martedì 30 marzo 2010

Le riflessioni di un uomo solo

Le vicissitudini mi hanno riportato nella mia Scozia. La mia terra tanto amata.
Gli ultimi eventi mi hanno portato ad allontanarmi dai mie compagni e questo mi permette di stare solo con me stesso e di riflettere e ripensare un pò a tutto.

Dopo molto tempo mi trovo a ripensare alla mia Vivian, alla mia fuga a Londra, poi a Parigi... e adesso, finalmente, di nuovo a casa. Il calore della mia famiglia e del mio popolo mi sono mancati molto più di quello che pensavo. Solo ora mi rendo conto di quello che ho lasciato.

Forse fino ad ora non ci pensavo perché con gli altri le cose andavano bene e non c'erano mai state particolari controversie.

Ora però alcuni di loro stanno cambiando. Sembra che qualcuno cerchi risposte alle sue domande seguendo quelle che sono le sue priorità. Sembra che qualcune stia iniziando a mentire agli altri, ad agire per conto suo o in gruppetti e non più all'unisono come un tempo.

Sembra che Jimbo, come me, sia quello che riesce a mantenere un certo distacco dal potere.
Proverò a parlare con lui per capire se le mie sensazioni sono proprio sbagliate o se, anche sta volta, il mio intuito mi sta mettendo in guardia da qualcosa di strano che stavolta viene dal nostro interno.

Barker, Robert, Arcer e questo nuovo capo, Liliana... sempre più persone si intrecciano coi nostri destini, persone che cercano di manipolarci per avere il sopravvento le une sulle altre. E riescono molto bene a manipolarci, troppo bene.

Più ci penso più vedo che molti di noi stanno perdendo il raziocigno. Arold che manda il treno e Toropolis e si fa toccare dall'ombra per sedare la sua sete di conoscenza, Paul che spezza un cubo di cui si ingoranvano i poteri con che conseguenze...???
John, Blaise e Antony... non la raccontano tutta. Antony fino a poco fa avrebbe ucciso per Elisabet e ora non fa nemmeno un tentativo per fermare Barcker che vuole far nascere il bimbo e quindi far morire lei.
E poi se non hanno trovato quello che cercavano perché stare via addirittura un giorno in più?
Poi c'è la malattia di Joseph...

Troppe cose troppo caos. Invece qui c'è la mia terra, la mia gente... qui c'è la mia pace.
Forse dovrei valutare l'idea di...

-Toc Toc-

Forse è toranto Jimbo.

lunedì 29 marzo 2010

L'essere uniti e l'agire da soli

John, Antony e Blaise sono lontani da Parigi.
Gli altri sono al treno.
Tentano in ogni modo di farlo partire, ma non funziona nulla.
Stanchi di provare a vuoto decidono di incidere i siboli sul legno del pianali, così come li avevano visti nella visione di Barker.
Il treno scompare.
Per loro è solo uno spostamento d'aria, vengono sbalzati a terra e il treno è sparito!
E' come se si fosse spostato talmente veloce che li ha disarcionati.
Dove può essere andato?
William dice:
"Io stavo pensando alla Scozia, la mia terra. Nella visione di Barker il treno correva senza nessuno a bordo in una distesa di prato verde... e se fosse davvero la?"
"Andiamo in Scozia" dice Jimbo.
Prima di andare però, dato che devono attendere i 3 che se ne sono andati, decidono di usare ancora lo specchio.
Arrivano alla villa di Barker ma la trovano vuota.
Entrano e nella casa c'è solo lo specchio.
Arold lo vuole usare.
Decide di scoprire come tradurre i simboli.
Tocca lo specchio e quello che vede lo inquieta.
Nessuna visione, solo un campo bianco e un'ombra con gli occhi di fuoco che lo guarda.
"Così sei tu che usi lo specchio. Dopo tanto usarlo devi pagare il prezzo."
L'ombra con una visione gli indica che deve fare qualcosa a Robert per pagare il pegno.
Ucciderlo?
Parlarli di qualcosa?
Nel frattempo Paul torna a Louvre e spezza il cubo antico che li era conservato.

