martedì 9 aprile 2013

La giustizia di Gea

Altrove
Faustine ha male dappertutto.
Sente delle fitte alle braccia e alle gambe.
Nella sua testa il cuore pulsa a mille e gli occhi fissano una luce che non è di questa terra.

Corre giù per le scale, attirato dall'odore del pane appena sfornato.
Sua madre gli sorride da dietro il bancone della cucina.
Lui si catapulta su una sedia e non riesce a tenere a freno lo sbattere dei piedini.
"Faust - dice la mamma - hai detto la preghierina?"
"Si, mamma" mente.
La mamma lo guarda con un sorriso severo.
"No, mamma".
Dicono la preghiera insieme, poi sua madre porta in tavola il pane e il burro.
Taglia tre fette e le imburra.
Ne mette una davanti a Faustine, una davanti a se e una davanti alla sedia vuota a capotavola.
Ogni giorno la mamma mette in tavola tre fette, una anche per suo padre.
Ma sua padre non c'è più.
Ogni giorno sua madre sistema la tavola e ritira la terza fetta che nessuna ha mangiato.
Le mette tutte in una scatola e la ripone nel frigorifero.
"Mamma - dice il piccolo Faust - papà non c'è più."
Ogni tanto ci prova a ricordarlo alla mamma.
La mamma di gira verso di lui e si abbassa alla sua altezza.
Gli mette una mano sulla testa e gli dice:
"Anche se non lo vediamo lui da lassù ci vede. Quando sarà il momento, e lui sarà di nuovo con noi, non voglio che pensi che in tutti questi giorni noi, da quaggiù, non lo abbiamo visto."

Faust sente il dolore finire, di colpo.
Una strana pace lo attraversa.
Sente di essere in comunione con la natura che gli sta attorno, in comunione col mondo.
Da dentro sente una voce che lo chiama.
"Faustine"
La voce è gentile, come quella di sua madre.
"La morte non esiste, è solo un'illusione.
Noi attraversiamo diverse esistenze, siamo uomini, animali e alberi.
Hai vissuto le tue vite da uomo.
Alcune le hai sprecate, altre le hai fatte fiorire.
Ora lascia che la tua esistenza cambi."

martedì 26 marzo 2013

La mummia

Dopo le grandi intuizioni di Faustine, proviamo ad "evadere" con l'ausilio di sostanze stupefacenti.
Così, due di noi, partono per il loro viaggio. Trovano una persona che per loro è importante e vengono condotti in una piramide. All'interno, come da copione, c'è un sarcofago con la mummia. La mummia porta una maschera. I due scoprono il volto fasciato, il cadavere ha un solo occhio, un occhio che li guarda. Il tutto dura un istante. La mummia, o meglio il suo sguardo, li fa immediatamente tornare nel mondo reale.

La mummia, la piramide... sono cose che già sono apparse nelle nostre avventure. Dopo vari ragionamenti non riusciamo a capire il senso di ciò che hanno visto.

Joseph decide di chiedere al suo compagno felino di portarci dall'uomo di GEA.
Il gatto parte e, dopo aver percorso un perimetro quadrato, ci ritroviamo in una selva di alberi che, a rigor di logica, non dovrebbe esserci. Comunque entriamo in questa fitta boscaglia e, dopo poco , ci troviamo di fronte a una piramide. Troviamo un ingresso e scopriamo che è la casa dell'uomo di GEA. Il tizio ci accoglie e dice di essersi trovato qui quando è arrivato. Vediamo che c'è una cancellata che blocca la discesa nella sala del sarcofago. Chiediamo se possiamo scendere dalla mummia ma dice che è pericoloso e che non ci darà il suo permesso. Noi insistiamo. Allora ci porta fuori dalla piramide, in un grande prato. A qualche decina di metri riposa una strana enorme creatura. Faustine, sprezzante del pericolo, le si avvicina. Con uno scatto la creatura lo afferra con la lingua. Ne scaturisce un violento scontro che, purtroppo, si conclude con la nostra sconfitta e Faustine mangiato dalla creatura.

