venerdì 19 febbraio 2010

Si ricomincia

Ancora una volta ci troviamo a misurarci con qualcosa di inaspettato e di sconvolgente. Che, sin dall'inizio, sta mettendo a dura prova le nostre capacità e la nostra resistenza.

Scendere nel cuore della Terra è qualcosa di molto difficile sia fisicamente che mentalmente. Passare tutto qul tempo nell'oscurità rpofonda, con l'aria quasi irrespirabile e nel quasi totale silenzio ha messo a dura prova le nostre menti. Se fossi sceso solo credo sarei impazzito.

Quello che abbiamo scoperto è a dir poco inquietante.
Un intreccio di scale che sembrano "muoversi" slegate dalle normali leggi fisiche e architettoniche. A cosa porterà questo labirinto? Da chi o da cosa vuole tenere lontani i più deboli o i meno coraggiosi?

Mentre ci stiamo facendo queste domande nell'incredulità dello spettacolo che si dipana davanti ai nostri occhi, John ci fa spostare la nostra attenzione su una persona che si profila all'orizzonte. Su una delle innumerevoli scale c'è in piedi un uomo. Dall'abbiglaimento sembrerebbe un monaco. Vesito con un saio, cinto da una corda e dei sandali ai piedi.

Il tempo di dare un'ultima ochhiata e poi capiamo che le nostre forze psicofisiche ci stanno abbandonando. Non possiamo fare altro che risalire.
Dopo una faticosissima e lunghissima risalita finalmente rivediamo la luce e ricominciamo a respirare aria buona. Ci abbandoniamo a un sonno pieno di incubi.
Poi ci rechiamo nell'agenzia e risporfondiamo nel sonno.

Al nostro risveglio un biglietto sotto la porta ci intima di stare lontani.

Ora, come sempre, dobbiamo decidere cosa fare.

martedì 16 febbraio 2010

Il Labirinto

Due settimane di tempo per sistemare la nuova casa fornita dal museo.
Due piani tutti loro per installare una nuova agenzia investigativa.
L’unico lavoro che sanno fare.
Ficcare il naso è il loro unico modo per tirare avanti.
Ficcando il naso Paul scopre una cosa interessante.
Durante uno scavo sono stati scoperti una serie di cunicoli sotto Mont-Parnasse.
Due operai sono morti in circostanze misteriose.
Visitano lo scavo.
Scoprono, nei cunicoli, un passaggio che scende in profondità.
Scendono.
Una scalinata antica li porta in un antro profondo sotto la città di Parigi.
L’oscurità è opprimente.
Qualcuno prima di loro è sceso ad esplorare i cunicoli.
Un esploratore di nome Jerarde La Valle ha passato un mese nel 1979 in quell’antro cercando una cosa che lui chiama “IL LABIRINTO”.
Dalle incisioni che La Valle ha inciso sul muro capiscono che il labirinto è abitato.
Ma da chi?
Trovano il labirinto e la loro mente ha un collasso.
Nel labirinto sembra che le dimensioni verticale e orizzontale si fondano e perdano senso.
E’ troppo.
Lasciano il labirinto incapaci di esplorarlo.
Troppe domande sul quel luogo li affliggono.

mercoledì 10 febbraio 2010

Casa, Dolce Casa

La grande stanza era tetra e cupa, illuminata solo da una candela posta su un antico tavolo in legno massiccio. L'uomo, assorto nel suo lavoro, parlava da solo.

Non è pazzo, ma quando è nervoso perchè non riesce a venir a capo di qualche problema, parla da solo. Un brutto vizio che si trascina da più di trent'anni. E passa..

"Maledetto Robert! Non sono ancora diventato pazzo, forse vecchio, ma non pazzo.. Sono stra sicuro di non aver messo io quell'orologio nella mia tasca e non ho idea di come ci sia finito, dato che anche i miei compagni erano sorpresi quanto me."

"Pffffhhhhhhhhhhhh!" "Sgrat, sgrat"
Il bibliotecario concentrato e assorto nei suoi pensieri soffiava la polvere e puliva nervosamente le copertine di alcuni testi antichi. Intanto la sua mente vagava agli avvenimenti
degli ultimi tempi.

"Vabbè, a quanto pare, d'ora in poi dovrò abituarmi a stranezze di tutti i tipi; e forse stranezze ancor peggiori di quel felino maledetto che mi voleva far diventare un involtino."