Dopo 3 giorni arrivano i 3 ma sono molto vaghi su ciò che hanno visto e cioè che gli è capitato.
La squadra parte per la Scozia.
Dopo varie vicissitudini trovano il treno, ma tentando di usarlo di nuovo uno di loro pensa a Thoropolis e il treno sparisce nella terra.
Questo fa infuriare William che abbandona il gruppo.
In alcune ore lo riescono a ritrovare, ma lui non vuole più parlare con loro.
Alla squadra la sue reazione sembra esagerata, ma assecondano la cosa per evitare che possa succedere qualcosa di peggio.
Mentre attendono che la rabbia passa a William la squadra incontra un uomo con i capelli rossi che dice di essere una persona che lavora per Liliana.
Dice di evitare di usare i simboli se non si sa come funzionano.
"I simboli sono una gabbia che può impirigionare l'enità che permette a Liliana e ad altri di avere la capacità di non invacchiare, se voi usate i simboli aprite la gabbia e potrebbe succedere che l'ombra fugga."
Chi è questa misteriosa ombra che sembra essere connessa con tutte le cose?
E' un bene o un male che si stia interessando a loro?
Mentre discutono Antony dice:
"Fino a poco tempo fa il gruppo era un entità compatta, una essenza di emozioni e volontà che agiva per una direzione comune, adesso stiamo correndo il rischio che le motivazioni personali rompano il nostro connubio. Mettiamo da parte le nostre intenzioni e le nostre ambizioni e ricordiamo che se siamo uniti e per agire come un gruppo non come singoli.
Altrimenti rischiamo davvero di perderci."
Mente parla mescola il mazzo di carte, poi si ferma.
Guarda gli altri ed estrae la Torre.

mercoledì 24 marzo 2010

L'incontro di Barker

Una settimana prima

Come tutte le mattine Richard si reca al Louvre.
Il fatto che Arold, un uomo che dice di essere suo amico, gli ha trovato quel lavoro lo rende utile.
Un uomo che lentamente recupera pezzi della memoria e che è relegato su una sedia a rotelle, senza quel lavoro, si sentirebbe davvero inutile.
Saluta il vecchio guardiano.
Entra nella sua sala da lavoro e inizia a riordianre i libri negli scaffali più bassi.
Ogni tanto si trova dei libri da mettere negli scaffali alti.
Ogni volta che accade li mette da parte, pensando che prima o poi ci arriverà.
Un bussare alla porta lo distoglie dal suo lavoro.
"Avanti" dice.
La porta si apre ed entra un uomo sui trent'anni.
"Salve Mr. Barker."
"Buongiorno, ci conosciamo?"
"Per ora no, ma la conosce l'uomo che mi manda qui. Dovrei parlarle e farle fare un giro ad Avignone."
"Avignone?"
"Si."
L'uomo sui trenta si avvicina.
"So che devo farle vedere questo."
Dalla tasca della giacca estrae una lettera e la porge a Richard.
"Posso chiamarla Richard?"
Barker prende la lettera e velocemente la legge.
"Si, credo di si..."
"Si al nome o ad Avignone?"
"A tutte e due."

Oggi

Richard entra nel louvre ed entra nella sua stanza di lavoro.
Da un occhio alla pila di libri.
Prende tutti quelli che ha messo da parte, e li sistema sui loro scaffali.

