domenica 21 dicembre 2008

Lo specchio e la tomba

E' stato difficie decidere di chiamare l'uomo degli specchi, ma dopo una lunga discussione avete deciso che sia la cosa migliore.
Lui conosce lo specchio e vi può aiutare.
Lo convocate al Queen e recuperate la cassa dall'agenzia.
Dopo una lunga serie di note tecniche sullo specchio lui vi dice che sicuramente è uno specchio di origine italiana, di almeno 300 anni e che secondo lui vale almeno 200.000 sterline.
Una cosa però vi inquieta l'uomo dice che uno specchio antico è più di un normale specchio, infatti egli crede che non ci si debba mai riflettere la notte in uno specchio del genere dato che porta sfortuna.
Inoltre vi dice che mai e poi mai uno specchio antico deve riflettere un'altro specchio!
Rimasti soli le parole dell'uomo non vi convincono.
Anthony prova a riflettersi tra due specchi, giusto per tentare la sfortuna, ma non accade nulla.
Osservarsi in una serie infinita di se è inquietante, è come se ci si scindesse in una serie di individui identici e diversi, senza sapere chi sia se e chi lo spettro di se.

Scesa la notte vi recate da Jacob.
Un biglietto nel pomeriggio vi aveva avvisate che lui aveva rapito Faust dal suo ricovero ospedaliero, e che solo voi lo potevate salvare.
Piggy vi avvisa che Jacob non è li, ma che lui vi accopagnerà!
Piggy vi porta in un cimitero in cui una serie di uomini sono indaffarati a scavare ed aprire tombe.
Jacob vi saluta con un ghigno, e vi chiede coem mai giravate per i porti.
Gli rispondete per le rime e lui ride.
Un pensiero vi turba.
Faust... ler tombe.
"Bastardo"
Ecco la carta di Jacob, salverà Faust se gli dite tutta la verità.
Voi non potete fare altro che raccontare tutto di Antony, dello specchio e dell'uomo che vi ha aiutati.
Riuscite a salvare Faust, ma a quale prezzo?
Adesso il mastro vetraio è in pericolo!
Dovete trovare un modo per fermare quel bastardo di Jacob prima che sia troppo tardi, troppo tardi per tutti.

giovedì 4 dicembre 2008

L'uomo degli Specchi

Antony Stradivary
La, strada che porta dal cimitero all'hotel è lunga, troppo lunga per non pensare, troppo lunga per tenere la mente occupata senza ricordare, e come previsto i morti tornano a farmi visita, vecchi ricordi, vecchie immagini che speravo aver dimenticato fanno di nuovo capolino nella memoria... Ripenso a quella dannata notte di un anno e mezzo fà, ripenso all'incarico che ci avevano affidato ripenso alla cassa scomparsa, ripenso a quel suono stridulo, ripenso allo sparo, ripenso a tutto quel sangue. La mia mente è oberata da questi ricordi e senza rendermi conto sono di nuovo in albergo, ad aspettarmi c'è Paul con il mio pacco, me lo consegna.
Lo apro e scorgo alcuni oggetti familiari che usavo anni fà. Paul avvisa me e il militare, che lui e gli altri sono in procinto di partire, tornano sul luogo di una vecchia indagine, dove a detta loro tutta la loro storia ha avuto inizio.
"Solo un paio di giorni, poi saremo di ritorno".
Ok fin qui tutto regolare, ma poi la faccenda si complica...dice che dal loro confuso viaggio in india senza rammentarselo si erano fatti recapitare una cassa, giunta oggi in Inghilterra, e dopo averla aperta hanno trovato uno specchio antico grande quanto il portone d'ingrasso di una casa borghese, completamente fatto in argento e risalente a circa 300 anni prima, be qui le cose iniziano davvero a complicarsi.
Grazie all'autorità del mio nuovo compagno facciamo un ulteriore sopraluogo ai magazzini, quei dannati magazzini.
Come prevedevo e senza che la memoria mi traesse in inganno la cassa sottratta un anno e mezzo prima, che riempiva la nicchia vuota tra le cianfrusaglie di quel luogo, doveva avere le dimensioni più o meno adatte per contenere uno specchio di quella portata...
e visto il racconto di quanto lo specchio fosse antico l'unica persona che poteva venirci in aiuto non poteva essere altrimenti che il mastro vetraio che risiedeva in città, più di cento anni di esperienza nel costruire specchi serviranno pure a qualcosa pensavo; ed eccoci qui di fronte all'ingresso della bottega.
Bottega, sembra un palazzo più che una bottega.
Guardo il militare, lui mi guarda
"entriamo?"
Annuisco, superiamo la grossa porta d'ingresso e un atrio sconfinato si estende davanti ai nostri occhi.
Osservando più attentamente mi rendo conto che quello che ho davanti non è un salone immenso ma bensì il riflesso dato da centinai di specchi che svolgono il loro compito gli uni verso gli altri, un senso di vertigine mi assale, e lo stesso accade al militare...
"Sembra una magia" dice
"Da il voltastomaco" aggiungo.
Dal fondo del corridoi centrale un uomo elegante si dirige verso di noi, sembra non badare a tutto questo, sembra anzi che si trovi a suo agio.
"buon giorno signori, come posso rendervi felici soddisfando i vostri desideri?"
Anche Lui deve essere un riflesso di un uomo vero da come parla, o meglio è solo il riflesso di un uomo...
Fingendo di essere interessato alla merce e con accento tedesco chiedo informazioni.
"Ma di grazia signori, per quale motivo non incrociate il mio sguardo?"
Mi accorgo solo ora che quello che pensavo essere un uomo era solo il riflesso in un specchio, lui è alla mia destra ma da come parla, per me resta cmq il riflesso di un uomo.
Dopo una lunga discussione, fingendo di essere li in veste ufficiosa per informarmi, a nome del signore altolocato di Prussia che rappresento, riguardo al mantenimento, alla ristrutturazione e al commercio di specchi antichi finiamo nei piani bassi della bottega dove sono custoditi specchi di grande valore tutti in argento, vedendoli e soppesando con il pensiero quello trovato Paul, questi non sono nemmeno paragonabili ne come valore ne come prestigio.
Discutendo con mastro vetraio, veniamo a conoscenza che lo specchio trovato era stato ristrutturato anni prima qui, che possiede un valore non quantificabile in sterline, e dopo rapide conclusioni che non è opportuno che si sappia cosa contenga quella cassa di grandi dimensioni custodita in agenzia, e che sarebbe opportuno portarla via subito da li.
Uscendo dalla bottega due pensieri balenano nelle mia mente, il primo è quello di recuperare immediatamente lo specchio, il secondo è che vorremo saperne di più l'unico che può aiutarci è la persona con la quale abbiamo appena parlato ma la prossima volta dovrà essere una discussione in via ufficiosa....