Una mano gli andò inconsciamente al petto, dove il lungo taglio trasversale si stava lentamente cicatrizzando. In effetti la sua è stata proprio una brutta avventura.

"le cose ora sembrano comunque andare per il meglio, o no, mio caro e vecchio Roger?"

Il gatto sollevò il capo, lo guardò con aria assonnata, agitò la coda e riprese a dormire.

"E comunque è stata geniale l'idea di chiedere l'uso del palazzo antistan
te il Louvre al direttore del museo. Ho dovuto lasciargli quel bellissimo pugnale d'oro e la punta di lancia della prima era, ma amen. Grazie a quel posto avremo accesso diretto ai sotteranei e alle stanze che utilizzeremo come base per le nostre operazioni - quali che siano ... mi sembra che si brancoli un po' nel buio con le idee.."

Sospirò passando al volume successivo.

"Ehi! Questo libro è proprio conciato male.. altro che pulizia, bisognerebbe trascriverlo.. Ma temo che nel prossimo futuro non avrò troppo tempo da dedicare ai miei amati libri."

"MEEEOOOWHHHHHHHHHHHH!"
Il gatto strillò e scappò sotto uno scaffale quando un piccolo scopino dal manico ricoperto da sottili lacci di cuoio lo colpì in pieno sulla testa:

"Roger! Maledetto pelandrone! vattene a cacciare i topi che mi rosicchiano i libri al posto di poltrire tutto il giorno!"

Mentre il gatto lo stava osservando in cagnesco con le orecchie tese, il vecchio studioso iniziò a sistemare i libri su uno scaffale vuoto e polveroso lì vicino.

"Bisogna trovare una soluzione: dobbiamo inventarci il modo di ottenere informazioni a livello planetario e quasi in tempo reale.. e direi che senza i mezzi strambi che hanno i miei nuovi compagni, sia proprio impossibile.. Ed il bello Roger è che manco loro sanno in che modo farlo!"

Il felino in tutta risposta soffiò nella sua direzione e, come se volesse volutamente ignorarlo, dedicò tutti i suoi sensi acuti e la sua attenzione ad un movimento sotto le assi del pavimento.

"Si potrebbe.. si potrebbe fare.. No! che non si potrebbe, maledizione!"

E rimase assorto nei suoi cupi pensieri e nel suo lavoro finchè la candela non si spense in uno sfrigolio..

martedì 2 febbraio 2010

Un nuovo capo?

Dopo aver ulteriormente indagato capiamo che non possiamo uccidere il guardiano e che, forse, il solo modo per far tornare il villaggio alla sua vita tranquilla è quello di far allontanare le due persone a cui il guardiano da la caccia. Il maniscalco e il bibliotecario.
Loro sono le sole persone che hanno toccato la stele senza averne il permesso e quindi sono una minaccia da eliminare

Così parliamo col maniscalco e col borgomastro e, anche loro, convengono con noi su questa soluzione.

Nel giro di qualche ora il maniscaclo è diretto a nord sul suo carro con la sua famiglie.
Noi invece ci rechiamo alla stazione del villaggio vicino e, dopo una breve consulto decidiamo tornare in Austria da Robert l'orologiaio.

Dopo qualche ora di treno in cui cerciamo di recuperare le energie, arriviamo a Vienna. Il locandiere vuole essere certo della perdita della sua locanda e così è.
Quindi ci rechiamo da Robert con il solito nugolo di domande che ci attanaglia la mente.

Quando arriviamo alla casa siamo subito colpiti dalla torre dell'orlologio che svetta al centro.

Ci faciamo annunciare e veniamo indirizzati proprio verso la torre.
Quando iniziamo a salire le scale quasi tutti noi dell'agenzia, iniziamo ad avere strani malori.

Ci rechiamo in uno studio con Robert e, quando gli chiediamo dei malori, dice di non conoscerne la causa ma è palese ceh stia mentendo.
Gli raccontiamo l'accaduto e lui si presenta con un antichissimo tomo scritto nell'antica lingua egizia. La stessa che parlava il guardiano.
Ci spiega chi e cosa sono i guardiani, di questa lingua antica delle porte che conducono a Gea e, da quel che sembra, sa molto più di quello che ci dice.
Come al solito e come accadeve con Barker, l'uomo con la bombetta... la maggior parte delle noste domande cade nel vuoto.
Forse ci sono cose che non siamo pronti a conoscere, o forse la nostra sete di conoscenza è il loro modo di tenerci al loro servizio.

Con Barke fuori gioco sarà Robert il nostro nuovo vapo?