martedì 30 novembre 2010

Flussi di parole (frammenti di PbF)

La sala riunioni è silenziosa.
Gli uffuci attorno a voi sono vuoti e le piccole luci al neon di sucurezza vi attirano con i loro aloni blu.
Il ronzare dei gruppi di continuità disturba i vostri ragionamenti.
Qualcuno o qualcosa che stava nella tomba ha preso la cura...
...o forse ne è la fonte?

"E se l'Arold della tomba fosse l'origiale e non il cotrutto e se lui avesse assunto la cura per primo? 70 anni fa?"

E se davvero chi stava nella tomba fosse la fonte della cura? alla fine se nella bara ci fosse stato
Arold Jhons, il nostro Arold Jhons? lui non invecchi; non ha un decadimento strutturale e da notare che nelle sue vene scorre il mio sangue, intento in tutte le sue vene; non poche gocce come ho dato a voi, tutto il suo sangue è il mio, e lui non deperisce, se fosse successo qualcosa combinando le due potenzialità?

Sarebbe da controllare chi c'era nella tomba nel 1863... come tornare?

non possiamo tornare... almeno non nel 1863.. non possiamo essere 2 volte nello stesso tempo... dovremmo andarci prima che il corpo fosse preso.. e non sappiamo quando e chi lo ha preso..

..."Non venire a fare la morale; so benissimo che non possiamo star nello stesso tempo due volte ma quello che non capisco è che ad un certo punto dal 1863 siamo stati portati nel 1995, e poi da li vi ricordate di essere tutti morti tranne io e Arold... a me sembra una cosa strana...
e dopo aver lasciato il 1863 da quel giorno non siamo mai tornati; e da li in avanti non commetteremmo nessun paradosso tornando da dopo quella data". ...

Poi il fatto che io e Arold non ci ricordiamo di essere morti vorrà pur dire qualcosa.....

"Ma il 'nostro' Arold non è emofiliaco cioà l'opposto di quello che dovrebbe essere la cura???

Ci sono delle cose su Arold, e non solo, che non mi tornano:

1- quando l'abbiamo seppellito il tempo si è sminchiato
2- dopo che è stato 'riempito' dal sangue di Antonhy ha continuato ad essere emofiliaco
3- se il 'nostro' Arold è il costrutto come fa ad avere il suo potere?

4- quello che supponiamo essere il costrutto di Barker nel 1863 non aveva nessun potere, anzi...
5- dato che anche Elisabeth è stata 'riempita' dal sangue di Antonhy mel 1863 perchè hanno bisogno dela cura oogi e perché Teodor non è nato? Che fine ha fatto il sangue usato nel 1863?"
6- perchè distruggere le nanomacchine
7- e se analizzassimo il sangue di Arold?

E se tornassimo prima del 1863, prima che nascessimo e cercassimo di trovare l'Arold jones che ha costruio la casa e fondato l'agenzia?
Teoricamente non dovremmo creare nessun paradosso e, magari potremmo scoprire qualcosa.

Comunque io sarei per far entrare Faust nei sogni di Aiko.

William mette sul tavolo tutte le sue domande.
Dubbi, supposizioni e verità si intrecciano perse nelle vostre memorie e in ricordi che non possono convivere.
Essere nati, poi rinati e poi adesso.
Qualcuno direbbe che il tempo è ciclico.
Tutto torna al punto di partenza.
Di nuovo un punto morto.

"Cof-cof" un colpo di tosse come a dire posso
Vi voltate e sulla porta socciusa nel buio c'è Arcer.
"E si - sorride - l'avete fatta ben incazzare!"
Butta sul tavolo un sacchetto di carta unto.
"Hamburgher. Ne volete?"
Ne prende uno e lo morde.
"Mi ha appena chiamato e mi ha detto della vostra scenetta delle braccia che guariscono.
Non che io abbia qualcosa contro il fatto che giriate col pisello fuori, ma sapete la gente poi iniza a chiedesi se altri girino nudi.
Se mi capite...
Lei è una donna normale, non ha poteri ne credo sappia che tempo fa c'è stata una svendita di tutine da supereroe.
Quindi per favore tenete un profilo più basso."
Si avvicina a parla sottovoce guardandosi in giro con faccia sospetta.
"Se qualcuno sapesse che lui - indica Antony - è un porcellino pieno di monete d'oro, bhe, forse non sarebbe così al sicuro."
Poi si riappoggia allo schienale della sedia e ride.