lunedì 1 dicembre 2008

Simboli

Arold Jones
Dopo essere tutti usciti dal pub Red Raven, mi dirigo verso il mio ufficio, e circondato da molte carte, libri, documenti, ricerche, fumando la mia pipa rifletto su quanto accaduto...tentando di trovare una possibli connessioni...e penso...
Dannazione...vorrei proprio poterci capire qualcosa di più anche io su questa storia...è tutto un gran casino, tanti avvenimenti apparentemente sconnessi tra loro ma legati dai simboli ritrovati in troppe occasioni per poter essere semplici coincidenze.
I simboli in questione sono simili a dei cerchi, originari dei paesi dell' est come guarda caso l'INDIA e grossomodo riguardano lo scorrere del tempo...li abbiamo trovati prima al manicomio, poi in India sui corpi dei 2 dispersi nella giungla,nel villaggio in Francia, tatuati come cicatrici sul corpo del mostro nel villaggio...e poi anche a londra sulle navi arrivate dall' India e ancora sulla cornice dello specchio che dicono abbiamo recuperato.
Poi come se non bastasse è arrivato Anthony col suo racconto...dice di non aver sparato al suo compagno, ma ad un altro individuo…che guarda caso ha una certa ‘somiglianza’ alla creatura che abbiamo incontrato noi nel villaggio, cicatrici e ferite aperte a cerchio, e quelli che sembrano tatuaggi metallici.
Questa cosa è troppo strana...credo che l’incontro con Anthony Stradivari, che sia un caso fortuito o meno, potrebbe essere di fondamentale importanza per fare luce su questi misteri.

domenica 30 novembre 2008

L'India e lo specchio: c'è qualcosa di strano

Paul Oldman
Usciti dal pub Red Raven ci separiamo, ognuno per la sua missione, chi da solo chi invece in piccoli gruppi.John verso la sede dei militari, mentre Paul, William, Arold ed Anthony verso la sede dell'agenzia.Dopo aver recuperato dei travestimenti, Anthony abbandona il gruppetto e si dirige al porto.Nelle nostre teste aleggia un ricordo:Ma il nostro capo non ci aveva chiesto di compilare un rapporto sul nostro viaggio in India?Forse è ora di mettere mano a quel lavoro.Recuperiamo dagli archivi il nostro vecchio rapporto e, leggendolo, con nostra enorme sorpresa scopriamo delle informazioni a noi assolutamente ignote."Ma allora siamo andati in India volontariamente" esclama William "qui ci sono le nostre firme sul foglio di partenza per l'India. A meno che qualcuno non le abbia falsificate... ma sembrano così perfette""E poi che cavolo è questo specchio che dovevamo recuperare?"Ma lo avremo recuperato davvero questo specchio? E se sì, dove cavolo starà adesso? E chi l'ha rubato l'abbiamo preso? Ma, soprattutto, perchè non ricordiamo nulla di tutto ciò?Recuperiamo qualche informazione sullo specchio dal magazzinierie e veniamo a conoscenza che lo specchio è stato recuperato."Andiamo nel magazzino a vederlo" esclamiamo, e ci dirigiamo verso la nostra meta.La cassa dello specchio è enorme. La apriamo e scopriamo un bellissimo specchio, grande, luminoso, da cui veniamo come rapiti.Le nostre immagini riflesse hanno un nonsochè di magico..."Ancora quei simboli" esclamiamo guardando la cornice "guardate la cornice, ci sono ancora quei simboli che ci stanno seguendo da quando siamo andati in quel villaggio di matti".Apriamo lo specchio, staccando la cornice dalla parte riflettente. Nella parte posteriore dello schermo, dove di solito c'è la firma dell'artigiano costruttore, qui non c'è nulla.Perchè???"Lo specchio è stato recuperato, il ladro, invece, noChissà chi è stato a rubarlo e per quale motivo...Sempre quegli strani simboli comunque...".Le nostre menti sono confuse: ogni cosa che scopriamo sembra, in qualche modo, avere a che fare con degli strani simboli."Arold, è bene che tu metta a frutto le tue conoscenze e scopra il significato dei simboli. Noi provvederemo alla stesura del rapporto conclusivo sul viaggio in India e sullo specchio, ovviamente inventando tutto di sana pianta, visto che nessuno di noi si ricorda di averlo recuperato".

mercoledì 26 novembre 2008

Le tessere di un puzzle

Passa il tempo, gli eventi si susseguono e l'mmagine che mi salta in mente è quella di un puzzle.
Già tante tessere diverse e, apparentemente, impossibili da legare l'una all'altra.

...Apprentemente...

Le ultime scoperte (dai "nostri" rapporti sulla missione in India allo specchio con gli "strani" simboli) ci stanno convincendo che tutto sia legato. Che tutto faccia parte di un complicatissimo disegno del quale, al momento, non sappiamo nulla.

