che dobbiamo divertirlo ed essere interessanti per avere qualche speranza.

Qualcuno, preso dall'odio naturale che scaturisce per questo essere malefico, gli spara ma il proiettile gli rimbaza addosso senza lasicare segni.

Fore l'unica è accettare le sue condizioni, o forse Barcker ci ha fregato anche sta volta.

Antony fa vedere qual'è il suo potere e la bestia all'idea di avere un corpo immortale su cui sperimentare le sue barbariche torture si eccita e decide di non lasciarci andare.


Quando tutto sembra finito, ci risvegliamo nelle nostre stanze a Parigi, ma non sappiamo quando. Nessuno di noi si è ancora visto ma ci sentiamo diversi.

giovedì 5 agosto 2010

Una strana civiltà

Dopo aver combattuto gli strani umanoidi cominciamo a camminare facendo un quadrato con la convinzione di rituornare nella stanza da cui siamo partiti.
Con grande stupore scopriamo che non è così. Ad ogni passaggio le stanze mutano e così ci ritoroviamo persi in un labirinto.

Notiamo che su ogni porta delle stanze ci sono incisi delgi strani simboli e che, quando varchiamo la soglia, veniamo assaliti da un senso di nausea.

Passiamo parecchi tempo a fare diversi tentativi, ipotesi e supposizioni ma sembra non esserci soluzione

Presi dalla disperazione, come ultima spiaggia, cancelliamo i simboli sapendo che non è mai una buona cosa. E infatti arriva un enorme lupo fatto di metallo e corpi umani. Combattiamo e alla fine riusciamo a metterlo in fuga. Ci lecchiamo le ferite e siamo da capo.

Proprio quando le ultime speranze stanno lasciando il posto alla rassegnazione e allo sconforto arrivano due tizi vestiti in modo strano, ognuno con un manipolo degli umanoidi che ci avevano attaccato in precedenza.
I due parlottano tra di loro con suoni gutturali che ci risultano incomprensibili, poi comincia uno scontro tra le due squadriglie di umanodi.
Uno dei due si da alla fuga, l'altro rimane e ci eice di essere uno sciamano e ci condce alla sua dimora.

Arriviamo in una specie di tendopoli piena di questi pezzenti e l'odore di piscio e putridume è quasi insopportabile. Come se non bastasse scopriamo che si nutrono di carne umana...

Scopriamo che questo sciamano fa uno strano rito, che si conclude con la marchiatura a fuoco, che serve a passare attraverso le stanze senza perdersi.
Dopo vari tentennamenti decidiamo di sottoporci a questa barbarica procedura.

Poi chiediamo di Wilfred. Subito un alone di terrore cala su questo strano personaggio e borbotta qualcosa tipo che nessuno può andare da lui, che non può indicarci la via...

Decidiamo allora di tornare in hotel a meditare.

Con nostra grande sorpresa il rito sembra funzionare e, difatti, riusciamo a trovare una via d'uscita.
Così torniamo puzzolenti e malconci in Hotel, con la giusta mancia al portiere, ritornaimo nella nostra stanza per darci una ripulita e recuperare le forze.

martedì 27 luglio 2010

Die Halle

Scritto da pippolomazzo-fra

Lo scagnozzo di Richard barker ci ha appena scaricati in un luogo ed un tempo a noi ignoto.
Stando a quanto detto da lui dovrebbe essere il 2004 ed il luogo dovrebbe essere Francoforte.
Siamo in una stanza, insieme ad un ciccione che russa.
Gli prendiamo soldi e vestiti e ci trasferiamo in un'altra stanza di quello che sembra essere una grossa locanda.... moderna ma sempre locanda sembra essere.

La nostra attenzione è attratta da tanti oggetti moderni, tra cui una scatola che emette immagini e suoni.
Le immagini ed i suoni descrivono quello che accade in questo paese.
Sembra che ci sia una specie di regime, intransigente e violento, che vuole "eliminare" quello che noi stiamo cercando, ovvero i rave party e le persone che ad essi vi partecipano.

Con i pochi soldi a disposizione Paul compra dei giornali locali e dei vestiti del tempo, giusto per passare inosservati e mimetizzarsi tra la gente.
Così mimetizzati, qualcuno di noi esce per un giro di perlustrazione: le strade sembrano essere molto tranquille, pattugliate da gruppi di ragazzotti vestiti e agghindati in modo simile, piene di polizia ad ogni angolo ed ad ogni vicolo.

Portiamo Faust con noi presso un distretto di polizia.
Sicuramente se c'è un posto dove possiamo trovare dei nemici del regime è proprio il commissariato di polizia...
E siccome i rave party sono nemici del regime, è possibile che tra i ricercati dal regime ed i rave party possa esserci un certo qual nesso.

Faust, memorizzata la faccia ed il nome di alcuni dei nemici pubblici più pericolosi e ricercati, decide di entrare nei sogni di uno di essi.
Il sogno è pieno di allucinazioni, di cose strane, come se la persona che sta sognando fosse sotto l'effetto di strane droghe o allucinogeni.
Il primo tentativo di chiedere informazioni sui rave party, forse a cause della domanda troppo diretta da parte di Faust, non va a buon fine.
Anzi, Faust rischia quasi di essere picchiato da Thomas - il nemico pubblico numero 1 di Francoforte - per cui Fasut decide di desistere da questo tentativo di capire informazioni tramite i sogni...
La cosa che ci risulta strana è che, non appena Faust parla di Rave party o cerca di crearne uno nel sogno di Thomas, costui inizia a sparare all'impazzata, cercando anche di arrestare delle persone....

Che sia un poliziotto infiltrato?

Ci concentriamo su una ricerca di informazioni "vecchio stile".

Il giorno seguente, pattugliando la città, incontriamo Thomas.
Facciamo di tutto per carpire informazioni da lui e per poterci intrufolare in un rave party, ma l'unica cosa che riusciamo ad ottenere è una promessa:
"Se avete della droga da vendere, posso farvi conoscere uno che vi porterà in un posto dove potrete venderla ..."
Forse questo fantomatico posto è proprio il rave party che cercavamo.

