Ancora una volta ci troviamo a misurarci con qualcosa di inaspettato e di sconvolgente. Che, sin dall'inizio, sta mettendo a dura prova le nostre capacità e la nostra resistenza.
Scendere nel cuore della Terra è qualcosa di molto difficile sia fisicamente che mentalmente. Passare tutto qul tempo nell'oscurità rpofonda, con l'aria quasi irrespirabile e nel quasi totale silenzio ha messo a dura prova le nostre menti. Se fossi sceso solo credo sarei impazzito.
Quello che abbiamo scoperto è a dir poco inquietante.
Un intreccio di scale che sembrano "muoversi" slegate dalle normali leggi fisiche e architettoniche. A cosa porterà questo labirinto? Da chi o da cosa vuole tenere lontani i più deboli o i meno coraggiosi?
Mentre ci stiamo facendo queste domande nell'incredulità dello spettacolo che si dipana davanti ai nostri occhi, John ci fa spostare la nostra attenzione su una persona che si profila all'orizzonte. Su una delle innumerevoli scale c'è in piedi un uomo. Dall'abbiglaimento sembrerebbe un monaco. Vesito con un saio, cinto da una corda e dei sandali ai piedi.
Il tempo di dare un'ultima ochhiata e poi capiamo che le nostre forze psicofisiche ci stanno abbandonando. Non possiamo fare altro che risalire.
Dopo una faticosissima e lunghissima risalita finalmente rivediamo la luce e ricominciamo a respirare aria buona. Ci abbandoniamo a un sonno pieno di incubi.
Poi ci rechiamo nell'agenzia e risporfondiamo nel sonno.
Al nostro risveglio un biglietto sotto la porta ci intima di stare lontani.
Ora, come sempre, dobbiamo decidere cosa fare.
venerdì 19 febbraio 2010
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