Così, per aggiungere altri pezzi al nostro puzzle, decidiamo di tornare al villaggio del manicomio. Magari abbiamo tralasciato qualcosa che prima ci sembrava irrisorio, ma che ora potrebbe avere una grande importanza.

Così partiamo e, dopo alcune ore, raggiungiamo il villaggio.
Come ci aveva detto Jon, il villaggio è stato completamente distrutto... dai militari.
Perché i milatari l'hanno distrutto? Che senso ha? Dovevano nascondere qualcosa?
... ma siamo qui per cercare risposte, non per farci altre domande.

Iniziamo a perlustrare quello che resta della piccola cittadina.
Torniamo nei luoghi più significativi ma... niente di niente.
Questo viaggio è solo una perdita di tempo.

Ci rimane un unltimo posto da controllare... il capanno del custode.
Così ci inoltriamo nel bosco e ragginugiamo il capanno senza trovare nulla.
Data la tarda ora, decidiamo di passare qui la notte.

Al mattino ci svegliamo pronti a ripartire ma, per terra, troviamo una serie di buchi come quelli visti nella giungla. Così decidiamo di perlustrare ulteriormente la zona e di trascorrere lì un'altra notte.

Quando ci sembra di aver sprecato un altro giorno, all'albeggiare, un alito di vento squote le finestre. Ci affacciamo e vediamo una sagoma enorme stagliarsi all'orrizzonte. La mente subito corre all'India: è la stessa figura vista là.

Ci precipiatamo verso questa "cosa" ma, in men che non si dica, una sferzata di vento ci taglia la faccia e ci fa chiudere gli occhi... e poi più nulla. La figura è scomparsa e a noi non restano altro che dei fori sul terreno.

Decidiamo di fare ritorno a Londra e, durante il viaggio, cerchiamo di mettere in evidenza i fattori che accomunano le varie vicende.

Oltre a quelli già presi in considerazione, ne emerge uno nuovo: i militari.
Già... Qualcuno di loro sapeva sempre dove ci trovavamo e ci ha sempre raggiunti.
Hanno fatto sparire il villaggio... ci hanno riportati a casa dall'India... ci hanno raggiunto in Francia...
Sapevano sempre dove ci trovavamo ma non ci anno mai detto nè come nè perché.
Hanno sempre fatto domande ma non hanno mai dato risposte.

Sembra quasi che ci vogliano controllare o che abbinao qualcosa da nascondere.

Come se avessro la scatola col risultato del puzzle ma non volessero farcela vedere.
Chissà se possiamo fidarci di loro. Forse sono solo elugubrzione menteali ma, come diceva mi nonno, a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca!!!

martedì 18 novembre 2008

Informazioni

Non ci sono segreti per le persone del molo, la cosa è risaputa.
Ci sono uomini senza un briciolo di moralità, uomini che hanno scavato sulla pelle degli altri le loro conoscenze e il loro potere.
Jacob è uno si loro.
Antony vi ha guidato da lui, dicendo che vi avrebbe aiutato a capire di più sul mistero.
Mentre parlate con Jacob gli altri tre stanno cercano informazioni nel magazzino.
Jacob è un tizio ripugnate.
Grasso e sudato, se ne sta rintanato in una bettola che da sul fiume e si mantiene sfruttando il commercio illegale di schiavi e droga.
Qualcuno lo deve per forza coprire, pensate, è troppa la sua arroganza nei vostri confronti.
Lui sa di essere al sicuro qui, e forse anche fuori da qui.
La sua stanza è adibita a dormitorio, sala da pranzo e latrina.
La cosa vi disgusta.
Riuscite a scucirgli alcune informazioni sulla sua posizione, sui suoi rapporti con l'agenzia e sulla sua presunta importanza nel quartiere.
Al suo fianco i sei sgherri lo spalleggiano con baldanza.
Non osate neppure pensare a quale orrori quest'uomo sia abituato.
La vista della sua cena, che sapete essere composta in parte da resti umani vi da il voltastomaco.
Se solo poteste lo uccidereste qui, su du piedi, ma lui vi serve, le sue informazioni vi servono.
Metre parlate la porta si apre e vengono portati dentro tre corpi.
Uno è gravemente ferito ed è Faust!
Gli altri due riescono ancora a reggersi in piedi.
Hanno fatto un errore cercando di entrare qui non invitati, è l'hanno pagato.
Riuscite a fermare il sangue di Faust e finalmente trovate la forza di rigurgitare su quell'uomo tutto il vostro odio.
Mente uscite giurate dentro di voi che non finirà qui.

venerdì 14 novembre 2008

Anthony Stradivary, che strano individuo!

Paul Oldman
E' una giornata tranquilla all'hotel Queen.
Siamo tornati da poco dal nostro "involontario" giro per mezzo mondo e ci stiamo riprendendo dallo shock di ciò che abbiamo visto e vissuto.

Avremmo passato una giornata tranquilla e rilassante se, ad un certo punto, nella Hall dell'hotel non fosse apparso uno strano individuo.
E' sporco, coi vestiti lisi e lerci, e si muove lentamente nella hall in direzione della Reception.

"Buongiorno, stavo cercando il Sig. Paul Oldman. Mi hanno detto che lo avrei trovato qui" dice.
"Buongiorno" rispondo "Sono la persona che stava cercando. In cosa posso esserle utile?"
Il nuovo arrivato si presenta come Anthony Stradivary, un ex collega dell'agenzia. Dice che solo noi possiamo aiutarlo con il suo problema.

Sembra molto scosso, è trasandato, sporco e deperito.
Il suo look non si adatta al genhere di clientela dell'hotel Queen, per cui lo porto in un'ala laterale dell'hotel e gli chiedo qualche informazione in più.
Dal suo racconto, sembra che sia stato cacciato dall'agnzia per un qualche grave crimine che, però, non ha commesso.... o almeno non lo ha fatto volontariamente.