Ci accordiamo con Thomas: abbiamo droga da vendere - e lui chiama una persona che ci spiega sia come accedere alla "festa" dove poter vendere la droga sia le condizioni a cui venderla.
Accettate le condizioni, seguiamo le istruzioni ricevute e ci ritroviamo con un tagliandino colorato con su scritto un luogo ed un orario.
Ci rechiamo in quel posto e, dopo aver contrattato con delle persone che non volevano farci entrare, riusciamo a oltrepassare la porta per la "festa".

Nel posto dove si sta tenendo questa festa la musica è assordante. E' altissima, rimbimbante, fastidiosa.
La gente, però, continua a ballare, come se fosse in preda a qualche strano delirio o, probabilmente, droga.

Scopriamo che il posto dove siamo si chiama "Halle 7" e sembra essere un enorme capannone con dentro dei giganteschi macchinari metallici ormai abbandonati e arrugginiti....
Decidiamo di perlustrare questo luogo in lungo ed in largo e ci accorgiamo che, spingendo una porta in metallo, si apre un passaggio verso un altro enorme capannone.
La gente, drogata ed ubriaca, comincia ad invadere anche questo luogo - luogo che, rispetto al precedente, è molto più buio.

Gli acuti sensi da militare di John si accorgono che 2 delle persone che sono entrate in questa sala, recatesi a ballare in un angolo buio, scompaiono nel nulla, precipitando giù per una botola.
Ci caliamo sotto e qui troviamo altre stanze enormi, sempre piene di materiale metallico dismesso.
John ha un altro presentimento: gli sembra di aver visto qualcuno muoversi... forse non siamo soli qui sotto.

Perlustriamo le stanze qui sotto finchè non ci accorgiamo che c'è una scala che porta al piano di sotto.
Nello scendere siamo tutti colti da uno strano presentimento, una sensazione....
Guardandoci indietro ci accorgiamo che siamo passati sopra dei segni scritti con vernice colorata sulla scala.
Forse siamo arrivati ad un punto interessante della ricerca.... forse abbiamo trovato qualcosa di soprannaturale...
forse questa è la sede di Maximilian.

Tutte le stanze qui sotto sono separate da questi simboli e, ogni volta che passiamo da una stanza all'altra, passiamo sopra questi strani simboli ed abbiamo sempre la solita sensazione.
Inoltre notiamo una cosa stranissima: se usciamo da una stanza e vi rientriamo successivamente, la stanza di prima non è più la stessa.... la sua forma è diversa, cambiata...

Vorremmo fermarci un po' a pensare su quello che abbiamo appena visto ma veniamo assaliti da strane persone ..... strani umanoidi ..... forse ora è giunto il momento di combattere...

martedì 20 luglio 2010

L'orologio

1863

Jimbho Wales

Jimbo ha seguito la strada e trovato dove si nasconde Barker.
Adesso Antony, Paul e lui gli sono di fronte.
"Che volete?"
Jimbo:
"Perchè mi hai dato l'orologio? E sai cosa fa?"
"Mmm, diretto. Alla seconda si, alla prima perchè me lo hanno chiesto."
"Dimmi cosa fa!"
Barker soppesa le parole:
"Cosa mi dai in cambio?"
"Cosa voi?"
"Uccidete un uomo per me."
"Chi?"
"Bourden."
"Ok."
Barker spiega Jimbo che l'orologio è un meccanismo che permette alle persone di percepire lo scorre del tempo e come tale può agire per alterare questa percezione, la può fermare, bloccando tutto, o semplicemente rallentarla o accelerarla.
In più l'orologio blocca le anime delle persone in uno stato temporale che percepiscono come il "tempo che vivono", l'orologio può spezzare questa percezione e permettere alle anime di migrare in altre esistenze.
"Che sensa ha?" chiede Jimbo
"Ogni nostra vita è solo un frammento della nostra coscienza totale, se uno di noi potesse richiamare a se tutti framementi della sua coscienza allora saprebbe tutto quella che egli è e tutto quello che può fare..."
Jimbo lo guarda interrogativo.
"Alcuni - aggounge Barker - la chiamano reminiscenza o risveglio."

SWAT (2)

Pianificano il piano per l'ingresso.
Flash bomb, uno per ogni aggressore.
Li devono neutralizzare in fretta.
L'orologio sincronizzato fa bip.
Entrano.
Flash!
Gli uomini della swat si muovono rapidi, colpiscono i sequestratori, li mettono fuori combattimento.
Appena l'adrenalina cala osservano il luogo dello scontro.
A terra, lungo il perimento i sequestratori hanno scritto dei simboli...
forse sono una setta.
Uno dei sequestratori farfuglia qualcosa:
"Non cancellate..."
E' un attimo, non riesce a finire la frase che il calcio del fucile gli spezza il naso.
Passano pochi secondi.
Il palazzo vibra impecettibilmente.
La swat si guarda attorno...
uno di loro si avvicna alla sua immagine rilessa nei vetri.
BAM!
L'immagine come un antropomorfo scherzo di vetro lo colpisce.
"Cos'é?" gridano e fanno fuoco.
Una alla volta le immagini rilfesse si animano ed escono dagli specchi!
I colpi saettano nell'aria e le immagini vanno in frantumi.
I sequestratori vengono trascinati fuori e gli ostaggi liberati mentre dentro è un inferno.
"Cosa sono quelle cose?"
uno dei sequestratori dice:
"Lasciateci entrare, dobbiamo impedire che escano! Le scritte servono a quello a non farle uscire."
In qualche modo la squadra e i sequestratori riescono a ricacciare le immagini negli specchi.
"Chi siete?"
"Non volevamo fare del male alle persono, eravano li per proteggerle da quelle cose, voi avete richiato di rovinare tutto."
Il naso dell'uomo è misteriosamente guarito.
I sequestratori vengono portati in carcere.
Gli swat li seguono.
Telefonato di diritto per i sequestratori.
Dopo poche ore un avvocato si presenta al distretto:
"Sono qui per impedire che i diritti dei miei assistiti siano violati."
Poche ore e qualcuno unge i meccanismi della giustizia e li fa uscire.
Il dubbio resta: erano buoni o cattivi?