non è questione di morale, ma noi nel 95 siamo morti e voi no.. e visto che l'orologio ha avuto ordine di portarci a casa, non è che tu e arold site finiti lá.. non possiamo muoverci a caso nel tempo..

per rispondere alle domande di william non credo che arold sia la cura, ma le analisi si possono fare..

io continuo a non credere che dentro alla tomba ci fosse proprio arold.. credo che ci fosse la vera fonte.. arold il costrutto non invecchia perchè è un costrutto..

caro arcer non posso che darti ragione.. i miei compagni si sono ritrovati con le spalle al muro.. e la saccenza di quella donna li ha costretti a fare quella cosa..

Puuff... sbuffo con fare infastidito da questa presenza scomoda....

"nel 1863 Elisabeth non ha ricevuto il sangue di nessuno; nessuna trasfusione; nessuna guarigione; uno sconosciuto a cavallo si è allontanato dalla casa dove era custodita Elisabeth, portando con se tutti il sangue delle 5 fiale che era stato dato a Barcker".

Detto questo tolgo dalla tasca un mazzo di carte, mi siedo vicino ad Arcer, inizio a mescolarle...

"pescane tre".

Arcer sceglie le carte.
le mette in fila.
Antony le gira.
"L'Eremita! Nel tuo passato hai cercato qualcosa di importante per te, qualcosa che vale come la verità
Il Bagatto! Da solo ha il siginificato di un uomo che con le sue capacità è in grado di raggiungere quello che vuole e in questo caso, Arcer, nel tuo presente è possibile, ma in abbinato con l'eremita può significare che la tua ricerca non è ancora conclusa.
Il Diavolo.... da solo è colui che fa quello che vuole, per cui il bene e il male non hanno senso... in abbinato con gli altri potrebbe significare che la tua ricerca finirà quando prenderai seriamente in consideraizione, nel bene o nel male, che la tua cerca finirà con un uomo che è in bilico tra il bene e il male."
Nella stanza cala il silenzio.
I tre espongono la loro idea poi Arcer ti guarda.
I suoi occhi sono lucidi, ma lo nasconde bene.
Poi si riprende un attimo e si volta verso William.
"William, william.
Barker ha 140 anni, credi che per quanti sforzi voi facciate non abbia già pianificato qualcosa di più complesso?
Comuque fate come preferite, mostrate pure le zanne, ma sappiate che poi ne dovrete reggere le conseguenze."
Poi sorride
"O vuoi solo parlare gentilmente?"

"Quando dico che dobbiamo fare chiarezza con Barker non intendo in modo 'violento' o prepotente e spero che le mie parole non siano sembrate una minaccia perché, ti assicuro, che non lo era.
E questo non per paura della morte, che è la fine naturale delle cose, ma perché se abbiamo scelto di collaborare e aiutare Barker lo dobbiam ofare in modo pacifico anche se, a volte, ci nasconde la vertità e mantiene segreti i suoi veri scopi.

Diciamo che mi piacerebbe arrivare a saperne di più sui progetti di Barker anche perché sarebbe forse più facile fidarmi di lui e lavorerei meglio."

"Progetti, fiducia...
Bah, come preferite."
Si alza.
"Io ho da fare, vi consiglio di andare a riposare."
Apre la porta a vetri poi si ferma un attimo e si gira verso Faust.
Mette l'indice e il medio uno su ogni occhio e poi li punta vero si lui.
"All'occhio amico, non vorrei dovere fare cose di cui, poi, non mi pentirei."
Poi se ne va.

Dopo che Arcer esce:

"Io sarei dell'idea di parlare con Barcker e, magari con l'aiuto di Joseph, fargli qualche domanda per vedere quanto ci dice, cosa lo mette a disagio, in imbarazzo, se riusciamo a sorprenderlo o a farlo incazzare... insomma potremmo non ricavarne nulla e buttar via qualche ora, oppure potremmo avere qualche indizio sulle sue intenzioni anche se non le palesa.