Devo scappare all'aganzia con William; nel frattempo chiedo ad alcuni colleghi di dare supporto al nuovo arrivando facendolo lavare, riposare e dandogli del cibo.
"Parleremo meglio al nostro ritorno SIg. Stradivary".

Nella nostra mente affiorano alcuni vecchi ricordi.
E' vero, un tempo c'era un collega, di nome Stradivary.
Mi sembra di ricordare che costui fu cacciato dall'agenzia per un crimine....
ah sì, per l'omicidio di un collega....
Però lui si professo sempre innocente.....
Forse è meglio riaprire qualche vecchio fascicolo di indagine su di lui.


Al nostro ritorno Anthony ci racconta con qualche dettaglio in più la sua vicenda: pare che fu davvero lui a sparare, ma lui è convinto di aver sparato a qualcun'altro... o, per meglio dire, a qualcos'altro.

E' una presona molto schiva e silenziosa. Vuole il nostro aiuto ma non fa nolto per venirci incontro, per far sì che nopi gli si possa credere.
L'unica cosa che ci accomuna è che, così a noi come a lui, è capitato di trovarsi in situazioni molto strane, assurde, quasi irreali.

Anche noi abbiamo incontrato uno strano figuro in Francia.
Vuoi vedere che le nostre vicende sono in qualche modo legate?

mercoledì 12 novembre 2008

Finalmente a casa

Dopo un tempo sembrato interminabile, dopo essere entrati in misteri che hanno sconvolto le nostre esistenze, finalmente torniamo a Londra.

Qui, nonostante tutto, mi sento a casa.
Anche se il mio cuore resta scozzese è qui che c'è la mia vita. Gli amici, i miei interessi... il mio lavoro.
Non c'è niente di più bello del tornare in un luogo caro e conosciuto dopo una lunga assenza.
Per di più qui potremmo dedicarci alle nostre ricerche e, soprattutto, potremmo chiarirci le idee su quanto accaduto.

Durante il viaggio di ritorno dalla Francia abbiamo avuto modo di concordare una versione comune dei fatti accaduti.
Diremo che la persona vista era il gemello del defunto.
Quindi niente resurrezione ma semplice scambio di persona.
Mi colpisce molto vedere come le strane esperienze che abbiamo condiviso ci abbiano reso un gruppo unito e affiatato.
Anche nel scegliere la versione dei fatti da riportare non c'è voluto molto tempo, ci siamo trovati tutti d'accordo.
...

Come prima cosa passiamo al quartier generale e facciamo rapporto su quanto scoperto in Francia.
E qui iniziano le sorprese... Non dovevamo essere noi ad indagare. L'agenzia aveva incaricato un altro gruppo per investigare sul caso della presunta risurrezione...
Non solo... tutti sapevano che eravamo in India... tutti tranne noi!!!
E perché eravamo in India??? Chi ci ha mandato o portato???
Facendo finta di nulla, terminiano il nostro rapporto e ci trasferiamo al Queen per rilassarci un pò e scambiare 4 chiacchere.

Così ci ritroviamo a porci le stesse, annose domande.
Tutte possono essere riassunte in due: Che senso hanno le cose successe e perché sembrano tutte collegate tra loro.
Il senso non è facile trovarlo e, soprattutto, non è facile dare una spiegazione razionale a quanto accaduto.
Dai fantasmi ai viaggi temporali, dalle incisioni identiche trovate a migliaia di miglia di distanza alle strane coincidenze... troppi misteri ci circondano.
E più ci penso più trovo fatti che sono qualcosa di più di quello che sembrano... anche il fatto che non dovevamo essere noi ad indagare sul villaggio francese ma lla fine siamo stati noi a farlo... non può essere una semplice coincidenza...

Anche le cose più "normali" sembrano nascondere un non so che di innaturale, di losco.
Più analizzo i fatti e più mi sembra di essere entrato in una spirale occulta ed esoterica che, attraverso fatti ed eventi del tutto incopmrensibili e al di fuori del nostro controllo, ci sta portando verso un luogo sconosciuto.

Ed è in mezzo a tutti questi dubbi e pensieri che appare Antony Stradivary!

Ritorno alla luce

Un tintinnio metallico... "sveglia"... lo sono già...
Ormai da più di un anno dormo solo poche ora a notte, da quando è successo non ho chiuso occhio per giorni e ancora adesso fatico a trovare conforto nell'abbraccio della notte...
la serratura scatta...
sono venuti a prendermi...
un pallida luce filtra dalla porta, e una figura si staglia all'ingresso... "andiamo è ora"
Mi alzo infilo la camicia e le scarpe e mi dirigo verso i miei aguzzini...
ai polsi un paio di ferri arrugginiti che hanno segnato decine di polsi prima dei miei.
Vengo portato via come un criminale della peggior specie;
mi ridanno i mie abiti, li indosso
mi ridanno la cipolla, la prendo
mi ridanno le mie lettere...
"E' ora dobbiamo andare"
... li seguo attraverso tutto il lungo corridoi a fianco dei miei ospiti, verso un luce esterna,percorro il miglio, l'ultimo miglio, il miglio percorso da tanti di noi... l'ultimo miglio... poi mi fermo, mi chiamano"ragazzo, si proprio tu..." lo guardo.... è lui, mi aveva detto che non sarebbe venuto, non gli piacciono gli addii aveva detto, ma poi è venuto, non dice nulla... non dico nulla.
Mi sorride, ricambio...
allunga una mano e mi passa un pacchetto, lo prendo.
Lo guardo, osservo quell'uomo, "è quello che pensi... sembra dirmi!"
Mi allontano con i miei ospiti continuando ad osservarlo, mi allontano verso la luce, quella dannata luce, quella che non ho potuto vedere per lungo tempo...
sono quasi sulla soglia, mi fermo ma non mi volto più.
Inutile, so che non c'è più.
"Andiamo" mi liberano i polsi, mi fanno uscire e la porta si chiude alle mie spalle...
Un tiepido sole del mattino mi abbaglia, l'aria è fresca, sfilo dalla tasca il pacchetto, lo apro, si era proprio quello che pensavo.
Un mazzo di carte.
Troppo bello per non essere di qualità, troppo logoro per non essere mai stato usato...
carte che ho imparato ad usare li dentro, carte che a detta di quell'uomo mi saranno utili...
Per questo me le avrà date?
Le mie dita riconoscono le sottili forme amiche e prendono a mescolarle...
Sono tornato.

lunedì 3 novembre 2008

Riflessioni a posteriori

Paul Oldman
I pensieri si affollano nella mente...
Le troppe cose viste in pochi giorni, le troppe cose strane che ci sono successe, le strane analogie tra 2 vicende e due mondi totalmente distinti tra loro ci fanno riflettere.

