mercoledì 10 febbraio 2010

Casa, Dolce Casa

La grande stanza era tetra e cupa, illuminata solo da una candela posta su un antico tavolo in legno massiccio. L'uomo, assorto nel suo lavoro, parlava da solo.

Non è pazzo, ma quando è nervoso perchè non riesce a venir a capo di qualche problema, parla da solo. Un brutto vizio che si trascina da più di trent'anni. E passa..

"Maledetto Robert! Non sono ancora diventato pazzo, forse vecchio, ma non pazzo.. Sono stra sicuro di non aver messo io quell'orologio nella mia tasca e non ho idea di come ci sia finito, dato che anche i miei compagni erano sorpresi quanto me."

"Pffffhhhhhhhhhhhh!" "Sgrat, sgrat"
Il bibliotecario concentrato e assorto nei suoi pensieri soffiava la polvere e puliva nervosamente le copertine di alcuni testi antichi. Intanto la sua mente vagava agli avvenimenti
degli ultimi tempi.

"Vabbè, a quanto pare, d'ora in poi dovrò abituarmi a stranezze di tutti i tipi; e forse stranezze ancor peggiori di quel felino maledetto che mi voleva far diventare un involtino."

Una mano gli andò inconsciamente al petto, dove il lungo taglio trasversale si stava lentamente cicatrizzando. In effetti la sua è stata proprio una brutta avventura.

"le cose ora sembrano comunque andare per il meglio, o no, mio caro e vecchio Roger?"

Il gatto sollevò il capo, lo guardò con aria assonnata, agitò la coda e riprese a dormire.

"E comunque è stata geniale l'idea di chiedere l'uso del palazzo antistan
te il Louvre al direttore del museo. Ho dovuto lasciargli quel bellissimo pugnale d'oro e la punta di lancia della prima era, ma amen. Grazie a quel posto avremo accesso diretto ai sotteranei e alle stanze che utilizzeremo come base per le nostre operazioni - quali che siano ... mi sembra che si brancoli un po' nel buio con le idee.."

Sospirò passando al volume successivo.

"Ehi! Questo libro è proprio conciato male.. altro che pulizia, bisognerebbe trascriverlo.. Ma temo che nel prossimo futuro non avrò troppo tempo da dedicare ai miei amati libri."

"MEEEOOOWHHHHHHHHHHHH!"
Il gatto strillò e scappò sotto uno scaffale quando un piccolo scopino dal manico ricoperto da sottili lacci di cuoio lo colpì in pieno sulla testa:

"Roger! Maledetto pelandrone! vattene a cacciare i topi che mi rosicchiano i libri al posto di poltrire tutto il giorno!"

Mentre il gatto lo stava osservando in cagnesco con le orecchie tese, il vecchio studioso iniziò a sistemare i libri su uno scaffale vuoto e polveroso lì vicino.

"Bisogna trovare una soluzione: dobbiamo inventarci il modo di ottenere informazioni a livello planetario e quasi in tempo reale.. e direi che senza i mezzi strambi che hanno i miei nuovi compagni, sia proprio impossibile.. Ed il bello Roger è che manco loro sanno in che modo farlo!"

Il felino in tutta risposta soffiò nella sua direzione e, come se volesse volutamente ignorarlo, dedicò tutti i suoi sensi acuti e la sua attenzione ad un movimento sotto le assi del pavimento.

"Si potrebbe.. si potrebbe fare.. No! che non si potrebbe, maledizione!"

E rimase assorto nei suoi cupi pensieri e nel suo lavoro finchè la candela non si spense in uno sfrigolio..

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