Poi, se Faust vuole, potrebbe entrare nei sogni di Aiko. Non so se quello che ha detto Arcer uscendo l'ha detto perchè pensa che cercheremo di entrare nei suoi sogni o per altri motivi."

Se l'ora è molto tarda, non possiamo conttare barcker e siamo stanchi direi di andare a dormire, altrimenti agiamo.

Immagino che un buon sonno ristoratore ci faccia bene...

far passare 8 ore non credo comporti grossi rischi...

almeno penso.

sabato 27 novembre 2010

Speranze e fumo

Una grande casa piena di gente è quello che le manca.
Adesso che sta seduta sul suo divano e osserva la città se ne rende conto.
Ha dedicato i suoi anni migliori a cercare una cura che forse non esisterà mai.
L'uomo nell'auto le ha svelato un segreto e Aiko non sa se accettarlo o no.
Adesso che può fare?
Fingere di non sapere?
Sorridere ogni volta che vede Richarda sapendo però già che nulla di ciò che le ha promesso sarà mai vero?
Cerca di trattenre le lacrime.
Harry, questo il nome dell'uomo nell'auto, le ha detto una cosa che lei non voleva sentire.
Mentre Harry parlava le speranze di Aiko andavano in pezzi.
I suoi sogni, i suoi studi, al sua vita...
... spazzatura.
Come il fumo delle sigarette di Harry la sua speranza volava fuori dal finestrino dell'auto.
Adesso Aiko sieda da sola indecisa sul da fare.
Domani arriverà troppo presto per lei.
Lei che col sole non avrà una risposta alle sue domande.
Sentire che la tua vita l'hai buttata nel cesso non è proprio la cosa che ti faccia più bene al mondo.
Vorrebbe dirsi che Harry le ha mentito, ma sa che non è così.
Aiko guarda la città e le lacrime le rigano il viso.

lunedì 22 novembre 2010

L'uomo nell'auto

Aiko esce dall'ospedale.
Dentro di lei la rabbia le brucia.
Ha seguito questi tizi che Barker le ha descritto come gente in gamba ed è finita in una sala da analisi a farse prendere in giro.
La cosa non le piace per niente.
Ma con chi credono di avere a che fare...
Apre il cellulare.
Compone un numero.
"Aiko Tanaka matricola 345 567"
Il telefono ronza e poi una voce le risponde.
"Vi mando un campione di sangue voglio le analisi dettagliate entro domani mattina."
Chiude il telefono con rabbia senza attendere la risposta.
Sale in macchina.
L'autista le chiede:
"Dove la porto dottoressa."
"Portami a casa."
La macchina scorre lenta nel traffico di New York.
I semafori si spengono e accendono con intermittenza ipnotica.
Aiko guarda fuori dal finestrino.
Le persone hanno sguardi lontani e persi.
Ognuno pensa a se in questo mondo.
Nessuno che lo voglia curare.
Il proprio piccolo orticello...
Che cavolo è questo odore.
Aiko si gira e sul sedile di fronte a lei c'è seduto un uomo che fuma.
"Buongiono dottoressa Tanaka."
Aiko cerca di urlare ma la voce le si strozza in gola.
Tutto scorre con un ritmo ovattato come il se tempo avesse rallentato.
"Io e lei dobbiamo parlarlare"