Che strano villaggio che abbiamo visitato...
C'è qualcosa di macabro, di strano, di soprannaturale, di analogo a quanto visto in Inghilterra in questo villaggio.

Sono ancora scioccato da quello che ho visto in queste settimane: prima un villaggio inglese con gente che appare e scompare di notte, poi delle strane iscirzioni,il viaggio in India - chissà come ci siamo arrivati - e poi questo villaggio francese.

Le iscrizioni trovate sia in Inghilterra che il Francia sono troppo simili.... uguali direi... chi può averle fatte ... o cosa può averle fatte.

Forse c'è una qualche forza soprannaturale, un fluido incorporeo ed impalpabile che lega tutte queste vicende ....
Non posso, non voglio credere che la scienza non sia in grado di spiegare tutto questo ... la magia e la stragoneria sono cose d'altri tempi... da medioevo.


Tutti questi pensieri si affollano nella mia mente.
L'idea che i due eventi siano collegati tra loro da qualche forza soprannaturale mi assilla i pensieri.

Cosa erano quei rumori metallici sentiti in India? Chi li emetteva? Come cavolo ci siamo arrivati in India..... e come cavolo facevano i militari a sapere che eravamo la?

A troppe domande le nostre menti stanno cercando di dare risposta.
Forse un periodo di riposo, di riflessione e di studio a Londra ci permetterà di dipanare le varie matasse di pensieri, di sgrovigliare i fili delle nostre menti, di far luce su un mondo reale che sembra avere qualcosa che non va!

mercoledì 29 ottobre 2008

Un mostro immortale?

Per la terza notte consecutiva il villaggio si trasforma in un luogo lugubre e sinistro.

Poi, ancora una volta, le grida strazianti dal mulino.

Ci rechiamo tutti e quattro là, decisi a mettere la parola fine su questa vicenda. Paul, con un colpo di pistola, fa saltare il lucchetto, spalanchiamo la porta e la scena che ci si prospetta difronte è orripilante.
Un uomo è incatenato alla macina del mulino e il mostro lo sta tagliuzzando, facendolo soffrire in maniera disumana.
I polsi e le mani dell'uomo sono ormai spappolati dalle catene, il torace è apertto come se lo stesse vivsezionando... il gelo che esce dal mulino ci investe e con esso l'odore nauseabondo del sangue.
Il senso di schifo e paura che ci assale mette a dura prova il nostro autocontrollo e il nostro sangue freddo... forse la prova è troppo dura. Non faccio in tempo a dire una sola parola che i miei compagni svengono e si accasciano a terra.

Mi trovo faccia a faccia col mostro.
Io col mio fedele coltello da caccia, lui col suo bisturi. Sento l'adrenalina e la tensione che salgono, il mio corpo diventa un fascio di nervi. Mi guardo attorno per valutare meglio la situazione ma il bastardo non me ne dà il tempo e mi lancia il suo coltello che si conficca nella mia spalla.
Il dolore è atroce ma, facendo finta di nulla, lo erstraggo dalla mia carne e lo rispedisco al mittente.
Colpito!
Dalla ferita fuoriesce uno strano liquido... come se fosse sangue marcio.
Ormai sono troppo agitato per provare dolore, schifo o altro... lui è disarmato: è il momento di attaccare.
Mi lancio su di lui brandedno la mia lama e la sento affondare nella carne putrida. Altro liquame fuoriesce dallo squarcio.
Lui afferra una catena e vibra un colpo verso di me. Mi colpisce ma ormai l'adrenalina che scorre a fiumi mi impedisce di ragionare. Ho solo un pensiero: devo ucciderlo, non posso fallire. Le nostre vite dipendono da me.
Con un balzo sono ancora addosso al mostro e con un colpo perfetto lo attacco alla gola.
Lui cade a terra, esanime.
In un eccesso d'ira gli stacco completamten la testa e comincio ad accanirmi su di essa finchè non è spappolata.

Poi, facendo appello alle mie forze residue, trascino i corpi dei mie compagni verso la locanda, fiero di averli salvati.Passano alcuni minuti e Paul si riprende e, come lui, anche gli altri.
Sono esausto e ferito, quindi mi abbandono al sonno ristoratore.

domenica 26 ottobre 2008

Il mostro nella notte

Francia 1862
Un villaggio immerso nella neve e tutto quello che i nostri occhi possono vedere.
Ma se quello stesso villaggio dovessimo visitarlo di notte il tutto sarebbe molto diverso.
Le case sarebbero più fatiscenti e le vie più vuote.
Le case più fredde e la notte molto più oscura.
Gli uomini di Londra hanno scoperto questo segreto e l'hanno scoperto a loro spese.
Nella notte la città cambia e la gente sparisce, tutto quello che rimane è un mulino misterioso in cui è impossibile entrare e un mostro dal viso cadaverico.
I nostri adesso sanno che c'è qualcosa che non va e hanno deciso di mettere le carte in tavola.