lunedì 19 luglio 2010

SWAT

New York 1990

Quando la camionetta nera arriva la polizia ha già bloccato tutto l'isolato.
Dentro la camionetta gli uomini in divisa nera.
Uno alla volta, come l'addestramento gli insegna, scendono.
Ogni volta che sucede qualche casino troppo grosso quelli "in alto" chiamano loro.
Potrebbero credere che lo facciano per rispetto o stima.
In realtà lo fanno per un semplice motivo: sono pedine sacrificabili.
Il capo della squada va dall'agente di polizia più alto in grado.
"Siamo arrivati".
L'agente lo osserva con timore.
"Si sono barricati all'interno del palazzo. Sappiamo che sono i 6, forse 7."
L'agente dispiega una cartina sul cofano della macchina.
"Il palazzo è su 20 piani, loro si sono barricati sopra il 17".
Indica sulla mappa.
"Sono piani di uffici, sa grossi open-space, corridoi a vetri e cose simili."
Il capo della squadra ascolta senza fiatare.
"Hanno con loro almeno una decina di ostaggi, forse si più. Abbiamo dei cecchini che li tengono sotto tiro, ma non vorremmo sparare e ferire qualcuno..."
Segue una pausa di silenzio.
Il capo della squadra prende la mappa la osserva, poi se ne va.
Il resto del gruppo lo attende.
"Ragazzi - dice - questi uomini sono preparati come mia nonna, meno male che ci siamo noi."
Fa un cenno, il gruppo lo segue in silenzio.
"Agente - dice - entriamo noi, tra 30 minuti se non siamo usciti faccia fuoco sui bersagli che i suoi cecchini hanno sotto tiro."
L'agente fa un cenno si ok.
"30 minuti ragazzi, più tempo del solito."
La squadra abbassa la visiera del casco ed entra nel palazzo.

lunedì 5 luglio 2010

Il ritorno di un passato dimenticato - Il vero Blaise


Questa epidemia che si sta diffondendo a Parigi costringe Faust a vaccinarci tutti. Quando tocca a me e mi tolgo la maglia il mio amico medico mi fa notare che ho uno strano tatuaggio sulla schiena. Ma da quando ce l'ho? Non mi sono mai visto dietro la schiena, ma la sua faccia sembra descrivere ciò che vede.
Sulla mia schiena sono tatuati i simboli. Non dei simboli qualsiasi, ma proprio quei simboli che i sono sulle pietre egiziane. Sono tatuate in cerchio come sulle pietre, ma nel mio tatuaggio ne manca una. Una sola per completare la catena.
Sono un po' spaventato. Non ricordo di aver fatto questo tatuaggio, sicuramente non di recente.
Da un'analisi più approfondita sembra un tatuaggio vecchio, fatto prima della crescita fisica del mio corpo. Cosicché risulti un po' deformato.
La mia mente si fa degli strani viaggi. Forse è questo il motivo per cui mi sembrava di sentire il maelstroom girare quando entravo nella stanza del carillon.
Forse è questo il motivo per cui...
Non è possibile.
Ma quando l'avrei fatto?
Forse quella signora anziana, quella che i miei genitori avevano pagato per lanciarci una sorta di incantesimo di protezione.
Proprio quell'incantesimo che non ha salvato la vita al mio povero fratellino...Robert.
Robert? E se fosse quel Robert? E se fosse questa parentela a spiegare il perché del tatuaggio? E se fosse..?
Troppe domande.
Non riesco a tenermele dentro.
Devo dire loro la verità sul mio conto.

"Ragazzi! Devo parlarvi! In realtà io non sono chi dico di essere, sono stato un oste di nome Blaise, ma prima ero un'altra cosa. Il mio nome di nascita è Hob Galding, facevo l'attore di teatro a Londra. Sono inglese, ma per necessità lavorative ho imparato molte lingue. Per adesso la storia è monotona lo so, ma quando ero a Londra lavoravo anche per i Servizi Segreti di Sua Maestà la Regina Vittoria. Dopo una missione, che mise in pericolo non solo la mia vita, ma anche quella della Sovrana, mi congedarono cambiandomi il nome in Blaise Dubuois e spedendomi a Parigi."

Da questo parto e racconto tutte le mie ipotesi sulla fattura del tatuaggio accennando che mio fratello si chiama Robert.

Ora la mia vita ha un nuovo inizio.

mercoledì 30 giugno 2010

Giorni

I giorni di dicembre passano lenti e coperti da una coltre di neve.
Da quando hanno iniziato a capire che il mondo va oltre le loro semplici vite Parigi è diventata piccola.
Ogni giorno il gruppo trova una scusa per andare a fare ricerche su eventi che sembrano essere misteriosi ma che si rivelano il più delle volte un buco nell'acqua.
A volte quando tornano stanchi e abbattuti per il fallimento neppure si accorgono che l'associazione ha bisogno di loro.
Ha bisogno di dei capi che la guidino e non di persone che cercano di lavorare da sole per scoprire segreti.

Passano i giorni.
Le ferite si sanano e i lavori in sosopeso nel giardino finiscono.
La casa senza gli operai e i giradinieri di giorno diventa forse più vuota di quanto non lo sia di notte.
Di notte restano soli ad ascoltare i misteriosi scricchiolii delle assi, a scrutare lo ombre deglio oggetti, a riflettere sul loro ruolo.

Finisce dicembre e la coltre di neve si fa sempre più fitta.
Le notti sono sempre più lunghe, i giorni più vuoti.
Ogni ricerca è infruttuosa, ogni nuova mossa un fallimento.

Il tempo in cui restano nella villa è assorbito da lavori routinari.
Lavori che loro non hanno voglia di fare.
Lavori che si accumulano o che vengono distribuiti tra i sottoposti.
Ogni sera si trovano davanti ai piatti di Blaise e ogni sera guardandosi negli occhi non hanno il coraggio di chiedersi "ma è davvero finita?"
Potrebbero fare mosse stupide come suonare il carillon o cercare di attivare gli oggetti che stanno sotto la villa, ma una sorta di torpore li spinge a passare i giorni senza farlo.

