sabato 20 novembre 2010

Il progetto

Il telefono suona per tre volte poi rimane in silenzio.
Aiko lo sente e lascia il laptop aperto e va verso la sala da pranzo.
Il cellulare la aspetta sul tavolino di vetro.
Il rumore dello scorrimento dello slide e il click successivo contrastano con il silenzio dell'enorme attico.
"Numero privato" la scritta che campeggia sul display la lascia interdetta.
Compone un numero.
Una voce metallica risponde dall'altra parte.
Aiko dice il suo nome e il suo numero di matricola all'apparecchio elettrico e una risposta la avvisa di attendere in linea.
"Dott. Tanaka cosa possiamo fare per lei?"
"Passatemi Richard."
"Inoltro subito la chiamata."
Mentre il cellulare rimane silenzioso Aiko scruta l'attico.
Enorme e vuoto.
Uno spazio così grande potrebbe ospitare una famiglia felice e rumorosa.
Uno stuolo di marmocchi che saltano sui divani da 30000 dollari o che giocano con le maniglie degli antichi armadi giapponesi.
Una famiglia...
Quella che non ha mai potuto avere per colpa del suo lavoro.
Il lavoro che le ha rubato tutto il suo tempo, ma che forse le potrà ridare quello che la natura le ha tolto...
"Aiko?" la voce di Barker
"Richard. E' successo quello che aspettavamo."
"Quando?"
"Adesso. Mi hanno chiamato per la terza volta."
"Fai quello che devi."
"Ok, puoi chiamare tu Philippe?"
"Ci penso io."
Un attimo di silenzio
"Aiko - sempre la voce di Barker - dovresti passare dagli uomini di cui ti ho parlato la settimana scorsa."
"Per cosa?"
"Vogliono sapere sel progetto."
"E tu hai acconsentito?"
"E' gente che può darci una mano, la base della cura viene da uno di loro!"
"Ah - Aiko è stupita - deve essere davvero uno in gamba..."
"E' un discorso diverso, parla con loro."
"Ok, a presto."
Aiko chiude il telefono e torna al laptop.
Strano non mi ricordavo di averlo chiuso.
Nella casa torna il silenzio.

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