lunedì 13 ottobre 2008

2 - La grotta e le grida

Arold
Siamo appena riusciti a fatica a schiodare le grosse assi che ostruivano l’ingresso di questo tunnel che, perlomeno dall’esterno, sembra essere simile agli altri già trovati nella zona delle trincee.
Una volta tolte le assi la grotta che vediamo del tutto simile alle altre, un pavimento, reso scivoloso dalle infiltrazioni, che scende verso il basso con rozzi gradini intagliati nella roccia, anche se a dire il vero la volta che regge il soffitto sembra un po’ più solida di quelle già viste…dopotutto nei miei viaggi ho provato a vedere di peggio e non sembra troppo rischioso, comunque per sicurezza decido di scendere solo io.
Mi metto in sicura con una corda abbastanza lunga, accendo una torcia e mi preparo per la discesa.
Cammino sempre più in basso per una decina di metri in questa oscura galleria senza troppe difficoltà, e senza notare niente di particolare finchè termina la discesa in una piccola stanza sotterranea con un pozzo al centro.
Però adesso si che cè qualcosa di strano. Sembra quasi che questa stanza e il pozzo siano”fuori dal nostro tempo”, ovvero molto più antichi delle altre caverne nella zona circostante.
Con occhio esperto comincio a esaminare le pareti della grotta trovando alcuni simboli identificabili come degli ideogrammi già osservati in altre occasioni, che segno prontamente sul mio quaderno per poterli studiare con la dovuta calma.
A parte questo e il pozzo di cui non riesco a definirne la profondità, non cè nient’altro degno di nota, e facendo attenzione risalgo in superficie.
Una volta arrivato all’ingresso noto una cosa che prima non ero riuscito a vedere, ovvero che dentro l’ingresso sono presenti macerie come di un muro crollato, e dei resti di granate probabilmente appartenenti alla guerra, confermando i dubbi sull’ età di questa grotta.
Prima di uscire spengo la torcia e poi nella notte ci incamminiamo verso il paese.

Faust
In una notte lunga e sperduta nel tempo, dove il freddo delle antiche montagne francesi penetra nelle ossa come fantasmi dal passato, in un piccolo paese dove la mancanza di calore è data non solo dal clima, ma anche dalle persone.
Siamo mal accetti.
Vagare di notte senza dare nell'occhio non è un problema, non c'è anima viva, e in fatto di problemi..quelli siamo noi.
Dopo un'interessante scoperta in una cava poco distante dalla piazza il silenzio si rompe con un grido straziante forte come il vento di bufera e orribile.
Sì, orribile perchè era la voce di un uomo.
L'urlo arrivava da una zona indefinita come se il vento giocasse a trasportare suoni di qua e di là senza una meta e senza una sorgente.
Poi come era iniziato cessa di colpo.
Silenzio.
Corriamo verso la piazza, cerchiamo e cerchiamo ma il risultato è sempre uno.
Niente.
Meglio rimanere in locanda a vegliare.
Dopo mezz'ora un altro urlo, più prolungato e agonizzante..sembra provenire dal mulino, ma non ne siamo certi. Non ci sono mai certezze.
E di nuovo fuori al buio bianco della neve e di nuovo le grida ora udibili da vicino di fronte al vecchio mulino..non siamo soli.

1 - Il villaggio

William
Entrando nel villaggio mi balza subito all'occhio il contraso tra le poche case abitate e ristruturate, con quelle lasciate con addosso i segni della battaglia.
Sarebbe come vedere un re in mezzo a una folla di mendicanti. Strano!
Mi sembra molto strano che nessuno si sia preso la briga di ripulire un pò il tutto.
Alla fine sono passati parecchi anni dalla battaglia e un minimo potevano sistemarlo.
Sembra proprio che in questo posto non ci sia una vita sociale e che gli abitanti del villaggio stiano qui perché uniti da un qualcosa di "particolare".
Sembra che ci sia un tacito accordo per cui ognuno sta per conto suo ma tutti sono coalizzati contro gli altri a protezione e tutela non si sa bene di che cosa.
E' imbarazzante vedere un villaggio senza bambini nè giovani.
In questi paesi rurali la prole costituisce uno dei patrimoni.
Delle pesone che abbiamo incontrato, fatta eccezione per il sindaco, nessuno mi sembra in età per avere una famigli.
Già le persone.
Va bene essere chiusi e inospitali ma qui addirittura sono infastiditi dalla nostra presenza.
Io che ho vissuto per molti anni dividendomi tra studio e allevamento, so bene quanta fatica e quanto lavoro richiede portare avant una fattoria.
Qui, in un giorno, non ho ancora visto nessuno dar da mangiare, pulire o prendersi cura degli animali... a dire il vero non ho ancora visto nemmeno un animale!
Più ci penso più questo villaggio sembra poter essere tutto tranne che un villaggio di allevatori!
Più mi guardo attorno e più mi sembra che questo luogo nasconda un segreto oscuro!

Paul
La gente del villaggio ci evita.
Nessuno risponde alle nostre domande, sputano persino per terra non appena ci vedono, in segno di disprezzo.
L'unica persona che sembra ascoltarci e rispondere ai nostri quesiti è il borgomastro.
Costui si presenta da noi in locanda, si palesa come borgomastro del paese e si offre di farci da guida per il paese. Dopotutto, noi ci siamo presentati come turisti accompagnati da un interprete.
Durante la visita al villaggio poniamo qualche domanda al borgomastro.
Domande tipo "avete rapporti con altri villaggi", "ci racconti la storia di questo mulino", "cosa è rimasto delle trincee di guerra" ...
Le risposte date dal borgomastro, in alcuni casi, sono evasive e discordanti da quanto raccontatoci al precedente villaggio.
Sembra che voglia nascondere qualcosa.... sembra che voglia far passare questo villaggio come un villaggio qualunque, ma ciò non combacia con le nostre informazioni.
Il paese è semi-diroccato; le poche case che restano in piedi non sembrano molto agiate.
Eppure, in occasione di una visita alla casa del borgomastro, notiamo come questa casa sia ben arredata, accogliente, quasi sfarzosa se confrontata alle catapecchie dei suoi compaesani.
Forse il borgomastro è più di un semplice sindaco.
Come può permettersi tutto ciò?
Lo sfarzo della sua casa e le risposte evasive e palesemente false che ci ha dato, ci fanno pensare che costui stia nascondendo qualcosa...
Forse è bene indagare di più su di lui.