martedì 23 marzo 2010

Il ritorno di Barker

Decidiamo di tornare a Parigi con Dustin per cercare una cura al suo male.
Ma mentre cerchiamo di partire arrivano i militari e con loro hanno una donna.
Vogliono fare uno scambio.
La donna per Dustin.
All'inizio non capiamo poi tutto è chiaro: la donna è la moglie di John.
Sembra che ora la scelta è vincolata.
Facciamo lo scambio e torniamo a Parigi con la moglie di John.
Mentre siamo nella nostra casa a parlare sul da farsi si sente bussare alla porta.
Apriamo e rimaniamo a bocca aperta.
"Salve" dice l'uomo e noi rispondiamo in coro: "Barker"
Barker è davanti a noi, coscente di quello che è, ma sopratutto in piedi.
Insieme a lui c'è un certo Philippe Arcer che ora è un suoi collega, ha un nuovo capo e il suo compito è cercare di fare nascere il figlio di Anthony.
Non capiamo come faccia a essere lì e come faccia a essere tornato come nuovo.
Mentre ci domandiamo il come e il perchè lui chi chiede: "Posso riprendermi lo specchio?"
Discutiamo sul da farsi e decidiamo di fare un altro scambio.
Lo specchio per tre risposte.
Prendiamo lo specchio e andiamo da Barker.
Intanto cerchiamo le domande da fare a lui o allo specchio.
Una volta arrivati partiamo con le domande.
La prima è come funziona il treno.
Lui scrive qualcosa sulla mano e poi tocca lo specchio.
Passano alcuni secondi in cui Barker cade in trance e poi ci dice che il treno va grazie a dei simboli che bisogna segnare su di esso e non come funzionano normalmente i treni.
Ci scrive i simboli e sono li stessi che si sono sui nostri orologi.
I nostri occhi si illuminano e chiediamo subito cosa sono quei simboli
Barker fa la stessa cosa di prima, tocca lo specchio e cade in trance.
Dopo pochi secondi ci dice che la prima volta che furono tracciati era nel medioevo, da una donna con i capelli neri e ricci di nome Liliana.
Quando li ha tracciati era in un castello e pronunciava delle parole a lui incomprensibili.
Vicino a lei c'era un cavaliere con i capelli rossi.
Una volta che ebbe tracciato i simboli all'interno di essa camparve un ombra. E dopo aver chiesto a Liliana se era conscia del prezzo che chiedeva loro.
Alla risposta affermativa della donna l'ombra si avvicina al muro, lo tocca ed ecco comparire una porta di metallo
Una delle famose porte di metallo.
E subito il cavaliere invecchia ediventa polvere e si sentono dei gridi nel castello.
Dopo di ciò Barker ci dice che l'ombra si è girata nella sua direzione fissandolo e lui ha staccato la mano dallo specchio mentre vedeva la donna che passava attraverso la porta.
Una volta che ci ha raccontato questo ha perso i sensi per pochi attimi, stremato dalla fatica.
"Mi serve del tempo prima della terza domanda" dice lui appoggiandosi a dei servitori.
"Possiamo usare lo specchio nel mentre?" chiede Paul e lui un po' restio acconsente dicendo che andrà a riposarsi nell'altra sala.
Con noi rimane Philippe che ci guarda disisnteressato.
Io mi avvicino a lui e mentre mi appoggio alla parete Paul ha già scritto qualcosa sulla mano e sta già toccando lo specchio.
"Sai quello che stai facendo?" chiede Philippe e Paul sorridendo "No!" e tocca lo specchio
Passano trenta secondi e già non si regge in piedi. William lo prende e lo stacca di forza dallo specchio.
È stremato.
Paul non fa in tempo a dirci quello che ha visto e subito John ha la mano sullo specchio.
Arcer sembra sconsolato. "Qualcuno fermi questa follia" dice appoggiando la testa fra le mani.
Questa volta Jimbo afferra John pochi secondi dopo la sua caduta in trance, ma sembra che anche lui abbia visto qualcosa.
Mentre tutti cercano di far riprendere Paul e di trattenere John, il nostro compagno Joseph il bibliotecario ha la mano sullo specchio.
Mentre anche lui cade in trance e il suo corpo cede seduta stante alla fatica io chiedo ad Philippe: "Bello il giubbotto! È Pelle?" e lui: "Sì è molto bello ed è di pelle?", lo incalzo "Dove lo hai trovato?" e lui alzandosi "Non in questo tempo" ede sce dalla stanza.
Afferriamo Joseph che ormai stremato era crollato a terra, lo sepcchio è evidentemente troppo per la sua età.
Ci riprendiamo un po' tutti da quello che sta succendendo e Jimbo propone di andare a provare il treno. Subito William è con lui come quasi tutti gli altri.
Ma John, Anthony e io decidiamo di fermarci qui, vogliamo parlare con questo Philippe Arcer.

giovedì 18 marzo 2010

Il ritorno

Dopo la parentesi nel futuro ci ritroviamo nella nostra sede con delle "belle" novità.

Jimbo ha scoperto come funziona lo specchio, sappiamo che quando Faust sviene ci proietta in tempi e realtà che ci aiutano a capire e scoprire i nostri poteri col rischio però di rimanere intrappolati in queste realtà...

Ora dobbiamo decidere che cosa fare. Valutiamo tra le varie possibilità e decidiamo di divederci gli incarichi.

Io e Jimbo ci dedichiamo al recupero dei pezzi del treno, gli altri continuano ad indagare sulla morte dei due operai nelle catacombe.

Dopo circa 1 mese si sa che nelle catacombe c'è un mistero che aleggia, come un'ombra che non si sa cos'è e della quale nessuno vuol parlare.

Mentre i pezzi del treno sono stati quasi tutti recuperati. Già quasi. Mancano 4 ruote che sono state usate sul treno della prima metropolitana a Londra.

Così, senza esitazione, torniamo nella nostra Londra.
Scopriamo che sono cambiate molte cose. Nuove costruzioni hanno rimpiazzato quelle rase al suolo dai militari. Facciamo un giro per quelle che un tempo erano le nostre strade e ci assale un pizzico di malinconia.

Ma non abbiamo tenpo da perdere, siamo qui per uno scopo.