Finisce gennaio.
Ormai la neve ha smesso di cadere.
Ogni tanto Antony cerca Elisabeth, ma invano.
Ogni tanto Faust cerca qualcuno, nei sogni, ma fa solo dei grandi errori.
Ogni tanto il gruppo fa ricerche sotto Patigi, ma niente di nuovo accade.

Joseph sembra quasi spaventato dal decidere di partire per l'India.
Forse è la loro ultima possibilità, ma un timore di ciò che possono trovare lo spinge, ogni giorno, a ritardare la partenza al giorno dopo.
Sempre al giorno dopo.

mercoledì 23 giugno 2010

La stele

Scritto da pippolomazzo

Siamo a Parigi, abbiamo appena contrattato con la famiglia De l'eau di non indagare più su di loro e sulle loro strane capacità ed inclinazioni vampiriche.

Cerchiamo Joseph, che è ormai da un po' di tempo ch non vediamo più.
Le nostre ricerche sembrano essere infruttuose, in quanto di Joseph nessuna traccia.

Una strana malattia sembra essere esplosa a Parigi. Probabilmente portata dai topi o da altri strani animali, sembra che giri un virus che, per essere debellato, necessiti di una vaccinazione. Il nostro medico Faust si offre di visitarci e vaccinarci tutti.
Tutti veniamo vaccinati ....
Lo stupore di Faust nel vedere la schiena di Blaise è massima..... simboli come quelli visti su Gea sono tatuati sulla sua schiena.... i simboli, però, sono incmpleti... non sono stati scritti tutti ...
Chissà cosa vorrà dire questa cosa... chissà quale strano potere si celerà dietro questi simboli..... chissà chi relamente è Blaise ...
Joseph ritorna.Riappare in casa la sera stessa della scoperta degli strani simboli tatuentarati su Blaise.
Anche lui viene visitato e vaccinato.
Visitandolo, Faust ha modo di valutare lo stato di avanzamento della malattia .... della mutazione a cui Joseph è ormai soggetto da tempo.

Decidiamo di concentrare i nostri tentativi di salvare Joseph cercando una stele, riportante i simboli di Gea, in Russia.
Il viaggio è stremante ed il freddo che ci accoglie è tremendo.L'unica cosa che sappiamo è che il lago, ormai coperto da un'abbondante coltre di ghiaccio, è lontano un paio di ore di cammino e che, vicino al lago, dovrebbe esserci un capanno dove riposarci.
Troviamo il capanno ...
In relatà, al posto di un capanno sembra essere una piccola postazione militare, provvista di cibo per una lunga permanenza.Nella cantina troviamo delle botole metalliche che portano, probabilmente, sotto il lago ghiacciato.
Sul soffitto di una stanza troviamo una mappa della zona e scopriamo che di questi capanni ce ne sono tanti, tutti distribuiti attorno al lago.
Oltre la botola c'è un enorme buco... oltre il buco un'altra botola .... oltre la botola, forse, il lago.
Apriamo la seconda botola .... il livello del lago si abbassa, riempiendo l'enorme cratere sotto il capanno ....
Ora possiamo muoverci sul lago, sfruttando un sistema di navigazione fatto da una chiatta mossa da un piccolo argano.

Arriviamo su un'isola, un isola in mezzo al lago ghiacciato, un'isola che, secondo noi, dovfrebbe ospitare la stele ...

Sembra un campo di battaglia ... corpi crivellati, scheletri e migliaia di bossoli di proiettile.... qualcuno ha tentato di fare una strage....AL centro dell'isola c'è un'ombra, un'ombra di 4 metri di altezza.... la stele forse
..... forse
.... forse
Non è la stele ....è un gatto, un gatto alto 4 metri.
Un gatto incatenato a terra....
Un gatto ghiacciato .....
Un gatto coperto di ghiaccio vicino ad una serie di scheletri di altri gatti grossi come lui
...un gatto che respira ...
Paul parla con il gatto...
Pare che il gatto non posso tornare su Gea in quanto la stele è stata distrutta...
Pare che i fratelli del gatto siano "andati" ... morti
Pare che lui sia l'unico rimasto qui, a guardia del posto...
pare che sia qui in attesa di qualcuno ...

Arrivano dei militari.
Sono russi.
Ci portano con loro presso la loro base.
Ci fanno domande.... volgiono sapere chi siamo, se siamo dei miilitari.
Cercano di metterci alla prova, per verificare se siamo attendibili ed affidabili.
Ci guadagniamo la loro fiducia e ci fanno parlare col loro capo.
Confidiamo a lui di essere in grado di parlare con il gatto.
Lui è molto sorpreso di tutto ciò ed invita Paul ad andare con lui a parlare col gatto.
Si scopre che il capo dei militari russi è, in realtà, uno dei fratelli del gatto... uno di quei fratelli che ha abbandonato la vita precedente ed è andato avanti.
Lui vorrebbe che anche l'ultimo fratello si rassegnasse e che abbandonasse questa realtà.
Paul, facendo da traduttore, convince anche l'ultimo gatto ad abbandonare questa realtà e, lentamente, il corpo del gatto si dissolve e rimane solo lo scheletro.

Il capo dei militari russi ci confessa che,a compiere lo scempio sull'isola e sulla stele, è stato un militare inglese di nome Bourden circa 50 anni fa e che ora partirà per l'Inghilterra alla caccia di costui.

Noi partiamo per l'Austria, nella speranza di trovare la stele che avevamo incontrato tempo addietro ma, purtroppo, anche qui i militari hanno fatto piazza pulita.... non esiste più nulla: villaggio, case, abitanti, stele e gatto sono completamente spariti.

domenica 20 giugno 2010

Il lago

L'aria fredda dell'inverno russo taglia il volto dell'uomo che con il cannochiale spia la fila di persone avvolte in pesanti pelliccie.
La fila di persone si muove in maniera disordinata, forse anche a causa del forte vento e del riflesso del sole sulla neve.
L'uomo col cannocchiale si gira verso il suo secondo e in russo dice:
"Sono nove, arrivati col treno questa mattina. Che facciamo?"
L'uomo che parla è poco più di un ragazzo un ciuffo sparuto di peli gli sporca il volto, non ha ancora l'età per avere quella che si può definire barba.
"Lascia che sia l'inverno a ucciderli Boris. Se poi dovesse accadere qualcosa accendi il fuoco."
Si gira verso il bordo del crinale.
"Mi raccomando - dice a Boris - è la tua prima guardia, non fare cazzate."
Il secondo si lascia scivolare giù dal pendio e sparisce nella bufera.