Torniamo dispiaciuti nella casa dell'uomo di GEA e dobbiamo capire come recuperare Faustine e come scendere dalla mummia senza fare una brutta fine

domenica 24 marzo 2013

Harold (2)

"Manca solo una cosa adesso."
Harold, Jimbo e John sono tutti nella stanza alla fine della città.
Harold è ferito e stanco, ha combattuta da poco la sua ultima battaglia e la sua voltà ha vinto.
John sta sulla porta, fa la sentinella, lo ha sempre fatto e ha promesso che lo farà sempre.
Jimbo si guarda attorno, sperduto, ha rinunciato alla benedizione dello scorrere del tempo per permettere ad Harold di aprire la porta.
"Manca solo una cosa e poi tutto sarà perfetto." dice Harold.
"Mi siete stati amici fino alla fine, abbiamo attraversato tutto questo assieme ed ora che mi è concesso di forgiare il futuro vi ripagherò esaudendo un vostro desiderio."
"Jimbo cosa vuoi?"
Lui risponde senza neppure guardare Harold: "Voglio essere libero."
"Come desideri amico, che i ricordi non siano più per te un peso. Vivi ogni istante come se fosse una vita nuova."
"John tu che cosa desideri?"
"Ho sempre fatto il mio dovere, da buon militare. Ho vissuto per proteggere la mia nazione, poi per proteggere voi, e alla fine per proteggere te. Cosa dovrei desiderare? Voglio solo poter continuare a farlo."
"Così sia, avrai qualcuno da proteggere."
Poi John guarda Harold.
"Hai detto che mancava ancora qualcosa, non sarà mica questo vero?"
"No, ma vi spettava."
"Cos'è allora che ti manca?" chiede Jimbo.
"Dimenticare."

lunedì 18 marzo 2013

LA PRIGIONE

Dopo aver capito che nell'isola non ci sono passaggi per il nostro mondo, decidiamo di provare ad abbandonare l'isola. Prima proviamo con le navi che, quotidianamente, portano avanti e indietro i turisti. Però, a dispetto di quello che dovrebbe essere, dopo moltissime ore di navigazione si è sempre in mare aperto. Così, William a  Antony decidono di ara ritorno all'isola. Il primo ruba una scialuppa, il secondo a nuoto.
Le cose sorprendenti sono due. Per chi è rimasto sull'isola sono passati solo pochi minuti invece delle molte ore passate per i due, e si può tornare all'isola solo se si decide di tornarci e non di cercarla.

Dopo vari ragionamenti capiamo che siamo su una specie di prigione. Decidiamo di cercare se c'è qualcuno che, come noi, vuole lasciarla. Veniamo contattati da un tizio che ci da appuntamento in una spiaggia. Si presenta un uomo e, dopo le classiche domande per capire se sia affidabile o meno, stramazza a terra esanime. Dietro di lui si palesa una strana figura che, per essere visibile a tutti, si crea un corpo di sabbia. Da dialogo con questo essere non ne caviamo nulla e lui, dopo aver capito che in realtà non sappiamo come andarcene, se ne va.

Dobbiamo evadere dalla prigione ma non sappiamo come fare.

giovedì 7 marzo 2013

L'uomo di GEA

Dopo aver scoperto della mantide continuiamo ad indagare.
Prendiamo un tizio che ha partecipato al rito e scopriamo che gli abitanti dell'isola venerano l'animale come un dio e che, quelli che gli fanno da pasto, sono dei volontari.
Lo incalziamo con una serie di domande ma non sa nulla nè sulla provenienza nè sul perchè la creatura sia lì.
Non è altro che un fanatico di questo culto.

Cominciamo a brancolare nel buio, andiamo a fare l'escursione subacquea ma, anche questa pista, non porta a nulla.

Il gruppo si trova diviso tra quelli che vogliono continuare a seguire la pista della mantide e quelli che vogliono lasciar perdere e cercare altrove.
Così, mentre qualcuno esplora le alte vette, William insiste per far usciere la mantide dalla casa, ipotizzando che l'animale, guidato dall'istinto, faccia ritorno al luogo da cui è venuta.

Con l'aiuto di Joseph fanno uscire l'animale. Una volta all'aperto l'insetto si blocca, spaesato.
Nel frattempo il gruppo scende a ispezionare il pozzo ma, non essendoci passaggi o aperture, tornano fuori con l'intento di far rientrare la mantide. Con enorme sorpresa scoprono che l'insetto non è più lì.
Il falco di William vola alto a qualche centinaia di metri. E' subito chiaro che sta seguendo l'animale. I 4 si gettano subito al suo inseguimento ma, arrivati nel fitto della boscaglia, trovano il falco appollaiato su un ramo che ha perso le tracce del gigante verde.
Il gruppo inizia a battere la zona circostante. Dopo poco Antomy la trova. Subito viene raggiunto dagli altri e scoprono che, vicino all'animale, c'è un uomo.

L'uomo, che parla il latino, dice di essersi trovato qui all' improvviso e che lui proviene da GEA. E' dui da moltissimo tempo, stimiamo circa 6-700 anni, e ci garantisce che in quest'isola non ci sono passaggi per GEA. Quello che ipotizziamo è che loro non siano arrivati direttamente da GEA ma che siano passati dagli altri mondi e, quindi, qui dovremmo trovare un passaggio per un altro mondo. Dobbiamo convincere quest'uomo a dirci in che luogo è arrivato nelle speranza di trovarci il passaggio.