Scienziati, parole e un occhio di vetro



Alla fine si è deciso di parlare con uno dei ricercatori che lavorano sulla cura.
Così per conoscerlo e per capire dove si fanno gli esami.
Di fatto arriva il capo del progetto la dottoressa Aiko Tanaka.
All'incontro vanno William, Antony e Joseph.
Lei sa il fatto suo e noi di chimica ne sappiamo meno di zero. Ma non sappiamo quanto possiamo esporci e parlare di cose soprannaturali. Sa di noi? Sa delle nostre capacità? Ha coscienza che esiste qualcosa di più nel mondo?
Alla fine siamo costretti a darle una prova pratica.
E si decide dopo tanti politicismi di andare a fare le analisi al sangue di Antony.
Gli scienziati trovano il sangue del tutto normale. Nulla di particola che lo possa rendere speciale.
Alla fine lei crede che la prendiamo in giro e noi otteniamo quello che cercavamo. Ma io non so quanto possa essere utile per ora.
Ma alcune cose le apprendiamo. Qualche discrepanza. Mentre il nostro vecchio e nuovo capo ci ha detto che lui lavora sulla cura da trentanni, la dottoressa ci ha riferito che la Spiral s.p.a ci sta lavorando da settant'anni. Qualcosa non va poiché l'unico a conoscenza della cura era proprio Barker. Ma che lui non ci dicesse nulla non è una novità.
E scopriamo un'altra cosa: il sangue da cui sono partiti non sembra avere le stesse caratteristiche di quello di Antony. Non perde le sue capacità dopo meno di cinque minuti e agli esami risulta diverso.
Sta di fatto che noi usciamo dal centro ricerche con il fascicolo delle ricerche e con un campione della cura.
Non che possiamo farci qualcosa.
Intanto nel mondo accadono cose strane. Al notiziario sentiamo che ci sono state tre enormi esplosioni misteriose. Una nella steppa siberiana, una in Africa e l'ultima in Nevada. Proprio dove c'era il bunker con la marea nera. E proprio oggi Arcer era in "missione".
La scienza non è la strada per noi. Non siamo scienziati.
Le parole non portano alla soluzione. Siamo uomini pratici.
La strada, come ci ha detto Barker, è una via "non convenzionale".
Sappiamo cose che altri uomini non riuscirebbero nemmeno a immaginare e a comprendere.
Gli esseri umani normali, e qualche volta anche noi, non pensano quadrimensionalmente.
Mentre rifletto nella sala riunioni con gli altri prendo in mano l'occhio di vetro che abbiamo trovato nella tomba di Arold.
E penso come possa essere caduto dal suo possessore.
Ad un tratto un lampo. E se fosse caduto come ci sono cadute a noi le otturazioni nei nostri ricordi del futuro. Quando da militari ci avevano somministrato la cura?
E se chi avesse preso quello che c'era dentro la tomba di Arold avesse preso la cura da poco? E se dentro la tomba di Arold ci fosse stata la cura?
In un telefilm di ieri sera c'era uno che diceva che ogni giorno loro trovano cento risposte, ma avranno sempre centouno domande.
Beh, anche noi di domande ne abbiamo centouno, ma di risposte non ne abbiamo neanche una.

sabato 20 novembre 2010

Il progetto

Il telefono suona per tre volte poi rimane in silenzio.
Aiko lo sente e lascia il laptop aperto e va verso la sala da pranzo.
Il cellulare la aspetta sul tavolino di vetro.
Il rumore dello scorrimento dello slide e il click successivo contrastano con il silenzio dell'enorme attico.
"Numero privato" la scritta che campeggia sul display la lascia interdetta.
Compone un numero.
Una voce metallica risponde dall'altra parte.
Aiko dice il suo nome e il suo numero di matricola all'apparecchio elettrico e una risposta la avvisa di attendere in linea.
"Dott. Tanaka cosa possiamo fare per lei?"
"Passatemi Richard."
"Inoltro subito la chiamata."
Mentre il cellulare rimane silenzioso Aiko scruta l'attico.
Enorme e vuoto.
Uno spazio così grande potrebbe ospitare una famiglia felice e rumorosa.
Uno stuolo di marmocchi che saltano sui divani da 30000 dollari o che giocano con le maniglie degli antichi armadi giapponesi.
Una famiglia...
Quella che non ha mai potuto avere per colpa del suo lavoro.
Il lavoro che le ha rubato tutto il suo tempo, ma che forse le potrà ridare quello che la natura le ha tolto...
"Aiko?" la voce di Barker
"Richard. E' successo quello che aspettavamo."
"Quando?"
"Adesso. Mi hanno chiamato per la terza volta."
"Fai quello che devi."
"Ok, puoi chiamare tu Philippe?"
"Ci penso io."
Un attimo di silenzio
"Aiko - sempre la voce di Barker - dovresti passare dagli uomini di cui ti ho parlato la settimana scorsa."
"Per cosa?"
"Vogliono sapere sel progetto."
"E tu hai acconsentito?"
"E' gente che può darci una mano, la base della cura viene da uno di loro!"
"Ah - Aiko è stupita - deve essere davvero uno in gamba..."
"E' un discorso diverso, parla con loro."
"Ok, a presto."
Aiko chiude il telefono e torna al laptop.
Strano non mi ricordavo di averlo chiuso.
Nella casa torna il silenzio.