Boris segue con il cannocchiale il gruppo fino al bordo del lago e li vede armeggiare con la porta di uno dei fortini.
La porta cede il gruppo entra.

La notte è calate da un pezzo, Boris è immobile, solo la pelliccia a tenergli caldo.
Non può accendere il fuoco, lo scoprirebbero.
Fa un sorso di vodka, tanto per tenersi su.
Tre degli uomini del gruppo sono usciti durante il giorno e sono tornati la sera, forse per esplorare i dintorni.
Boris conta i proiettili, poi li ripone nella sacca.


Sorge il sole, la bufera si è pò calmata.
Boris non dorme da due giorni, la fatica lo inizia a tenere meno vigile.
Il secondo non si è visto.
Di certo, pensa Boris, sarà con gli altri, al caldo, a riempirsi di vodka.
Il sonno è un nemico terribile, Boris ci lotta ancora un pò, poi si lascia andare.

Un fremito.
Boris si sveglia.
Solo un sogno?
Impreca e si gira col cannocchiale verso il fortino occupato dagli stranieri.
Sospira.
Per un attimo aveva pensato che avessero...
Un altro fremito, questa volta più forte.
Merd...
La crosta del lago ha un sussulto, poi si incrina.
Cazzo, cazzo, cazzo...
Boris armeggia con il legno del fuoco di segnalazione.
Un altro fremito
Hanno aperto le chiuse!
L'acciarino gli scivola dalla mano e rotola giù dal crinale.
Boris si lascia scivolare.
Lo recupera.
Ruzzolando risale fino alla postazione di vedetta.
La crosta di ghiaccio che copriva il lago ha ceduto.
L'isola...
Lo sguardo di Boris si posa sull'isola di roccia che sta emergendo dalle acque.
Cazzo! Il fuoco!
Boris accende il fuoco di segnalazione.
L'isola è oramai emersa dalle acque del lago che si stanno abbassando.
"Presto, non lo vedete il fuoco!" grida Boris
I minuti passano interminabili.
Poi lontano un fuoco si accende in risposta
Boris si lascia cadere a terra e inizia ad ansimare.
"Presto ragazzi, è successo un casino..."

domenica 13 giugno 2010

Gli osservatori

La polvere del corpo di Antoine viene spazzata dal freddo vento della notte invernale.

La casa ormai è piena solo del silenzio della morte.

I tre uomini che hanno distrutto il male se ne sono andati da poco e solo ora la luna bacia con i suoi raggi il giardino della vecchia, decadente, villa.

Dall'oscurità emergono tre figure.

Una alta e possente, le altre due più magre e con dei lunghi capelli raccolti in una coda.

"Maestro, è... morto?" la voce di un ragazzino.

Quello alto gli mette una mano sulla testa.

"Si, adesso, forse, è in pace." la voe di un uomo.

"Perchè lo hanno ucciso?" chiede il terzo, la voce di una ragazzina.

"Perchè non lo hanno capito, o forse perchè era stupido e pazzo."

I due ragazzini vanno verso la casa.

"No - dice il maestro - non entrate li dento, li non c'è nulla per voi."

"Ma..."

"Non mi contraddire. Adesso abbiamo altro da fare, dobbiamo parlare con gli uomini che lo hanno ucciso."

"Per chiedergli cosa?" la ragazzina

"Per chiedergli di non parlare di noi."

I tre vengono avolti dalla notte.


Poche ore dopo sono su una strada e osservano una grossa villa.

La sede dell'agenzia.

"Ora io andrò a parlare con quegli uomini, voi starete qui, ad osservarci. Cercate di coglire quello che succede e di capire cosa muove le loro azioni e quali sono i loro pensieri.

Non sarà facile per voi, ma capire gli uomini ci aiuterà a capire qullo che siamo noi."

Fa per andare, il ragazzino lo ferma.

"Ma, e se... uccidessero anche te?"

"Io non gli ho fatto nulla."

"Ma loro non lo sanno!" la ragazzina

"Lo so, forse cercheranno di farmi del male, e se dovesse succedermi qualcosa..."

Si gira verso la casa.

"Se dovesse succedermi qualcosa voi sarete liberi di vivere le vostre notti."

L'uomo alto se ne va, i due ragazzini lo guardano allontanarsi.

La luna illumina i loro volti chiari e giovani e si riflette sui ciondoli che portano al collo.

Due ciondoli incisi.

mercoledì 9 giugno 2010

Il Vampiro parte seconda

Ci precipitiamo alla villa e ci barrichiamo al suo interno. Arold mette regole che possano tenere fuori il vampiro. La cosa sembra funzionare e Antoine si presenta al cancello coi suoi scagnozzi ma ci dice di non poter entrare.

Comincia a minacciarci dicendo che ammazzerà una persona ogni 10 minuti se non gli diamo ciò ceh vuole.
Così Faust, preso dalla disperazione, esce con un fucile e spara a lui e a uno dei suoi sgherri. I due fattoni fuggono mentre Antoine, colpito in pieno volto, cade a terra ma, dopo pochi minuti, si rimette in piedi come se nulla fosse.

Arriva finalmente l'alba e il vampiro scompare.

Facciamo ricerche sui vampiri ma non troviamo null'altro che leggende infondate.

Arriva nuovamente la notta e, con essa, un'orda di topi che invade la casa e cominciano a rosicchiare di tutto. All'esterno cominciano a raggrupparsi cani randagi che ululano e ringhiano disturbando la nostra notte.

Usciamo e chiamiano il vampiro. Compare e, naturalmente, nega qualunque implicazione con gli animali. Diciamo che abbiamo deciso di dargli una pietra però deve svelarci come funzionano. La prende, la controlla e dice che, per farle fuzionare, ci vuole anche la terza. Capiamo tutti che si tratta di un vile trucco e decidiamo di non cedre. Però Arold, preso forse dalla stanchezza, gli consegna la pietra. Lui sparisce senza mostrarci il funzionamento delle pietre e gli animali restano, anzi adesso ci invadono anche dei pipistrelli.

