lunedì 13 ottobre 2008

2 - La grotta e le grida

Arold
Siamo appena riusciti a fatica a schiodare le grosse assi che ostruivano l’ingresso di questo tunnel che, perlomeno dall’esterno, sembra essere simile agli altri già trovati nella zona delle trincee.
Una volta tolte le assi la grotta che vediamo del tutto simile alle altre, un pavimento, reso scivoloso dalle infiltrazioni, che scende verso il basso con rozzi gradini intagliati nella roccia, anche se a dire il vero la volta che regge il soffitto sembra un po’ più solida di quelle già viste…dopotutto nei miei viaggi ho provato a vedere di peggio e non sembra troppo rischioso, comunque per sicurezza decido di scendere solo io.
Mi metto in sicura con una corda abbastanza lunga, accendo una torcia e mi preparo per la discesa.
Cammino sempre più in basso per una decina di metri in questa oscura galleria senza troppe difficoltà, e senza notare niente di particolare finchè termina la discesa in una piccola stanza sotterranea con un pozzo al centro.
Però adesso si che cè qualcosa di strano. Sembra quasi che questa stanza e il pozzo siano”fuori dal nostro tempo”, ovvero molto più antichi delle altre caverne nella zona circostante.
Con occhio esperto comincio a esaminare le pareti della grotta trovando alcuni simboli identificabili come degli ideogrammi già osservati in altre occasioni, che segno prontamente sul mio quaderno per poterli studiare con la dovuta calma.
A parte questo e il pozzo di cui non riesco a definirne la profondità, non cè nient’altro degno di nota, e facendo attenzione risalgo in superficie.
Una volta arrivato all’ingresso noto una cosa che prima non ero riuscito a vedere, ovvero che dentro l’ingresso sono presenti macerie come di un muro crollato, e dei resti di granate probabilmente appartenenti alla guerra, confermando i dubbi sull’ età di questa grotta.
Prima di uscire spengo la torcia e poi nella notte ci incamminiamo verso il paese.

Faust
In una notte lunga e sperduta nel tempo, dove il freddo delle antiche montagne francesi penetra nelle ossa come fantasmi dal passato, in un piccolo paese dove la mancanza di calore è data non solo dal clima, ma anche dalle persone.
Siamo mal accetti.
Vagare di notte senza dare nell'occhio non è un problema, non c'è anima viva, e in fatto di problemi..quelli siamo noi.
Dopo un'interessante scoperta in una cava poco distante dalla piazza il silenzio si rompe con un grido straziante forte come il vento di bufera e orribile.
Sì, orribile perchè era la voce di un uomo.
L'urlo arrivava da una zona indefinita come se il vento giocasse a trasportare suoni di qua e di là senza una meta e senza una sorgente.
Poi come era iniziato cessa di colpo.
Silenzio.
Corriamo verso la piazza, cerchiamo e cerchiamo ma il risultato è sempre uno.
Niente.
Meglio rimanere in locanda a vegliare.
Dopo mezz'ora un altro urlo, più prolungato e agonizzante..sembra provenire dal mulino, ma non ne siamo certi. Non ci sono mai certezze.
E di nuovo fuori al buio bianco della neve e di nuovo le grida ora udibili da vicino di fronte al vecchio mulino..non siamo soli.

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