domenica 20 giugno 2010

Il lago

L'aria fredda dell'inverno russo taglia il volto dell'uomo che con il cannochiale spia la fila di persone avvolte in pesanti pelliccie.
La fila di persone si muove in maniera disordinata, forse anche a causa del forte vento e del riflesso del sole sulla neve.
L'uomo col cannocchiale si gira verso il suo secondo e in russo dice:
"Sono nove, arrivati col treno questa mattina. Che facciamo?"
L'uomo che parla è poco più di un ragazzo un ciuffo sparuto di peli gli sporca il volto, non ha ancora l'età per avere quella che si può definire barba.
"Lascia che sia l'inverno a ucciderli Boris. Se poi dovesse accadere qualcosa accendi il fuoco."
Si gira verso il bordo del crinale.
"Mi raccomando - dice a Boris - è la tua prima guardia, non fare cazzate."
Il secondo si lascia scivolare giù dal pendio e sparisce nella bufera.

Boris segue con il cannocchiale il gruppo fino al bordo del lago e li vede armeggiare con la porta di uno dei fortini.
La porta cede il gruppo entra.

La notte è calate da un pezzo, Boris è immobile, solo la pelliccia a tenergli caldo.
Non può accendere il fuoco, lo scoprirebbero.
Fa un sorso di vodka, tanto per tenersi su.
Tre degli uomini del gruppo sono usciti durante il giorno e sono tornati la sera, forse per esplorare i dintorni.
Boris conta i proiettili, poi li ripone nella sacca.


Sorge il sole, la bufera si è pò calmata.
Boris non dorme da due giorni, la fatica lo inizia a tenere meno vigile.
Il secondo non si è visto.
Di certo, pensa Boris, sarà con gli altri, al caldo, a riempirsi di vodka.
Il sonno è un nemico terribile, Boris ci lotta ancora un pò, poi si lascia andare.

Un fremito.
Boris si sveglia.
Solo un sogno?
Impreca e si gira col cannocchiale verso il fortino occupato dagli stranieri.
Sospira.
Per un attimo aveva pensato che avessero...
Un altro fremito, questa volta più forte.
Merd...
La crosta del lago ha un sussulto, poi si incrina.
Cazzo, cazzo, cazzo...
Boris armeggia con il legno del fuoco di segnalazione.
Un altro fremito
Hanno aperto le chiuse!
L'acciarino gli scivola dalla mano e rotola giù dal crinale.
Boris si lascia scivolare.
Lo recupera.
Ruzzolando risale fino alla postazione di vedetta.
La crosta di ghiaccio che copriva il lago ha ceduto.
L'isola...
Lo sguardo di Boris si posa sull'isola di roccia che sta emergendo dalle acque.
Cazzo! Il fuoco!
Boris accende il fuoco di segnalazione.
L'isola è oramai emersa dalle acque del lago che si stanno abbassando.
"Presto, non lo vedete il fuoco!" grida Boris
I minuti passano interminabili.
Poi lontano un fuoco si accende in risposta
Boris si lascia cadere a terra e inizia ad ansimare.
"Presto ragazzi, è successo un casino..."

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