Joseph scopre anche che il suo gatto è una specie di custode di GEA che è lì per fare da guardiano al potere di Joseph.

giovedì 28 febbraio 2013

Il pozzo



Dopo aver effettuato un tour guidato dell'isola e aver capito che trovare il punto di rottura con la realtà non è così semplice, il nostro compagno Faustine ha un'idea geniale. Entra nei sogni delle persone e vede se c'è un luogo o un sogno comune a tutti.
Effettivamente scopre che molte persone sognano un pozzo intorno al quale uomini, con delle maschere sul volto, lo osservano vedendo una luce sul fondo.
Il giorno dopo andiamo in comune e, senza curarci troppo del fatto che la cosa è un pò strana per dei turisti, chiediamo una mappa dei pozzi della città. Il tizio che ce le fornisce ci sembra un pò agitato e imbarazzato, come se sapesse che c'è un pozzo particolare. Convinti che sulla mappa non troveremo mai il pozzo, Faustine fa addormentare il tizio e crea un sogno nel quale dal pozzo escono demoni e creature infernali. Scopriamo dove abita l'uomo e, la sera, decidiamo di seguirlo. Esce dalla città e si reca in campagna. Inforca un sentiero e, dopo 4 ore di cammino, arriva ad una casa sperduta. Aspettiamo tutta la notte e, all'alba, dalla casa escono una decina di persone che, per strade diverse, si allontanano. i nascondiamo in modo da non essere notati. Torniamo ai nostri alloggi per riposarci dalla notte insonne. Nel pomeriggio decidiamo di tornare alla casa e di entrare.
La porta è chiusa dall'esterno quindi dentro non dovrebbe esserci nessuno. Stacchiamo la porta dai cardini ed entriamo. Ci troviamo in una stanza vuota con, nel centro, in pozzo.

William decide di calarsi nel pozzo e, una volta arrivato sul fonde, si trova davanti a uno spettacolo raccapricciate: un cumulo di cadaveri e scheletri. Uno dei corpi è ancora sanguinante e William scopre che è stato mangiato. William torna fuori dal pozzo e, assieme agli altri, si allontana dalla casa e torna in città.

Col calar delle tenebre il dipendente comunale lascia la sua abitazione e va nuovamente al pozzo. Lo seguiamo e, questa volta, ci avviciniamo alla casa per spiare cosa succede.

Vediamo 10 persone con delle maschere di cuoio sul volto che, recitando una strana litania, circondano un uomo terrorizzato. Une dei 10 estrae un coltello e lacere le carni del malcapitato che viene gettato nel pozzo.
Dopo pochi istanti le strazianti grida dell'uomo cessano e dal pozzo spunta la testa di quella che sembra una mantide gigantesca.



giovedì 24 gennaio 2013

IL DUBBIO

Come da programmi contattiamo Tollin e ci diciamo disponibili a partecipare all'eliminazione di Cintia.
Passiamo un paio di giorni a valutare tutte le vari possibilità. Dal dire alla donna del tradimento allo eliminare anche i tre tizi... così, senza prendere decisioni, arriva il giorno concordato.

L'aereo di Cintia decolla e noi, coi tre tizi, la seguiamo su un altro velivolo a debita distanza. Come da programma l'aero, in pieno oceano, esplode. Noi facciamo dietrofront e atterriamo. Ci salutiamo coi tizi e ce ne torniamo a casa nostra col ghigno dei vincitori.
Neanche il tempo di gustarci la vittoria e Stephen chiede se qualcuno ha visto la donna salire sull'aereo.
Sì, l'hanno vista i tizi.

E se fosse una trappola? E se il demone non fosse morto?
Il dubbio si insinua nella nostra mente.
Stephen chiama Jonatan e, dopo una lunga conversazione, ci troviamo, tanto per cambiare, di fronte a un bivio. Convocare il demone per vedere se è ancora su questo piano. Se non risponde alla convocazione, possiamo ragionevolmente dire che l'abbiamo eliminato e il problema sarebbe risolto.

Se invece rispondesse lo dovremmo o confinare nel tempio di Jonatan (e qualcosa ci costerebbe) o liberarlo e chiedendogli in cambio qualcosa tipo di cancellare i nostri debiti con lui. Però, dopo, ci sarebbe un demone libero.

L'altra possibilità è lasciare che le cose facciano il loro corso e noi ci potremmo dedicare al recupero delle nostre anime presenti negli inferi o alla eliminazione dei tre tizi, insediandoci magari a capo dell'agenzia di Cintia.

Anche sta volta le decisioni da prendere non sono facili, ogni scelta ha i suoi pro e contro... che fare?