mercoledì 17 novembre 2010

Barcker.... ancora lui

Dopo tutto il casino che è successo, la perdita dei poteri e il loro recupero, la sepoltura di Arold e il suo ritorno tra noi, la scoperta di avere ricordi del 1863 e di tutte le epoche in cui abbiamo vissuto ci ritroviamo acnora alle dipendenza di Barcker.

Già lui, sempre lui una delle costanti della nostra vita, una di quelle che dovremmo e vorremmo eliminare.

Diciamo che non avevamo scelta. O lavoravamo per noi o Antony finiva in carcere.

Quello che ci chiede è di aiutarlo a trovaere la cura. Per fare questo ci da 10 piani di un palazzo in centro a NY, carta di credito praticamente illimitata e tutto quello che ci serva.

Il giorno dopo aver accettato, ci invita ad una cena di gala. Ci fa conoscere un pò di pezzi grossi e gnocclone al seguito e, proprio quando la serata stava finendo, irrompono 14 tizi armati che rapinano i presenti e se ne vanno con 2 ostaggi: una donna e, naturalmente, Barcker.

Tentiamo di fermarli bloccando l'ascensore e chiamiamo le forze dell'ordine. Rimane il cadavere della donna e una strana fuga.

La cosa ci puzza subito di messa in scena. Cerchiamo di fare domande ma, non avedno nessuna autorità, non troviamo collaborazione. Torniamo al palazzo e, con grande sorpresa, veniamo chiamati da Barcker. Ci conferma che è stata un messa in scena (potevano evitare di uccidere la donna) e che non abbiamo fatto niente per salvarlo e vuole sapere se può contqare su di noi solo per la cura o anche per altro (ma non dice per cosa). Ognuno di noi dice la sua chi gli giura fedeltà fino alla morte e chi si dimostra scettico.

Non succede un gran che così William decide di andarea a parlare con Bercker.
Solite domande e soliti silenzi.

Come al solito una miriade di domande attanaglie le nostre menti dai motivi che spingono una multinazionale farmaceutica a creare una cura che renderebbe inutili tutte le sue medicine, a dove siano Teodor e gli altri....

Faust vaga un pò nel regno onirico ma nemmeno qui ci sono grandi risposte.

Domani arriverà un uomo di Barcker che ci porterà la formula della cura e cercheremo di capire qualcosa di più. Speriamo che non sia un altro buco nell'acqua.

martedì 2 novembre 2010

Solo tre giorni


Mi risveglio, ma non sono a Parigi e non sono più io.
La mia memoria sembra essere cancellata, da che mi ricordi ho semre avuto le mie capacità,
ma tutto quello che riguarda il passato, da quando sono nato nel 1856 a oggi è tutto rimosso.
Ho una nuova vita, un corpo diverso, un lavoro diverso. Ora sono un killer.

L'unica cosa che mi collega al quel passato da me dimenticato sono le mie capacità.
Una mattina mi sveglio e i miei poteri sono spariti.
E propriostasera ho un lavoro da fare.
"Sono morto" penso
Prendo la macchina e scappo con il mio compagno d'armi Faust.

Mentre mi sto allontanando da Londra, mi trovo una chiamata di un certo Arold Jones che dice di sapere perchè ho perso i poteri.
Devo recarmi a parigi.
Una volta là incontro altri uomini con il mio stesso problema. Un pugile, un ingengnere, uno sbandato, un fotoreporter e anche faust il mio amico cecchino è tra loro.

Incontriamo quasto Arold, un tipo che sembra Indiana Jones con un signore anziano che dice di essere un bibliotecario.
Tutti con lo stesso problema, con poteri diversi, ma ora solo degli uomini nosrmali.
Troviamo degli affreschi nella casa di questo Jones che ci ritraggono, che parlano di noi.
Sentiamo di un certo Barker e di un certo uomo con la bombetta.
Nomi che al momento non mi dicevano niente, ma che poi mi faranno capire molte cose.