Antony esce dalla casa e fa per andarsene. Fa un paio di passi e dal nulla appare il vampiro che lo schianta a terra e comincia a schiacciarlo. Qualcuno gli spara e scompare nel nulla. William si precipita fuori per aiutare Antony ma anche lui è colto di sorpresa e viene sbattuto contro il cancello da un trmendo colpo sferrato alla bocca dello stomaco.

Gli altri, armi in pugno, mettono in fuga il vampiro e, finalmetne, il sole nuovo sorge.

Nelle concitate fasi della trattativa e del combattimento Jimbo nota un simbolo su Antoine. Un drago che forma una specie di scudo.
Scopriamo che appartiene a un casato nobile che ha una cappella nel cimitero di mon matre.
Ci rechiamo lì e troviamo la tomba di Antoine... VUOTA!!!

Ulteriori ricerche ci portano alla sua residenza di un tempo.

Senza tergiversare ci rechiamo lì. All'interno delle sue stanze scopriamo cose orripilanti. Cadaveri appesi con addosso segni di torture e dissanguamenti.

Perlustrando la casa troviamo delle scale che scendono. Conducono ad una stnza dove, al suo interno, ci sono appostati gli sgherri di Antoine. Con grande abilità Jimbo e John li mettono fuori gioco. Così abbiamo libero accesso alla bara del nobile. La trasciniamo all'aperto e la scoperchiamo.
Appena il sole colpisce il corpo rinsecchito questo si trasforma in polvere e, nella bara, restano soltanto il mantello e il cilindro.

Delle pietre non c'è traccia.

Dato che il sole sta per calare decidiamo di tornare alla villa.
Quando arriviamo scopriamo che gli animali sono spariti.

La soddisfazione per la vendetta consumata viene lentament sostituita dal dubbio e dal timore della possibile comparsa di un nuovo nemico. Nella stanza dover era custodito il feretro di Antoine c'era infatti questa frase : "L'Ordo difende questo luogo".

martedì 8 giugno 2010

Il Vampiro parte prima

Mentre continuiamo a prendere confidenza con la casa, uno dei nostri uomini, ci chiama dicendo che all'ingresso c'è qualcuno che chiede di Arold.

E' un tizio, un fattone ceh dice che il suo capo vuole incontrare Arold per parlare di affari. Così gli diamo appuntamento per la sera stessa al Louvre.

Dato le mancate risposte da parte del fattone a riguardo del suo capo, decidiamo di seguirlo ma il tizio riesce a far perdere le sue tracce.

Così, alla sera, ci presentiamo all'appuntamento. Assieme al fattone c'è un altro tizio e il loro capo. Un uomo distinto con tanto di mantello e cilindro. Dice di chiamarsi Antoine e che vuole comprare le nostre pietre. Quelle coi simboli.

Dice che il prezzo non è un problema nè se si tratta di soldi nè se si tratta di cose immorali o di eliminare qualcuno.

Noi rifiutiamo qualsiasi offerta e così se ne va. Nel momento stesso in cui si allontno i nostri corpi si paralizzano e i suoi due scgnozzi entrano con un coltello e ci fanno chiaramente capire che, se volessero, potrebbero farci fuori senza problemi.

mercoledì 26 maggio 2010

I misteri della casa


Dopo che Barcker ci ha messi a capo dell'agenzia e averci dato pieni poteri sulla casa, cominciamo a perlustrare la villa e a prendere confidenza col nostro nuovo quartier generale.

Come prima cosa ci viene detto che nella villa ci sono 7 regole che vanno sempre rispettate:

1- nella villa non si può uccidere
2- non si deve modificare niente nella villa
3- non si deve modificare niente nel giardino della villa
4- di giorno si può stare in quanti si vuole
5- di notte possono stare al massimo 10 persone
6- si può entrare nella villa solo se permesso
7- si può uscire dalla villa solo se permesso

Facciamo un giro veloce (che date le dimensioni ci occupa l'intera giornata) e poi, come consigliato, 5 di noi si fermano lì per la notte mentre gli altri tornano al Louvre.

Di notte sembra che la villa prenda vita e che ci siano degli strani scricchiolii. E così arriva il mattino.

Mentre stiamo parlando del più e del meno si sente un gran frastuono al piano superiore ci precipitiamo e troviamo Paul completamente squartato da quelli che sembrano artigli e, con l'ultimo alito di vita, ci mette in guardia dal non aprire la porta col simbolo.
Poi perde i sensi e viene affidato alle cure di Faust.

Dopo un paio d'ore di ricerca troviamo una stanza la cui porta presenta un simbolo in metallo. Chiediamo e ci dicono che questa porta è sempre chiusa a chiave e che nessuno ha la chiave e che, quindi, non è mai stata aperta.

Arold, spinto dall'istinto, afferra la maniglia, la fagirare e la porta si apre.
All' interno la stanza è vuota, fatta eccezione per un tavolino di legno con al centro un carillon mononota a manovella .
La stanza è completamente affrescata: 4 alberi agli angoli che, conginugende i rami, danno vita a un cerchio di fuoco al centro del qual c'è nu punto completametne nero. Sotto il punto è posizionato il carillon.

Facciamo un pò di domande in giro e scopriamo che il tavolino è stato ricavato dal tronco di un albero abbattuto parecchi anni prima perchè pericolante.

Vagando per il giardino scopriamo un labirinto di siepi. E' fatto a spirale ma, dopo essersi addentrati per un pò, la siepe diventa un muro verde impenetrabile.
Così diamo ordine ai giardigneri di potarla proseguendo la spirale.
Quando gli uomini hanno finito il loro lavoro scopriamo che al centro della spirale, c'è un pozzo. Lo esaminiamo ma sembra non portare a nulla.

