Per la terza notte consecutiva il villaggio si trasforma in un luogo lugubre e sinistro.
Poi, ancora una volta, le grida strazianti dal mulino.
Ci rechiamo tutti e quattro là, decisi a mettere la parola fine su questa vicenda. Paul, con un colpo di pistola, fa saltare il lucchetto, spalanchiamo la porta e la scena che ci si prospetta difronte è orripilante.
Un uomo è incatenato alla macina del mulino e il mostro lo sta tagliuzzando, facendolo soffrire in maniera disumana.
I polsi e le mani dell'uomo sono ormai spappolati dalle catene, il torace è apertto come se lo stesse vivsezionando... il gelo che esce dal mulino ci investe e con esso l'odore nauseabondo del sangue.
Il senso di schifo e paura che ci assale mette a dura prova il nostro autocontrollo e il nostro sangue freddo... forse la prova è troppo dura. Non faccio in tempo a dire una sola parola che i miei compagni svengono e si accasciano a terra.
Mi trovo faccia a faccia col mostro.
Io col mio fedele coltello da caccia, lui col suo bisturi. Sento l'adrenalina e la tensione che salgono, il mio corpo diventa un fascio di nervi. Mi guardo attorno per valutare meglio la situazione ma il bastardo non me ne dà il tempo e mi lancia il suo coltello che si conficca nella mia spalla.
Il dolore è atroce ma, facendo finta di nulla, lo erstraggo dalla mia carne e lo rispedisco al mittente.
Colpito!
Dalla ferita fuoriesce uno strano liquido... come se fosse sangue marcio.
Ormai sono troppo agitato per provare dolore, schifo o altro... lui è disarmato: è il momento di attaccare.
Mi lancio su di lui brandedno la mia lama e la sento affondare nella carne putrida. Altro liquame fuoriesce dallo squarcio.
Lui afferra una catena e vibra un colpo verso di me. Mi colpisce ma ormai l'adrenalina che scorre a fiumi mi impedisce di ragionare. Ho solo un pensiero: devo ucciderlo, non posso fallire. Le nostre vite dipendono da me.
Con un balzo sono ancora addosso al mostro e con un colpo perfetto lo attacco alla gola.
Lui cade a terra, esanime.
In un eccesso d'ira gli stacco completamten la testa e comincio ad accanirmi su di essa finchè non è spappolata.
Poi, facendo appello alle mie forze residue, trascino i corpi dei mie compagni verso la locanda, fiero di averli salvati.Passano alcuni minuti e Paul si riprende e, come lui, anche gli altri.
Sono esausto e ferito, quindi mi abbandono al sonno ristoratore.
mercoledì 29 ottobre 2008
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