giovedì 9 agosto 2012

La vita di prima

Cintia si sveglia e si stiracchia.
La aspetta l'ennesima giornata di scuola.
Si chiede se Roxane le renderà anche oggi la giornata insopportabile e se magari oggi avrà il coraggio di parlare con Sam di quella cosa...
Esce dalla sua stanza e va verso la cucina.
Chiama suo padre, ma lui non risponde.
Sarà già uscito pensa e apre il frigo.
Quello stronzo di suo fratello ha di nuovo finito il latte.
In più ha messo delle birre e altre cose strane, cazzo se papà lo scopre...
"Rey! Dove cavolo sei..."
La voce le si strozza in gola mentre entra nella stanza del fratello.
La stanza è vuota, dentro c'è un ferro da stiro e una serie di vestiti che solo la peggior puttana del mondo metterebbe!
Fa per andare versi gli abiti ma qualcuno entra dalla porta.
Lei si volta sperando di vedere suo padre, ma quello che vede è un tipo sui trenta, ubriaco marcio che barcolla verso di lei.
"Chi cazzo sei! Fuori da casa mia!"
Indietreggia spaventata, i suoi quindici anni non le permettono ancora di avere più prestanza.
Lui le si avvicina e le sferra un pugno in mezzo al viso.
"Brutta stronza è così che mi tratti?"
L'uomo biascica parole e bestemmie.
Lei striscia via e inizia a correre piangendo vero la porta.
Il sangue le cola da un sopracciglio spaccato e il fiato le si fa corto.
Arriva alla porta e la apre.
Correrò dai vicini pensa.
Ma sulla porta rimane impietrita.
Davanti a lei non c'è il via letto che porta alla casa del vicino, non c'è il Prato che suo padre taglia ogni fine settimana e nonmc'é neanche la casetta sull'albero.
Davanti a lei c'è solo il corridoio di un vecchio palazzo fatiscente.
"Vieni qui" il tizio la prende per i capelli e la sbatte contro il muro.
Lei sbatte contro uno specchio.
Si alza e per la prima volta si vede.
Davanti a lei non c'è la ragazzetta con l'apparecchio per i denti e i capelli biondi, c'è una tizia di trent'anni con la faccia imbrattata di sangue, le braccia e il petto coperto da tatuaggi e i capelli neri tagliati come fanno i drogati alla stazione.
Cintia vorrebbe urlare, ma tutto quello che può fare e restare immobile ad aspettare che i calci e i pugni la facciano finire all'ospedale.

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