Torniamo in villa e... ci ritoviamo tra le lamiere conterte di un bus che si è ribaltato sulla lingua d'asfalto he teglia il deserto del Nevada in direzione Las Vegas.

martedì 18 maggio 2010

Il furto


Scritto da Ace4

Dopo aver venduto le pietre ai cinesi siamo andati a pagare il "lumiere".
siamo tornati alla nostra sede vicino al louvre;visto che la situazione sembrava tranquilla abbiamo deciso di ritornarci stabilmente.
faust ha provato ad entrare nei sogni di barker, ma abbiamo scoperto che c'e qualcuno con lo stesso potere di faust che lo protegge e quindi da quel lato è inattaccabile.
mentre eravamo al 1 piano a discutere abbiamo sentito dei rumori al piano di sotto.
una volta scesi abbiamo beccato due uomini che avevano forzato la porta e stavano per entrare.
dopo una discussione un po accesa abbiamo scoperto che questi facenano parte di un associazione capeggiata da barker.
siccome anthony era andato a cercare barker alla villa (quella dello specchio), allora loro sono venuti a cercare noi x capire chi siamo.
la discussione nn ha portato a nulla e ci siamo lasciati con una specie di patto: noi lasciamo stare loro e loro faranno lo stesso con noi.
una volta che se sono andati abbiamo scoperto però che avevano sottratto dallo zaino di arold il suo libretto su cui annotava tutto.
io (jimbo) ho cercato di riprenderlo ma senza successo, e ora il libretto e nella villa.

sabato 1 maggio 2010

Willfred

Scritto da pippolomazzo

Arold giace esanime per terra.
E' ormai morto da un paio di giorni, dissanguato da una ferita e dalla sua emofilia.
Ciò nonostante il suo corpo sembra non deperire... non emana odori di decomposizione ... sembra che il suo potere soprannaturale sia ancora presente.

Nel frattempo ci prepariamo per accogliere il grande Willfred.
Faust si è adoperato per influenzare i suoi sogni e per convincerlo a venire a Parigi.
Noi dovremo, con il pretesto di fungere da impresari teatrali, convincerlo a fare il rituale di resurrezione che già aveva fatto in inghilterra.

Willfred arriva a Parigi.
Anfdiamo ad incontrarlo. Non sembra essere cambiato tantissimo, forse solo un po' più vecchio.
Lui non si ricorda assolutamente di noi.
Pattuiamo di incontrarci tra circa una settimana nella dimora parigtina di John. Lì incontrerà il gestore del teatro Lumierè, al quale mostrerà i suoi trucchi.
Come impresari otterremo il 10% dei guadagni.
Il nostro obiettivo, ovviamente, sarà quello di far fare il rituale di resurrezione e riportare in vita Arold.

Viene il grande giorno, il giorno della prova, il giorno nel quale Arold potrà tornare in vita.
Willfred si presenta all'impresario, mostrando qualch trucchetto iniziale al limite del banale e del ridicolo.
Ma poi ecco il colpo di scena.....
Wilfred scompare dalla scena ed al suo posto appare una figura femminile.
L'impresario si alza e va a parlare con lei. Lei è la madre dell'impresario, madre morta ormai da anni.... Siamo tutti veramente basiti dal trucco fatto da Willfred.
Anche noi restiamo di stucco. Non avevamo mai visto un trucco così ... sembra che i poteri di Willfred siano aumentati tantissimo. Non era mai stato in grado di pfar parlare le perosne con i morti
L'unica cosa strana è che, ogni volta che Willfred ci vede, non sembra ricordarsi di noi ....

Alla fine della recita, l'impresario va via molto soddisfatto e noi parliamo con Wilfred, chiedendogli di rifare i ltrucco di e convocare lo spirito del nostro amico Arold, deceduto da poco.
"Il vostro amico non è morto" risponde Willfred "il suo spirito non esiste e non risponde perchè è ancora vivo".
Impossibile... Arold per noi è morto... non respira ormai da giorni.
Mostriamo il cadavere a Willfred, il quale però non è in grado di aiutarci ....

"Arold potrebbe essere in una specie di stadio larvale" dice Joseph
"E' come se fosse in uno strano stato, in attesa di ricevere qualcosa... magari quello che ha perso .... tipo il sangue".

Paul e John si prodigano alla ricerca di un volontario che fornisca il proprio sangue, nonchè la propria vita, per riportare il vita Arold, ma il suo sacrifio sarà inutile, in quanto Anthony offre eroicamente il suo sangiue ad Arold, il quale miracolosamente si riprende e si sveglia.
"Io vi sentivo, sentivo tutto quello che dicevate ma non potevo rispondere" dice Arold in presa ad una crisi di nervi, dopodiche crolla esausto.



Nel frattempo William e Jimbo si attivano per recuperare del denaro utile a mandare in scena Wilfred.
L'idea è vendere una pietra runica a dei ricettatori.
Dalla vendita ne ricavano un gran bel gruzzolo di franchi, che ci serviranno per mantenerci e per portare avanti la nostra pseudo attività di impresari.

mercoledì 28 aprile 2010

La morte di Arold

Scritto da Eol88
- Arold -
Spero solo che Elmut, l'amico di William, riesca a raggiungere i nostri compagni in tempo...anche se queste specie di moscierini microscopici ci permettono di muoverci non so quanto resisteremo con tutte le ossa rotte...
Dopo un tempo imprecisato veniamo svegliati dal nosto tormetnato sonno sentendo delle voci, la porta della casa si apre e entrano Elmut e i nostri compagni!!
Anche se un po controvoglia Antony promette che una volta usciti ci farà bere il suo sangue per poter guarire, e deciso questo cerchiamo un modo per uscire dalla città grigia.
A un certo punto la nostra attenzione è attirata da una casa particolare...sembra la stessa dell'uomo con la bombetta a Parigi!
Entriamo cerchiamo il passaggio dietro l'armadio e con grande soprpesa cè anche qua! scendiamo le scale e ci troviamo di fronte alla porta e Paul senza difficoltà la apre...dove ne usciremo?
Nel nostro tempo?
Nel futuro?
La attraversiamo.
Una vlolta di la Antony fa bere il sngue ai feriti che rapidamente guariscono, e ci si prospetta uno scenario terribile, una città completamente rasa al suolo, dopo un po troviamo due ragazzi, ci dicono di essere a Londra, o quello che ne rimane, e di essere nel 2027.
Ci raccontano poi che nel 2015 cè stata un'epidemia violentissima che ha ucciso tutti quelli che non avevano preso la cura commercializzata da Barker, e che la sede della sua azienda si trova propio qua a Londra. Decdiamo di andare, la raggiungiamo e vediamo che a differenza di tutto il resto l'edificio è intatto, attorniato da sciami di quei piccoli insetti della città grigia che lo riparano in continuazione!
Ci avviciniamo, sfondiamo la porta di vetro e esploriamo finchè non riusciamo a salire all'ultimo piano che sembra essere 'ufficio di Barker ma è vuoto.
Decidoamo di restare li per la notte , m al nostro risveglio ci troviamo non più nell'ufficio ma bensi nel 1863 a Parigi nalel nostre camere da letto.