lunedì 6 ottobre 2008

Caso 134/12-62 "John Doe resurrection"

Data: 29/11/1862 registrato 30/11/1862
Luogo: Londra
Compilatore: John Baker

28/11/1862
Si registra che Mr. Aaron Flannagan, in stanza nella zona Est Europea, dedicato alla ricerca del fuggitivo Jhonatan Billigan II contatta l'agenzia tramite missiva telegrafica dalla stazione telegrafi di Valmy (Francia).
Nella missiva Flannagan registra lo strano caso di un contadino che, dopo essere stato ritrovato morto e registrato come defunto in data 21/11/1862, viene avvistato vivo da più testimoni in data 25 e 27/11/1862.
Mr Flannagan consiglia la vistita al paese per verificare la diceria, dato che il caso suscita diverso scalpore nel villaggio e mina i fondamenti della religione.

29/11/1862
Si registrano i nomi dei seguenti testimoni:
- Arnaud Leroy
- Annette Lambert
- Egide Bonnet
- Jean-Luis Leroy
- Mylene Bonnet
tutti testimoniano di avere visto l'uomo, di cui non conoscono il nome camminare per i campi in più di una circostanza.
Viene deciso di affidare la ricerca alla squadra 21.

Mr John Baker

Parigi

Il treno sferraglia ancora per una settimana, tra boschi, lunghe pianure incolte e piccoli villaggi di taglialegna.
Ogni fermata i nostri si sento più vicini alla vecchia Europa e a casa.
La quiete del viaggio è rotta solo da un biglietto da Londra "Siete attesia a Parigi, un uomo vi contatterà" il biglietto porta la firma di Mr. John Baker, un uomo che William conosce molto bene.
Il viaggio è un buon tempo per parlare dell'impossibilità di ciò che è accaduto in India.
Il treno si ferma per un paio di volte in zone militari che fanno da punto franco per gli scambi tra i vari treni che girano per l'Europa e l'Asia.
In dieci giorni i nostri scendono nella Gare de l'Est di Parigi.
Tempo di scendere e prendere le valigie e un uomo in bombetta li contatta.
"Salve, sono il vostro contatto da Londra, Mr. Baker mi ha detto che vi avrei trovato qui."
L'uomo in bombetta spiega loro la situazione e consegna loro un pacco di documenti che Londra a mandato.
La storia è strana, molto strana, si tratta di un caso di risurrezione.

sabato 4 ottobre 2008

Alberi

Glia alberi sfilano veloci al mio fianco, è ormai quasi un giorno che viaggiamo senza sosta. Solo alberi.
Nella ossa e nella mente l'assordante sferragliare del treno. Un ottimo ambiente per isolarsi. Non riesco a togliermi dalla mente ciò che ho vissuto in questi giorni, misteri dietro ai quali se ne celano altri e per di più dovrò stare bene attento a ciò che scriverò nel mio rapporto e a quello che racconterò ai miei superiori...e a mia moglie: nn voglio finire in una clinica psichiatrica, non dopo averne visto una da vicino.
Viaggi nel tempo, macchine volanti, creature mostruose che si annidano nelle ombre: roba da romanzo.
Eppure quello che ho vissuto in quella foresta non ha niente a che fare con la realtà che sono abituato a conoscere e con l'India che ho vissuto nei miei anni di servizio: scommetto che qualcuno dietro a una scrivania al Ministero della Difesa a Londra non sarà affatto sorpreso del mio racconto.

giovedì 2 ottobre 2008

Ritorno a Londra

"Il tuo racconto è strano, se non fossi con John ti prenderei per un pazzo."
Allen torna verso la tenda.
"Comunque sia adesso si torna a casa."
Urla ai soldati una serie di ordini e quelli iniziano a smontare il campo.
"Signore - interviene John - non siamo solo in due."
"Che storia è questa? dove sono gli altri?"
Dalla boscaglia escono altri tre uomini, uno è portato a braccia dagli altri due.
"E voi chi dovreste essere?"
"Sono miei compagni." risponde John, rubando la parola ai nuovi arrivati.
"Questa storia mi convince sempre meno. Ne parleremo con calma più tardi."
Il campo viene smontato in pochi minuti e i soldati si mettono subito in marcia.
Dopo poco più di un ora di cammino il gruppo arriva ad una vicina cittadina.
La piazza della città accoglie una caserma il gruppo entra in silenzio.
La sera e la notte sono portatrici di parole e discorsi sempre più strani sulle teorie di William.
I viaggi nel tempo sono un'assurdo, e tutti lo sanno bene, ma c'è qualcosa in questa storia che non va.
Erano in Inghilterra poco meno di una settimana fa e adesso sono in India, per giunta in militari dicono sia passato un mese dalla loro scomparsa.
Decisamente qualcosa non va.
La mattina seguente il gruppo di militari con i loro nuovi compagni sono su un treno, diretto verso l'Europa.
A dire di Allen il viaggio dovrebbe durare poco più di due settimane, poi giunti nella vecchia Europa in capo ad un altro paio di settimane saranno a Londra.
Effettivamente il tempo di viaggio sembra corrispondere alla loro sparizione.
Ma che fine hanno fatto per loro quelle settimane che non ricordano?
Le hanno vissute oppure no?
Gli uomini che li hanno prelevati in Inghilterra sicuramente potrebbero illuminarli, ma come ritrovarli?
Troppe domande, ma un mese è un buon tempo per rispondere.

martedì 30 settembre 2008

Viaggi nel tempo?

