domenica 19 dicembre 2010

Il luogo

Di fronte a noi Barker, il solo, il vero, l'autentico Barker, l'altro? solo una copia, un costrutto, un corpo vuoto occupato da un essere che abitava la città grigia e che ora è libero nel nostro mondo; "nostro mondo" suona strana come espressione;
un essere il cui solo scopo è annientare tutto, e come se non bastasse ha le sembianze di uno degli industriali più potenti al mondo, ed a capo della più grande industria farmaceutica mondiale...

Barcker risponde alle nostre domande, alla capacità che l'orologio da al suo portatore di condividere con altri la trascendibilità del tempo senza esserne più influenzati, del fatto che l'orologio permetta al tempo stesso di esistere e di trascorrere; e non semplicemente di influenzarne lo scorrere. Dell'uomo con la bombetta, un dio forse, un'essere al di sopra di tutti che dispensa consigli a chi non conosce la risposta. Di Arcer che è uno uomo buono, un ex poliziotto, che fa quello che fa solo perché spinto con leva giusta. Di Barker, l'altro Barker; quello per 140 anni ha tentato in tutti i modi di farci sparire, mandandoci in luoghi in cui nessuno è mai tornato; tranne noi. Di Arold Jhons; l'altro Arold Jhons, quello vero, ma che questa volta se pur vero è quello "cattivo".

Poi solo una via ci è concessa per uscire da questo limbo che unisce l'inferno della dannazione dall'inferno quotidiano, solo un salo nel vuoto ci permette di tornare. Saltiamo (...).

E ritorniamo a NY, nella nostra casa; quella che Barker ci ha dato, quel luogo dove comunque può controllarci. Ora sta a noi decidere cosa fare e quello che facciamo e cercare la leva che permette a Barcker di muovere Arcer e, la troviamo; sua figlia, malata di un male incurabile, se non con un trapianto, alla spina dorsale. Forse ora un vantaggio su Barker lo abbiamo, se solo riuscissimo a impugnare noi la leva che muove Arcer.

Partiamo, per Parigi, per l'ultimo indirizzo conosciuto di Arcer, per salvare sua figlia, per guadagnare metri su Barker. Per scoprire poi, dall'uomo con la bombetta, che Barker sa già tutto, tutto quello che vogliamo fare Barker lo sa. Noi NO, ma lui sa già le nostre mosse; lui sa che siamo a Parigi, lui sa che l'uomo con la bombetta ci sta dicendo tutto, lui sa già cosa fare e infatti fuori dalla casa ci attende un macchina, un uomo che ci fa tornare da Barker a NY.

Seduti al tavolo, scherziamo; e Arcer spara.
A caso, senza guardare, ma ci spara. L'atmosfera è tesa, Barker non è più un benevolo magnate che ci esorta a trovare la cura, c'è l'ha già, non gli serve, non gli serve che noi la troviamo, gli serviamo noi, per altri scopi.
Arcer è teso e non ha più voglia nemmeno lui di scherzare, beve.
Barker ci chiede solo una cosa, creare un luogo dove i poteri funzionino, ma il tempo non influisca. Un luogo in questo mondo, nel "nostro mondo" dove il tempo non fluisca e non interferisca con i suoi piani; un luogo dove possa usare i suoi poteri per i suoi scopi. Un luogo che deve essere pronto entro due giorni, quando alla fine Theodor verrà al mondo.


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