Parecchio sconcertati decidiamo di accantonare momentaneamente i ricordi di questi ultimi avvenimenti per concentrarci sul problema più iminente, la salute di Joseph, che a quanto sembra comincia a non essere più lui.
Paul mentre gli altri discutono va nelle biblioteche del Louvre a cercare informazioni storiche sulle steli presenti in varie parti del mondo.
Dopo un po torna con un vecchio libro, per noi scritto in simboli indecifrabili ma che il nostro compagno riesce a leggere come fosse inglese! Facendo delle prove con altre lingue per capire il motivo di questa cosa Paul legge anche i simboli che il cavaliere ci aveva raccomandato di non utilizzare, ma sembra non accadere nulla.
Il libro parla delle pietre e dei simboli, le pietre finzionano come una specie di catalizzatore, e il potere non deriva dai simboli ma più che altro dall'azione di leggerli.

Successivamente usciamo per cercare il nostro compagno Antony che era uscito in cerca di Elisabeth ma ci troviamo bloccati. L'intera casa è avvolta da migliaia di piccoli insetti neri come quelli della città grigia e si riversano all'interno della casa prendendo una forma vagamente umana con gli occhi rossi...abbiamo liberato l'ombra che cera nello specchio!! Lei fa un inchino come per ringraziare e se ne va.
Istantaneamente nella stanza compaiono 3 uomini vestiti di nero con dei coltelli che tentano di ucciderci.
Riusciamo a difenderci e ucciderli ma Arold viene ferito e perde molto sangue...e Antony non cè.
Prima che arrivino altre persone decidiamo di lasciare l casa e nasconderci nelle catacombe dove ci dirigiamo verso una delle misteriose porte intonacate.
Paul con il suo nuovo potere traduce un messaggio cifrato nel diario dell'esploratore La Valle, e scopriamo che le porte non sono messe in maniera casuale ma hanno un senso e una in particolare è diversa dalle altre.
Ci dirigiamo verso quella porta e quando scocca mezzanotte stavolta a differenza delle altre succede qualcosa, tutto diventa buoi e ci troviamo in aperta campagna.
Incontriamo un manipolo di cavalieri e ci informano che siamo nel 1100 circa, e ci indicano un villaggio poco distante. Arriviamo al villaggio e le condizioni di Arold sono disperate, Faust tenta di curarlo in qualche modo ma senza il sangue di Antony è spacciato.
Il mattino, ci risvegliamo ancora nel 1863 nei nostri letti a Parigi, e Arold è privo di vita.

giovedì 15 aprile 2010

Theodore Wells

10 giorni prima
Seguiamo Arcer fino ad Avignore.. Lì oltrepassiamo un porta di metallo e veniamo catapultati in un altro luogo.. Stanza piena di vetri, una citta praticamente sotto di noi..
"Salve" dice l'uomo..
Theodeore, l'uomo che abbiamo di fronte è un po' la causa di tutto..
È la causa del ritorno di Barker..
È la causa per cui Elisabeth, la moglie di Anthony, non ha ancora partorito.
È la causa di molte al tre cose che poi avremo scoperto..
Theodore il nuovo capo di Barker..

Theodore l'unico figlio di Anthony..
Già Theodore è il figlio che Anthony avrà da Elisabeth..

Theodore colui che, alla fine, lavora per Robert, un po' come tutti.
Sembra, insomma, che siamo tutti sulla stessa sponda del fiume, chi più vicino alla riva chi meno..

Anche lui, dunque, lavora per Robert e sta per nascere nel 1863..

Il tutto è un po' confuso nelle nostre menti..
Parliamo con lui di quello che sta succendendo e il quadro diventa sempre più nitido..
Il suo compito è quello di eliminare le persone con dei poteri che abusano degli stessi..
E fin qui sembra un lavoro piuttosto chiaro, solo che sta a lui decidere chi sta abusando delle proprie capacità e chi no..

Mentre parliamo Theodore ci dice che se lui è qui davanti a noi in questo momento, vuol didre che è nato e, di conseguenza, noi non potremo fare nulla per impedirlo..

Da come parla sembra che il futuro sia una cosa imperturbabile.. Anche se lo si conosce e si cerca di cambiarlo in qualche modo il finale sarà sempre lo stesso..

Quindi nulla si può fare perchè la cura non venga somministrata nel 2012..
Non si può evitare che Barker la crei e che la distribuisca..
Ormai Barker ha parlato con il se stesso del 2009..
Barker ha la cura dentro di sè e sa se cercheremo di ostacolarlo..
Insomma sembra un circolo che non si può spezzare..

Parlando con Theodore capiamo che sarà lui a mandare Bournden nel passato per ostacolare l'agenzia e che questa missione gli è stata affidata proprio in seguito a questa discussione..

È brutto avere a che fare con il futuro, perchè anche se ti fa schifo non puoi fare niente per evitarlo..

Ora ci conviene tornare dai nostri compagni, ma non dobbiamo fare parola di quest'incontro, ma non credo che ce la faremo..



Sembra che nulla ci spossa salvare questo casino, nulla che possiamo fare per evitare un futuro inevitabile.
Io penso che questa situazione richieda che qualcuno faccia un'azione assolutamente futile e stupida... Si tratta solo di stabilire quale