Una settiana fa siamo partiti da Londra per ritrovare il bimbo scomparso.
L'abbiamo trovato... morto, fatto a pezzi e murato solo per coprire l'incidente e far proseguire i lavori di ristrutturazione del manicomio.
Finale del tutto inaspettato e maledettamente triste.

Quando, con la tristezza in cuore per quello che era successo stiamo per ripartire, arriva il soldato e ci dice che dobbiamo tenere in custodia l'ex custode del manicomio anceh se il perché o chi sia in realtà rimane un mistero.

Passa poco tempo e lo fanno saltare per aria. Ma chi? E perché?
Riprendiamo le indagini e ci troviamo con tre tizi che, armi in pugno, ci intimano di seguirli.
Ci bendano e ci guidano attraverso quello che sembra un labirinto. Inizio a contare i passi in modo da poter tornare indietro.
Il terreno e l'ambiente intorno a noi cambiano spesso.

"... 200 passi poi giro a destra, 800 poi a sinistra... 4000, 4100... un momento..."

Mi tolgo la benda e mi trovo in una giungla indiana!!!

Ma com'è possibile? Questo stravolge tutte le leggi della fisica sembra quasi che abbiamo viaggiato nel tempo.

lunedì 29 settembre 2008

Gli uomini di Londra

La tenda si apre e un soldato va verso Allen.
"Signore l'abbiamo trovato."
Il viso di Allen si illumina.
"Ottimo, portami da lui."
"E' qui fuori signore."
Allen esce dalla tenda e nel campo ad attenderlo c'è un uomo alto e robusto, in divisa militare.
"Suppongo che tu sia John soldato."
"Si signore sono io."
"Bene ti stavano cercando, veniamo da Londra, siamo qui per portarti a casa."
"Non sono solo signore, siamo in due."
"Due? noi cercavamo te, chi è l'altro?"
"Un mio compagno di Londra, siamo finiti qui assieme."
Dalla boscaglia esce un'altro uomo, più basso e esile, con i capelli lunghi.
"Bhe, penso che debba venire con noi."
Allen fa per tagliare la discussione ma l'altro si intromette.
"Dove siamo adesso?"
Allen torna sui suoi passi.
"Che razza di domanda è?"
"Solo, signore - risponde John - non sappiamo dove siamo."
"Come diavolo è possibile che siate qui senza sapere perchè siete qui?"
"E' una storia lunga signore."
"Raccontatemi, ho tempo."

venerdì 26 settembre 2008

Dustin

Le zanzare pungono la pelle di Dustin e lui spera che non gli trasmettano qualche strana malattia.
"Fate un giro attorno - sussurra Allen - e vedete che cosa era quel rumore."
Dustin e il suo socio girano attorno al grosso albero e vedono che qualcuno ha spezzato dei rami passando.
Dalla forma delle rotture potrebbe essere alto sui 2 metri, molto più di un uomo comune.
Le orme sono indefinite, e il terreno erboso ne mascherano la profondità.
"Un uomo signore, sui due metri, ora sembra se ne sia andato."
"Ok, soldati, occhi aperti."
Dustin cammina per ultimo ora, è di retroguardia.
Lo fa sempre, questo gli fa sentire di essere una pedina sacrificabile.
La cosa non gli piace, ma è il suo lavoro.
Un rumore lo fa fermare, fischia basso, come è abituato a fare.
Gli altri soldati si mettono a cerchio.
Allen fa due cenni con la mano, due soldati si sdraiano a terra e strisciano sotto le fronde.
Il rumore si ripete, più alto e vicino.
Dustin sente una puntura di zanzara sul collo, istintivamente lascia il fucile per schiacciarla.
E' solo un istante, ma Dustin se ne pentirà per sempre.
La boscaglia esplode in un eruzione di foglie.
Dustin viene investito da una pioggia di rami e terra.

Quando si sveglia è sdraiato sotto una tenda, la testa gli duole.
Allen gli siede accanto.
"Tutto ok soldato?"
"Si signore, ma cosa è successo?"
"Non lo sappiamo, sei sparito nella foresta per più di un ora, dove sei stato?"
"Io... non lo so, sono svenuto e..."
Le parole gli si bloccano in gola.
"Ricordo solo un ombra..."
"Un ombra?"
"Si signore... solo un ombra, alta, che camminava su due gambe, e non era un uomo."

giovedì 25 settembre 2008

Novembre 1862

Dustin è un soldato, uno come tanti.
Quando il capitano gli ha chiesto di consegnare la busta non si è fatto domande.
Un tempo, involontariamente, si chiedeva il perchè di certi ordini, ora non lo fa più.
Quando entra nella stanza del capitano un brivido freddo gli corre lungo la schiena.
"Una missiva per lei signore" .
L'uomo seduto alla scrivania lo osserva, sembra quasi soppesarlo, poi indica il tavolo di fronte a Dustin.
Dustin mette la busta sul tavolo sopra una pila di altre buste, tutte identiche.
"Signore il sergente Allen ha detto che si tratta di una missiva importante, che sarebbe da controllare subito."
L'uomo dietro la scrivania aspetta qualche minuto, poi prende la busta dal tavolo e la apre.
Gli occhi scuri corrono veloci sulle poche righe scritte sul foglio e poi si alzano su Dustin.
"Qual'è il tuo nome Soldato?"
"Dustin Grey, signore" lo sgaurdo si alza involontariamente, come a fuggire gli occhi del capitano.
"Bene Dustin, torna da Allen, digli di partire subito e di portarlo a casa"
Dustin compie il rito del saluto, poi esce dalla stanza.
Mentre scende le scale non può fare a meno di sorridere.
Un soldato lo incrocia.
"Che hai da ridere Dustin?"
"No, niente, pensavo all'India"