Andiamo a vedere questo strano treno che chiamano metroplitana e saliamo. Facciamo tutto i lpercorso parlando e facendo domande al loquace macchinista.
Così vediamo la galleria dove lo parcheggiano la notte. E' un posto appartato e incustodito; è presto deciso che, la notte stessa, avremmo preso le ruote.

Nel frattempo qualcuno di noi va a fare un giro per il porto per vedere de c'è ancora la cassa.
Con grande stupore scoprono che qualcuno l'ha rubata.
E non è la sola cosa che scoprono. Mentre si aggirano per i vicoli bui si sentono seguiti e scoprono ceh sulle loro tracce c'è un mostro umanoide.
Un paio di loro hanno un duro scontro con essa.
L'ultimo a lottare con questa creatura è John. La cosa sorprendente è che questo essere lo conosce, lo chiama per nome e chiede il suo aiuto.

Così, mentre alcuni portano le ruote in una locanda fuori città per poi portarle a Parigi il mattino seguente, altri si ridirigono al porto per cercare e aiutare questa creatura.

Oltre a lei ci sono anche dei militari che cercano di ucciderla ma, con l'aiuto di John, i militari vengono messi in fuga.

Così ci ritroviamo alla locanda con 4 ruote di treno e un essere mostruoso.
John ci racconta che è un suo ex commilitone, un certo Dustin, che si è trasormato così dopo la missione di recupero in Idia.

Il nostro breve ritorno a Londra è finito ma, di certo, non ce ne andiamo a mani vuote.

martedì 16 marzo 2010

Il volto nello specchio

L'orologio di Barker ferma il tempo...
Questo pensa Jimbo mentre osserva il grigio spazio immoto della città che il meccanismo dell'orologio ha cristallizzato in un tramonto interminabile.
Gli uccelli sopra la Senna sono bloccati in evoluzioni che sembrano essere scolpite da un abile mano.
Jimbo fa due passi.
Gli oggetti sono inamovibili, il tempo bloccato ne impedisce il movimento, anche se lui cerca di spostarli a forza.

Lo specchio sembra reagire al blocco del tempo e se Jimbo lo sfiora, come un metallico fiore, si apre e mostra il suo segreto: la possibilità di scrutare il mondo!
Basta pensare a qualcosa e lo specchio lo mosta.
Jimbo muove le lancette e lo specchio, docile, mostra ciò che è avvenuto prima e forse, se Jimbo lo volesse mostrerebbe anche quello che avverà dopo.
Ma l'uomo con la bombetta, tempo addietro, aveva detto di non giocare con il tempo, e Jimbo non vuole rischiare.

Mentre parla con gli altri di quello che ha scoperto il suo sguardo viene catturato dal vetro di una finestra, al suo interno sembra essere riflesso un volto.
E' solo un istante, ma Jimbo ne è certo, qualcuno li spiava!

Torno a scrutare il tempo con lo specchio, manda le lancette indietro fino al momento in cui ha intuito il volto nella finestra e lo vede.
Un volto d'ombra con profondi occhi rossi.
Gli occhi di un cacciatore.
Un brivido scende lungo la schiena di Jimbo.
Forse giocare col tempo ha richiamato l'attenzione di esseri che loro non possono combattere.
Jimbo osserva il volto e con sua immenso terrore, mentre tutto il tempo è fermo, l'essere si volta verso di lui!
Jimbo si stacca dallo specchio e fa riprendere il moto del tempo.
Mio dio, quella cosa non è vincolata la tempo!
Jimbo mette via l'orologio e si promette di essere molto, molto cauto.

mercoledì 10 marzo 2010

Il meccanismo del tempo

Continuo a controllare sui monitor quello che sta accandendo, ma una volta che i miei compagni sono entrati nella stanza non riceviamo più loro notizie e non osserviamo alcuna attività sospetta. Dopo un po' di tempo che sono fermo a non fare nulla decido di andare a vedere, prendo una pistola e mi alzo dirigendomi verso il corridoio. Così fa anche la nostra compagna, ma una volta sulla porta tutti gli schermi diventano neri e sull'unico rimasto acceso vi sono solo dei numeri: 4.00 - 3.59 - 3.58 - 3.57 - ...
Nella mia testa si palesa un pensiero che si tramuta in orrore, guardo l'orologio o mi precipito all'interno della stanza. Entro e davanti a me si apre un cunicolo scavato nella roccia e, senza chiedere ne come ne il perchè, mi fiondo all'interno di questo e finisco in una grotta. William giace morto e i miei compagni sono tutti presi da una discussione. Arrivo e li avviso che nella stanza comandi è comparso un countdown. Loro mi guardano rattristiti e mi spiegano come stanno le cose.
Nella stanza a fianco c'è un sorta di buco nero e sempre nella stessa stanza c'è un tipo che sprigiona un forte magnetismo, qualche volta anche repulsivo.
Decidiamo di parlare con questo tizio. Lui sembra quasi lobotomizzato e l'unica informazione che riusciamo ad avere è quella che il professore ha istallato delle cariche esplosive per tutta la struttura. Così il mio compagno Anthony si lega alla sua pistola e si getta nel buco nero, subito lo segue Joseph. Uno dopo l'atro sia Faust che John li seguono e così decido anche io di fare il salto.

