domenica 9 dicembre 2012

Cento Anime

Scritto da Pontazza

L'anima di Arold era stata trascinata all'inferno e contemporaneamente il portale da cui il Nefarita era uscito, si era chiuso.
Dovevamo salvare Arold.
Jonathan mi propose di andare a recuperare la sua anima all'inferno, dove il Nefarita, prima di morire, lo aveva spedito. Così, in pochi minuti tracciò il cerchio per aprire il portale e il rito ebbe inizio, poco dopo entrammo nel cerchio e iniziammo a precipitare.
Ci ritrovammo all'inferno, ma questa volta il luogo era diverso, il paesaggio era cambiato, ci trovavamo in un deserto. Davanti a noi si stagliavano le dune e in lontananza, ondeggiante sul profilo rovente dell'orizonte, c'era un'oasi. CI incamminammo nella sua direzione, non mi sembrò di trascorrere molto tempo a camminare ma è difficile valutare il significato di spazio e tempo nei reami infernali.
Arrivati in prossimità dell'oasi trovammo esattamente ciò che si può immaginare di incontrare in un'oasi: della vegetazione verdeggiante e uno specchio d'acqua, ma a chiudere il quadretto non c'erano dei Beduini con le loro tende e qualche cammello, ma bensì dei Nefariti intenti a torturare le loro vittime, annegandole nello specchio d'acqua. La cosa era in qualche modo ironica: finire annegati nel bel mezzo di un deserto.

Con l'aiuto di Jonathan scovai il Nefarita che stava torturando l'anima di Arold, lo teneva legato ad una catena e tramite una carrucola lo immergeva nell'acqua. Lo fermai e gli chiesi cosa voleva in cambio di Arold: trattai con lui come avevo visto fare a Jonathan e ottenni di avere la sua anima in cambio di altre trenta. Solo che le anime legate alla catena e immerse nell'acqua erano in totale quatto! Così dovetti promettere di procurare cento anime di donna in cambio dei quattro frammenti di anima di Arold.
Costoso.
Prendemmo le anime ancora incatenate e ci dirigemmo verso il portale, ma una volta vicini all'uscita, un'enorme creatura si mosse sotto la sabbia. Voleva nutrirsi delle nostre anime ma fortunatamente il portale era vicino. Entrammo sani e salvi.

Ci risvegliammo nei corpi dei due guardiani notturni che giravano fuori dalla villa.
Non sapevamo dove fosse finito Arold reincarnandosi. Dovevamo trovarlo.
Pochi minuti dopo, mentre discutevamo con il resto del gruppo sul da farsi, arrivò una chiamata. Era Arold, ricordava qualcosa, anche se era ancora molto confuso.
Lo recuperammo in un villaggio non lontano, era ora una anziana signora sulla sessantina. La cosa sarebbe stata ridicola, perfino divertente, se non fosse che capivo benissimo il suo disagio, la sua frustrazione e non mi sarei mai voluto ritrovare nella sua situazione.
Lo tranquillizzai e lo riportai con Jonathan alla villa.

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