Torniamo a liverpool per cercare di recuperare l'orologio che dava i poteri a Jimbo lo sbandato.
Forse è quello il collegamento che da a tutti noi le nostre capacità
E arrivati là troviamo il ladro. Un tipo che sembra normale, ma che di notte diventa Franklin.
Franklin? non lo avevo mai sentito, ma una volta che accettiamo il suo incarico per farlo tornare a casa lui ci ridà tutto.

Poteri, ricordi e responsabilità.

Ora un po' di cose sono più chiare. Ma dobbiamo portare questo Franklin a casa e non sappiamo come fare per tornare nel passato.
Decidiamo di andare a Hollywood per parlare con una marea nera che sembra governare il tempo.
Andiamo e incontriamo nella casa del pugile Antonhy un tipo che si fa chiamare Harry

Lui ci dice che forse sbagliamo strada. Forse dobbiamo smettere di fare quello che ci dicono.

Forse ha ragione, ma noi abbiamo una spada di Damocle che ci pende sulla testa e questa potrebbe colpirci tra tre giorni.

Andiamo nel Nevada nell'angar dove abbiamo trovata la marea nera. Ne prendiamo un po' con noi e poi troviamo il corpo abbandonato nella casetta. Antonhy gli dà il suo sangue e questo si alza.
L'unica cosa che ci dice che deve andare a girare un carillon.
Cerchiamo di fermalo, anche con il piombo, ma nulla riesce a fermarlo.

Decidiamo di cercare Barker.

Quel Barker che ci ha sempre manipolati,
quello che dà la colpa a un fantomatico Arold Jones,
quello che ora è a capo di una multinazione farmaceutica.
Quel Barker che ha creato questa cosa.

Andiamo a New York e riusciamo ad avere un colloquio con lui.
Ma come al solito non otteniamo niente, e alla sua richiesta di aiuto per cercare la cura, noi ci alziamo e prendiamo l'uscio.

Nell'uscire Antonhy perde il controllo e colpisce uno dei gorilla di Barker mandandolo al tappeto con un solo pugno.
Arriva la polizia e lo porta via.

E lì ad aspettarci c'è ancora quell'Harry.
Identico in tutto e per tutto, ma allo stesso modo sembra essere un'altra persona.

Ci insinua un idea, un dubbio.

L'Arold che ci portiamo in giro non è il vero Arold ma un costrutto, come quello nel Nevada.

Il puzzle sembra prendere forma.

Da quando il vero Arold è morto ucciso dal vermone ed comparso questo Arold.
Da allora lui ha sempre avuto capacità soprannaturali e noi, piano piano, ne abbiamo sviluppato di nostre.
Lui non è in vita, ma non è morto, come ci hanno detto in Russia.
Lui non può morire.
Lui può stare due volte nello stesso tempo.
E' l'unico che ha incontrato se stesso.

Insomma potrebbe essere lui che ci lega a questo vero Arold Jones che ci utilizza come burattini.
Perchè succedono tutte a noi? La sorte non esiste.

Qualcuno ce l'ha con noi.

Manca poco all'alba e William propone di seppellire Arold ed abbandonarlo.

Noi invece pensiamo che il vero Arold o quanto meno la sua anima sia ancora viva, imprigionata da qualche parte.

Io e Jimbo partiamo per Parigi.

Cerchiamo il vero Arold nei luoghi dove potrebbe essere.

Andiamo alla tomba della villa e la apriamo.

Dentro è vuota.

Sì vuota, solo una cosa ci attira.
Uno sbarluccichio al suo interno.
Un occhio di vetro.
Lasciato lì o perso in quella tomba dove qualcosa c'era stato ma poi spostato.

Guardiamo nel pozzo della villa, ma niente.

Torniamo a Liverpool e vediamo che William con Faust hanno compiuto quello che dicevano.

Un mucchio di terra sotto cui giace Arold Jones, quello che è sempre stato sempre con noi, quello che non è umano.

E in lontananza il sole iniza a sorgere e indica lo scadere dei tre gioni a noi concessi.

Un lampo mi assale.
Ma se l'anima di Arold fosse imprigionata in qualcosa.
Qualcosa come la casa?