Da allora solo il buio.


Il buoi si dirada e ci ritroviamo ancora nel labirinto. Faust sta ancora precipitando e noi siamo accerchiati da questi guardiani. Uno di essi ci chiede il motivo della nostra visita e noi diciamo di essere in cerca di Toropolis. Lui ci guarda e ci dice che non possiamo raggiungerla.
Facciamo delle domande a questo guardiano ma non ne caviamo un ragno da un buco, così lui ci dà due alternative, o rimanere qui per sempre o andarcene. Senza pensarci troppo prendiamo le nostre cose e torniamo a casa.
La troviamo Faust che dorme beato e una volta sveglio ci spiega che tutte le volte che lui sviene o si addormenta involontariamente ci fa ricordare momenti dimenticati delle nostre vite. Un po' quello che ci aveva detto Robert circa il linguaggio di Gea, ma da lì a capirci qualcosa il passo è lungo.

Mentre riflettiamo Jimbo nota che l'orologio di Barker diversamente dai nostri ha la possibilità di regolare l'ora.
Noi gli diciamo di provare e lui prova, insistiamo e lui ci risponde che lo ha già fatto.
Il tempo si è fermato quando lui ha staccato l'orologio ed è ripartito quando lo ha riattaccato, ma noi non ce ne siamo minimamente accorti.

Jimbo si alza e fa alcune prove e dopo una di essa torna con la barba. Noi un po' allarmati gli chiediamo che cosa è successo e lui ci risponde: "Ho capito come funziona lo specchio"

martedì 2 marzo 2010

La base nei ghiacci

Polo Sud - Novembre 2009
Jimbo si risveglia con l'acqua calda che gli brucia le mani.
"Sembra che funzioni tutto.."
La ragazza alle sue spalle è vestita con abiti da esplorazione antartica.
Il labirinto è solo un vago ricordo, come un sogno.
Adesso Jimbo è nel 2009 e sta cercando risposte alla morte di alcuni esploratori.

Per tutto il gruppo il 1863 nn è altro che un vago sentore che rimane in fondo al cervello.
Come un fugace ricordo di un'altra vita.

La spedizione ha lo scopo di capire chi, o cosa, ha ucciso 11 scienziati che si trovavano nella base antartica.
Hanno solo pochi indizi:
Primo: il capo spedizione, il dott. Lewis, sembra essere impazzito ed ha sfogato la cosa in una sorta di grafomania che lo ha portato ha scrivere cifre e date sui muri del suo laboratorio.
Secondo: la spedizione era li per studiare un fenomeno magnetico che si origina sotto la superficie terrestre, a circa 100m di profontità.
Terzo: le registazioni audio identificano la presenza di un' "ombra" che i ricercatori sembrano avere visto aggirarsi nei corridoi
Quarto: I computer sono stati tutti formattati e tutti i dati della ricerca sono stati persi.

Esplorano la base e scoprano che è completamente vuota.
Attivano in sequenza le telecamere scoprono che a volte ci sono dei cali elettrici in alcune zone della base.
Durante questi cali elettrici nell0ochio delle telecamere appare un'ombra indistinta.
Qualcuno pensa a fenomeni magnetici, altri ad un virus informatico..

Tre di loro armati di coraggio si nascondono nei corridoi.
Appena i compagni li avvisano di un calo elettrico corrono nella zona per vedere se l'ombra esiste realmente.
La vedano!
John lancia una torcia di segnalazione nella sua direzione e la luce illumina il corpo fisico di un uomo.
E' il professor Lewis!
Appena lo vedono il professore scompare come nel nulla e torna la luce.

Controllano le registrazioni delle telecamere:
l'immagine non viene registrata correttamente, come se l'ottica non riuscisse a catturarla, ma la cosa più sconvolgente è che nel momento della scomparsa gli orologi delle telecamere sembrano avere fatto un salto di 19 secondi!